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OLMO CAMPESTRE: h 12m/diametro 8m_esemplare giovane(h max 30m)+BIANCOSPINO: h 5m/diametro 3m + ABETE: h 6m/diametro 3

 

Per questa quarta esercitazione si è voluto approfondire il concetto di "famiglia" all'interno del programma Vasari. Questo strumento ci permette di realizzare diversi componenti parametrici da poter poi inserire nei nostri progetti. La famiglia è caratterizzata infatti da un insieme di elementi con componenti comuni ma che hanno differenti proprietà parametriche. L'obiettivo è stato nello specifico quello di creare una famiglia di alberi composti, come vedremo, da diversi valori parametrici che corrispondono ai differenti elementi che lo compongono (per esempio l'altezza del tronco, della chioma,il loro diametro ecc.).

Prima di procedere alla spiegazione riguardo la modellazione dell'abero,  darò informazioni su quale abbia voluto trattare. 

Ho dovuto approfondire ovviamente la flora che interessa la zona di Roma poichè l'albero che poi verrà realizzato verrà inserito nel contesto reale su cui stiamo studiando. In questo caso ho constatato che Roma, grazie alla varietà del suo paesaggio e della sua storia, presenta una notevole biodiversità.

Tra le specie arboree più diffuse, io ho analizzato l'OLMO CAMPESTRE,il BIANCOSPINO. Sono due alberi di dimensioni diverse,infatti li vedremo relazionarsi in maniera differente nella stessa realtà in cui verranno inseriti.

 

OLMO CAMPESTRE

 

      

 

L’Olmo campestre (Ulmus minor) appartiene alla famiglia delle Ulmaceae. Deve l’aggettivo “minor” al confronto con l’Olmo montano, in particolare rispetto alle dimensioni delle loro foglie. E’ un albero che può arrivare a 30-40 m di altezza, con tronco del diametro di 1,5-2 m di conseguenza. In casi eccezionali arriva a 3 m di diametro e 45 di altezza. E’ una pianta longeva e vigorosa che arriva anche a 500 anni di età, caratterizzata da un accrescimento molto rapido soprattutto in fase giovanile ma non solo. La chioma è fitta e ampia. Il fusto è dritto o appena sinuoso, con corteccia che da liscia e grigia si fa più spessa e suberosa, bruno scura, con stretti solchi longitudinali. I rami principali sono ascendenti, slanciati, i rametti terminali diventano penduli con l’età. Il margine fogliare è doppiamente dentato. L’Olmo campestre si trova in tutte le regioni italiane da 0 a 1000 m sul livello del mare.Al nord su suoli compatto-argillosi si comporta da specie pioniera e vegeta in compagnia di querce e carpini. E’ una specie molto resistente e frugale, sopporta siccità, freddo intenso, inquinamento atmosferico. Predilige i suoli calcarei, argillosi e profondi, ma può vivere anche su suoli più poveri anche se nelle situazioni limite tenderà a assumere forma arbustiva.

 

BIANCOSPINO

 

 

 

Il biancospino comune appartiene alla famiglia delle Rosacee, al genere Crataegus ed alla specie monogyna. È un arbusto, o un albero di ridotte dimensioni, alto al massimo 6-7 m, caratterizzato da un rapido sviluppo, da una longevità notevole, infatti può sopravvivere per 500 anni, e da una chioma piuttosto compatta. Generalmente assume un portamento arbustivo, con numerosi fusti che si dipartono dalla base della pianta, ognuno dei quali ha una corteccia grigia-marrone con delle screpolature verticali arancioni; i giovani rami alla base sono dotati di spine lunghe anche 1,5 cm. I fiori sono ermafroditi. La fioritura si verifica in primavera, l’impollinazione è operata dai moscerini. 

