Scopri i tre casi principali in cui nel 2025 il Superbonus 70% può ancora essere vantaggioso per te. Approfitta delle opportunità di detrazione fiscale per ristrutturazioni, efficientamento energetico e miglioramenti abitativi.
Dal 2025, la stagione degli incentivi “extra” si restringe: il Superbonus scende al 65% e l’operatività si concentra soprattutto sui condomìni e su situazioni circoscritte. L’aliquota del 70%, valida fino al 31 dicembre 2024 per lavori già avviati, non è però sparita del tutto.

In una serie di casi precisi, chi ha iniziato gli interventi entro il 15 ottobre 2024 e ha presentato la CILAS (o delibera assembleare con CILAS per i condomìni) può continuare a portare in detrazione nel 2025 con l’aliquota al 70%.
La chiave è tutta nelle scadenze e nelle carte: comunicazione CILAS tempestiva, delibere corrette, tracciabilità delle spese e rispetto dell’iter tecnico-amministrativo. Per tutti gli altri, dal 2025 vale il 65% e, soprattutto, non è più disponibile la cessione del credito o lo sconto in fattura, che restano riservati ai lavori autorizzati entro ottobre 2024.
Tutti i casi in cui il superbonus è ancora vantaggioso
I condomìni che hanno approvato i lavori in assemblea e protocollato la CILAS entro la scadenza possono continuare a imputare spese nel 2025 beneficiando della detrazione al 70%. Questo consente di completare cantieri complessi – cappotti termici, sostituzione impianti centralizzati, coibentazioni su parti comuni – senza perdere il vantaggio fiscale maturato in avvio.

L’attenzione, ora, si sposta sulla gestione dei tempi e dei documenti: cronoprogrammi realistici, stati d’avanzamento coerenti, fatture tracciate e tutta la filiera di asseverazioni e visti di conformità. Per gli interventi rientrati nei termini di ottobre 2024, può restare praticabile la cessione del credito o lo sconto in fattura, ma solo se il perimetro amministrativo originario è stato rispettato.
Gli amministratori farebbero bene a verificare protocolli CILAS, verbali assembleari e corrispondenza con le imprese, così da evitare ritardi o errori formali che potrebbero compromettere il diritto al 70%.
Meno numeroso ma molto rilevante è il fronte degli immobili unifamiliari situati in zone colpite dai terremoti successivi al 2009. Qui, se i lavori sono partiti entro il 15 ottobre 2024 e la CILAS è stata presentata nei termini, il 70% può essere ancora sfruttato per le spese sostenute nel 2025.
Si tratta in particolare di interventi legati alla riduzione del rischio sismico e, se previsto dal progetto, di efficientamento energetico collegato. In questi contesti la detrazione maggiorata ha un impatto concreto sulla sicurezza e sulla resilienza degli edifici, con cantieri spesso articolati su più annualità.
Anche in questo caso è fondamentale la disciplina documentale: progetto e computi coerenti con le asseverazioni, attestazioni tecniche puntuali, rispetto delle pratiche edilizie e tempestività nelle comunicazioni. Chi rientra in questo perimetro può ancora ottimizzare il piano dei lavori distribuendo le spese tra fine 2024 e 2025, preservando l’aliquota più favorevole laddove spettante.

Un ulteriore margine di convenienza emerge quando il Superbonus si integra con il bonus barriere architettoniche. In presenza di lavori trainanti o di interventi sulle parti comuni condominiali già avviati e “protetti” dall’aliquota al 70%, è possibile pianificare contestuali opere di eliminazione delle barriere – dall’installazione di servoscala e ascensori all’adeguamento di accessi, corridoi e servizi – migliorando l’accessibilità e combinando più leve fiscali.
L’abbinamento, se ben progettato, consente di ottimizzare costi, ponteggi, tempi di cantiere e detrazioni, fermo restando che servono progetti integrati, relazioni tecniche chiare e una scrupolosa distinzione delle spese per evitare sovrapposizioni o contestazioni. Nei condomìni, la sinergia tra interventi energetici/strutturali e barriere architettoniche è spesso la strada maestra per massimizzare il beneficio unitamente al miglioramento della qualità abitativa.
Verificare i requisiti: CILAS presentata entro il 15 ottobre 2024 per interventi non condominiali; delibera assembleare e CILAS per i condomìni entro la stessa data. Controllare la documentazione: protocolli, verbali, contratti, asseverazioni, visto di conformità e tutta la filiera delle comunicazioni tecniche e fiscali. Pianificare le spese 2025: spostare in modo ragionevole le lavorazioni ancora agevolate al 70%, tenendo conto dei tempi di esecuzione e fatturazione. Valutare l’abbinamento con il bonus barriere architettoniche: integrare gli interventi quando possibile, con massima chiarezza su voci di costo e requisiti tecnici.
Gestire l’opzione finanziaria: cessione del credito e sconto in fattura restano praticabili solo per i lavori autorizzati entro ottobre 2024; in tutti gli altri casi, dal 2025 si va in dichiarazione con il 65%. Non perdere il treno del 2025: per chi non rientra nel 70%, l’avvio dei cantieri e la CILAS entro il 31 dicembre 2025 possono comunque valere risparmi significativi al 65%, specie su interventi condominiali e in aree sismiche con iter ben strutturati.
15 ottobre 2024: spartiacque per CILAS e delibere che “blindano” l’accesso al 70% sulle spese 2025. 31 dicembre 2024: termine del regime 70% ordinario per i nuovi avvii; restano coperti i lavori già in corso e comunicati.
Dal 2025: aliquota 65% per i nuovi interventi; sconto in fattura e cessione attivi solo se autorizzati entro ottobre 2024. Documenti essenziali da avere in ordine: CILAS, delibera assembleare (se condominio), progetti e computi, asseverazioni tecniche, visto di conformità, fatture tracciate, eventuali comunicazioni agli enti competenti.