Scopri tutto sul Bonus Anziani da 1500 euro: come richiederlo, quali sono i requisiti e perché la scadenza di novembre impone di agire in fretta per non perdere l’occasione
Sui social e nelle chat circola da giorni un messaggio allarmante: “Bonus anziani da 1.500 euro, affrettarsi entro novembre”. Il passaparola ha un fondo di verità, ma è fuorviante nei contenuti e nelle scadenze. Esiste davvero un’agevolazione che favorisce l’occupazione degli over 50, ma non si tratta di un bonus in denaro fisso destinato al lavoratore, né c’è una corsa contro il tempo entro fine novembre.

La misura è uno sgravio contributivo per le imprese che assumono lavoratori ultra cinquantenni disoccupati da almeno 12 mesi, introdotto dalla Legge Fornero (Legge n. 92/2012) e confermato anche per il 2025. L’agevolazione consiste nella riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo definito, legato alla tipologia contrattuale. Non entra direttamente in busta paga al lavoratore e non è quantificabile in 1.500 euro uguali per tutti: il risparmio varia in base all’inquadramento, alla retribuzione e all’aliquota contributiva applicata all’azienda. È quindi un vantaggio economico per chi assume, pensato per rendere più appetibile l’inserimento o la stabilizzazione degli over 50 nel mercato del lavoro.
Che cos’è davvero il bonus anziani
Il perimetro è preciso: riguarda datori di lavoro privati che assumono persone con più di 50 anni, in stato di disoccupazione da almeno 12 mesi. L’agevolazione è accessibile anche in caso di part-time e tramite agenzie per il lavoro (somministrazione). Rientrano nel perimetro anche le trasformazioni di contratti a tempo determinato in tempo indeterminato, con il proseguimento dello sgravio per la durata prevista. La procedura è interamente telematica e passa dall’INPS. Prima di esporre i contributi agevolati nella denuncia mensile, il datore di lavoro deve inviare una comunicazione preventiva attraverso il modulo online “92-2012”, disponibile sul Portale Agevolazioni INPS.

Il sistema effettua controlli formali in tempo reale, mentre le verifiche di merito sulla sussistenza dei requisiti (età, anzianità di disoccupazione, tipologia contrattuale) vengono svolte successivamente. È essenziale rispettare la sequenza: comunicazione preventiva, quindi esposizione dello sgravio nella denuncia contributiva. In caso di assunzione tramite somministrazione, la procedura resta in capo all’agenzia autorizzata, che opera per conto dell’azienda utilizzatrice.
Non esiste un tetto fisso a 1.500 euro. Il valore effettivo dipende dai contributi dovuti dall’impresa. Un esempio aiuta: se per un determinato inquadramento il datore di lavoro versa 600 euro di contributi mensili, lo sgravio del 50% vale 300 euro al mese.
Su base annua, il risparmio può raggiungere 3.600 euro in caso di rapporto a tempo indeterminato, e proseguire fino a 18 mesi nei limiti previsti. In altri casi, con contribuzioni diverse, il beneficio può essere inferiore o superiore. Da qui nascono spesso semplificazioni e slogan che parlano di “bonus 1.500 euro”, confondendo una stima media con un importo predefinito e, soprattutto, ignorando che il destinatario dell’incentivo è l’azienda.
Contrariamente a quanto suggeriscono i messaggi virali, non è fissata una scadenza al 30 novembre 2025. L’incentivo è strutturale e opera in modo continuativo. La Legge di Bilancio 2025 ne ha confermato l’operatività e ha semplificato l’accesso tramite il Portale Agevolazioni INPS. Ciò significa che le imprese possono attivarlo quando realizzano una nuova assunzione o trasformazione che rispetti i requisiti, senza finestre temporali straordinarie o click day. È comunque buona prassi agire tempestivamente con la comunicazione preventiva, perché lo sgravio va esposto correttamente nella prima denuncia utile.
La cifra ricorre spesso perché in alcuni casi il risparmio totale, sommando alcuni mesi, può avvicinarsi a tale importo. Ma si tratta di un calcolo spannometrico, non di una misura fissa. In altri inquadramenti e livelli retributivi, lo sgravio potenziale è ben diverso, e in caso di rapporti più lunghi può superare di molto quella soglia. Il punto chiave è che l’agevolazione non integra la retribuzione del lavoratore, bensì riduce il costo contributivo sostenuto dall’azienda.
Le imprese interessate dovrebbero verificare l’anzianità di disoccupazione del candidato (almeno 12 mesi) e l’età anagrafica, quindi procedere con la comunicazione preventiva all’INPS e con l’esposizione dello sgravio.