Il biancospino preferisce i climi temperati, però si adatta anche a quelli caldi e freddi in quanto sopporta le alte temperature estive e gli inverni rigidi. Le esposizioni migliori sono gli ambienti completamente soleggiati, però vegeta bene anche nelle aree parzialmente ombreggiate. In fatto di terreno è una specie adattabile, infatti si adatta ai suoli sassosi, poveri ed argillosi ben drenati, però predilige i terreni sciolti, calcarei e profondi, mentre non gradisce quelli troppo compatti, soggetti ai ristagni idrici. Questa specie è originaria dell’Europa, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale, attualmente è diffusa anche nel nord America; nel nostro Paese si sviluppa allo stato spontaneo nelle zone boschive e cespugliose fino a 1400-1500 m di altitudine.

 

APPROCCIO ALLA MODELLAZIONE DELL'ALBERO PARAMETRICO

Come primo passo, ho aperto un nuovo file "family" e selezionato dal menu a tendina l'opzione "mass".

 

 

Ho poi provveduto a cambiare il sistema di misurazione in metri. Dopo ho iniziato a stabilire il primo elemento dell'albero: tramite il comando Model>create mass ho tracciato la circonferenza che corrisponde al raggio del mio tronco. Modifico la quota attraverso lo strumento Radial dimension e aggiungo il primo parametro. Farò questo procedimento cliccando su Label>add parameter, chiamandolo proprio raggio tronco.

 

 

Mi sposto poi sulla vista NORTH e provvedo ad aggiungere altri due parametri che corrispondono rispettivamente all'altezza del tronco e all'altezza dell'albero. Faccio questra procedura attraverso il comando Reference Plane, quello che permette di inserire altri works plane ovvero altri piani di lavoro. Fisso questi due nuovi parametri aggiunti attraverso il comando Aligned dimension che mi permette di modificare la quota che più preferisco. A questo punto anche questi parametri verranno inseriti attraverso il comando Label>add parameter all'interno degli elementi parametrici che compongono il nostro albero. Vado poi a estrudere la circonferenza del tronco elevandola sin dove vi è stato inserito il primo reference plane che corrispondeva infatti all'altezza complessiva del tronco. 

 

 

Per lavorare sulla rastremazione del fusto sono andata invece a cliccare sul comando Edit profile. Cliccando sulla faccia dove dobbiamo effettuare le modifiche, è possibile con questo comando di editare il profilo che ci interessa e di avere la sua stessa caratteristica stabilendo la quota che più ci è utile per apportare la rastremazione del tronco. Una volta scelta la nuova misura, si clicca su Finish edit mode e si ha il tronco modificato.Anche questa volta si aggiungerà il parametro attraverso il comando Radial dimension e Add parameter. Iniziamo poi con la preparazione della chioma,lavorando sul work plane della cima del fusto e definendo la circonferenza più idonea all'abero scelto. Nuovamente, si aggiunge il parametro dell'ampiezza della chioma con la procedura effettuata finora. 

 

 

Ancora una volta si estrude la chioma fino al piano di riferimento che avevamo inserito inizialmente. Si aggiunge il parametro che corrisponde al suo raggio. Anche la chioma ora è un cilindro. Per avere però le necessarie forme e sinuosità che rendono realistico questo albero si clicca il comando Family type che è quello che racchiude tutti i parametri che abbiamo inserito man mano che l'albero si stava formando. Ad ogni valore parametrico infatti vengono cosi stabilite delle formule che ne definiscono le misure stesse, ottendendo dei valori proporzionali tra loro. Per avere più libertà nella modellazione delle sinuosità dell'albero ho infine utilizzato lo strumento Add profile (dopo però aver reso possibile la vista interna del volume grazie al comando X-Ray). Add profile è un comando che ci permette di inserire un qualsiasi numero di elementi che come sempre, attraverso il comando Radial dimension e add parameter, ci consente di lavorare individualmente su ognuno di questi attraverso le quote da noi stabilite. Una volta soddisfatti del lavoro svolto, ho salvato il file in formato .rfa e lo si può inserire direttamente nel progetto che ci interessa con il comando Load into project. 

