Scopri qual è l’errore più comune nel modello RLI relativo alla Cedolare Secca che può portarti a sanzioni salate. Evita problemi con il fisco imparando a compilare correttamente la documentazione.
La cedolare secca rappresenta un regime fiscale agevolato per i proprietari di immobili che decidono di locarli. Tuttavia, un semplice errore nella compilazione del modello RLI, necessario per la proroga di un contratto di locazione, può avere conseguenze economiche significative.

Un refuso nella proroga o l’omissione dell’opzione nel modello può azzerare il regime agevolato e far scattare l’IRPEF ordinaria, con un impatto che può raggiungere e superare i 1.500 euro a seconda del reddito da locazione.
L’ errore più comune della cedolare secca
Gli errori più comuni nel modello RLI durante la fase di proroga includono la data di fine proroga inserita in modo errato e la mancata indicazione dell’opzione per la cedolare secca. Quest’ultima omissione è particolarmente grave: se la scelta della cedolare secca non è comunicata correttamente all’Agenzia delle Entrate, il regime agevolato si considera non esercitato per l’annualità interessata, facendo confluire il canone nell’IRPEF ordinaria.
Il differenziale fiscale tra la cedolare secca e l’IRPEF ordinaria può essere significativo, soprattutto per redditi medio-alti o per chi loca più immobili. La differenza di imposta può facilmente raggiungere i 1.500 euro, rendendo cruciale una corretta compilazione del modello RLI.
La comunicazione della proroga di un contratto in cedolare secca tramite modello RLI deve avvenire entro il 31 ottobre. Questa scadenza è fondamentale per mantenere l’agevolazione fiscale e per evitare disallineamenti tra contratto e anagrafe tributaria. Anche se la normativa è diventata più flessibile riguardo la comunicazione della proroga, l’omissione o l’errata compilazione del campo relativo all’opzione nel RLI rimane un errore critico.

Scoprire di aver commesso un errore nella compilazione del modello RLI può richiedere una correzione non sempre semplice. Spesso, l’Agenzia delle Entrate richiede una scrittura privata di correzione, con costi accessori e oneri burocratici. Questi si aggiungono al potenziale aggravio d’imposta derivante dalla perdita del regime di cedolare per l’annualità interessata.
È fondamentale verificare la correttezza di tutti i dati inseriti nel modello RLI, dalla data di inizio e fine proroga alla tipologia di contratto, passando per la sezione dedicata alla cedolare secca. Un’attenzione particolare deve essere rivolta ai canoni e alla loro decorrenza, evitando adeguamenti non ammessi in cedolare secca.
Prima della scadenza del 31 ottobre, è consigliabile recuperare il contratto e l’ultima ricevuta di registrazione, preparare il modello RLI con anticipo e, se necessario, coordinarsi con l’inquilino per eventuali chiarimenti o scritture di rettifica. In casi complessi, può essere utile l’assistenza di un CAF o di un professionista.
Tra le domande più frequenti, emerge se la mancata comunicazione della proroga ma con un comportamento coerente con la cedolare possa comportare la perdita del regime. La normativa recente è più flessibile, ma resta essenziale che l’opzione per la cedolare sia stata validamente esercitata nel modello RLI. In caso di dimenticanza, è consigliabile interpellare tempestivamente l’Agenzia delle Entrate.
Un promemoria operativo include la scadenza del 31 ottobre per le proroghe, la necessità di compilare correttamente la sezione cedolare secca del modello RLI e l’importanza di avere tutti i documenti necessari a portata di mano. In caso di errore, valutare immediatamente la necessità di una scrittura privata e l’interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate.