Ci sono case che raccontano subito chi sei. Altre lo imparano con te, stanza dopo stanza. A Buccinasco, tra il Naviglio Grande e il Pavese, uno spazio nuovo ha preso voce grazie a scelte misurate, gesti quotidiani e un’idea semplice: l’abitare è un atto di personalizzazione, non un esercizio di stile.
Siamo a Buccinasco. Un appartamento di recente costruzione, luce pulita, affacci tranquilli. Antonella Parente e Stefania Invernizzi, titolari di Studio Design Milano, hanno seguito il progetto fin dall’inizio. Obiettivo chiaro: un luogo bello da vivere e facile da usare. Un equilibrio tra estetica e funzionalità che non scende a compromessi.
La zona giorno lavora sul flusso. Ingresso asciutto, nessun elemento superfluo. Una panca contenitore risolve chiavi, borse, scarpe. La boiserie su misura integra vani chiusi e una nicchia per appoggi veloci. In soggiorno, i volumi restano bassi per non rubare luce; i cavi spariscono, le linee respirano. La cucina disegna la casa: un’isola compatta fa da ponte tra convivio e operatività. Piano resistente e facile da pulire (nel progetto non sono dichiarati i materiali; a titolo esemplificativo, in contesti simili si usano quarzi compositi o stratificati HPL con finitura soft-touch). Le superfici opache riducono i riflessi; le maniglie sono incassate per un gesto naturale.
La chiave arriva a metà percorso: la vera protagonista è la personalizzazione. Non è un dettaglio “in più”, è la struttura del progetto. La squadra ha calibrato ogni scelta sulle abitudini dei proprietari: dove si appoggia il telefono, come si apparecchia, quanto spazio serve per il tè della domenica. Nascono così soluzioni intelligenti: colonne attrezzate con prese interne, cassetti con divisori modulabili, pensili con pistoni rallentati. Porte scorrevoli a scomparsa liberano l’ingombro di apertura (una porta da 80 cm evita di occupare circa 1 m² di raggio di rotazione). Un ripostiglio-lavanderia compatto diventa alleato della routine e scompare alla vista.
L’illuminazione stratifica atmosfera e prestazione. Luce generale diffusa e dimmerabile, 2700–3000 K per comfort serale; lampade da lavoro sulla penisola a 500 lux; accenti caldi su boiserie e tavolo. Per la resa cromatica si predilige CRI ≥90, utile in cucina e in zona lettura. La luce naturale entra come regola primaria: superfici chiare, tagli verticali, tende filtranti. Riferimento utile: la EN 17037 “Giorno negli edifici” valorizza l’accesso alla luce, alle viste e al controllo dell’abbagliamento; principi che qui trovano applicazione pratica.
Nella zona notte la funzionalità incontra il ritmo lento. Armadi a tutta altezza integrano il vano tecnico; interni attrezzati con moduli regolabili che crescono con le esigenze. Testate tessili fonoassorbenti smorzano il rumore e invitano al riposo. Bagno con linee pulite, doccia walk-in e profili minimi. I materiali naturali scaldano ogni passaggio tattile: legno con certificazione FSC/PEFC e vernici a basse emissioni VOC sono oggi best practice coerenti con i CAM Edilizia (i dettagli specifici di questo cantiere non sono pubblici; l’indicazione è metodologica e verificabile nelle linee guida del Ministero dell’Ambiente).
C’è anche un lato misurabile nell’ordine: quando il contenimento è progettato, i piani restano liberi e la casa sembra più ampia. Ma la misura più evidente resta umana: la casa asseconda i gesti, non li costringe. È qui che il design su misura diventa etico, oltre che bello.
In fondo, abitare è un verbo al presente. Quale dettaglio racconta davvero la tua giornata? Forse è il posto giusto per i libri, o la luce che si abbassa con un tocco. Da lì, spesso, nasce l’intera casa. Riferimenti per chi ama approfondire: EN 17037 (daylight), principi CRI e temperature colore per gli interni, certificazioni FSC/PEFC e criteri CAM per i materiali a bassa emissione.
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