 

 

RISULTATO OTTENUTO: OLMO CAMPESTRE E RELATIVE OMBRE

Ho realizzato l'abero nelle sue dimensioni più contenute, alto 12 metri e con una chioma di 8 metri di diametro. Queste dimensioni infatti corrispondono ad un olmo in età più giovane in quanto quest'albero durante i secoli raggiunge come accennavamo prima anche i 30 metri di altezza. 

 

21 GIUGNO:   ORE 1O - ORE  13 - ORE 17

   

Le ombre generate in estate non sono molto invadenti, soprattutto quella delle ore 13 che corrisponde infatti a quando il sole è posto più in alto rispetto alle altre ore della giornata. Mentre quella delle ore 17 è sicuramente più evidente poichè a quest'ora il sole è molto più basso.

 

21 DICEMBRE:   ORE 10 - ORE 13 - ORE 16

  

Le ombre che riscontriamo in inverno sono sicuramente più ingombranti rispetto a quelle che abbiamo constatato in estate. Il principio del ragionamento di fatti è lo stesso e alle ore 16 notiamo la predominanza dell'ombreggiamento che crea quest'albero. Eventualmente si può pensare di inserire quest'albero  in un contesto abitativo valutando bene le giuste distanze e tenendo conto di fatti proprio delle sue dimensioni importanti.

 

RISULTATO OTTENUTO: BIANCOSPINO E RELATIVE OMBRE

Il biancospino che ho realizzato è alto 5 metri e presenta una chioma molto concentrata nella parte superiore dell'abero, con un diametro di 3 metri.

 

21 GIUGNO:  ORE 10 - ORE 13 - ORE 17

  

Le ombre che riscontriamo in estate sono poco preoccupanti se si pensa di inserirlo in un contesto abitativo, anche volendo avere distanze tra loro molto ravvicinate. Ovviamente rispetto all'olmo, l'ombra che genera il biancospino è più contenuta grazie alla sua altezza più bassa e all'ampiezza della chioma minore. Solamente alle ore 17 si nota un'ombreggiamento più evidente e che può essere più compromettente per un eventuale inserimento progettuale.

 

21 DICEMBRE: ORE 10 - ORE 13 - ORE 16

   

L'ombreggiamento che abbiamo in inverno è sicuramente anche in caso del biancospino, più importante rispetto a quello estivo. Certamente non hanno la stessa predominanza di quelle generate dall'olmo. Inserendolo in un contesto in cui ci siano abitazioni a più piani,ovviamente l'entità delle ombre che genera non crea a mio parere particolare preoccupazione nell'irraggiamento stesso della casa.

 

INSERIMENTO DEGLI ALBERI ALL'INTERNO DEL CONTESTO ABITATIVO

A questo punto delle analisi riguardo l'ombreggiamento di questi due alberi nelle diverse stagioni, ho deciso di inserirli all'interno del lotto della mia abitazione per vedere il comportamento di ciascuno e le relazioni che derivano tra questi ultimi e la mia casa. Questo può essere interessante per comprendere meglio il rapporto tra costruito e vegetazione e successivamente applicare queste osservazioni anche nei futuri progetti.

Le analisi sono state fatte posiziando un albero nel prospetto principale della casa e uno nel retro; questo perchè ho potuto monitorare la situazione dell'ombreggiamento sia nell'affaccio principale dell'abitazione (caratterizzata da un loggiato e dalla zona living) sia nella parte retrostante, dove sono presenti le camere da letto. Dai risultati che ne deriveranno si capirà quale sia la posizione ideale dell'albero all'interno del lotto, quindi se inserirlo nel prospetto principale o nel retro.Le osservazioni sono state fatte singolarmente per ogni albero e rispettivamente nelle principali stagioni dell'anno: in estate (21 giugno) ore 10-13-17 e in inverno (21 dicembre) ore 10-13-16 (un'ora in anticipo poichè il sole tramonta prima).

Affaccio principale dell'abitazione caratterizzato dal loggiato.

