Attenzione: non aggiornare subito l’app della tua banca senza verifica, potrebbe trattarsi di una truffa. Scopri i segnali da riconoscere e i consigli essenziali per proteggere i tuoi dati e il tuo denaro
Nel 2025 dilaga una nuova ondata di phishing e smishing che clona in pochi secondi le app bancarie con link fasulli di “aggiornamento” o “accesso”. Ecco i segnali d’allarme e le mosse immediate per proteggere conti e dati.

Suona credibile, urgente, persino familiare: “Gentile cliente, è necessario aggiornare l’app per evitare il blocco del conto. Clicca qui”. L’SMS o l’email arrivano con il logo perfetto, il nome della banca come mittente e un link che promette un aggiornamento rapido.
In realtà, è la porta d’ingresso a un sito clone che imita l’app ufficiale, dove inserire credenziali significa consegnare le chiavi del proprio conto. È la declinazione più insidiosa del phishing che nel 2025 sta colpendo migliaia di correntisti italiani anche via SMS (smishing), con la capacità di ingannare in pochi secondi anche gli utenti più esperti.
Come funziona la truffa dell’app della banca
I criminali digitali replicano grafica, percorsi e testi delle app bancarie. Il link nell’SMS o nell’email porta a una pagina pressoché identica a quella di login: l’utente, convinto di essere nel canale ufficiale, digita username, password, talvolta PIN o codici temporanei.

Da lì, i truffatori possono accedere all’home banking ed effettuare trasferimenti, intercettare o indurre l’utente a fornire OTP e codici di conferma, sottrarre dati sensibili come SPID, numeri di documento e recapiti, e installare, se viene chiesto, app di controllo remoto per continuare a operare indisturbati.
Messaggi urgenti e minacciosi, link a pagine “strane”, e richieste di aggiornamento o verifica via link ricevuti sono tutti segnali che devono immediatamente sollevare sospetti. Le vere banche non chiedono di aggiornare l’app tramite SMS o email con link cliccabili. Attenzione: anche il lucchetto del “https” non è garanzia di autenticità. Oggi i siti fraudolenti possono avere certificati validi. Conta la provenienza del link e l’indirizzo preciso del dominio.
Se hai fatto clic su un link sospetto, non inserire alcun dato e interrompi subito la procedura. Cambia immediatamente password e PIN dell’home banking e dell’app. Contatta la banca attraverso i canali ufficiali per bloccare l’account, revocare operazioni sospette e segnalare la truffa. Attiva notifiche in tempo reale e doppia autenticazione (2FA) su app e home banking. Se hai fornito credenziali o codici, valuta il blocco temporaneo delle carte e il reset dei dispositivi autorizzati. In caso di addebiti non autorizzati, conserva prove e valuta la denuncia alla Polizia Postale.
L’aggiornamento delle app è fondamentale per la sicurezza, ma non va mai eseguito da link ricevuti via SMS, chat o email. Per metterti al riparo, apri manualmente lo store ufficiale e cerca il nome della tua banca. Verifica lo sviluppatore ufficiale e diffida di app con nomi simili o icone quasi identiche. Evita file di installazione da siti terzi e store non ufficiali. Attiva gli aggiornamenti automatici dalle impostazioni del telefono.

Le recenti sentenze in Italia hanno riconosciuto, in più casi, la responsabilità della banca nel risarcire il correntista vittima di phishing quando non risultano adottate misure di sicurezza adeguate o quando l’utente non è stato correttamente informato sui rischi e sulle modalità di protezione. Il quadro regolatorio impone agli intermediari standard elevati; allo stesso tempo, resta essenziale il comportamento diligente dell’utente. Ogni caso è diverso: documentare tempestivamente l’accaduto, contestare gli addebiti non autorizzati e seguire le procedure indicate dall’istituto è determinante.
L’autorità invita alla massima prudenza: igiene digitale quotidiana, consapevolezza delle tecniche di phishing e smishing, attenzione alle richieste inattese, aggiornamenti regolari dei sistemi e degli strumenti di sicurezza lato utente. In pratica, significa non condividere mai OTP, codici di sicurezza e credenziali con presunti operatori, non chiamare numeri presenti nei messaggi sospetti, diffidare di assistenze che chiedono di installare software di controllo remoto, usare un password manager, attivare 2FA e monitorare le notifiche di accesso e di pagamento, e verificare i tuoi dati su eventuali violazioni note e cambiare le password riciclate.
Spesso un dettaglio tradisce la truffa: refusi, saluti generici (“Gentile utente”), link accorciati, orari inconsueti di invio, richieste di “verifica immediata” o “riattivazione urgente”. In alcuni casi, i criminali proseguono con telefonate di finto help desk che “confermano” l’allarme e guidano passo passo all’inserimento di codici: è una tecnica di ingegneria sociale sempre più diffusa. Ricorda: la banca non ti chiederà mai per telefono o via SMS PIN, password, codici SPID o OTP per “bloccare una frode”.





