Molte famiglie rischiano di perdere 100 € al mese per un errore comune legato all’assegno unico: scopri di cosa si tratta, come evitarlo e come ottenere il massimo beneficio per il sostegno economico ai tuoi figli.
Aggiornare ISEE e dati familiari sull’INPS è decisivo per non rinunciare a somme importanti e per recuperare gli arretrati. Molte famiglie stanno lasciando inconsapevolmente sul tavolo fino a 100 euro al mese dell’Assegno Unico Universale a causa di un errore tanto comune quanto evitabile: non comunicare tempestivamente all’INPS le variazioni di reddito o di composizione del nucleo familiare.

L’istituto, infatti, calcola l’importo dell’assegno sulla base dell’ISEE e di una serie di condizioni che vanno aggiornate quando cambiano. Se questi dati restano fermi, l’assegno viene erogato al valore base o ridotto, con la conseguenza che chi avrebbe diritto a importi più elevati — per via di un ISEE più basso o di nuove maggiorazioni — finisce per percepire meno del dovuto.
Come evitare di perdere 100 € al mese sull’assegno unico
L’Assegno Unico Universale è una misura “viva” che si adatta all’andamento economico e alle trasformazioni delle famiglie: una perdita di lavoro, la nascita di un figlio, una separazione, l’ingresso di un figlio maggiorenne che continua a studiare o una condizione di disabilità sono tutti eventi che possono modificare l’importo spettante.

Ma questa elasticità funziona solo se l’INPS riceve informazioni aggiornate. In mancanza, il sistema applica la soglia minima o mantiene un importo non coerente con il nuovo profilo del nucleo.
Particolarmente delicato è il capitolo ISEE. L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, rinnovato con la Dichiarazione Sostitutiva Unica, è la chiave che apre la porta alle fasce più favorevoli dell’assegno. Se non si rinnova l’ISEE o non si collega correttamente alla domanda dell’Assegno Unico, l’importo rischia di scendere sulla misura minima, con differenze che, secondo diverse segnalazioni, arrivano a 100 euro mensili per figlio nei casi più tipici. All’opposto, quando l’ISEE si abbassa rispetto all’anno precedente, manca l’adeguamento automatico se non si procede all’aggiornamento: in questo caso la perdita è un “mancato guadagno” che può durare mesi.
La buona notizia è che l’INPS, una volta corretti i dati, può riconoscere gli arretrati maturati nel periodo precedente, allineando quanto percepito a quanto effettivamente spettante. È perciò cruciale intervenire entro la fine dell’anno per facilitare la ricostruzione degli importi dovuti e, più in generale, agire senza attendere quando si verifica una variazione. La raccomandazione valida oggi è semplice: accedere al portale INPS e aggiornare la propria posizione, così da evitare perdite economiche e recuperare le somme non corrisposte. Un promemoria particolarmente utile da seguire entro la fine del 2025, come ricordano le notizie recenti, per non rinunciare a importi rilevanti.
Comunicare tempestivamente all’INPS qualsiasi cambiamento di reddito o patrimonio che incida sull’ISEE, come la perdita o il cambio di lavoro, è fondamentale. Anche le variazioni della composizione familiare, quali nascita o adozione, separazione, nuove convivenze, o l’uscita di un componente, richiedono un aggiornamento. È importante segnalare anche quando i figli compiono 18 anni e continuano a studiare o lavorano con limiti di reddito previsti dalla misura, oltre alla presenza o modifica del grado di disabilità del figlio e situazioni che attivano maggiorazioni.

Per evitare perdite, preparare le credenziali di accesso come SPID, CIE o CNS. Aggiornare l’ISEE presentando la DSU, se scaduto o se la situazione economica è cambiata. Accedere al portale INPS, sezione Assegno Unico Universale, e utilizzare le funzioni di “modifica” o “comunicazione variazioni” della domanda già presentata. È cruciale verificare che l’ISEE risulti associato alla domanda; in caso contrario, agganciare l’indicatore aggiornato. Inserire e confermare le variazioni e allegare, se richiesto, la documentazione. Controllare gli esiti nella propria area personale e monitorare i pagamenti per verificare l’eventuale riconoscimento degli arretrati.
Attenzione alle maggiorazioni, spesso decisive per l’importo finale. Le integrazioni possono spettare per famiglie numerose, per la presenza di figli con disabilità, quando entrambi i genitori lavorano, per figli piccoli o in particolari condizioni previste dalla normativa. Senza la segnalazione corretta sul portale, queste somme aggiuntive non vengono riconosciute in pieno o vengono attribuite in ritardo.
Un esempio concreto aiuta a capire la portata dell’errore: una famiglia che durante l’anno vede calare l’ISEE per la perdita del lavoro di un genitore o per spese straordinarie potrebbe rientrare in una fascia più favorevole, aumentando l’Assegno Unico mensile anche di decine di euro per figlio. Se tuttavia non aggiorna la DSU o non collega il nuovo ISEE alla domanda, continuerà a ricevere l’importo precedente o la misura minima. Il risultato è un “buco” che, mese dopo mese, può tradursi in circa 100 euro non incassati, una cifra che pesa sui bilanci domestici soprattutto in presenza di più figli.
Il messaggio operativo è chiaro: l’Assegno Unico si adatta, ma solo se la famiglia lo guida con dati attuali. Un accesso al portale INPS, qualche verifica mirata e un aggiornamento puntuale possono fare la differenza tra un sostegno pieno e una perdita evitabile, con la possibilità — una volta regolarizzati i dati — di vedersi riconosciuti gli arretrati dovuti.





