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La precisione della modernità.

 

La precisione della modernità.

 

In questi mesi le conoscenze acquisite sia in ambito progettuale sia in quello riguardante i software di progettazione mi hanno permesso di modificare il modo di approcciare ai temi legati all’architettura, alla sua ideazione e alla sua costruzione. Il fine ultimo dell’architettura, la sua realizzabilità, è oramai la base di ogni pensiero.

Ritengo, infatti, che il continuo migliorare strumenti e processi al fine di definire la miglior configurazione possibile sia una strada che l’architetto deve avere come obiettivo di ricerca.

Attualmente numerose sono le metodologie per avere un controllo sistematico sui parametri del progetto e altrettanto numerosi sono gli strumenti che tendono a prendere in considerazione tutti gli aspetti possibili riguardanti lo stesso. Allo stesso tempo però si cerca di migliorare, di raggiungere quella precisione che oramai è entrata all'interno della nostra vita. Nuovi software di calcolo vengono sperimentati e aggiornati continuamente e le possibilità di gestione di quello che ci sta intorno e di quello che è in divenire aumentano sempre più.

Nell'ambito architettonico la parametrizzazione degli elementi costruttivi è un aspetto estremamente innovativo che ci permette di avere il massimo controllo su ogni aspetto del progetto e ci permette di eseguire calcoli e stilare dati che ci consentono di approssimare il virtuale al reale con sempre minori errori. Questo aspetto risulta essere fondamentale in quanto spinge ad una conoscenza sempre più precisa  e approfondita di quello che si vuole ideare.

I computer oggi sono alla base della nostra operatività e la precisione è un parametro richiesto nella maggior parte dei processi. L'idea del calcolare e anticipare scientificamente tutto quello che potrebbe succedere però non è sempre stato alla base dei pensieri dell’uomo.

La mancanza di tecnologia portò gli uomini greci ad un periodo di “stagnazione” durante il quale non riuscirono a dar vita ad uno sviluppo tecnico adeguato alla raffinatezza del loro pensiero. Ma perché tutto ciò? Il diverso modo di pensare tra le società antiche e quella moderna è da ricercare in un ambito sociopsicologico ben descritto da Alexandre Koyré nel suo libro “Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione” in cui si indagano le origini del macchinismo e il motivo per cui la scienza antica non ne conobbe lo sviluppo anche avendone i mezzi. L’abbondanza di manodopera servile rendeva la macchina antieconomica, quindi la sua essenza rendeva l’uso degli schiavi indispensabile e l’esigenza della schiavitù rendeva spregevole il lavoro manuale. Tutto ciò si promulgò da un ambito servile-liberale a quello tecnico-scientifico.

Nel corso della storia, a cominciare dal medioevo, il pensiero iniziò ad avere un lento cambiamento: la vita attiva prese il sopravvento sulla vita contemplativa, nacquero e crebbero le città, il commercio, l’industria, le cattedrali, la bardatura del cavallo e il timone di poppa e la scienza iniziò ad entrare nelle pratiche empiriche. Da questo momento la macchina iniziò a far parte della nostra vita insieme alle nozioni di strumento, ossia quel qualcosa che ci consente di superare il mondo comune come un'incarnazione dello spirito o una materializzazione del pensiero, e alle nozioni di precisione così come il concetto di misura esatta.

Quindi il controllo di ogni aspetto progettuale e di ogni cosa che si produce deriva dall’innovazione tecnologica che è finalizzata al permettere miglioramenti della vita di tutti i giorni, come fa da cinquant’anni a questa parte in maniera chiara e veloce, tanto che, così tanta innovazione, come in questo periodo, non ce n’è mai stata dall’alba dei tempi.

 

Per permettere all’architetto di rispondere adeguatamente alle richieste di una società di essere sempre più precisi, il controllo del progetto attraverso il BIM (building information modeling) è una delle scelte possibili e raccomandabili.

Il BIM permette, come si diceva anche in aula, di controllare, oltre ai parametri del progetto riguardanti la componentistica e le condizioni di comfort, anche la quarta e la quinta dimensione ossia il tempo e il costo. I parametri, inseribili in questi software, permettono un controllo il più possibile preciso fin dalle prime fasi del progetto dando al progettista la possibilità di parametrizzare ogni aspetto che il programma è in grado di prevedere.

