Per il dimensionamento delle armature longitudinali dei pilastri abbiamo considerato quello maggiormente sollecitato.
In seguito abbiamo determinato i domini di rottura N-Mx e N-My e verificato che le coppie delle sollecitazioni di progetto ricadessero al loro interno. Successivamente abbiamo svolto la verifica a presso-flessione deviata come descritto nell'espressione 4.1.10-NTC.
A tal proposito vorremmo sapere se per verificare gli altri pilastri è necessario effettuare entrambe le verifiche o se basta fare la verifica a presso-flessione deviata con VCA.
La verifica di resistenza dei pilastri devono essere effettuate relativamente a tutte le terne N,Mx,My, oppure per tutte le coppie N.Mx e N,My esistenti. Si può utilizzare la sola combo di inviluppo ma va fatto in maniera consapevole, ovvero, scegliendo i valori assoluti massimi di Mx ed My assieme al valore di N per cui si ha la minima resistenza della sezione verificata (devo scegliere tra Nmin e Nmax che ho in output dall'inviluppo).
La norma ci consente di fare verifiche "semplificate" di pressoflessione retta N,Mx e N,My con l'accortezza di amplificare del 30% la sollecitazione flettente.
Quindi potete fare, con un software, la verifica a pressoflessioone deviata.
Nel vostro progetto vi chiediamo comunque di fare almeno un dominio di interazione in maniera manuale e quindi esguire la verifica a pressoflessione retta nel rispetto delle indicazioni di norma (N,Mx e N,My). Anche in questo caso scegliete l'opportuno valore di N da associare ai valori di calcolo
Per la verifica della gerarchia delle resistenze la norma dice di calcolare i Momenti resistenti dei pilastri in relazione al valore di N a cui corrisponde il minor Momento resistente. Su Vca consideriamo la sezione soggetta a compressione semplice o a pressoflessione?
I pilastri vanno verificati a pressoflessione poichè sono sempre soggetti ad una combinazione di sollecitazione assiale e flessione. Nella GR devo determinare il valore di Mresistente per confrontarlo con la sollecitazione Mgr. Tale Mr lo determino sulla base del dominio di interazione che caratterizza la sezione del pilastro.
es. il mio pilastro ha una variazione di N tra Nmin e Nmax (lo vedo dall'inviluppo)
quindi scelgo tra Mr1 associato ad Nmin e Mr2 associato ad Nmax il minimo dei due Mr=min(Mr1,Mr2)
in questo modo sono certo che la sezione, per qualunque N agente, soddifa la GR
Forse le abbiamo posto male la domanda. Ci è chiaro che bisogna prendere la M resistente minore ma non capiamo se questo M resistente è anche in funzione di MxEd e MyEd massimi o solo di N.
In un nodo confinato la sezione della trave deve coprire per il 75% la larghezza del pilastro. In caso di trave a T, per sezione della trave si intende la larghezza dell'anima o quella che comprende le ali?
Nella verifica di resistenza del nodo (Espressione 7.4.8) per il calcolo dello sforzo assiale normalizzato consideriamo la Nmax data dall'inviluppo di tutte le combinazioni o quella ottenuta dalle sole combinazioni sismiche?
Abbiamo dimensionato le staffe con l'espressione 7.4.15 considerando il caso di Ned,max per determinare Vrdc.
La norma impone un'ulteriore verifica, l'espressione 7.4.16 che però nel nostro caso non si verifica, ci chiediamo se abbiamo sbagliato a definire qualche dato:
- nella 7.4.16 abbiamo considerato la Ned,min negativa perchè di trazione mentre nella 7.4.15 quella massima di compressione; è giusto o dobbiamo fare rifermento sempre alla stessa Ned?
- sempre nella 7.4.16 abbiamo considerato il braccio delle forze diverso: al primo membro della disequazione z=0,8*hcr, mentre al secondo membro z=0,8*lw; è corretto?
Se tutti i dati sono corretti abbiamo pensato che una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l'armatura longitudinale.
Per la verifica a scorrimento, nel calcolo del contributo di Vfd i valori minimi di Ned e Med li prendiamo in valore assoluto o consideriamo il segno? Inoltre Ved da verificare è quello preso dal SAP o quello incrementato?
