revisioni burrascano martedì 15 febbraio
Published by marco burrascano on Lun, 14/02/2011 - 11:10carissimi,
domani mattina arrivo alle 11.00 in laboratorio non alle 10.00 come vi avevo precedentemente comunicato,
m.
carissimi,
domani mattina arrivo alle 11.00 in laboratorio non alle 10.00 come vi avevo precedentemente comunicato,
m.
carissimi
sarò in aula per l'ultima revisione martedì 15 febbraio dalle 10, vi prego di portare i soliti materiali che già sapete e l'impostazione delle tavole d'esame in modo da poterne discutere, per questioni più specifiche da ora a martedì potete pubblicare sul sito,
vi aspetto tutti martedì per chiudere bene il lavoro, m.
carissimi,
ai gruppi che devono e/o vogliono fare revisione con me do appuntamento giovedì 3 febbraio alle 14,30, faremo una revisione decisiva per l'esame
pregandoli di portare:
- tutte le piante (arredate sobriamente), la piante del piano terra deve comprendere le sistemazioni esterne, cioè scale, rampe, muretti di contenimento, alberi, indicazione di dove è pavimentato e dove è prato, vi prego di omettere siepi e altre verzure, ben disegnate e con la struttura leggibile,
- almeno 2 sezioni al 50, ben disegnate
- preferibilmente plastico al 100 con le curve di livello, in alternativa modello 3D ben definito ma astratto senza materiali e ovviamente con le curve di livello ogni 20 cm,
continuate a caricare immagini sul sito, per quanto possibile vi darò dei consigli on line,
carissimi,
giovedì alle 14.30 sarò anche io in laboratorio, pregherei i gruppi:
dolfini - dalla speranza e lippolis di venire alla stessa ora,
gli altri gruppi che stanno lavorando con me se vogliono possono passare per questioni brevi,
se siete impegnati e non riuscite a venire vi prego di scriverlo per tempo sulla vostra pagina del blog,
grazie buon lavoro, marco
Se dovessi insegnarvi architettura? Davvero una domanda difficile… Inizierei proibendo gli ordini, mettendo la parola fine a questa incartapecorita stupidaggine degli ordini, una incredibile sfida all’intelligenza. Insisterei su un vero rispetto per l’architettura. D’altro lato, racconterei ai miei studenti come siano commuoventi le cose dell’Acropoli di Atene, di cui comprenderanno in seguito la superiore grandezza. Prometterei di spiegare la magnificenza di Palazzo Farnese e del vasto golfo spirituale che si stende tra le absidi e la facciata di San Pietro, ambedue rigorosamente costruite con il medesimo “ordine”, però una da Michelangelo e l’altra da Alberti (sic) -e parlerei di molti altri fatti, i più semplici e veri dell’architettura, la cui comprensione richiede una certa competenza. Insisterei sul fatto che nobiltà, purezza, comprensione intellettuale, bellezza plastica e l’eterna qualità delle proporzioni rappresentano le gioie che l’architettura può offrire e che ciascuno può comprendere. Mi sforzerei di inculcare nei miei allievi un acuto bisogno di controllo, di imparzialità nel giudicare, di sapere “come” e “perché”… e li incoraggerei a coltivare questi atteggiamenti sino al loro ultimo giorno. Vorrei però che così facendo si basassero su una serie di fatti oggettivi. Mai fatti sono fluidi e mutevoli, specialmente ai nostri giorni; pertanto insegnerei loro a diffidare delle formule e vorrei convincerli che tutto è relativo. Chiedo a un giovane studente: come fai una porta? Quanto grande? Dove la metti (1)? Come fai una finestra? Ma, tra l’altro, a che cosa serve una finestra? Sai davvero perché si fanno le finestre? Se lo sai allora sarai capace di spiegarmi perché una finestra è ad arco, un’altra quadrata e un’altra ancora rettangolare (2). Vorrei delle spiegazioni e poi aggiungerei: pensaci bene: abbiamo ancora bisogno di finestre ai nostri giorni? In una stanza, dove fai una porta?