La vasca in ceramica? Ormai superata: il 2026 porta con sé nuove tendenze bagno rivoluzionarie, tra forme avanguardiste, tecnologie immersive e materiali sostenibili per immergersi in un’esperienza rilassante e dal look all’avanguardia.
Una noia mortale la vasca in ceramica, le tendenze bagno parlano chiaro: è questa quella in cui immergersi nel futuro 2026.

Dal White Tec Plus al bambù ingegnerizzato, passando per legni certificati e pietre dalla presenza scenica: il bagno del 2026 abbandona la monocultura della ceramica e abbraccia un lessico materico più caldo, sostenibile e sensoriale.
È un cambio di paradigma che si coglie nelle fiere di settore e nelle collezioni annunciate per i prossimi due anni, dove il tema non è più solo la forma della vasca, ma soprattutto la sua sostanza: materiali che parlano la lingua della natura, che profumano di autenticità e che promettono lunga vita, riparabilità e cicli produttivi più responsabili.
Innovazione e sostenibilità: i nuovi protagonisti della vasca da bagno
La notizia è chiara: il trend dei materiali naturali e sostenibili non è un vezzo, ma un orientamento strutturale del mercato. Nella galassia dei compositi, per esempio, Devon&Devon propone vasche sostenibili in White Tec Plus, un materiale di nuova generazione che coniuga robustezza, superficie vellutata al tatto ed estetica essenziale. Sono soluzioni che ridisegnano il comfort: bordi sottili e accoglienti, superfici opache che non abbagliano, manutenzione semplificata. La promessa non è solo tecnica ma anche sensoriale, con finiture che assorbono la luce e restituiscono un’atmosfera avvolgente.
Ma il cuore della rivoluzione è il ritorno del legno, purché eco-consapevole. Non parliamo di essenze esotiche senza tracciabilità: le nuove vasche in legno prediligono lamellari certificati FSC o PEFC, termo-trattati per stabilità dimensionale e maggiore resistenza all’umidità. Rovere termo-modificato, frassino o abete acetilato si candidano a diventare la pelle calda del relax domestico, con oli naturali e finiture a basso contenuto di VOC che valorizzano la venatura senza sigillarla in una “gabbia” sintetica. Accanto al legno, il bambù ingegnerizzato si sta imponendo come outsider di carattere. Denso, stratificato, sorprendentemente resistente all’acqua quando trattato correttamente, il bambù offre una grafica lineare e contemporanea che ben si sposa con rubinetterie in ottone spazzolato o finitura nera.

Il capitolo pietra continua a esercitare un fascino ancestrale. Travertino, limestone chiaro, pietra lavica o terrazzi ricomposti con inerti di recupero raccontano architetture intime, dove il peso visivo diventa lusso tattile. Per chi teme masse eccessive, gli agglomerati minerali con leganti bio-based consentono spessori ridotti e prestazioni affidabili, mantenendo quella piacevole inerzia termica che prolunga il calore del bagno.
Le palette cromatiche seguono coerentemente questa migrazione verso la naturalità. Dominano i toni della terra: marroni tabacco, beige sabbia, grigi caldi, tortora dorati, tocchi di terracotta e salvia. Le superfici sono opache o super-matt, spesso microtesturizzate per una maggiore presa antiscivolo, e si arricchiscono di profili morbidi, smussature generose, scanalature verticali che giocano con la luce radente. La funzione detta forma. Le vasche 2026 mostrano profili organici, silhouette asimmetriche che abbracciano il corpo, schienali inclinati per sostenere cervicale e zona lombare, troppo pieni integrati invisibili.
Il 2026 mette al centro la materia come esperienza: si entra in bagno e si tocca il tempo della natura, si ascolta un suono più ovattato, si vede una luce addolcita dalle superfici opache e dai toni della terra. La vasca non è più un oggetto isolato in ceramica lucida, ma un corpo vivo che dialoga con pavimenti, pareti e arredi, capace di farsi rifugio con responsabilità ambientale e qualità sensoriale quotidiana.





