READY FOR “ON”!
In questo post esporremo il workflow attraverso cui ieri abbiamo finalmente tagliato il traguardo fondamentale della nostra ricerca: modellare un impianto di trattamento aria chiuso.
Lo spunto iniziale è derivato da un interrogativo che da un po’ di giorni ci ponevamo: una volta modellato il nostro impianto costituito da “UTA-condotti di mandata-ritorno-presa aria esterna-aria di scarico-rispettivi bocchettoni/griglie di diffusione aria trattata” come possiamo verificare che tutti gli elementi si portino dietro le corrette informazioni circa la direzione del flusso dell’aria? Ovvero, come possiamo constatare che il nostro modello di impianto sia pronto per entrare a regime una volta portato e montato a regola d’arte nel nostro albergo?
Esplorando i comandi del file di progetto del nostro modello UTA abbiamo scoperto l’utilissimo quanto funesto comando: “ CONTROLLA SISTEMI”: ci si arriva da: ANALIZZA_CONTROLLA SISTEMI DI CONDOTTI . E’ il comando della verità che mette a nudo le falle del sistema. Si materializzano sul modello una serie di triangoli gialli con punto esclamativo all’interno, cliccando sui quali compare l’avviso che spiega il problema: le informazioni sulla direzione del flusso contenute nel connettore i-esimo non corrispondono alle informazioni sulla direzione del flusso assegnate al condotto i-esimo ad esso connesso.
Il problema risiede quindi nell’ assegnazione di informazioni coerenti sul tipo di sistema a connettori e relativi condotti, e ciò è facilmente gestibile ed editabile dalle proprietà del tipo di ciascuna famiglia importata di connettore e condotto, modificando la voce “tipo di sistema”.
Da ciò quindi si evince l’importanza di collegare elementi fra loro “equipollenti”.
Esempio: famiglia “M_CONNETTORE CONDOTTO RETTANGOLARE_ARIA DI MANDATA_ATTREZZATURA MECCANICA” da collegare a tipo “CONDOTTO RETTANGOLARE ARIA DI MANDATA”.
A questo punto abbiamo scoperto un ulteriore utilissimo comando di verifica del funzionamento del sistema meccanico: sempre da : ANALIZZA_CONTROLLA SISTEMI_MOSTRA DISCONNESSIONI, si apre una finestra “mostra opzioni di disconnessione”, si spunta il tipo di sistema che si sta analizzando, nel nostro caso “condotti”, e compaiono i consueti triangoli gialli con punti esclamativi all’interno cliccando sui quali appare l’avviso che precisa dove sono localizzate le disconnessioni: l’elemento (di tipo condotto) ha il connettore aperto (connettore numero X). Nel nostro caso è normale che tali avvisi siano stati inviati dal programma poiché i condotti nel modello non sono “chiusi”, non sono cioè ancora dotati dei terminali costituiti dai bocchettoni.
Così abbiamo deciso di provare ad inserire un bocchettone per chiudere un condotto. Abbiamo capito che anche il bocchettone ha bisogno di un proprio connettore, come ogni “discontinuità” del sistema, a testimoniare ciò è il fatto che per ciascuna famiglia di connettori esistono due opzioni :CONNETTORI_ ATTREZZATURA MECCANICA (per i connettori che vanno attaccati al macchinario UTA) e CONNETTORI_ BOCCHETTONI (per i connettori che vanno attaccati ai terminali bocchettoni o griglie).
A questo punto però avendo noi sperimentato moltissimo nel modificare continuamente i connettori di default posti da Revit sulla sua UTA e nel caricarne di nuovi per capire a fondo la logica, ci siamo ritrovate nel modello una serie di informazioni incoerenti tra connettori e relativi condotti che cominciavano a rendere macchinosi processi che intuivamo poter essere più semplici.
Abbiamo dunque preso la decisione, sulla base dell’insegnamento fatto nostro durante il corso per cui “l’architetto parametrico dopo aver compreso un processo non modifica analiticamente ma ricomincia nella maniera corretta” di modellare un nuovo impianto, stavolta CONSAPEVOLE su un nuovo file di progetto MECCANICO.
Lavorare su un file di progetto meccanico è molto importante occupandosi di impianti, poiché esso è predisposto in modo tale da agevolare e semplificare tutte le connessioni tra gli elementi conferendole in automatico. Inoltre nel file di progetto meccanico molte famiglie utili al nostro scopo, ad esempio famiglie di raccordi di condotti, sono già caricate di default,e non c’è bisogno di reinserirle manualmente a meno di casi specifici.
