Una bozza inserita nella Manovra 2026 conferma che il Bonus Mobili rientra tra le misure finanziate dal governo per il prossimo anno: ecco quali sono le novità e chi potrebbe approfittarne per rinnovare casa.
Chi sta programmando di rinnovare l’arredo di casa ha una finestra in più per sfruttare il Bonus Mobili. La bozza della nuova legge di Bilancio, in attesa del via libera parlamentare, proroga l’agevolazione fino al 2026, confermando la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici nuovi collegati a interventi di recupero del patrimonio edilizio. Per il 2026 il tetto di spesa resta fissato a 5.000 euro per unità immobiliare: tradotto, fino a 2.500 euro di risparmio fiscale, da ripartire in dieci quote annuali di pari importo in dichiarazione dei redditi.

L’agevolazione discende dall’art. 16, comma 2, del D.L. 63/2013 e si aggancia al bonus ristrutturazioni di cui all’art. 16-bis del TUIR. Non è un bonus autonomo: per averne diritto bisogna aver avviato lavori di recupero edilizio sull’immobile in cui verranno collocati i beni acquistati.
La spesa sostenuta nel 2026 per mobili ed elettrodomestici nuovi può essere portata in detrazione al 50% fino al limite di 5.000 euro per unità immobiliare, con beneficio massimo di 2.500 euro, da suddividere in dieci anni. Il plafond è riferito alla singola unità (e relative pertinenze) e si rinnova per ciascuna annualità di spesa; in caso di lavori su più immobili, i massimali si sommano.
Bonus Mobili 2026: requisiti, documentazione e lavori associabili
Il requisito cronologico è centrale. La data d’inizio lavori deve precedere quella degli acquisti. A dimostrarla vale il titolo edilizio (CILA, SCIA, permesso di costruire), la comunicazione preventiva all’ASL, ove richiesta, o, in assenza di obblighi edilizi, una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con indicazione della tipologia e della data di avvio dell’intervento. Gli acquisti effettuati prima della partenza dei lavori non consentono l’accesso alla detrazione, anche se l’intervento viene avviato successivamente.

Il Bonus Mobili spetta per specifiche categorie di lavori, tra cui manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, e interventi di ripristino post-calamità. Sono esclusi la manutenzione ordinaria e le attività di edilizia libera se svolte su singole unità senza rientrare in un più ampio progetto di recupero. Nei condomìni, rientra anche la manutenzione ordinaria sulle parti comuni, ma il bonus copre solo arredi ed elettrodomestici destinati alle aree comuni.
Il beneficio si applica anche agli interventi sull’intero edificio, compresa la demolizione e ricostruzione con miglioramento sismico in zone 1, 2 o 3. È ammesso anche per acquirenti di immobili oggetto di interventi antisismici eseguiti da imprese o cooperative che rivendono entro i termini di legge. Resta imprescindibile che la data di avvio del cantiere sia anteriore all’acquisto dei beni agevolati.
Sono agevolabili mobili nuovi come letti, armadi, cassettiere, comò, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, materassi, e apparecchi di illuminazione funzionali all’arredo. Tra gli elettrodomestici rientrano frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga, asciugatrici, lavastoviglie, piani cottura, forni e cappe, purché rispettino le classi energetiche minime richieste dalla normativa vigente al momento dell’acquisto. Restano esclusi porte, pavimenti (es. parquet), tendaggi e complementi puramente decorativi.
Per ottenere la detrazione occorre effettuare pagamenti tracciabili come carta di credito o debito, bonifico bancario o postale ordinario. Non è necessario il “bonifico parlante” tipico dei lavori edilizi. Bisogna conservare fatture o scontrini con indicazione di natura, qualità e quantità dei beni e il codice fiscale del beneficiario, oltre alle ricevute di pagamento e ai documenti di consegna e trasporto. La detrazione va poi indicata nella dichiarazione dei redditi (730 o Redditi PF) e si ripartisce in dieci quote annuali uguali.
Ha diritto al Bonus Mobili lo stesso soggetto che sostiene e porta in detrazione le spese di recupero edilizio sull’immobile: proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, inquilini, comodatari, familiari conviventi o conviventi di fatto se sostengono le spese e sono intestatari dei pagamenti. Il Bonus Mobili è distinto e cumulabile con la detrazione per lavori al 50% fino a 96.000 euro per unità immobiliare: si tratta di due plafond separati, uno per lavori e uno per arredi/elettrodomestici, purché rispettati i requisiti e i massimali.
La proroga al 2026 è contenuta in una bozza di manovra: il testo definitivo potrebbe subire aggiustamenti in sede parlamentare. Restano validi i principi cardine: collegamento a lavori di recupero, data di inizio interventi anteriore agli acquisti, tetto di 5.000 euro per il 2026, detrazione del 50% in dieci anni e pagamenti tracciabili. Per casi particolari e per i requisiti di efficienza energetica degli elettrodomestici è consigliabile consultare i futuri chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate e le schede dei produttori prima di procedere all’acquisto.