Ved va incrementato solo quando dobbiamo verificare che sia minore di Vrd o anche quando calcoliamo il rapporto di taglio αs=Med/(Ved*lw) per la verifica a taglio trazione?
Una precisazione, rileggendo per bene la normativa appare però evidente che, per tutte le verifiche al taglio, il valore VEd è quello incrementato. Quindi prima fate l'incremento e poi lo usate x tutte le verifiche
Ma a questo punto ci chiediamo se bisogna incrementare VEd anche quando lo utilizziamo per calcolare il rapporto di taglio αs = MEd/(VEd*lw) da utilizzare nella verifica a taglio trazione dell'armatura dell'anima.
Inoltre abbiamo un dubbio relativo alla NEd media di cui abbiamo parlato ieri a revisione. Dalle combinazioni sismiche otteniamo delle NEd di segni diversi quindi ci chiediamo se nel calcolo della media bisogna tener conto dei segni.
Certamente la norma non è chiarissma e quindi è soggetta ad interpretazioni.
- Per il coeff. alfa direi di usare il taglio che viene dall'analisi sap poichè la fomula non serve per trovare un taglio di progetto, ma un rapporto tra sollecitazioni per individuare un meccanismo e quindi la formula da adottare in verifica.
-Per Ned io vi ho detto di prendere Ned conseguente dai carichi gravitazionali sismici (g1+G2+PsiQk) che pertanto sarà sempre di compressione (la tensione conseguente sulla sezione è la tensione media sigma=N/A). Ricordiamoci però che, a rigore, andrebbe scelto il valore più conservativo tra quelli possibili, sia questo negativo o positivo.
abbiamo svolto di nuovo il procedimento della verifica a taglio trazione in base a quello che ci siamo detti revisione.
Purtroppo però abbiamo ancora dei problemi visti i risultati dei calcoli.
Per maggior chiarezza le alleghiamo il procedimento svolto per la progettazione delle staffe in zona critica della parete piena.
Il passo delle staffe è troppo alto in confronto ai limiti di normativa (s max = 10 cm).
Quindi ci chiediamo, visto che il valore di s è troppo distante dai limiti imposti, se questa differenza è dovuta a errori nel procedimento o a sollecitazioni troppo basse. Se così non fosse abbiamo pensato di eseguire la verifica finale (Ved < Vrsd che ricalcolo per la seconda volta) con la s =10; oppure in ultima analisi, utilizzare l'espressione 4.1.18 della normativa (che si usa quando il rapporto di taglio è maggiore di 2) dato che nel nostro caso il rapporto di taglio viene circa 2 (1,98).
Le alleghiamo la verifica di taglio trazione per il rapporto di taglio maggiore o uguale a 2
In questo caso la s la prendiamo dai limiti da normativa e svolgiamo direttamente la verifica.
Quindi qual è il ragionamento più corretto da fare?
non ho capito da dove tirate fuori il passo s della tabella in alto.
Comunque in una verifica del genere dovete:
fissare l'armatura orizzontale nel rispetto dei limiti di normativa. Poi eseguite la verifica e quindi valutate se aumentarla (infittirla o aumentare il diametro), oppure se tenerla se la verifica è soddisfatta.
Forse non siamo state chiare nell'esporre il procedimento. Ciò che intendiamo è:
1- invece di vericare che il min di normativa sia sufficente per la verifica (in caso negativo dovremmo procedere per tentivi) ci troviamo As minima totale delle barre orizzontali di tutta l'altezza critica ponendo VEd = VRsd
2- trovato As tot delle barre lo dividiamo per l'area totale delle staffe per un singolo strato e otteniamo come risultato il numero di strati totali che dobbiamo avere.
3- confronto tra la s ottenuta dal calcolo e quella di normativa e scelta del valore minore tra i due
CONSIDERAZIONE: il fatto che la differenza tra i due passi è molto alta ci ha fatto pensare che forse abbiamo sbagliato qualcosa nella scelta dei dati.
nella Verifica a scorrimento, per calcolare il contributo della resistenza per attrito Vfd (7.4.21) il valore di MEd da considerare è quello minore in valore assoluto tra tutte le combinazioni (sismiche e non sismche) a favore di sicurezza o quello massimo utilizzato per le verifiche precedenti?
abbiamo qualche dubbio sul dimensionamento delle armature degli elementi verticali ai lati delle bucature:
1- visto che consideriamo questi elementi come pilastri come ci comportiamo con le zone critiche? Consideriamo un'unica zona critica estesa per tutta l'altezza?