Così, forti delle conoscenze acquisite finora speditamente abbiamo disegnato in pianta due bocchettoni (SISTEMI_BOCCHETTONI) da cui fuoriesce l’aria pura in due ipotetiche camere, denominati da Revit “DIFFUSORI MANDATA”, e due bocchettoni che aspirano l’aria impura dalle suddette camere, denominati da Revit “DIFFUSORI RITORNO”. Dalle proprietà del tipo si evince che essi sono costituiti da placche e relative connessioni già incorporate automaticamente con dimensioni di default editabili modificando il tipo. Revit contraddistingue con il colore blu tutti gli elementi del sistema di mandata,e con il colore rosa tutti gli elementi del sistema di ritorno.
A questo punto abbiamo cominciato a disegnare i condotti di mandata. “SISTEMI_CONDOTTO_ SCEGLI TIPO CONDOTTO RETTANGOLARE MANDATA” . In pianta abbiamo in primis disegnato il percorso principale del condotto a partire dal connettore di mandata presente di default sull’UTA di Revit, attraverso un ipotetico corridoio fino ai bocchettoni terminali del piano. Osserviamo con soddisfazione che Revit nel progetto meccanico ci crea automaticamente dei raccordi adeguati (ad es. “transizione rettangolare angolo 45°) in corrispondenza dei terminali e delle curve del condotto.
Ovviamente anche qui è possibile modificare i raccordi, le “transizioni” inserite di default dal programma editando il tipo dalle proprietà duplicandolo e personalizzandolo, o direttamente caricando una diversa famiglia di raccordo o transizione.
Analogamente a quanto fatto per il condotto principale di mandata abbiamo disegnato le diramazioni secondarie di mandata che portano l’aria dal corridoio alle camere, e quelle di ritorno che riportano l’aria dalle camere al condotto principale.
Allo stesso modo abbiamo disegnato a partire dal connettore di ritorno predisposto di default da Revit sull’UTA, il condotto principale di ritorno dell’aria impura con le relative diramazioni.
Infine per chiudere l’impianto utilizzando l’ultimo connettore rimasto aperto, ovvero quello di mandata aria dall’ambiente esterno, abbiamo disegnato una piccola porzione di condotto collegato ad esso, al quale abbiamo assegnato la funzione di mandata, e al termine del quale abbiamo posto un diffusore di mandata (bocchettone), tipo “muro laterale”, ovvero una grata di presa aria esterna.
L’impianto è ora pronto per i due test finali: “ANALIZZA_ CONTROLLA SISTEMI DI CONDOTTO_OK!”
“ANALIZZA_MOSTRA DISCONNESSIONI_OK!”
Next step: ready to GO! L’impianto è pronto per essere utilizzato all’interno del nostro albergo laddove verrà fatto entrare a regime per trattare l’aria del primo piano dell’hotel! Da adesso in poi la ricerca prosegue nel comprendere come lavorare simultaneamente su un file “meccanico” e il suo relativo file “architettonico”.
Commenti
un'anticipazione prima di venerdì...:)
La nostra ricerca sta volgendo verso una conclusione a cui stiamo approdando con lavoro e tanta soddisfazione: l'inserimento di un impianto di trattamento aria completo e definitivo (mechanical project) nel nostro albergo (architectonic project)!
Intanto, in vista di quanto scritto sul post del prof riguardo l'esame, anticipiamo un link ad un post di una ragazza del 1/10/2012, che abbiamo trovato esplorando i post degli anni precedenti:
http://design.rootiers.it/tecniche2012/node/1021
Da qui abbiamo colto degli imput sulle potenzialità dell'allora Revit Mep, che abbiamo sviscerato a fondo esplorando l'attuale versione del progetto MECCANICO di Revit 2013. Diciamo che la nostra ricerca potrebbe costituire un aggiornamento delle questioni a cui si fa cenno nell'intervento sopra-linkato... per saperne di più.......a venerdì!!! :)
sara forlani
Ragazze cercate di avere un
Ragazze cercate di avere un post conclusivo del lavoro per domani!
file di progetto troppo grande!
Purtroppo il nostro file di progetto è troppo grande...pesa 16,5 Mb! Lo porteremo domani! :)
sara forlani