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Il Giornale dell'Architettura - 220mila visitatori a Villa Solar - October 2012
Published by EleonoraVelluto on Tue, 30/10/2012 - 14:33Il Giornale dell'Architettura - 220mila visitatori a Villa Solar - October 2012
Madrid. Si è chiusa il 30 settembre la Villa Solar, il quartiere sostenibile temporaneo che ha ospitato per quindici giorni consecutivi la seconda edizione di Solar Decathlon Europe, ancora una volta presente nella capitale spagnola grazie alla partecipazione dell’Università Politecnica di Madrid nell’organizzazione, con il Ministero de Fomento, il Comune e l’Idae (Instituto para la Diversificación y el Ahorro de la Energía). Si tratta, ricordiamo, del settimo concorso internazionale Solar Decathlon (cinque in nordamerica e due nel vecchio continente), voluto nel 2002 dal Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti per stimolare la ricerca nel campo dell’habitat sostenibile. Secondo gli organizzatori, «l’obiettivo dei partecipanti è il progetto e la costruzione di case che consumano la minore quantità di risorse naturali e producano un minimo di residui durante il loro ciclo vitale».
Se nel 2010 il quartiere era stato mon- tato nel parco Madrid Río, direttamente a contatto con le sponde del fiume Manzanarre (un modo di pubblicizzare la costosissima opera pubblica allora non ancora inaugurata), la Villa Solar di quest’anno si presentava come un’area chiusa all’interno della Casa de Campo, con vista sul Palazzo Reale e sul Museo de las Colecciones Reales di Mansilla e Tuñón attualmente in costruzione. Nonostante la posizione isolata, l’edizione di quest’anno è stata la più visitata: 220.000 visitatori (30.000 in più della precedente), tra cui 2.000 studenti universitari e 6.000 esperti del settore, 64.094 visite guidate da studenti volontari della Escuela Técnica Superior de Arquitectura e 5.000 bambini che hanno partecipato ai workshop organizzati all’interno del programma «10 Action for Solar Decathlon Europe» con la collaborazione del Coam (l’Ordine degli Architetti di Madrid).
Questi dati confermano il successo del format, che risiede nella doppia finalità, formativa e scientifica: l’avere coinvolto le Università, e in particolare gli studenti, nel progetto, realizzazione e monitoraggio di case sostenibili che competono fra di loro e dimostrano che gli edifici hanno un ciclo vitale proprio. Come in ogni edizione, dieci sono state le prove, con punteggi assegnati sulla base di criteri oggettivi (come la misurazione in situ del rendimento energetico e del funzionamento della casa) e altri soggettivi, stabiliti da giurie di esperti.
La principale novità di quest’anno è stata la rete intelligente («smart grid») progettata da Schneider Electric, che ha permesso di gestire e controllare l’energia prodotta e consumata all’interno dell’area di competizione: l’intero quartiere si è sviluppato attorno a una centrale di controllo (lo smart city center) da cui è stato possibile registrare e misurare la produzione e il consumo di energia di tutti i componenti, che erano collegati fra di loro da una rete bidirezionale, la micro smart grid. Le case hanno generato energia fotovoltaica durante il giorno e consumato l’energia della rete durante la notte. L’eccedenza ha alimentato i servizi comuni (come per esempio la stazione di ricarica dei veicoli elettrici) ed è stata alla fine riversata nella rete pubblica, ad uso dei residenti della zona (come succedeva nel 2010). Quest’anno ogni casa ha prodotto una media di 358 kWh con energia solare, per un totale di 5.740 kWh, il triplo dell’energia consumata (2.977 kWh). Istituito quest’anno anche il premio Kömmerling alla casa più votata dal pubblico, assegnato ad Andalusia Team con Patio 2.12, versione high-tech della casa-patio, seconda nella classifica finale.
Molti i progetti che riprendevano temi vernacolari. Tra questi, Med in Italy (terza classificata) ma anche la Omotenashi House (casa «ospitale»), dove elementi presenti nella casa giapponese, come la copertura aggettante inclinata qui rivestita con pannelli solari, o la galleria perimetrale («engawa») con pannelli scorrevoli in carta, sono ripresi con tecnologie sofisticate. Presente anche un ritorno all’agricoltura nell’intorno urbano con gli orti domestici, ripresi anche dal Team Brasil nella Ekó House. Poco pratico ma interessante è stato l’esperimento portoghese «Casas em movimento»: la doppia pelle di pannelli fotovoltaici che avvolge il nucleo abitativo è dotata di due assi di rotazione che ne consentono il movimento in base al ciclo solare e alle fluttuazioni luminose.
La Francia, presente con tre università e meritata vincitrice con Canopea, ospiterà a Versailles nel 2014 la terza edizione del concorso, con la prossima nordamericana a Irvine, in California (3-13 ottobre 2013) e la prima edizione cinese ad agosto. Solar Decathlon continua. www.sdeurope.org, www.solardecathlon.gov, www.sdchina.org.