Buttare le salviette struccanti nel WC è una pessima abitudine: smetti di farlo subito. Ecco perché.
Diciamolo subito: buttare le salviette nel WC è il modo più veloce per trasformare il bagno in un campo minato. Comodo per trenta secondi, disastroso dopo. Ti è mai capitato lo scarico lento, quel gorgoglio sospetto, o il livello dell’acqua che sale invece di scendere?

La tentazione “via tutto nel water” è forte, perché è rapido e invisibile. Ma ciò che non vedi… resta. Gli idraulici lo ripetono sempre: tra le cose peggiori da buttare nel WC ci sono proprio le salviette usa e getta, ed ecco perché.
Perché devi smettere di buttare le salviette struccanti nel WC?
Gli esperti avvertono che le salviette, a differenza della carta igienica, non si dissolvono come la carta igienica; le fibre restano integre, si impigliano nelle pareti dei tubi in PVC o ghisa e, con il tempo, fanno un tappo che cattura capelli, grassi, residui di sapone e tutto ciò che trova a valle, fino a fermare l’impianto.

All’inizio è solo un lieve rallentamento dello scarico, poi compaiono gorgoglii dalle tubazioni, odori poco gradevoli dal sifone, la superficie dell’acqua che ribolle dopo lo sciacquo. In condominio possono comparire rigurgiti in doccia o bidet, segno che la colonna è già in sofferenza. Non rinviare l’intervento: più aspetti, più l’ostruzione si compatta.
Il rischio è di passare da un semplice uso dello sturalavandini a una sonda professionale, fino allo smontaggio dei sanitari o al lavaggio in pressione delle tubazioni condominiali. Tradotto: tempi lunghi, stress e spese importanti, senza contare i danni collaterali. Un ritorno di scarichi può allagare, rovinare pavimenti e sottofondi, favorire muffa e cattivi odori persistenti, e diventare un problema igienico serio se reflui e batteri escono dai punti di scarico.
E non finisce qui: quello che imbocca le fognature alimenta i famigerati “tappi” cittadini con grassi e salviette, complicando anche il lavoro dei depuratori. Se poi nel WC finiscono farmaci, residui oleosi o microfibre, l’impatto ambientale aumenta, contaminando le acque e la fauna. Nel WC vanno solo “soltanto pipì, pupù e carta igienica”.
Per le salviette struccanti, intime o per neonati, la routine salva-bagno è minimale: tieni un cestino con coperchio vicino al WC, meglio se con sacchetti compostabili; chiudi la salvietta usata in un fazzoletto o nella sua bustina e buttala lì. Se il danno è fatto e lo scarico è già in affanno, muoviti con metodo. Non premere lo sciacquone in loop sperando nel miracolo: rischi il trabocco.
Chiudi il rubinetto d’arresto del WC se necessario, attendi qualche minuto e prova uno sturalavandini a ventosa con movimenti decisi, mantenendo il livello dell’acqua sufficiente a coprire la gomma. Se non basta, una sonda manuale può rompere il tappo superficiale. Evita i disgorganti chimici aggressivi nel WC: possono danneggiare le guarnizioni, sono poco amici dell’ambiente e spesso non risolvono il cuore del problema. Se i sintomi persistono, è il momento di un professionista: meglio una chiamata in tempo che un pavimento da rifare.