 

ANALISI OMBREGGIAMENTO OLMO 

 

21 GIUGNO

Ore 10

   

La casa è caratterizzata da un'ombra importante su tutto il prospetto che corrisponde all'ingresso principale; l'ombreggiamento è però generato dall'abitazione stessa mentre l'olmo crea un'ombra che non interferisce minimamente con l'abitazione non creando ulteriori problematiche.

La situazione è inversa nella parte retrostante della casa: qui l'olmo crea un'ombra molto evidente su tutta la zona che corrisponde al bagno e ad una camera che godrebbero invece di un'ottima luce se l'albero non ci fosse stato.

Ore 13

  

La casa nell'affaccio principale è caratterizzata ancora dall'ombreggiamento che la interessava alle ore 10, anche se le ombre sono meno importanti. Notiamo come l'olmo ancora funzioni proprio come un elemento a sè stante generando un'ombra sotto la sua chioma e non invadendo la casa che già risulta penalizzata da se stessa.

Nel retro riscontriamo la medesima situazione incontrata nel principale ingresso: l'olmo genera l'ombra sotto la sua chioma e non interferisce più sulle camere come alle ore 10. Questo fa pensare infatti che sia l'orario ideale in cui sia nel prospetto primario che nella zona retrostante l'abitazione abbia abbastanza luminosità e l'albero non contribuisce negativamente a riguardo, soprattutto nel retro.

Ore 17

  

Per quanto riguardo la parte frontale della casa abbiamo sicuramente una situazione favorevole  per la luminosità che riesce a ricevere finalmente ma tutto ciò è ostacolato dalla presenza dell'olmo che genera un'ombra molto importante che interessa parte del loggiato e di una camera. Questa non è sicuramente una situazione favorevole per l'affaccio principale poichè può essere l'unico momento della giornata in cui può godere di una buona luminosità che in questo caso viene interferita palesemente dalla presenza dell'olmo.

Il retro si relaziona in maniera individuale con l'olmo, anch'esso elemento a sè stante. Entrambi generano delle ombre che non interferiscono tra loro facendomi ragionare sul fatto che probabilmente in estate la parte che soffrirebbe di meno la presenza dell'olmo sia proprio il retro; questo perchè la parte frontale della casa è già troppo sfavorita per molte ore della giornata e nell'unico momento in cui ha il sole diretto è purtroppo penalizzata dall'olmo. 

21 DICEMBRE

Ore 10

  

Alle 10 la casa presenta delle ombre predominanti proprio nel prospetto principale dell'abitazione, come in estate a quest'ora ma molto più evidenti. L'olmo crea a sua volta un'ombra che non interferisce sulla casa.

Nel retro la situazione è nettamente più felice: la casa è in piena luminosità e l'olmo genera un'ombra di piccola entità che interessa la parte che corrisponde al bagno dell'abitazione. In sostanza in questa parte della casa abbiamo sicuramente un miglioramento rispetto all'ombra constatata alle 10 in estate, dove l'ombreggiamento riguardava una parte più ampia del retro dell'abitazione. 

Ore 13

  

La casa è ancora caratterizzata da un evidente ombreggiamento su tutto l'affaccio principale. L'olmo e l'abitazione fungono da elementi singoli ancora una volta generando ombre che non compromettono l'un l'altro.

Nel retro la situazione è sempre più favorevole: totale luminosità, eccetto un piccolo angolo dell'abitazione in ombra a causa dell'olmo. Ovviamente è un risultato irrilevante, anzi ci fa ben pensare nuovamente che questo sia il posto più adatto per questo albero di dimensioni medio/grandi.

Ore 16

  

La situazione alle 16 è per il prospetto primario ancora molto svantaggiata: questo perchè la casa di per sè è ancora molto in ombra in questo punto e ci fa notare come non abbia mai goduto di grande irraggiamento e luminosità. E' certo visibile anche la totale individualità dell'olmo che nelle diverse ore di questa giornata invernale non ha assolutamente compromesso l'ombreggiamento che già interessa sufficientemente questa parte della casa.

