Guida pratica su carta di circolazione macchiata o deteriorata, tra controlli stradali, costi, permesso provvisorio e documento unico.
Nel traffico di ogni giorno basta poco perché un documento finisca fuori uso: una tazza di caffè rovesciata, l’umidità del portafogli, un piccolo strappo nel bagagliaio. Quando accade al libretto di circolazione, l’apprensione cresce, specie sapendo che ai controlli stradali gli agenti pretendono carte leggibili e integre. Ma dov’è il confine tra una semplice macchia e un documento non più valido? E cosa comporta circolare con una carta di circolazione rovinata, magari appena deteriorata ma ancora leggibile?

Molti automobilisti sottovalutano il problema, salvo scoprire al momento peggiore che il libretto illeggibile può costare tempo, denaro e seccature. Nei prossimi paragrafi analizzeremo scenari frequenti, i rischi concreti e le prime mosse utili per non farsi trovare impreparati. Dal 2021, inoltre, è entrato in vigore il documento unico di circolazione e proprietà, un passaggio che ha cambiato alcune procedure e può generare dubbi. Ecco come orientarsi senza allarmismi, ma con la giusta attenzione.
Libretto di circolazione: regole, sanzioni e procedura per ottenere il duplicato
Le regole sono semplici: a bordo del veicolo deve esserci sempre un libretto di circolazione in condizioni tali da risultare perfettamente leggibile. Se il documento è illeggibile o visibilmente danneggiato, non è considerato valido; in caso di controllo stradale si rischiano sanzioni e non si possono svolgere pratiche amministrative. La soluzione è richiedere il duplicato alla Motorizzazione Civile o online tramite il Portale dell’Automobilista, compilando il modulo TT2119.
Servono il codice fiscale, un documento d’identità, il libretto deteriorato da allegare e il pagamento dei diritti (circa 10,20 euro più bolli). Dopo la richiesta viene rilasciato un permesso provvisorio di circolazione, valido nell’attesa del nuovo documento unico di circolazione e proprietà, che sostituirà definitivamente la vecchia carta di circolazione. Piccole macchie o strappi che non pregiudicano la leggibilità non comportano il divieto di circolazione, ma è prudente intervenire prima che il danno peggiori.
Operativamente, la domanda di duplicato si presenta allo sportello della Motorizzazione Civile competente oppure online dal Portale dell’Automobilista. Si compila il modulo TT2119, si allegano copia del documento d’identità e del codice fiscale, e soprattutto si consegna il libretto di circolazione deteriorato. Il pagamento dei diritti avviene con i bollettini previsti o sistemi elettronici abilitati; l’importo indicativo è di 10,20 euro più bolli, eventuali costi di spedizione esclusi.

Una volta protocollata la pratica, l’ufficio rilascia il permesso provvisorio di circolazione, che consente di usare il veicolo fino alla disponibilità del nuovo documento unico. I tempi possono variare in base al carico degli uffici, ma nella maggior parte dei casi l’emissione richiede pochi giorni lavorativi; al termine si procede al ritiro del nuovo atto, che sostituisce e annulla la precedente carta di circolazione.
Come capire quando intervenire? Se numeri di targa, dati del proprietario, numero di telaio, omologazioni e annotazioni non sono leggibili in modo completo e immediato, il libretto non soddisfa i requisiti minimi. Crepe, strappi o macchie che attraversano campi essenziali, timbri e convalide mancanti o abrasioni che impediscono di verificare i dati sono campanelli d’allarme.
Al contrario, un segno marginale che non altera la lettura può non comportare problemi, ma resta buona prassi fotografare lo stato del documento e programmare quanto prima la richiesta di duplicato. Ricordiamo che con un libretto gravemente deteriorato non è possibile perfezionare passaggi, aggiornamenti o altre pratiche: gli sportelli respingono la domanda finché non arriva il nuovo documento unico. Meglio non attendere.