2- La verifica a presso-flessione deviata va eseguita per tutte le combinazioni solo alla base o per ogni livello?
Inoltre la parte superiore della parete, che è di nuovo piena, la dimensioniamo con il procedimento che abbiamo usato per le altre tre pareti piene? Per ora nelle parti laterali abbiamo fatto proseguire le armature longitudinali e trasaversali degli elementi verticali dimensionati precedentemente mentre per la parte centrale abbiamo messo gli stessi ferri della parete parallela.
abbiamo dei dubbi su come procedere nel dimensionamento delle armature degli elementi orizzontali della parete del vano ascenore che in maniera impropria chiamiamo travi di collegamento.
Il procedimento che abbiamo utilizzato è:
1- abbiamo verificato le due espressioni date dall'EC2 (5.5.3.5 ) per vedere se abbiamo bisogno di armature diagonali o possiamo dimensionare i ferri come per le travi "normali".
2- una volta visto che non abbiamo bisogno di ferri diagonali, abbiamo usato il procedimento già utilizzato per le travi.
Il nostro dubbio sta nel fatto che, trovandoci in una situazione ambigua, dato che non si tratta nè di travi di accoppiamento nè di travi snelle (l/h < 3), non sappiamo se l'aver utilizzato le due verifiche indicate nel punto 1 (che riguardano le travi di accoppiamento) è corretto. D'altra parte perrò ci sembra sia necessario svolgere delle verifiche preliminari per poter affermare che il dimensionamento possa essere fatto come per le travi snelle.
Abbiamo sempre considerato questa parete composta da due ali laterali (pilastri) e delle travi tozze.
Vista l'ambiguità della soluzione finora usata ci chiediamo se non sia meglio adottare altre soluzioni costruttive.
Ne abbiamo ipotizzate due.
1- mantenere la stessa configurazione modificando solo la trave che mantiene il ruolo di appoggio per l'orditura del solaio ma si abbassa notevolmente (diventando alta come le travi ai lati del vano ascensore). Di conseguenza, scegliendo questa soluzione, armeremo questa trave come le altre due inserendo, come stabilito a revisione, 2phi16 superiormente ed inferiormente fuori calcolo.
2- cambiare la configurazione della sezine del vano ascensore in pianta che diventa a C (eliminando le ali) e introducendo delle travi alte. In questo modo le travi possono essere considerate di accoppiamento? Secondo noi no però abbiamo visto che in molti esempi le considerano come tali e quindi abbiamo pensato che può essere una soluzione più plausibile rispetto a quella finora adottata.
Speriamo di essere state abbastanza chiare.
Nel caso in cui possiamo mantenere la configurazione attuale rimangono valide le domande che le abbiamo posto la volta scorsa:
abbiamo qualche dubbio sul dimensionamento delle armature degli elementi verticali ai lati delle bucature:
1- visto che consideriamo questi elementi come pilastri come ci comportiamo con le zone critiche? Consideriamo un'unica zona critica estesa per tutta l'altezza?
2- La verifica a presso-flessione deviata va eseguita per tutte le combinazioni solo alla base o per ogni livello?
Inoltre la parte superiore della parete, che è di nuovo piena, la dimensioniamo con il procedimento che abbiamo usato per le altre tre pareti piene? Per ora nelle parti laterali abbiamo fatto proseguire le armature longitudinali e trasaversali degli elementi verticali dimensionati precedentemente mentre per la parte centrale abbiamo messo gli stessi ferri della parete parallela.
