Guida pratica per proteggere le piante dal freddo: quali specie portare in casa e come salvaguardare balconi e giardini da vento, pioggia e gelate.
Il primo calo deciso delle temperature mette alla prova terrazzi e giardini. Non tutte le piante reagiscono allo stesso modo al freddo: alcune tollerano brevi gelate, altre soffrono già quando la temperatura scende sotto i 10 gradi. Capire quali esemplari trasferire in casa e quali proteggere all’esterno è la mossa che separa un ritorno di primavera rigoglioso da una collezione dimezzata. Dalla scelta del riparo alle buone pratiche di irrigazione, dalla gestione della luce all’uso del tessuto non tessuto, le strategie possibili sono diverse e dipendono dall’origine botanica delle specie.

In mezzo, ci sono le succulente più coriacee, le aromatiche che non temono la neve e i grandi vasi impossibili da spostare. Prima di passare all’azione conviene osservare il balcone con occhio critico: esposizione al vento, ristagni di pioggia, materiali dei contenitori, spazio disponibile vicino a finestre luminose. E poi c’è la variabile più insidiosa, l’escursione termica tra notte e giorno. Ecco una mappa essenziale per orientarsi, evitando errori frettolosi e salvando al tempo stesso estetica e salute del verde domestico.
Piante: quali far entrare, quali lasciare fuori: guida rapida e completa
Le piante tropicali e subtropicali vanno portate al caldo: Ficus, Pothos, Philodendron, Sansevieria, Zamioculcas non devono scendere sotto i 10-12 gradi. Le succulente non tutte sono uguali: molte resistono all’inverno all’esterno asciutto, specie Sedum e Sempervivum, altre preferiscono il riparo. Le aromatiche si dividono: rosmarino, origano ed estragone restano fuori, timo ed erba cipollina richiedono attenzione, salvia e peperoncino meritano protezione. Le piante da fiore delicate come orchidee e azalee si ritirano in casa, mentre le bulbose possono restare in terra. Per i grandi vasi, valgono coperture, riduzione di irrigazione e barriere antivento.
Appena il termometro sfiora i 5-7 gradi, le specie più sensibili traslocano in casa o in serra fredda. Tra le prime: Ficus (soglia 10-12 °C), Pothos e Philodendron (circa 10 °C), Sansevieria (fino a 5 °C ma in asciutto), Zamioculcas (non sotto i 10 °C). Vale la regola d’oro: origine tropicale o subtropicale, nessuna gelata. Sistematele vicino a finestre luminose, lontano da spifferi e da caloriferi, con sottovasi asciutti e irrigazioni più rade. Se lo spazio scarseggia, un riparo temporaneo in vano scala luminoso, garage finestrato o veranda chiusa può essere risolutivo, purché la temperatura non precipiti la notte.

Molte sopportano freddo e brina purché il substrato resti asciutto. Sedum e Sempervivum reggono fino a -12 °C; Delosperma, Opuntia, Agave, Yucca e Hesperaloe tollerano diversi gradi sottozero; Echinocactus, Crassula, Echeveria, Aeonium, Aloe vera e Haworthia richiedono freddo secco e copertura antipioggia. Il trucco è garantire drenaggio impeccabile, rialzare i vasi da terra, evitare pioggia battente e umidità stagnante. Un tettuccio trasparente o un balcone coperto funzionano da scudo; in caso di ondate di gelo prolungate, aggiungete uno strato di tessuto non tessuto intorno ai vasi, lasciando respirare le rosette.
Per la permanenza in interno valgono tre regole: luce, poca acqua, niente concimazione. Collocate le piante in punti luminosi ma senza sole diretto, annaffiate solo quando il terriccio è asciutto in profondità, sospendete i fertilizzanti fino a marzo. Arieggiate per evitare muffe, ruotate i vasi per una crescita uniforme e ispezionate foglie e fusti: in inverno cocciniglia e ragnetto trovano terreno fertile. Un panno umido e, se serve, sapone molle sono alleati.



