Dimenticare la manutenzione della lavatrice costa caro: odori, guasti, consumi, Altroconsumo fornisce consigli indispensabili per un elettrodomestico sempre in salute.
Per anni ho considerato la pulizia della mia lavatrice un dettaglio rimandabile. Poi sono arrivati i primi segnali: asciugamani meno freschi, un cattivo odore persistente, piccoli aloni sugli indumenti scuri. Nulla di clamoroso, ma abbastanza per farmi sospettare che la macchina, fedele compagna di ogni settimana, chiedesse attenzioni. Seguendo i consigli degli esperti di Altroconsumo, ho scoperto che pochi gesti, ripetuti con costanza, cambiano il destino di un elettrodomestico: riducono i consumi, abbattono i guasti, proteggono i tessuti e, soprattutto, restituiscono risultati migliori.

In questa inchiesta pratica, vi raccontiamo perché una manutenzione metodica conta più dell’ennesimo detersivo “miracoloso”, quali errori si commettono più spesso e come impostare una routine semplice, verificabile e sostenibile. Dalle guarnizioni alle vaschette, dal filtro al cestello, fino alla lotta contro il calcare: un percorso che parte da operazioni rapide e arriva a controlli periodici più profondi. Senza soluzioni aggressive, con strumenti che molti hanno già in casa.
Dalla guarnizione al filtro: le regole chiave per una lavatrice efficiente
Il metodo suggerito da Altroconsumo è lineare. Tre o quattro volte l’anno una pulizia completa; più spesso, interventi mirati su guarnizione, vaschette del detersivo e filtro. Dopo ogni lavaggio, aerare l’interno lasciando socchiusi oblò e cassettino, asciugare la gomma e rimuovere subito il bucato.
Per il cestello, programmare periodicamente un lavaggio a vuoto ad alta temperatura con acido citrico; contro odori e residui, controllare che i dosaggi dei detersivi siano corretti e che l’acqua della zona non sia particolarmente dura. Evitare la candeggina, preferire soluzioni delicate come aceto bianco o, meglio, l’acido citrico, più efficace e a minore impatto.
La lavatrice lavora in ambiente caldo e umido: condizioni ideali per batteri e muffe che generano cattivi odori e contaminano i capi. Lasciare l’oblò aperto dopo ogni ciclo aiuta l’evaporazione, ma non basta. Serve una routine: controllo visivo delle parti, asciugatura delle superfici bagnate, rispetto dei carichi e dei dosaggi, e un richiamo stagionale di manutenzione profonda.

Partiamo dalla guarnizione dell’oblò, tra i punti più sollecitati. Per pulirla, tirare delicatamente il bordo di gomma per esporre le pieghe, eliminare i residui, quindi passare un panno con acqua e aceto o con uno sgrassatore multiuso. Niente utensili appuntiti. L’operazione va chiusa con un’asciugatura accurata: l’umidità stagnante favorisce muffe e odori. Ripetere spesso, soprattutto dopo lavaggi a bassa temperatura.
Le vaschette del detersivo vanno estratte e sciacquate sotto acqua corrente, spazzolando gli angoli dove i residui si consolidano. In presenza di incrostazioni, una soluzione al 20% di acido citrico scioglie i depositi meglio dell’aceto ed è più sostenibile. Dosare correttamente il detergente è decisivo: l’eccesso non lava di più, lascia sedimenti, costa, e può alimentare cattivi odori e schiuma inutile.
Il filtro è il vero presidio: trattiene lanugine, capelli e piccoli oggetti. Scollega la macchina, prepara una bacinella, svita lo sportellino (talvolta serve una moneta), estrai e pulisci sotto acqua fredda con spugna e spazzolino. Asciuga e rimonta. Segnali d’allarme: acqua che ristagna nel cestello, rumori anomali, capi ancora sporchi.
Per il cestello, avvia un lavaggio a vuoto lungo ad alta temperatura, senza detersivo: aggiungi un litro di aceto bianco o, meglio, tre cucchiai di acido citrico. Evita la candeggina; il bicarbonato neutralizza odori ma non pulisce a fondo. Controlla le fessure: bottoni e calzini possono incastrarsi e graffiare i tessuti.