Nel retro abbiamo la analoga situazione che si è riscontrati nell'affaccio principale: la casa è ombreggiata, seppur in maniera meno significativa, e l'olmo crea un'ombra che si colloca in maniera da non ostacolare ulteriormente l'abitazione.

 

ANALISI OMBREGGIAMENTO BIANCOSPINO

 

21 GIUGNO

Ore 10

   

Come osservato già prima, la casa presenta in questa ora della giornata un'ombra importante che riguarda tutta la parte principale dell'abitazione.Il biancospino genera sicuramente un'ombra più piccola ovviamente per le sue dimensioni molto più contentute rispetto all'olmo. Anche qui biancospino e casa sono due componenti individuali che non si sovrappongono.

Situazione inversa nel retro della casa: grande luminosità e una piccola ombra provocata dal biancospino che interessa minimanete parte dell'abitazione che corrisponde precisamente al bagno. Le dimensioni del nuovo albero infatti ci fanno subito notare la differenza rispetto alla medesima situazione analizzata però con l'olmo che andava a coprire circa 2/3 del prospetto retrostante.

Ore 13

  

Come visto già con l'olmo, anche con il biancospino abbiamo delle ombre generate al di sotto della sua stessa chioma. Il prospetto principale, ribadiamo, è ancora in ombra e dovrà aspettare il tardo pomeriggio per godere della luminosità.

Nel retro il biancospino si comporta ugualmente come nell'affaccio principale. Non abbiamo più, difatti, la piccola ombra che creava alle ore 10 su parte della casa dove vi è collocato il bagno.

Ore 17

  

Come visto precedentemente, questo è il momento in cui l'abitazione ha nel suo prospetto principale il culmine della luminosità. Il biancospino grazie alle sue ridotte dimensioni genera un'ombra di poca importanza favorendo la totale luminosità del loggiato e non ostacolandogli il passaggio stesso della luce.Ciò non era cosi per l'olmo che comprometteva la luminosità della casa a causa delle sue dimensioni maggiori.

Nel retro la casa è ombreggiata ma il biancospino a sua volta si comporta in maniera individuale generando un'ombra che non compromette ulteriormente questa parte dell'abitazione.

 

21 DICEMBRE

Ore 10

  

La situazione è sicuramente, come già analizzato, molto sfavorevole nel prospetto principale poichè è caratterizzato da un ombreggiamento molto evidente. In questo caso infatti è irrilevante la presenza del biancospino che è esso stesso ombreggiato a causa del volume della casa.

Per il retro, abbiamo molta luminosità e una piccola ombra generata dal biancospino che però non desta particolare preoccupazione ostacolando in minima parte il passaggio della luce e del calore.

Ore 13

  

Alle 13 l'ombra che interessa l'affaccio principale è sicuramente meno importante. Il biancospino non è più coinvolto dall'ombreggiamento che generava l'abitazione alle ore 10 e nuovamente casa e albero si comportano in maniera individuale non interferendosi tra loro.

Nel retro c'è un'ottima luminosità e irradiazione che non sono assolutamenti compromessi dal biancospino che difatti costituisce solamente una piccola ombra che interessa un angolo della casa.

Ore 16

  

La casa è ancora ombreggiata nel prospetto primario. Il biancospino, ancora una volta non va a interferire sull'abitazione facendoci capire che in realtà in questa parte della casa, l'unico che sia stato penalizzato dalle ombre sia proprio lui durante le ore mattutine. Sostanzialmente la sua presenza nella parte frontale del lotto non ha procurato nessuna problematica.

Nel retro abbiamo lo stesso riscontro: il biancospino genera un'ombra che non interessa assolutamente la casa facendoci capire che questa posizione del lotto è per lui favorevole.

 

CONSIDERAZIONI FINALI DEL RISULTATO SULLA MIA ABITAZIONE

E' stato veramente molto utile la simulazione dell'inserimento degli alberi all'interno del lotto. Mi ha permesso di capire infatti la loro migliore posizione e la relazione che si crea tra la casa e l'albero stesso.

