Scopri come evitare il conguaglio IRPEF di dicembre seguendo tre semplici mosse entro novembre. Ottimizza la tua dichiarazione di reddito e previeni sorprese sgradite con consigli pratici e facili da applicare.
Per molti lavoratori dipendenti, il conguaglio IRPEF di dicembre può trasformarsi in una trattenuta imprevista che alleggerisce la busta paga delle feste. Con tre azioni mirate entro novembre è possibile ridurre o azzerare l’impatto finale, a patto di comunicare tutto per tempo al datore di lavoro o al CAF.

Il conguaglio di fine anno confronta le ritenute IRPEF operate mese per mese con l’imposta effettivamente dovuta sul reddito annuo. Se le trattenute sono state inferiori al dovuto, a dicembre scatta una trattenuta aggiuntiva; se sono state superiori, arriva un rimborso. A generare scostamenti possono essere variabili come straordinari, premi, cambi di contratto, più rapporti di lavoro nell’anno, variazioni familiari o benefici fiscali non comunicati. La buona notizia è che c’è ancora margine per intervenire entro novembre, sfruttando strumenti previsti dalla normativa.
Cos’è il conguaglio IRPEF di dicembre e come evitarlo
Per chi teme un conguaglio a debito, la prima mossa è chiedere all’ufficio paghe una trattenuta IRPEF aggiuntiva già in busta di novembre. In pratica si “sposta” parte dell’imposta attesa sul mese precedente, riducendo la stangata di dicembre e bilanciando il flusso di cassa. Alcune aziende, in base alle proprie policy, consentono anche di concordare micro-rate tra novembre e dicembre o di anticipare la liquidazione di eventuali rimborsi fiscali, laddove emergano crediti.

Per mettere in atto questa strategia, è necessario contattare il payroll entro i cut-off di elaborazione di fine mese, richiedere una ritenuta aggiuntiva indicando un importo orientativo e, in presenza di più CU (Certificazioni Uniche), fornire un prospetto aggiornato per evitare doppi conteggi. È importante ricordare che l’anticipo non riduce l’imposta dovuta, ma ne distribuisce l’impatto tra i mesi e, se le variabili retributive di dicembre cambiano, potrebbe servire un ulteriore aggiustamento.
Le erogazioni liberali a favore di enti benefici e associazioni riconosciute (ad esempio ETS, ONLUS, ONG) possono essere deducibili dal reddito o detraibili dall’imposta, a seconda dei casi. Quelle deducibili abbassano la base imponibile IRPEF: in sostanza, si paga l’imposta su un reddito “più basso”. L’effetto, se comunicato per tempo, rientra nel calcolo del conguaglio di dicembre e può ridurre o azzerare il debito residuo.
Per approfittare di questa opportunità, è fondamentale verificare che l’ente rientri tra i soggetti agevolati dalla normativa vigente, effettuare la donazione con mezzi tracciabili (bonifico, carta, assegno non trasferibile), conservare ricevuta o attestazione dell’ente con dati fiscali e causale, e trasmettere la documentazione a datore di lavoro/CAF entro i tempi di chiusura delle paghe di novembre. È cruciale rispettare limiti, condizioni e cumulabilità previsti dalla legge e scegliere consapevolmente tra deduzione o detrazione, in base al proprio profilo fiscale.
Aderire o potenziare l’utilizzo del welfare aziendale entro fine novembre è una terza via per contenere il conguaglio. I beni e servizi di welfare riconosciuti dal datore di lavoro, entro le soglie e le regole vigenti, non concorrono in tutto o in parte alla formazione del reddito imponibile. Ciò riduce IRPEF e addizionali e rende più leggero l’eventuale conguaglio.
Per sfruttare al meglio il welfare aziendale, è necessario verificare nel portale aziendale il plafond ancora disponibile per il 2024, valutare la conversione di premi di risultato in welfare, se prevista dal contratto, utilizzare benefit ammessi e inoltrare le richieste entro le deadline operative fissate dall’azienda. È importante tenere a mente che il perimetro del welfare detassato è specifico e cambia in base alle norme annuali e al regolamento aziendale, e che superare i tetti può far perdere l’agevolazione e generare imponibile aggiuntivo.