La soluzione 1 e 3 mi sembrano le migliori (scegliete voi)
domanda 1) le zone critiche sono quelle dei setti e quindi circa tutto il primo ordine del setto e basta (non dovete fare zone critiche all'interno delle zone confinate che assomigliano, ma non sono, a dei pilastri)
domanda 2) La verifica a presso-flessione deviata va eseguita per tutte le combinazioni e per ogni livello. Potete individuare dove ha senso farla e dove no. In genere alla base e ai cambi di armatura
abbiamo deciso di mantenere la tipologia già dimensionata (proposta 1) sulla quale però abbiamo ancora dei dubbi.
Le illustriamo il procedimento che abbiamo utilizzato per progettare gli elementi verticali della parete con le bucature del vano ascensore:
1- verifica limitazioni geometriche: confronto rapporto a/b in base al quale la norma identifica il nostro elemento come un pilastro (a/b < 4);
2- verifica sforzo assiale normalizzato (vd < 55% considerando come limite quello dei pilastri);
3- progetto armature longitudinali in base alle limitazioni che la norma impone per i pilastri;
4- verifica a pressoflessione deviata;
5- individuazione delle zone critiche: in base a quello che lei ci ha scritto nel precedente post hcr si estende fino al primo ordine. Ci chiediamo se tale valore lo ricaviamo da calcoli o lo prendiamo per assunto in favore di sicurezza visto che ci troviamo in una situazione intermedia pilastro/parete;
6- staffatura: per il progetto delle staffe seguiamo il procedimento dei pilastri o quello delle pareti?
parte superioreparete:
per il dimensionamento delle armature usiamo lo stesso procedimento utilizzato per le altre tre pareti piene? Per ora nelle parti laterali abbiamo fatto proseguire le armature longitudinali e trasaversali degli elementi verticali dimensionati precedentemente mentre per la parte centrale abbiamo messo gli stessi ferri della parete parallela.
Elementi orizzontali:
Procedimento utilizzato per il dimensionamento dell'armatura:
1- abbiamo verificato le due espressioni date dall'EC2 (5.5.3.5 ) per vedere se abbiamo bisogno di armature diagonali o possiamo dimensionare i ferri come per le travi "normali".
2- una volta visto che non abbiamo bisogno di ferri diagonali, abbiamo usato il procedimento già utilizzato per le travi.
Il nostro dubbio sta nel fatto che, trovandoci in una situazione ambigua, dato che non si tratta nè di travi di accoppiamento nè di travi snelle (l/h < 3), non sappiamo se l'aver utilizzato le due verifiche indicate nel punto 1 (che riguardano le travi di accoppiamento) è corretto. D'altra parte perrò ci sembra sia necessario svolgere delle verifiche preliminari per poter affermare che il dimensionamento possa essere fatto come per le travi snelle.
abbiamo un dubbio per quanto rigurda il valore di NEdmin nelle verifiche delle pareti:
VERIFICA A TAGLIO TRAZIONE
_Sulla dispensa c'è scritto di considerare il valore minimo di N che deriva dall'inviluppo sismico (dato dalle combinazioni in cui è presente la forza del sisma E). Noi invece, in base a ciò che ci siamo detti a revisione, abbiamo ricavato NEd min da un' unica combinazione ottenuta considerando i soli carichi gravitazionali senza considerare la forza sismica.
Per quanto riguarda la parete del vano ascensore con le aperture le sollecitazioni che ci da il SAP non corrispondono a quelle a cui "dovrebbe" essere soggetta una parete. Non sappiamo se questo è dovuto ad un errore nel modello da parte nostra o se è dovuto al fatto che questi elementi verticali non sono pareti. Le alleghiamo l'immagine della parete nel modello sap:
avevamo semplificato dicendo che potete adottare il valore di N minimo ottenuto dalle combo sismiche ovverro circa il valore ottenuto dai soli carichi grav. in combo sismica a meno di qualche effetto di tira e spingi la cui rilevanza può essere valutata slla basse delle soll. alla base (N= somma delle reaz. vincolari lungo Z...lo faccio per ogni combo sismica e vedo se N varia e se si prendo il minimo)
abbiamo qualche domanda in riferimento all dimensionamento dei solai:
1- il grafico dell'inviluppo dei Momenti va traslato di d=h-c-phi/2 o di 0,9d= 0,9*h-c?
2- le lunghezze di ancoraggio sono sempre tese perchè stiamo in zona sismica?
