Per avere dei vasetti originali e addirittura unici è semplicissimo, vi basta riciclare i vostri barattoli di cosmetici: per riuscirci ci vogliono pochi minuti e un pizzico di buona volontà.
Buttare è facile, ma è anche il modo più veloce per pentirsene. I barattoli dei cosmetici invadono il bagno, mentre le piante restano nei vasetti di plastica anonimi. Quante volte hai cercato vasetti originali per le piante e hai trovato solo opzioni costose o ingombranti? E quante volte ti sei detto “lo farò” rimandando, accumulando sprechi e rinunciando a quell’effetto “wow” sul tavolino? Se ti riconosci, resta qui: c’è un trucco semplice, bello e furbo che mette ordine, salva denaro e fa bene all’ambiente.

I contenitori beauty sono solidi, spesso in vetro o plastica spessa, perfetti per riciclo creativo e mini allestimenti green. Hanno però due problemi: residui di prodotto all’interno e, quasi sempre, l’assenza di fori di drenaggio. Il primo si risolve con un lavaggio accurato; il secondo va gestito con intelligenza, perché l’acqua stagnante è la nemesi delle radici.
Le linee guida della Royal Horticultural Society e di diverse estensioni universitarie di agraria (come IFAS e Cornell) lo ribadiscono da anni: il ristagno favorisce il marciume radicale e porta la pianta a una lenta resa. Tradotto: sì all’idea, ma con metodo.
Esperienze personali e consigli degli esperti
Io l’ho provato dopo aver finito una maschera per capelli in jar di vetro: ho trasformato tre contenitori in piccoli scenografi da soggiorno. Uno è diventato cachepot, un altro un micro terrario, il terzo l’ho forato per creare un vero vaso. Mia sorella, scettica, dopo un mese ha copiato tutto quando ha visto il pothos esplodere di foglie e il muschio restare turgido senza sforzi. E gli esperti? Confermano: o rispetti il drenaggio, o regoli annaffiature e substrati in modo chirurgico.
Rimandare significa continuare a comprare vasi a caso, spendere più del necessario e accumulare rifiuti. Ma c’è di peggio: se piazzi la pianta direttamente nel barattolo sporco o senza strategia, rischi odori sgradevoli, muffe, macchie d’acqua sui mobili e, alla prima annaffiata generosa, una pianta che collassa in pochi giorni. E se il contenitore è di vetro pesante, messo su una mensola assolata, può scaldarsi e stressare le radici; sul balcone, una folata di vento lo fa cadere e addio. Insomma, agire bene e in fretta ti evita costi, perdite di tempo e piante infelici.
Da barattolo a vasetto: come fare
La soluzione è a prova di principiante e sta tutta nella scelta “come” usarli. Prima cosa: pulizia senza compromessi. Lava l’interno con acqua tiepida e sapone, rimuovi etichette e colle (un velo d’olio vegetale e bicarbonato aiuta), poi risciacqua benissimo. I residui di creme, profumi e oli possono alterare il substrato e attirare muffe, quindi meglio essere scrupolosi. Asciuga del tutto.

Se vuoi il metodo più semplice e sicuro, usa il barattolo come cachepot. Lascia la piantina nel suo vasetto forato da vivaio, inseriscila nel contenitore beauty e regola l’altezza con un po’ di argilla espansa (LECA) sul fondo. Così l’acqua in eccesso resta lontana dalle radici e non allaga il mobile.
Puoi nascondere il bordo con ghiaia decorativa, sfagno o una fascetta di corda: in un minuto hai un effetto design. Questa soluzione funziona per pothos, peperomia, pilea, sansevieria baby e, in generale, piante d’appartamento che amano il terreno leggermente umido ma non zuppo. Gli esperti sono concordi: contenitore esterno chiuso ok, purché la pianta resti in un vaso interno con drenaggio e tu svuoti il sottolivello d’acqua.
Se vuoi trasformarlo in vaso vero e proprio, crea i fori. Su plastica è facile; su vetro serve la punta giusta per ceramica/vetro, nastro adesivo per non far scivolare la punta, velocità bassa e protezioni per occhi e mani. Procedi con calma e mai senza sicurezza. Una volta praticati i fori, aggiungi un sottile strato di carbone attivo sopra l’argilla espansa (aiuta a tenere fresco il substrato nei mini contenitori) e completa con terriccio di qualità. Per piccole piante grasse o cactus baby funziona alla grande, ma ricorda: anche loro odiano l’acqua stagnante, quindi innaffia poco e solo quando il terriccio è completamente asciutto.





