Il Bonus carburante è un’opportunità temporanea che scade a fine anno: scopri come sfruttarlo al meglio per risparmiare subito e non lasciare che questa occasione preziosa vada sprecata.
Senza la certificazione di sostenibilità entro novembre 2025, le agevolazioni sulle carte carburante rischiano di sparire dal 31 dicembre 2025. Fino ad allora, imprese e dipendenti possono ancora ottimizzare sconti e deduzioni tra 8 e 12 centesimi al litro.

Il conto alla rovescia è partito. Il “bonus carburante” di cui si parla nelle aziende – inteso come l’insieme di sconti fiscali e riduzioni per litro legati alle carte carburante aziendali – ha i giorni contati se non si compie un passo cruciale: ottenere la certificazione di sostenibilità del carburante.
Lo impone il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 7 agosto 2024, che ha istituito un sistema nazionale di conformità per biocarburanti e carburanti sostenibili.
Le imprese dovranno allinearsi entro novembre 2025; in caso contrario, dal 31 dicembre 2025 gli sconti al rifornimento e le relative deduzioni fiscali rischiano di essere azzerati.
In calendario, dunque, ci sono due scadenze: la prima per ottenere i certificati, la seconda che chiude la finestra delle agevolazioni per chi non è in regola.
Cosa cambia con il decreto per il bonus carburante
La certificazione obbligatoria richiede che le aziende dimostrino la sostenibilità del carburante utilizzato tramite certificati di conformità rilasciati secondo schemi riconosciuti, come ISCC EU. La conformità va ottenuta entro novembre 2025, e i certificati hanno una durata variabile, tipicamente quinquennale o annuale.

Senza certificazione, si perdono agevolazioni che oggi valgono da 8 a 12 centesimi al litro, oltre alle consuete deduzioni collegate all’uso delle carte carburante per flotte e spostamenti di servizio.
La conseguenza più tangibile potrebbe essere la progressiva scomparsa o limitazione delle “carte carburante” tradizionali, almeno per chi non si adegua.
Ecco perché nei corridoi delle imprese serpeggia un messaggio semplice: “assurdo sprecarlo”. Tradotto: finché il perimetro degli sconti esiste, va sfruttato con criterio e lungimiranza.
Per ottimizzare l’uso del bonus carburante, le aziende dovrebbero verificare la filiera per assicurarsi che i fornitori possano documentare la sostenibilità del prodotto. È fondamentale consolidare gli accordi con i distributori, inserendo clausole sulla disponibilità di carburanti sostenibili certificati.
Inoltre, è utile pianificare i rifornimenti in modo da garantire l’inquadramento più favorevole ai fini fiscali e adeguare la flotta aziendale a biocarburanti o miscele sostenibili. Infine, aggiornare le policy interne e preparare alternative per i dipendenti in caso di dismissione delle carte carburante, sono passaggi chiave per non perdere potere d’acquisto.
I dipendenti dovrebbero tenere d’occhio la scadenza delle agevolazioni, scegliere i punti vendita giusti e conservare le prove di acquisto. La tracciabilità resta la prima difesa in caso di controlli. È essenziale informarsi e diventare parte attiva in azienda per sfruttare fino all’ultimo euro disponibile secondo le regole.
Nel breve periodo, è plausibile una transizione a macchia di leopardo, con operatori già pronti con carburanti sostenibili certificati e altri in ritardo.
Nel medio periodo, il quadro normativo spingerà la domanda di biocarburanti e miscele a minor impatto, incentivando le aziende a razionalizzare le flotte e legare i contratti a indicatori di sostenibilità misurabili.
Per i lavoratori che si muovono ogni giorno per lavoro, il messaggio resta pratico: informarsi subito, farsi parte attiva in azienda e sfruttare fino all’ultimo euro disponibile secondo le regole. Perché, visti i tempi e le cifre in gioco, sarebbe davvero “assurdo sprecarlo”.