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Confesso, non lo pulivo mai: ho fatto una figuraccia con lo zerbino, è il momento di rimediare

Lo zerbino è spesso trascurato, ma può fare una cattiva figura se non lo mantieni pulito. Ti racconto la mia esperienza e ti offro utili consigli per rimediare in modo facile e veloce.

Un varco di casa dice più di molte parole. E il mio, lo ammetto, diceva “trascuratezza”. La scena: ospiti alla porta, un paio di scarpe eleganti pronte a varcare la soglia, e lì, sotto gli occhi di tutti, uno zerbino grigiastro, conciato dal tempo, incrostato di polvere e aloni di fango fossilizzati.

Confesso, non lo pulivo mai: ho fatto una figuraccia con lo zerbino, è il momento di rimediare (design.rootiers.it)

Qualcuno prova a strofinare le suole e… solleva una nuvola di sporco. Figuraccia fatta, le scuse non bastano. È il momento di rimediare con metodo e, soprattutto, con costanza. Perché lo zerbino conta davvero più di quanto sembri. Secondo le indicazioni degli addetti ai lavori, circa il 70% della polvere domestica arriva dall’esterno, portata dentro a ogni passaggio.

Uno zerbino sporco non solo fallisce la sua missione, ma peggiora la situazione: trattiene batteri e particelle che si diffondono proprio quando ci si pulisce le scarpe. Un problema estetico, certo, ma anche igienico, specie in case con bambini e animali che passano molto tempo a terra.

La buona notizia è che rimettere in sesto lo zerbino è semplice

Se si adotta una routine, il primo pilastro è l’aspirazione regolare: passare l’aspirapolvere, anche due volte a settimana nei periodi di pioggia, rimuove peli, polvere e detriti. Meglio capovolgere periodicamente il tappeto e dargli qualche colpo sul retro per far cadere lo sporco intrappolato alla base delle fibre. Una volta al mese, poi, serve una pulizia approfondita che riporti le superfici alla piena funzionalità.

La buona notizia è che rimettere in sesto lo zerbino è semplice (design.rootiers.it)

Il lavaggio base funziona così: un secchio di acqua tiepida con sapone neutro, immersione del tappeto e ammollo per alcuni minuti. Le macchie più ostinate si affrontano con una spazzola a setole medie, strofinando seguendo la direzione delle fibre. Se il materiale lo consente, il risciacquo con acqua fredda elimina i residui di detergente; l’asciugatura va fatta all’aria, ben disteso, lontano da fonti di calore diretto, per evitare deformazioni.

Molti zerbini in PVC, gomma o polipropilene tollerano un lavaggio più energico. In assenza di controindicazioni in etichetta, si può optare per un passaggio in lavatrice con detersivo e un disinfettante adatto ai tessuti, selezionando un ciclo delicato a bassa temperatura. In alternativa, il lavaggio manuale può prevedere acqua tiepida con una piccola quantità di ammoniaca, sempre in ambiente ventilato e mai miscelata con candeggina o altri prodotti. Dopo l’ammollo, risciacquo abbondante e asciugatura completa prima di rimetterlo in servizio.

Grazie a qualche semplice accorgimento, ho finalmente capito come pulire al meglio lo zerbino (design.rootiers.it)

Apprezzati per la robustezza e l’estetica naturale ma sensibili a trattamenti aggressivi. Il metodo più sicuro e rapido è la pulizia a secco: si porta il tappeto all’esterno, lo si scuote energicamente e si batte con il manico di una scopa sul lato posteriore mentre è appeso, per liberare le fibre dallo sporco profondo senza strapparle. Una spazzola rigida aiuta a rimuovere fango secco e sassolini incastrati. L’aspirapolvere si può usare, ma a bassa potenza: quella massima rischia di strappare le fibre dal supporto.

Per le macchie su cocco, il bicarbonato di sodio è un alleato: spolverato sulla zona interessata e lasciato agire, assorbe umidità e odori; si rimuove poi con una spazzola o un’aspirazione leggera. Evitare la candeggina: oltre a scolorire, può alterare la lignina naturale delle fibre e ridurre la resistenza del tappeto. Niente piegature forzate, infine: il cocco tende a segnarsi, e le condizioni meteo estreme (sole battente o piogge intense prolungate) ne accorciano la vita utile, quindi meglio posizionarlo in un punto riparato o scegliere un modello con retro drenante.

Tra gli errori più comuni: dimenticare la base del tappeto. Sotto lo zerbino si accumula terra fine che, ad ogni passo, risale tra le fibre. Ogni volta che lo si pulisce, conviene spazzare o aspirare anche la soglia e l’area di posa. Evitare inoltre i detergenti troppo schiumogeni, che lasciano residui appiccicosi attirando nuova polvere. E non avere fretta: rimettere lo zerbino umido all’ingresso favorisce odori e muffe.

Per chi ha ingressi molto trafficati o vive con cani e bambini, una strategia “doppio tappeto” funziona: uno zerbino esterno grattante per fermare il grosso, e un secondo tappeto interno assorbente per catturare l’umidità residua. La combinazione riduce in modo visibile lo sporco che arriva in casa e allunga gli intervalli tra una pulizia profonda e l’altra.

Loriana Lionetti

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