Quando fuori gela e la corrente fa i capricci, esiste un modo furbo per tenere al sicuro casa, famiglia e dispensa: dal frigorifero che regge ore senza luce al mini rifugio caldo in salotto, ecco come organizzare tutto prima che scatti l’ennesimo blackout.
Il freddo non aspetta, e il blackout arriva sempre quando meno te lo aspetti. Hai presente quel gelo che entra nelle ossa, il telefono al 6%, il cibo nel frigo che “ti guarda” e la casa che inizia a diventare ostile? Quanto costa, in soldi e nervi, farsi trovare impreparati proprio nel cuore dell’inverno?

Per mettersi ai ripari quando la corrente fa i capricci, bisogna organizzarsi: dal frigorifero alla dispensa passando per altri utili consigli che permetteranno di sopravvivere al freddo e alla mancanza di corrente.
Come organizzare la casa contro i blackout in inverno
In inverno le interruzioni di corrente possono essere improvvise o programmate: vento forte, ghiaccio sui cavi, sovraccarichi serali quando tutti accendono stufe e forni. Lo riconosci da luci che sfarfallano, dal router che muore senza preavviso, da notifiche (quando arrivano) del fornitore. La conseguenza non è solo “che freddo”: è una catena di piccoli-grandi problemi. Il riscaldamento si spegne, la casa si raffredda in fretta, i pavimenti diventano ghiacciati e l’umidità fa condensa sulle finestre.

In cucina, il frigo smette di proteggere i cibi deperibili, con rischio di spreco (e mal di pancia se sottovaluti temperature e tempi). E poi c’è la parte pratica: niente ascensore, niente POS, niente forno. Se qualcuno usa dispositivi medici elettrici, non è più un disagio: è un’urgenza. Bisogna agire subito, non al primo buio improvviso.
Prima mossa: creare un rifugio termico. Scegli la stanza più piccola, priva di spifferi, e trasformala nel tuo “accampamento” temporaneo. Riduci il volume d’aria da scaldare: chiudi le porte delle stanze inutilizzate, abbassa le tapparelle, sigilla gli spifferi con asciugamani o nastro di carta. Metti a terra tappeti spessi: isolano i piedi e trattengono calore.
Tira fuori coperte pesanti, sacchi a pelo o coperte termiche (quelle argentate da pronto soccorso pesano niente e scaldano tantissimo). Vesti a strati: base traspirante, strato isolante (pile o lana), strato antivento. Mantieni caldi testa e piedi: un cappello in casa non è over, è furbo. Se siete in più persone, radunatevi nella stessa stanza piccola: il calore corporeo è un “radiatore” naturale. Bevi caldo, ma senza esagerare con l’alcol: la sensazione di calore inganna e si disperde in fretta.
La regola d’oro in un blackout invernale è differenza tra “riscaldare” e “tenere il calore”. Senza elettricità bisogna puntare tutto sul secondo. Evita soluzioni pericolose come forni a gas, stufe improvvisate o barbecue al chiuso: il rischio CO è reale. Se usi generatori, tienili sempre all’esterno, lontano da porte e finestre, e dotati di rilevatore di monossido a batteria funzionante. In alternativa, lampade a batteria e candele con attenzione (mai vicino a tende o materiali infiammabili, mai lasciate sole, meglio lanterne LED). Un piccolo trucco: due mattoni refrattari scaldati in sicurezza con una fonte autorizzata e avvolti in un asciugamano possono rilasciare calore per un po’, ma solo se hai modo di riscaldarli senza rischi; altrimenti, lascia perdere e punta su isolamento e strati.

Seconda mossa: salvare la dispensa. Il frigo chiuso mantiene la temperatura per circa quattro ore; il freezer pieno, se non lo apri, fino a 48 ore (24 se mezzo vuoto). Metti un termometro da elettrodomestico: ti dice la verità molto più del “fiuto”. Secondo le linee guida per la sicurezza alimentare, gli alimenti deperibili vanno scartati se restano sopra i 4 °C per più di due ore. Non assaggiare “per vedere se è buono”: quando hai dubbi, meglio buttare che rischiare. Se il guasto si prolunga, trasferisci carne e latticini in borse frigo con ghiaccio o ghiaccioli del freezer; organizza gli alimenti per priorità, tenendo davanti ciò che devi consumare prima.
Il coperchio del freezer deve restare abbassato il più possibile: ogni apertura è calore che esce. Terza mossa: il tuo kit di emergenza. Tienilo pronto, non perfetto: torce a batteria o ricaricabili, pile di ricambio, power bank già cariche, radio a batterie o a manovella per ricevere comunicazioni, coperte termiche, acqua e cibo non deperibile per almeno 72 ore, farmaci essenziali, un piccolo kit di primo soccorso, contanti e copie dei documenti.
La Protezione Civile e la Croce Rossa raccomandano questi elementi base proprio perché, nelle prime ore, sei tu la tua migliore risorsa. Aggiungi una ciabatta con protezione da sovratensioni per proteggere i dispositivi quando la luce torna, e carica sempre i power bank: se li usi solo “quando serve”, saranno scarichi quando serve davvero. Quarta mossa: prevenire danni collaterali. Tieni un rubinetto leggermente aperto se la temperatura interna scende a lungo vicino allo zero, per ridurre il rischio che le tubature gelino. Apri gli sportelli del lavello per far passare aria più tiepida sulle tubazioni.
Scollega elettrodomestici delicati per evitare sbalzi quando torna la corrente. Se hai apparecchi elettromedicali, parla in anticipo con il fornitore e pianifica una soluzione alternativa (batterie di backup, luogo sicuro dove ripararti).