La candeggina può sembrare un alleato del bucato perfetto, ma una dose sbagliata rovina lavatrice e tessuti. Scopri come evitarlo con pochi accorgimenti.
Nel rituale domestico di un bucato impeccabile, la candeggina sembra la bacchetta magica: poche gocce e addio al grigio, ai germi e agli aloni. Ma proprio qui si annida l’errore che molti commettono ogni giorno: sottovalutare l’effetto della quantità. Una dose eccessiva non solo non migliora il risultato, ma può aggredire guarnizioni, cestello e circuiti della lavatrice, oltre a lasciare residui capaci di rovinare la biancheria del carico successivo.
E quando in tamburo ci sono le lenzuola da sbiancare o da smacchiare, la tentazione di “abbondare” cresce ancora. Quanto prodotto serve davvero? A quale temperatura? Dove versarlo per non rischiare? E soprattutto, come proteggere l’elettrodomestico e i tessuti nel tempo senza rinunciare all’igiene? In questa inchiesta spieghiamo perché l’abuso di cloro è un boomerang, cosa controllare sulle etichette, e quali alternative usare quando non è strettamente necessario. Prima però, alcune regole d’oro per un dosaggio corretto che molti ignorano, ma che fanno la differenza tra un bianco luminoso e un danno costoso.
La regola base è semplice: controlla la concentrazione di ipoclorito indicata sull’etichetta e adegua il dosaggio alla capacità della lavatrice. Per una candeggina al 4–5% e un carico standard da 7–8 kg, restare tra 50 e 80 ml è sufficiente per sbiancare e smacchiare le lenzuola bianche; nelle macchine a basso consumo, bastano 20–40 ml. Versa solo nel comparto dedicato (simbolo del triangolo), evita contatti diretti con i tessuti, imposta un programma a 30–40 °C e attiva sempre un risciacquo extra.
Non superare mai 100 ml per carico e non usarla su lana, seta o capi colorati. Mai miscelare con acidi, ammoniaca o alcol: è pericoloso. Limita l’uso alle situazioni necessarie e alterna con sbiancanti a ossigeno.
Controlla il prodotto: la candeggina “classica” al cloro indica la percentuale di ipoclorito; più è alta, minore deve essere la dose. Rapporta la quantità al carico: su 7–8 kg pieni mantieni il dosaggio entro le soglie indicate; su mezzi carichi riduci del 30–40%. Evita cestelli sovraccarichi: la distribuzione peggiora l’efficacia. Per le lenzuola: pretratta le macchie con soluzione 1:10 e risciacquo rapido, poi procedi al ciclo. Usa cloro solo su bianco stabile; per colori, scegli sbiancare a ossigeno.
Dove versare: solo nel cassetto. Se manca, esegui una diluizione in 1 litro d’acqua e aggiungi quando il cestello è pieno d’acqua, mai sui capi asciutti. Imposta programma e temperatura: 30–40 °C sono ideali. Oltre 60 °C il cloro si degrada rapidamente e aumenta il rischio di vapori. Attiva sempre risciacquo extra per proteggere la biancheria.
Proteggi la lavatrice: l’uso continuativo corrode guarnizioni. Non superare un ciclo clorato ogni 4–6 lavaggi. Dopo carichi “duri”, avvia un risciacquo a vuoto per eliminare residui nel circuito. Sicurezza prima di tutto: mai mescolare con acidi, aceto, ammoniaca o alcol; si liberano gas pericolosi. Arieggia, usa guanti, conserva il flacone chiuso e lontano da calore e bambini. Alternative utili: per mantenere il bianco, preferisci sbiancanti all’ossigeno, percarbonato e cicli più lunghi. Sono efficaci su odori e ingiallimenti senza intaccare guarnizioni né metalli del cestello.
Errori tipici: versare, usare la candeggina su elastan o piumini, lasciare ammollo, ignorare le etichette, saltare il risciacquo extra. Ogni passo sbagliato accorcia la vita di capi e macchina. Per famiglie e pelli sensibili: privilegia detersivo di qualità, carichi pieni, 40–60 °C quando possibile e doppio risciacquo. Riserva il cloro alle emergenze: sporco organico ostinato o sanificazione straordinaria.
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