Dalle analisi fatte è emerso che per quanto concerne l'olmo è preferibile il suo inserimento nella parte retrostante l'abitazione. Questo perchè l'affaccio principale della casa vive di per sè delle grandi problematiche riguardo l'ombreggiamento e ci sono momenti dell'anno (come nel tardo pomeriggio in estate) dove gode di una buona luminosità che sarebbe però compromessa se ci fosse la presenza dell'olmo che per le sue dimensioni ostruisce gran parte del prospetto frontale dal passaggio della luce.

Per il biancospino invece il risultato ci fa essere molto più flessibili: l'albero è cosi ridotto di dimensioni rispetto all'olmo, che può essere collocato sia nell'affaccio principale sia nella zona retrostante. Ho constatato infatti che, per quanto riguarda il prospetto frontale, non compromette assolutamente il passaggio della luce anzi, a volte ne diventa vittima subendo dell'ombra generata dalla casa stessa (come visto nelle mattinate di inverno). Nel retro la situazione è altrettanto favorevole facendo sì che questa parte della casa sia sempre prevalentemente luminosa anche con la presenza del biancospino.

 

APPROFONDIMENTO E INTEGRAZIONE NUOVO ALBERO:L'ABETE 

Avendo analizzato i due precedenti alberi ho voluto ampliare la conoscenza delle ombre e il rapporto che si stabilisce tra costruito e vegetazione attraverso l'inserimento nel mio progetto, ossia il sito in Via Tuscolana, di un abete. Ho voluto simulare l'integrazione di quest'albero rispetto agli altri due inseriti invece nel mio lotto di abitazione, perchè l'abete ha le caratteristiche e le dimensioni più idonee per convivere all'interno dell'edificio che ho ipotizzato.

L'Abete è una conifera sempreverde, originaria dell'America settentrionale; si tratta di un albero a crescita abbastanza lenta, mediamente longevo, che può raggiungere i 15-25 metri di altezza, ed i 3-8 metri di larghezza. Gli esemplari giovani hanno la classica chioma di forma conica, con l'età questo abete assume una forma più allungata, a candela. Il fusto è eretto, e presenta ramificazioni orizzontali, solo i rami vicino al suolo tendono leggermente verso il basso; il fogliame è costituito da aghi, lunghi 4-7 cm, di colore verde-bluastro, spesso rivolti verso l'alto. In primavera produce infiorescenze femminili e maschili, di colore diverso, seguite da pigne legnose, che cadono dall'albero in autunno, rilasciando i semi.

Preferisce i luoghi soleggiati, o semiombreggiati; non teme il freddo. Nelle zone con estati molto calde è consigliabile porre a dimora la pianta di Abete all'ombra, per evitare il calore eccessivo. 

  

L'abete realizzato ha un'altezza di 6 metri ed ha la chioma larga circa 3 metri.

21 GIUGNO: ORE 10-13-17

  

Le ombre generate in estate non sembrano essere di grandi dimensioni. Sono lunghe grazie alla sua forma alta e non molto larga ma non sono di grande entità come lo erano per esempio nell'olmo. Alle ore 13 ritroviamo una situazione favorevole in caso sia inserito appunto in un contesto abitatativo in quanto genera solamente l'ombra sotto la sua chioma non andando sicuramente ad interferire l'edificio in cui sia integrato.

21 DICEMBRE: ORE 10-13-16

  

In inverno le ombre sono sicuramente più ingombranti rispetto all'estate in quanto il sole è molto più basso in confronto alla stagione estiva appunto. Questo fa si che alle 10 si hanno delle ombre molto estese, non larghe però non compromettendo negativamente all'interno del contesto abitativo in cui sia inserito.Ciò ci fa appunto comprendere che la forma della chioma sia sufficentemente alta e sufficentemente larga da non generare delle ombre di entità importanti che non interferiscano significativamente con gli edifici in cui sia inserito.