Quindi, in una società dove l'accuratezza e la previsione sono caratteri fondamentali per riuscire a spiccare rispetto agli altri, questi programmi sono il fulcro del lavoro odierno per riuscire, appunto, a precedere quelle che saranno le situazioni in cui si ci verrà a trovare successivamente. Revit in particolare ci permette di prendere tutto questo pacchetto di nozioni e aspetti e di assemblarlo all’interno di un unico programma senza aver bisogno di tanti altri software specialisti.

L'universo della precisione è quindi ai nostri piedi, sta a noi sapere come sfruttarlo per aumentare la nostra efficienza lavorativa e migliorare i processi visto che sono già stati studiati "empiricamente" prima.

La diminuzione del rischio progettuale è alla base della nostra innovazione tecnologica.

I software parametrici sono il giusto epilogo della storia umana che, riprendendo quello che dice alexandre koirè, ci hanno soggiogati al loro potere

Se scrivi una cosa del genere converso ti uccide!!!! Il software lo devi maneggiare te! Non lui te! La citazione è da rivedere!

L’utilizzo di software di calcolo parametrico sempre più potenti ci sta facendo avvicinare sempre più alla totale approssimazione del virtuale al reale.

Tutto ciò ci da la possibilità di complicare enormemente le strutture e di creare oggetti non-standard facilmente riproducibili nella realtà. Ci permette di personalizzare in qualsiasi modo la struttura e ci consente di controllarla in ogni sua parte attraverso espressioni analitiche.

Nell’ambito dello studio di una gestione il più possibile completa e complessa della progettazione di un edificio, ho trovato sempre affascinante avere a disposizione degli strumenti che mi permettessero di studiare e controllare anticipatamente i parametri del comfort termico, acustico e di illuminazione di un progetto a partire da dati riguardanti le condizioni esterne, relative ad una precisa localizzazione, nel tentativo di ridurre al minimo i rischi di diversità tra lo studio teorico e la pratica dell’esecuzione. È infatti questo uno degli aspetti che mi ha sempre messo paura nell'ambito della progettazione, la possibilità che qualcuno sbagli qualcosa, la possibilità che tutto crolli e tu sia l'unico responsabile di tutto quello che è successo. Questi programmi permettono anche la collaborazione tra più persone, tra più aziende, tra più organismi che possono unire il loro sapere per arrivare ad una conoscenza maggiore rispetto a quella che si potrebbe avere lavorando da soli. Le utilità per la collaborazione, le griglie per le analisi manageriali professionali, gli studi per la qualità del comfort, la possibilità di assemblare gli elementi virtualmente allo stesso modo in cui si farebbe nella realtà e così via dicendo, sono i concetti base di questi programmi. Quindi, la precisione, entrata di diritto a far parte del modo di pensare di tutti i giorni, è chiave fondamentale del modo in cui tutti questi programmi interagiscono. La possibilità di inserire parametri analitici all'interno del progetto e vedere tutto come materiale solido, come se si possa toccare davanti propri occhi, è una qualità che i software parametrici hanno intrinseca e che riescono in maniera eccellente a sfruttare.

In quest’ultimo periodo mi sono molto soffermato sullo studio di programmi che, in collaborazione con Revit, assistono il progettista allo studio di come il progetto deve prender forma e di come si comporterà dopo la sua costruzione.

Tra questi programmi quello di maggior interesse è sicuramente Ecotect, software che permette il calcolo termico, acustico, di riverbero e di irradiazione solare tramite semplici passaggi. Le possibilità che dà questo software sono infinite. Ma quanto software di questo genere possono approssimare la realtà? Questa la domanda su cui i miei prossimi studi agiranno e che nell'immediato futuro posterò.

Andrea Rastrello

Bibliografia:

- "Dal mondo del pressappoco all'universo della precisione" di Alexandre Koyre

- "Il progetto digitale per la costruzione" di Stefano Converso

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