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Stella Nova - Mario Grimaudo, architetto d'oro - 25 January 2012
Published by EleonoraVelluto on Tue, 29/01/2013 - 20:27Stella Nova - Mario Grimaudo, architetto d'oro - 25 January 2012
Solar Decathlon Europe: è cosi che si chiamano le Olimpiadi di bioarchitettura tenutosi a Madrid. L’Italia, per la prima volta in gara, ha conquistato il podio aggiudicandosi il terzo posto dietro a Francia e Spagna. La manifestazione, ideata dal Dipartimento di energia statunitense, ha messo a confronto diciotto case provenienti da tutto il mondo attraverso dieci prove per un periodo di monitoraggio durato due settimane. “Med in Italy”, frutto di una collaborazione tra studenti, ricercatori e docenti dell’università di Roma Tre, la Sapienza e la Libera Università di Bolzano, ha presentato un prototipo di casa mediterranea grazie al quale è riuscita a piazzarsi nei primi tre posti in sei delle dieci gare: oro per la prova “Sostenibilità”, argento per la prova “Funzionamento della casa” e bronzo in “Architettura”, “Bilancio energetico” , “Comunicazione” e “Innovazione”. Per approfondire meglio la conoscenza della casa mediterranea abbiamo voluto fare qualche domanda a Mario Grimaudo, architetto e assegnista di ricerca all’interno del progetto “Med in Italy”.
Quali sono state le difficoltà che avete incontrato durante la costruzione della casa? "Non abbiamo riscontrato particolari difficoltà, il tempo limite di costruzione delle case era di 10 giorni, il nostro team è riuscito a portare a termine l’operazione in 5 giorni, il tempo restante è stato sfruttato per eseguire i test sul funzionamento della struttura".
Nella prova “Sostenibilità” avete conquistato il primo posto, quali pensi siano stati gli elementi che vi abbiano avvantaggiato? "La casa è stata costruita interamente in legno, una novità per la casa mediterranea, poiché questo materiale non conferisce alla parete la massa e l’inerzia termica tipiche di questa tipologia, per sopperire a questo problema sono state ottimizzate le risorse locali con le quali sono state riempite le pareti. I materiali, naturali ed economici, hanno reso la casa leggera in fase di trasporto ma pesante in fase di utilizzo".
La competizione si è basata su 10 prove, quale vi ha preoccupato di più? "Non abbiamo temuto nessuna prova in particolare, ciò che ci ha preoccupato maggiormente è stata la verifica della corrispondenza tra i consumi considerati in fase di progettazione e i consumi reali della casa".
Chi sono gli avversari che avete temuto di più? "Il team tedesco “Ecolar Home” ha presentato una casa ben studiata sotto ogni aspetto, inizialmente abbiamo temuto che potesse metterci in difficoltà, dopo la costruzione però hanno avuto problemi nella fase di utilizzo. Le case, oltre a dover essere ben costruite, dovevano anche essere funzionanti, erano previste una serie di attività codificate, come ad esempio fare due docce al giorno o mettere in azione la lavatrice, per testarne il funzionamento".
Dati i risultati ottenuti, il team ha progetti per il futuro? "I progetti per il futuro sono numerosi, la casa è stata smontata e siamo in attesa di ottenere i permessi per ricostruirla nell’Ateneo dell’Università di Roma Tre così da trasformarla in un centro di sperimentazione, l’idea sarebbe poi quella di commercializzarla. Inoltre stiamo progettando una nuova casa, inseribile nei piccoli centri storici, da presentare al Solar Decathlon Europe 2014 che si terrà a Parigi".