… Probabilmente hai diverse alternative; hai ragione, ci sono diverse soluzioni e ciascuna produce una sensazione architettonica differente. Lo vedi, queste differenze tra le soluzioni sono la vera, assoluta base dell’architettura. Dal modo in cui entri nella stanza e dal modo in cui la porta è ricavata dalla parete derivi un’impressione particolare, mentre il muro che perfori acquista caratteristiche altrettanto particolari. Ti sembra di avere scoperto l’architettura. Comunque io ti proibisco di disegnare un asse sulla tua pianta -gli assi sono semplici formule per stupire gli allocchi. Un altro punto non meno importante: dove ricavi le aperture delle finestre? Capisci che a seconda della sua provenienza la luce produce una sensazione particolare? Pertanto disegna tutti i modi in cui si possono sistemare le aperture delle finestre e poi dimmi quale è il migliore (3). Adesso disegna tutte le forme possibili delle stanze da pranzo, delle cucine, della stanze da letto, ciascuna con le sue specifiche caratteristiche. Una volta che l’hai fatto, cerca di ridurne le dimensioni al minimo. Una cucina… ma questo è un problema urbanistico: circolazione e spazio di lavoro. Ma non dimenticare che la cucina è il più santo dei luoghi. Il prossimo passo è disegnare un ufficio per un uomo d’affari e quelli per la sua segretaria, la sua dattilografa e i suoi impiegati. Ricordati che una casa è una macchina per abitare e che un ufficio o una fabbrica sono macchine per lavorare. Tu non sai nulla degli “ordini” né dello “stile 1925″ e se ti colgo a disegnare nello “stile 1925″ ti pesto sulle orecchie. Non devi essere uno stilista. Tu articoli e pianifichi -null’altro. Adesso cerca di risolvere uno dei problemi contemporanei più intricato: la casa minima. Prima per una donna o un uomo soli, poi per una coppia -non ti preoccupare dei bambini. Poi cambia casa: sono nati due bambini. Poi devi mettere insieme quattro bambini. Poiché tutto questo è molto difficile, inizierai disegnando una linea retta, intorno alla quale comincerai a costruire le unità richieste secondo il loro ordine, ciascuna con una superficie minima (4). Quindi, seguendo una sorta di albero genealogico, risolverai il problema della circolazione. mettendo le unità appropriatamente una vicina all’altra. Per finire tenterai di assemblare le singole unità sino a farne una casa -non ti preoccupare della costruzione, questa è un’altra faccenda. Se per caso ti piace giocare a scacchi, a questo punto può venirti utile e non devi andare in un bar per trovare un avversario! Andrai in un edificio in costruzione per vedere come si fa il calcestruzzo armato, i tetti piani o i solai e come le finestre vengono montate. Fai degli schizzi e se vedi qualcosa di idiota, prendine nota e quando ritorni fai delle domande. Non credere di imparare a costruire studiando matematica. Questa è una truffa praticata nelle Accademie per prenderti il meglio di te. Nonostante ciò ti dedicherai con buona Iena allo studio della statica. Questo è facile. Non pensare di avere bisogno di sapere esattamente come i matematici sono arrivati alle formula per il calcolo delle resistenze. Con un po’ di pratica capirai i meccanismi del calcolo, ma soprattutto ricordati di come lavorano le diverse parti di un edificio. Devi sapere come funziona il momento di inerzia. Quando lo capirai, sarai libero di fare qualsiasi cosa. Tutto questo è molto semplice: lascia le complicazioni della matematica ai matematici. I tuoi studi non sono ancora terminati. Ora ti occuperai delle questioni del suono, della temperatura e della dilatazione. Del riscaldamento e del raffreddamento. Quanta più esperienza accumulerai in questa fase, tanto più ne trarrai vantaggio in futuro. Cerca di disegnare una baia con le boe che delimitano un canale e fai vedere come un transatlantico arriva alla banchina e riparte (6). Ciò comporterà ritagliare la forma approssimativa della nave da un foglio colorato per mostrare le sue successive posizioni sul disegno. Questo potrà darti qualche idea per progettare una banchina. Adesso disegna un blocco con duecento uffici e una piazza di fronte per accogliere le automobili: scopri quante automobili ci possono stare e, come hai fatto per il transatlantico. mostra chiaramente quali manovre possono fare (7). Forse così ti farai qualche idea circa le dimensioni