 

Avendo effettuato delle simulazioni preliminari della sola vegetazione, ora vedremo l'inserimento dell'abero all'interno del progetto di Via Tuscolana. Ho proposto un filare di alberi lungo il perimetro interno dell'edificio in quanto questa zona corrisponde alla piazza urbana che ho ipotizzato.

In tutto sono stati inseriti 10 abeti lungo appunto il percorso che interessa l'affaccio principale dell'edificio su Via Tuscolana.

 

21 GIUGNO

ORE 10

  

Alle 10 constatiamo che la "piazza urbana" è abbastanza soleggiata e una parte degli alberi è in ombra, mentre una parte è colpita dai raggi. In sostanza gli abeti esposti alle radiazioni non generano però delle ombre compromettenti nell'edificio stesso rendendo quindi gradevole anche la permanenza in questa zona.

 

ORE 13

 

Alle 13 la situazione è ancora più favorevole: le ombre generate dagli abeti sono proiettate appena sotto la loro chioma. La piazza urbana è pienamente soleggiata ad eccezione di qualche angolo dell'edificio. Il risultato è sicuramente positivo per poter far godere le radiazioni solari a tutti gli appartamenti senza particolari ostruzioni da parte della vegetazione inserita.

 

ORE 17

  

Alle 17 vi è sicuramente una predominanza d'ombra su gran parte dell'edificio stesso e di conseguenza anche all'interno della piazza urbana che interessa la vegetazione che abbiamo inserito. Questa situazione non genera ulteriori problematiche in quanto tutti gli abeti sono ombreggiati e non interferiscono negativamente con l'edificio. Per quanto concerne quindi l'analisi sul periodo estivo, possiamo dedurre che l'abete risulta essere un albero poco invadente in termini di ombreggiamento e ciò può essere favorevole all'edificio che sia per la sua forma e sia per le sue dimensioni è già esposto a questo tipo di problematiche.

 

21 DICEMBRE

ORE 10

  

Alle 10 del 21 Dicembre, la piazza urbana è totalmente ombreggiata rispetto invece alla stessa ora del 21 Giugno. Questo fa si che tutti gli abeti siano in ombra e non giochino nessun ruolo in questa parte della giornata.

 

ORE 13

  

Alle 13 vi è una situazione poco più favorevole per l'edifcio e per il cortile verde. C'è più luce all'interno della piazza urbana e notiamo come ancora gli alberi non generano ombre che interferiscano con il costruito circostante. Sotto questo punto di vista è una nota positiva in quanto il passaggio delle radiazioni senza ulteriori ostruzioni permette agli appartamenti di ricevere il calore necessario da rilasciare durante la giornata. 

 

ORE 16

  

Alle 16 abbiamo quasi la stessa situazione riscontrata nella mattinata. La piazza urbana è ombreggiata come lo è anche l'edificio. Nuovamente notiamo come gli abeti non interferiscano con il costruito circostante. Come dicevamo precedentemente, la forma dell'edificio crea delle ombre che vanno a interessare spesso e volentieri anche gli alberi inseriti non facendo quindi creare ulteriori situazioni di ombreggiamento. 

 

CONSIDERAZIONI FINALI

L'inserimento dell'abete è stato utilissimo per comprendere il rapporto che si crea tra la vegetazione e il costruito, capendo oltretutto il tipo di relazione che  si genera tra l'albero e questo tipo di edificio rispetto invece alla mia abitazione. Le ombre che genera il progetto sono cosi importanti da interessare spesso tutto il contesto vegetale dove sono inseriti anche gli abeti. E' però positivo il fatto che questi abeti, nel momento in cui siano esposti alle radiazioni, non compromettano negativamente sulle facciate degli appartamenti poichè generano delle ombre di piccola entità. Ciò permette appunto alle abitazioni di essere esposte al sole e al calore senza ulteriori ostruzion. Posso quindi concludure che il loro inserimento all'interno di questo contesto sia in linea con le aspettative presupposte potenziando sia esteticamente,sia qualitativamente la zona in cui sono integrati.

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