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Normative

Dichiarazione precompilata 2026: i 7 dati che puoi modificare senza controlli

Guida pratica alla dichiarazione precompilata 2026: i 7 dati che puoi correggere senza controlli automatici, con i riferimenti dell’Agenzia delle Entrate

La stagione fiscale si avvicina e con essa torna la dichiarazione precompilata 2026. Tra le novità più rilevanti spicca la possibilità, confermata dall’Agenzia delle Entrate, di intervenire su specifiche voci senza attivare immediatamente i rigidi controlli automatici. Un sollievo per chi deve integrare spese mancate o correggere importi imprecisi, soprattutto quando banche, assicurazioni o strutture sanitarie non hanno trasmesso in tempo i dati.

Dichiarazione precompilata 2026: i 7 dati che puoi modificare senza controlli (design.rootiers.it)

La strada è più lineare, ma non per questo meno rigorosa: chi modifica deve poter esibire, a richiesta, la documentazione giustificativa. Questo margine operativo riguarda un perimetro ben definito di sette categorie, selezionate per la tracciabilità dei pagamenti e la facilità di riscontro. Per tutto il resto, specie dove si tocca la base imponibile, restano in vigore verifiche mirate e controlli formali. Capire quali dati rientrano nella procedura “soft” e come muoversi, evitando errori, è essenziale per sfruttare il vantaggio senza esporsi a contestazioni successive.

Dichiarazione precompilata 2026: i 7 dati che puoi modificare senza controlli

L’Agenzia delle Entrate ha individuato sette voci che possono essere inserite, corrette o integrate nella dichiarazione precompilata 2026 senza far scattare subito i controlli automatici, fermo restando l’obbligo di conservare la documentazione per i termini ordinari di accertamento. Il perimetro è pensato per agevolare i contribuenti nell’anno d’imposta 2025, preservando al contempo la qualità dei dati.

La parola d’ordine è tracciabilità: pagamenti rintracciabili, giustificativi completi, intestazioni corrette. È consigliabile verificare che i documenti riportino sempre il codice fiscale, la natura della spesa, la data e il mezzo di pagamento. In caso di invio con modifiche, l’esito non prevede automaticamente controlli preventivi, ma l’Amministrazione potrà richiedere le prove a posteriori. Ecco le sette categorie e i documenti tipici da tenere pronti.

  • Spese mediche con scontrino parlante: integrabili quando mancano o sono parziali i dati trasmessi dal Sistema Tessera Sanitaria. Conservare scontrino parlante, fattura e prova del pagamento tracciabile.
  • Bonifici per ristrutturazioni edilizie: detrazioni per recupero del patrimonio edilizio e risparmio energetico pagate con bonifico parlante. Servono ricevuta del bonifico, fatture, abilitazioni edilizie e, se previsto, comunicazioni Enea.
  • Contributi previdenziali: versamenti obbligatori o volontari non precompilati o incompleti. Tenere attestazioni dell’ente, quietanze, estratti conto, con codice fiscale del contribuente e periodo di riferimento.
  • Premi assicurativi: polizze detraibili (vita, infortuni, rischio morte o non autosufficienza) pagate nell’anno. Conservare certificazione della compagnia, quietanze e condizioni contrattuali con indicazione della tipologia.
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  • Spese funebri: detraibili entro i limiti di legge, anche se sostenute per familiari non a carico. Occorrono fatture dell’agenzia, con codice fiscale di chi paga e del defunto, più prova del pagamento.
  • Erogazioni liberali certificate: donazioni a Onlus/ETS, partiti, enti culturali o scolastici con canali tracciabili. Tenere ricevute, attestazioni dell’ente beneficiario e riferimenti normativi alla detraibilità/deducibilità.
  • Contributi CCNL: versamenti previsti dai contratti collettivi (es. enti bilaterali, fondi o casse di assistenza) se detraibili/deducibili. Servono attestazioni dell’ente, buste paga o ricevute e norme contrattuali applicabili.

Attenzione alle altre modifiche: integrazioni che incidono su redditi, detrazioni per immobili non tracciate, canoni di locazione, spese d’istruzione o variazioni che alterano la base imponibile restano soggette a controlli documentali e formali, con possibili richieste di chiarimenti. Un controllo preventivo non scatta automaticamente sulle sette voci sopra, ma l’Agenzia delle Entrate può verificare in seguito la coerenza dei dati.

Per operare in sicurezza, verificare sempre i prospetti di calcolo, i limiti di detrazione/deduzione aggiornati all’anno d’imposta 2025, la corretta intestazione delle spese e i mezzi di pagamento utilizzati. In caso di dubbi, è consigliabile utilizzare le guide ufficiali e le FAQ della precompilata, o rivolgersi a un intermediario abilitato per il controllo della documentazione prima dell’invio.

Alessandra Orlacchio

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