e le forme dei parcheggi e delle loro relazioni con la strada. Questa è la regola aurea: usa matite colorate. Con il colore accentui, classifichi, chiarisci, sbrogli. Con la matita nera rimani piantato nel fango e sei perduto. Ripetitelo sempre: un disegno deve essere facilmente leggibile. Il colore ti verrà in soccorso. Qui c’è una piazza in una città dove si incontrano diverse strade (8). Capisci come il traffico l’attraversa. Cerca di pensare a ogni tipo di piazza e individua quella che offre le migliori condizioni per la circolazione. Poniti il problema di disegnare una stanza con le sue porte e le sue finestre. Distribuisci in modo conveniente gli arredi. Questo è un altro problema di circolazione —ma anche di buon senso e di una sacco di altre cose! Chiediti se la tua stanza deve servire a qualche uso particolare come questo (9). Ora ti pongo un tema e devi scrivere: fai una relazione comparativa e analitica per spiegare perché esistono città come Londra, Birmingham, Liverpool, Hull, Glasgow. Un compito davvero difficile per uno studente, ma così capirai che prima di mettere giù qualcosa devi sapere esattamente di cosa ti stai occupando e del perché questa cosa esiste. Un magnifico esercizio per sviluppare la tua capacità di discernimento. Un giorno vai alla stazione ferroviaria con il metro in mano e fai un rilievo esatto di un vagone ristorante con la cucina e i servizi. Fai la medesima cosa per un vagone letto. Poi ritorna alla banchina nel porto e sali sul transatlantico. Disegnane i piani colorati e le sezioni colorate, facendo vedere come funziona. Hai una minima idea di cosa succede dentro una nave? Lo sai che è un palazzo che accoglie 2.000 persone, un terzo delle quali vi vive lussuosamente? Lo capisci che è un albergo con tre classi separate e completamente indipendenti, un gigantesco sistema di propulsione meccanica con il suo personale, i suoi ingegneri e i suoi meccanici e che oltre a costoro vi sono ufficiali e marinai che fanno funzionare la nave? Quando puoi far vedere chiaramente, grazie alle planimetrie e alle sezioni colorate, come è organizzato un transatlantico, potrai presentarti al prossimo concorso per la costruzione del Palazzo della Lega delle Nazioni. E ora, amico mio, ti prego di tenere aperti gli occhi. Hai gli occhi aperti? Sei stato educato a tenere gli occhi aperti? Sai come tenere gli occhi aperti? Li tieni continuamente e utilmente aperti? Che cosa guardi quando esci per una passeggiata? Guarda il retro degli edifici se vuoi imparare. Chiudi gli occhi davanti ai prospetti sulla strada. Poi vai a misurare un edificio decente dietro la facciata. Studia questa costruzione anonima avendo come prospettiva una successiva costruzione di scala maggiore, forse in acciaio (una casa prefabbricata) o in calcestruzzo armato (montando delle parti modulari). Ora che mi sono rivolto al tuo senso dell’onestà vorrei inculcarti, inculcare a te come a tutti gli studenti di architettura, l’odio per lo “stilismo da tavolo da disegno” che consiste nel coprire un foglio di carta con immagini attraenti, “stili” o “ordini” —questa è moda. L’architettura, invece, è spazio, larghezza, profondità, altezza, volume e circolazione. Architettura è una concezione della mente. La devi concepire nella tua testa ad occhi chiusi. Soltanto così puoi prendere visione del tuo progetto. La carta è soltanto lo strumento per mettere in ordine l’idea e trasmetterla al committente o al costruttore. Quando grazie alle planimetrie e alle sezioni hai ottenuto un insieme che funziona, gli alzati vengono di conseguenza, e se hai qualche dote come progettista anche i prospetti saranno belli. Ripetilo in ogni maniera che le case servono per abitare ma sappi che sarai un buon architetto soltanto quando i tuoi prospetti funzioneranno. Le proporzioni bastano ma però c’è bisogno anche di molta immaginazione, e più modesto è il problema tanto maggiore è l’immaginazione di cui vi è bisogno. Architettura è organizzazione. TU SEI UN ORGANIZZATORE, NON UNO STILISTA DA TAVOLO DA DISEGNO.