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IV Esercitazione_Albero Solare: Platanus occidentalis_altezza=16m, larghezza chioma=6m

 

L’albero che ho scelto di studiare per questa esercitazione è il Platanus Occidentalis, un’essenza arborea originaria dell’America Settentrionale, ma ampiamente diffusa ed impiegata in Italia come pianta ornamentale in viali e giardini pubblici, grazie anche alla sua grande resistenza all’inquinamento di una città come Roma. Si presenta come un albero di notevoli dimensioni, maestoso ed imponente con grandi rami e foglie, che cadono nei mesi invernali.Un’altra caratteristica di questa specie è il tronco: la parte più esterna della corteccia infatti (detta “ritidoma”) si sfalda in grandi placche irregolari, che lasciano intravedere lo strato sottostante di colore verde.

Per analizzare l’albero scelto, sono partita facendo alcune foto ad uno dei tanti esemplari presenti in Viale Giulio Agricola:

 

Nonostante le proporzioni dell’albero risultassero un po’ distorte dalle immagini scattate, sono comunque riuscita a ricavare le principali misure importando la foto in Cad, scalandola in base alla misura del diametro che avevo preso sul posto. 

                                                                                    

 

Ho poi dedotto e schematizzato in un disegno su Illustrator i principali rapporti proporzionali tra gli elementi che costituiscono l’albero

                                                                   

 

Queste operazioni preliminari di comprensione delle proporzioni sono state utili quando sono passata alla modellazione dell’albero in Vasari.  Ho aperto una nuova famiglia e ho cominciato a modellare dapprima il tronco (utilizzando le misure del diametro che avevo preso in loco) che ho estruso utilizzando dei piani di riferimento per l’altezza del fusto e, in seguito, della chioma.

Ho poi stabilito dei parametri variabili per ogni elemento che compone l’albero, utilizzando l’opzione Family types, dove mi è stato possibile far variare per esempio l’altezza dell’albero in funzione del raggio del tronco e dell’altezza della chioma. In questo modo, pur modificando una delle tre misure, le altre varieranno in base ad un preciso rapporto proporzionale esistente tra le componenti dell’albero.

Ho poi modellato la chioma dell’albero aggiungendo delle sezioni intermedie, come descritto nel post di Flavia Pedone, per riprodurre la forma il più verosimilmente possibile. Il risultato ottenuto alla fine è stato questo:

Ho osservato inoltre la variazione dell’ombra proiettata a terra dall’albero nel solstizio invernale e in quello estivo alla stessa ora: come avevo immaginato, nel primo caso l’ombra a terra è molto più lunga, dato che il sole in questo periodo dell’anno si trova ad un’angolazione più bassa piuttosto che nel periodo estivo. Nel secondo caso infatti, l’ombra proiettata è molto più corta, essendo il sole più alto.

        

 

Queste deduzioni, seppur piuttosto intuitive, saranno comunque utili in una successiva fase di analisi del rapporto dell’albero con l’intorno composto dalle facciate degli edifici che si affacciano sul viale. 

 

Una volta finito di modellare l’albero parametrico infatti (evidenziato in rosso nelle immagini) con il comando Load Into Project è stato possibile importarlo nel contesto urbano di appartenenza, cioè l’intorno della mia abitazione,il cui modello vasari era stato realizzato per la prima e seconda esercitazione. È stato possibile effettuare alcuni riscontri ed osservazioni: nelle immagini sottostanti, che mostrano le ombre proiettate da alberi ed edifici durante la stagione primaverile, si evince come questi grandi platani siano importanti non solo a livello urbano ed estetico, ma anche a livello funzionale, in quanto ombreggiano costantemente il grande viale , creando una sorta di riparo naturale anche per le automobili parcheggiate tra di essi.

 

In particolare, è stato analizzato il comportamento delle ombre nel periodo primaverile per le principali facciate rivolte sul viale alberato. La facciata a nord ovest durante la mattinata rimane completamente in ombra; il pomeriggio invece, quando viene colpita dai raggi solari, i platani contribuiscono ad ombreggiare buona parte dell’edificio e questo, nelle stagioni più calde è un fatto decisamente positivo e sicuramente da prendere in considerazione in fase progettuale.  

La facciata a sud est invece è quella che beneficia maggiormente dell’ombreggiamento dato dagli alberi, dal momento che già dalle ore più calde della mattinata essi schermano i primi piani dell’edificio. Nel pomeriggio invece l’edificio rimane completamente in ombra. Per quanto riguarda i mesi primaverili ed estivi, questo fatto è decisamente positivo; lo è di meno nei mesi autunnali e invernali, in cui però c’è da ricordar che, come ho detto all’inizio, i platani sono alberi caducifoglie, quindi nella stagione più fredda le loro chiome non ombreggiano le facciate, lasciando filtrare i raggi solari attraverso i loro rami spogli. 

 

 

Seppur l’immagine di sinistra sia stata scattata dall’ottavo piano del palazzo di fronte (in una giornata pertanto, non troppo assolata) è abbastanza evidente il riscontro dell’ombra che proietta il platano oggetto di studio sui primi piani dell’edificio durante la mattinata, anche nella vista di Vasari a destra.

 

In conclusione si può dire quindi che il platano abbia moltissime qualità estetiche e funzionali e una pluralità di impieghi soprattutto in città. 

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