3- abbiamo calcolato le lunghezze di sovrapposizione secondo il procedimento proposto dall'EC2, tale valore è uguale per barre tese e compresse perchè consideriamo i coefficienti per barre tese?
4- da quanto detto a lezione le fasce piene di costruzione si mettono per pulizia di getto. Ma per pulizia di getto cosa s'intende precisamente?
rivedendo la verifica SLU dei solai ci sono sorti dei dubbi:
1- nell'equazione d'equilibrio T = C dalla quale ricaviamo l'altezza della zona compressa yc, abbiamo assunto C = 0.8*fcd*b*yc non considerando il contributo delle armature compresse. Dato che nella teoria però questo contributo viene considerato ci chiediamo perchè è possibile non considerarlo.
2- Inoltre non capiamo perchè MEd da confrontare con MRu è quello ottenuto dalla formula semplificata M = 0,9*d*As*fyd e non quello ottenuto dal SAP.
Per maggiore chiarezza le alleghiamo la tabella con la verifica di un solaio
1) non considerare il contributo dell'armatura compressa è una semplificazione. Ciò non togli che l'approccio teorico è quello corretto e numericamente esatto
2) M=0.9 d As fyd è la resistenza calolata con una formula approssimata valida x normalmente armate in armatura semplice. Invertendo la formula, mettendo M=sollecitazione, possiamo ricavare l'As minima tesa necessaria
OK grazie ma forse nella domanda 2 non ci siamo spiegate bene: la verifica è soddisfatta se MRu>Md ma ci chiediamo Md da confrontare è quello ottenuto dal SAP o quello che otteniamo con la formula 0,9*As*d*fyd? Inoltre nella formula As è quella effettiva o quella minima?
Vorremmo una conferma sulla verifica delle tensioni ammissibili SLE in campata:
- calcolo asse neutro ipotizzandolo passante per la soletta;
- nel caso in cui asse neutro > altezza soletta calcolo momento d'inerzia considerando la sezione a T omegeneizzata anche se abbiamo ipotizzato che l'asse neutro passa per la soletta?
Salve,
sono Valentina Bove, matricola 255444 e faccio parte del gruppo BOVE gAP003
Salve,
sono Valentina Del Vescovo, matricola 255513 e faccio parte del gruppo BOVE gAP003
Per il dimensionamento delle armature longitudinali dei pilastri abbiamo considerato quello maggiormente sollecitato.
In seguito abbiamo determinato i domini di rottura N-Mx e N-My e verificato che le coppie delle sollecitazioni di progetto ricadessero al loro interno. Successivamente abbiamo svolto la verifica a presso-flessione deviata come descritto nell'espressione 4.1.10-NTC.
A tal proposito vorremmo sapere se per verificare gli altri pilastri è necessario effettuare entrambe le verifiche o se basta fare la verifica a presso-flessione deviata con VCA.
La verifica di resistenza dei pilastri devono essere effettuate relativamente a tutte le terne N,Mx,My, oppure per tutte le coppie N.Mx e N,My esistenti. Si può utilizzare la sola combo di inviluppo ma va fatto in maniera consapevole, ovvero, scegliendo i valori assoluti massimi di Mx ed My assieme al valore di N per cui si ha la minima resistenza della sezione verificata (devo scegliere tra Nmin e Nmax che ho in output dall'inviluppo).
La norma ci consente di fare verifiche "semplificate" di pressoflessione retta N,Mx e N,My con l'accortezza di amplificare del 30% la sollecitazione flettente.
Quindi potete fare, con un software, la verifica a pressoflessioone deviata.
Nel vostro progetto vi chiediamo comunque di fare almeno un dominio di interazione in maniera manuale e quindi esguire la verifica a pressoflessione retta nel rispetto delle indicazioni di norma (N,Mx e N,My). Anche in questo caso scegliete l'opportuno valore di N da associare ai valori di calcolo
Per la verifica della gerarchia delle resistenze la norma dice di calcolare i Momenti resistenti dei pilastri in relazione al valore di N a cui corrisponde il minor Momento resistente. Su Vca consideriamo la sezione soggetta a compressione semplice o a pressoflessione?
