Inutile girarci attorno: quando c’è di mezzo Louis, la scena se la prende lui. Ma dietro il biglietto tenerissimo all’albero delle connessioni e l’apparizione a Westminster, c’è davvero un presunto “passo falso”… o una strategia genitoriale che vale una lezione?
Pensavamo di aver visto tutto, e invece ecco spuntare il piccolo principe Louis, 7 anni e già specialista nel rubare i riflettori: presenza impeccabile alla cerimonia natalizia della principessa Kate all’Abbazia di Westminster, e un biglietto scritto a mano che ha fatto sciogliere il pubblico.
Tenero? Tenerissimo. Ma basta un gesto così per scatenare domande su come i Wales stiano crescendo i loro figli? Coincidenza o indizio?

Louis, stavolta, ha fatto il bravo. Al servizio di canti “Together At Christmas” del 2025, il piccolo si è comportato al meglio: compostezza da manuale, sorriso giusto, e quel biglietto all’“albero delle connessioni” che ha acceso i fan. Eppure, lo sappiamo: parte del suo fascino sta nelle impertinenze che negli anni lo hanno reso l’idolo dei royal watcher.
Vi dice qualcosa quella volta nel 2023, quando spegneva la candelina della sorella Charlotte? O quando imitava George al Giorno della Vittoria in Europa? O ancora, il balletto al Trooping the Colour? Scene che hanno fatto il giro del web e che hanno messo in chiaro una cosa: Louis è un bimbo vero, con energia, spontaneità e parecchio carisma.
Ed è qui che entra in gioco il “mistero”. Perché, secondo una fonte reale citata da OK!, William e Kate “sono come altri genitori con bambini piccoli”: niente imposizioni eccessive, soprattutto con il più piccolo di casa. “Sono più indulgenti con Louis perché è il più piccolo”, si legge. E
ancora: “Non vogliono spezzare il suo spirito”. Ve lo immaginate? Sorriso sornione, sguardo vivace, e quei confini morbidi che dicono: divertiti, ma con misura. È un compromesso strategico? O semplicemente la formula che funziona con un bambino di sette anni? E voi, da che parte state?
Non è tutto. C’è chi parla di vita “normale” a palazzo. Una fonte vicina alla famiglia, al Daily Mail, avrebbe rivelato un retroscena che spiazza: niente personale residente, routine casalinghe e bambini che apparecchiano e sparecchiano, aiutano a riordinare e fanno la loro parte. Niente trattamenti di favore. Sincero o studiato? Vi torna con quello che vediamo in pubblico?
La vera “spia”, però, potrebbe essere un dettaglio linguistico. Quando le cose si mettono di traverso, secondo l’esperto reale Tom Quinn (nel libro “Gilded Youth, An Intimate History of Growing Up in the Royal Family”), Kate avrebbe un codice segreto per calmare i figli: “Facciamo una pausa”.
Quattro parole, dolci come il miele, ma con un peso ben chiaro. Un ex membro dello staff, riportato sempre nel libro, dice che i bambini conoscono perfettamente il significato dietro quel tono. E qui la domanda sorge spontanea: genio della comunicazione o manuale di mamma con nervi d’acciaio?
Strategia o spontaneità? Gli indizi dal Natale all’Abbazia
A Natale, Louis ha mostrato il lato “educato”, ma le cronache recenti ricordano che la principessa Kate non è una che si scandalizza se i figli… fanno i figli. Una fonte, parlando del Trooping the Colour 2024, ha spiegato che Kate “non si preoccupa troppo del loro comportamento: ama vederli essere bambini”.
E allora, quel biglietto dolcissimo all’albero è solo un gesto tenero o il segno di un equilibrio ben calibrato tra educazione e libertà? È l’indizio che cercavamo?
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C’è poi un altro pezzo del puzzle che non va trascurato. Dopo il Giubileo di Platino della Regina, William e Kate hanno inviato uno speciale biglietto di ringraziamento che conteneva una piccola, gustosa strizzatina d’occhio: “Ci siamo divertiti tutti tantissimo, soprattutto Louis…” con tanto di emoji con occhiataccia.
Un modo per dire: lo sappiamo, lui è così. Autoconsapevolezza, ironia, e un pizzico di complicità con il pubblico. Vi sembra il “passo falso” di cui tanto si mormora o la conferma che la coppia sa esattamente cosa sta facendo?
E arriviamo al punto dolente del titolo: “Egoisti”. Davvero? A guardare i fatti fin qui, il quadro racconta altro: genitori presenti, senza staff residente, impegnati a proteggere la normalità dei bambini, pronti a dosare indulgenza e fermezza con un codice gentile.
Ma, ammettiamolo, nel mondo dei royals basta un respiro per spaccare il pubblico in due. C’è chi potrebbe leggere la concessione alle “impertinenze” come eccesso di indulgenza; altri come moderna educazione in salsa Windsor. Coincidenza o segnale? E voi, cosa ci vedete?
A questo punto, la domanda resta sospesa come una pallina del presepe: crisi d’immagine o manuale di parenting royal 2.0? La verità, per ora, è che Louis continua a incantare e che William e Kate sembrano aver trovato una formula che tutela i bambini senza trasformarli in statue di cera. È questo il “passo falso”? O il vero scivolone è aspettarsi che un bimbo non sia un bimbo?