I pilastri vanno verificati a pressoflessione poichè sono sempre soggetti ad una combinazione di sollecitazione assiale e flessione. Nella GR devo determinare il valore di Mresistente per confrontarlo con la sollecitazione Mgr. Tale Mr lo determino sulla base del dominio di interazione che caratterizza la sezione del pilastro.
es. il mio pilastro ha una variazione di N tra Nmin e Nmax (lo vedo dall'inviluppo)
quindi scelgo tra Mr1 associato ad Nmin e Mr2 associato ad Nmax il minimo dei due Mr=min(Mr1,Mr2)
in questo modo sono certo che la sezione, per qualunque N agente, soddifa la GR
Forse le abbiamo posto male la domanda. Ci è chiaro che bisogna prendere la M resistente minore ma non capiamo se questo M resistente è anche in funzione di MxEd e MyEd massimi o solo di N.
Grazie.
per la GR si fa una verifica confrontando i valori resistenti e sollecitanti prima attorno ad X e poi attorno ad Y
quindi noto l'N che mi da Mxmin confronto Mxmin e Mx,gr
quindi noto l'N che mi da Mymin confronto Mymin e My,gr
Grazie per il chiarimento
In un nodo confinato la sezione della trave deve coprire per il 75% la larghezza del pilastro. In caso di trave a T, per sezione della trave si intende la larghezza dell'anima o quella che comprende le ali?
Nella verifica di resistenza del nodo (Espressione 7.4.8) per il calcolo dello sforzo assiale normalizzato consideriamo la Nmax data dall'inviluppo di tutte le combinazioni o quella ottenuta dalle sole combinazioni sismiche?
-Quali verifiche SLE vanno eseguite per i pilastri?
-va fatta la verifica di duttilità, sempre riferita ai pilastri, indicata nella 7.4.4?
La parte di pilastro che si sovrappone alla trave in esso convergente individua, su ciascun lato, la zona confinata.
-Nell'individuazione del nodo si è soliti far riferimento all'impronta dell'anima della trave a "T" in modo da individuare un nodo a parallelepipedo.
-Le verifiche sle da eseguire soo, in via generale, sempre tutte. Quelle più opportune, per un pilastro, sono quelle sulle tensioni.
-Nel vostro progetto, se rispettate i dettagli costruttivi, potete evitare verifiche di duttilità.
Grazie per il chiarimento
Salve,
vorremmo sapere se, data la giornata di sciopero generale, domani ci sarà comunque lezione.
Abbiamo dimensionato le staffe con l'espressione 7.4.15 considerando il caso di Ned,max per determinare Vrdc.
La norma impone un'ulteriore verifica, l'espressione 7.4.16 che però nel nostro caso non si verifica, ci chiediamo se abbiamo sbagliato a definire qualche dato:
- nella 7.4.16 abbiamo considerato la Ned,min negativa perchè di trazione mentre nella 7.4.15 quella massima di compressione; è giusto o dobbiamo fare rifermento sempre alla stessa Ned?
- sempre nella 7.4.16 abbiamo considerato il braccio delle forze diverso: al primo membro della disequazione z=0,8*hcr, mentre al secondo membro z=0,8*lw; è corretto?
Se tutti i dati sono corretti abbiamo pensato che una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l'armatura longitudinale.
Per la verifica a scorrimento, nel calcolo del contributo di Vfd i valori minimi di Ned e Med li prendiamo in valore assoluto o consideriamo il segno? Inoltre Ved da verificare è quello preso dal SAP o quello incrementato?
Ved va incrementato solo quando dobbiamo verificare che sia minore di Vrd o anche quando calcoliamo il rapporto di taglio αs=Med/(Ved*lw) per la verifica a taglio trazione?
Nelle verifiche agli stati limite di esercizio le combinazioni (rara e quasi permanente) non tengono conto dell'azione sismica, giusto?
La verifica di resistenza del nodo (7.4.8) va effettuata per un solo nodo ( quello da disegnare ) o per tutti i nodi della pilastrata studiata?
Grazie
le combinazioni sono quelle che leggete nel cap 2 della NTC. Come potete vedere nella rara e q.p. non compare E ovvero il sisma
Una precisazione, rileggendo per bene la normativa appare però evidente che, per tutte le verifiche al taglio, il valore VEd è quello incrementato. Quindi prima fate l'incremento e poi lo usate x tutte le verifiche
Ok grazie.
Ma a questo punto ci chiediamo se bisogna incrementare VEd anche quando lo utilizziamo per calcolare il rapporto di taglio αs = MEd/(VEd*lw) da utilizzare nella verifica a taglio trazione dell'armatura dell'anima.
Inoltre abbiamo un dubbio relativo alla NEd media di cui abbiamo parlato ieri a revisione. Dalle combinazioni sismiche otteniamo delle NEd di segni diversi quindi ci chiediamo se nel calcolo della media bisogna tener conto dei segni.
Certamente la norma non è chiarissma e quindi è soggetta ad interpretazioni.
- Per il coeff. alfa direi di usare il taglio che viene dall'analisi sap poichè la fomula non serve per trovare un taglio di progetto, ma un rapporto tra sollecitazioni per individuare un meccanismo e quindi la formula da adottare in verifica.
-Per Ned io vi ho detto di prendere Ned conseguente dai carichi gravitazionali sismici (g1+G2+PsiQk) che pertanto sarà sempre di compressione (la tensione conseguente sulla sezione è la tensione media sigma=N/A). Ricordiamoci però che, a rigore, andrebbe scelto il valore più conservativo tra quelli possibili, sia questo negativo o positivo.
Salve,
abbiamo svolto di nuovo il procedimento della verifica a taglio trazione in base a quello che ci siamo detti revisione.
Purtroppo però abbiamo ancora dei problemi visti i risultati dei calcoli.
Per maggior chiarezza le alleghiamo il procedimento svolto per la progettazione delle staffe in zona critica della parete piena.
Il passo delle staffe è troppo alto in confronto ai limiti di normativa (s max = 10 cm).
Quindi ci chiediamo, visto che il valore di s è troppo distante dai limiti imposti, se questa differenza è dovuta a errori nel procedimento o a sollecitazioni troppo basse. Se così non fosse abbiamo pensato di eseguire la verifica finale (Ved < Vrsd che ricalcolo per la seconda volta) con la s =10; oppure in ultima analisi, utilizzare l'espressione 4.1.18 della normativa (che si usa quando il rapporto di taglio è maggiore di 2) dato che nel nostro caso il rapporto di taglio viene circa 2 (1,98).
Le alleghiamo la verifica di taglio trazione per il rapporto di taglio maggiore o uguale a 2
In questo caso la s la prendiamo dai limiti da normativa e svolgiamo direttamente la verifica.
Quindi qual è il ragionamento più corretto da fare?
non ho capito da dove tirate fuori il passo s della tabella in alto.
Comunque in una verifica del genere dovete:
fissare l'armatura orizzontale nel rispetto dei limiti di normativa. Poi eseguite la verifica e quindi valutate se aumentarla (infittirla o aumentare il diametro), oppure se tenerla se la verifica è soddisfatta.
Grazie della risposta.
Forse non siamo state chiare nell'esporre il procedimento. Ciò che intendiamo è:
1- invece di vericare che il min di normativa sia sufficente per la verifica (in caso negativo dovremmo procedere per tentivi) ci troviamo As minima totale delle barre orizzontali di tutta l'altezza critica ponendo VEd = VRsd
2- trovato As tot delle barre lo dividiamo per l'area totale delle staffe per un singolo strato e otteniamo come risultato il numero di strati totali che dobbiamo avere.
3- confronto tra la s ottenuta dal calcolo e quella di normativa e scelta del valore minore tra i due
CONSIDERAZIONE: il fatto che la differenza tra i due passi è molto alta ci ha fatto pensare che forse abbiamo sbagliato qualcosa nella scelta dei dati.
Salve,
nella Verifica a scorrimento, per calcolare il contributo della resistenza per attrito Vfd (7.4.21) il valore di MEd da considerare è quello minore in valore assoluto tra tutte le combinazioni (sismiche e non sismche) a favore di sicurezza o quello massimo utilizzato per le verifiche precedenti?
Salve,
abbiamo qualche dubbio sul dimensionamento delle armature degli elementi verticali ai lati delle bucature:
1- visto che consideriamo questi elementi come pilastri come ci comportiamo con le zone critiche? Consideriamo un'unica zona critica estesa per tutta l'altezza?
2- La verifica a presso-flessione deviata va eseguita per tutte le combinazioni solo alla base o per ogni livello?
Inoltre la parte superiore della parete, che è di nuovo piena, la dimensioniamo con il procedimento che abbiamo usato per le altre tre pareti piene? Per ora nelle parti laterali abbiamo fatto proseguire le armature longitudinali e trasaversali degli elementi verticali dimensionati precedentemente mentre per la parte centrale abbiamo messo gli stessi ferri della parete parallela.
Salve,
abbiamo dei dubbi su come procedere nel dimensionamento delle armature degli elementi orizzontali della parete del vano ascenore che in maniera impropria chiamiamo travi di collegamento.
Il procedimento che abbiamo utilizzato è:
1- abbiamo verificato le due espressioni date dall'EC2 (5.5.3.5 ) per vedere se abbiamo bisogno di armature diagonali o possiamo dimensionare i ferri come per le travi "normali".
2- una volta visto che non abbiamo bisogno di ferri diagonali, abbiamo usato il procedimento già utilizzato per le travi.
Il nostro dubbio sta nel fatto che, trovandoci in una situazione ambigua, dato che non si tratta nè di travi di accoppiamento nè di travi snelle (l/h < 3), non sappiamo se l'aver utilizzato le due verifiche indicate nel punto 1 (che riguardano le travi di accoppiamento) è corretto. D'altra parte perrò ci sembra sia necessario svolgere delle verifiche preliminari per poter affermare che il dimensionamento possa essere fatto come per le travi snelle.
c'è una dispensa
PARETE CON APERTURE DEL VANO ASCENSORE:
Abbiamo sempre considerato questa parete composta da due ali laterali (pilastri) e delle travi tozze.
Vista l'ambiguità della soluzione finora usata ci chiediamo se non sia meglio adottare altre soluzioni costruttive.
Ne abbiamo ipotizzate due.
1- mantenere la stessa configurazione modificando solo la trave che mantiene il ruolo di appoggio per l'orditura del solaio ma si abbassa notevolmente (diventando alta come le travi ai lati del vano ascensore). Di conseguenza, scegliendo questa soluzione, armeremo questa trave come le altre due inserendo, come stabilito a revisione, 2phi16 superiormente ed inferiormente fuori calcolo.
2- cambiare la configurazione della sezine del vano ascensore in pianta che diventa a C (eliminando le ali) e introducendo delle travi alte. In questo modo le travi possono essere considerate di accoppiamento? Secondo noi no però abbiamo visto che in molti esempi le considerano come tali e quindi abbiamo pensato che può essere una soluzione più plausibile rispetto a quella finora adottata.
Speriamo di essere state abbastanza chiare.
Nel caso in cui possiamo mantenere la configurazione attuale rimangono valide le domande che le abbiamo posto la volta scorsa:
abbiamo qualche dubbio sul dimensionamento delle armature degli elementi verticali ai lati delle bucature:
1- visto che consideriamo questi elementi come pilastri come ci comportiamo con le zone critiche? Consideriamo un'unica zona critica estesa per tutta l'altezza?
2- La verifica a presso-flessione deviata va eseguita per tutte le combinazioni solo alla base o per ogni livello?
Inoltre la parte superiore della parete, che è di nuovo piena, la dimensioniamo con il procedimento che abbiamo usato per le altre tre pareti piene? Per ora nelle parti laterali abbiamo fatto proseguire le armature longitudinali e trasaversali degli elementi verticali dimensionati precedentemente mentre per la parte centrale abbiamo messo gli stessi ferri della parete parallela.
La soluzione 1 e 3 mi sembrano le migliori (scegliete voi)
domanda 1) le zone critiche sono quelle dei setti e quindi circa tutto il primo ordine del setto e basta (non dovete fare zone critiche all'interno delle zone confinate che assomigliano, ma non sono, a dei pilastri)
domanda 2) La verifica a presso-flessione deviata va eseguita per tutte le combinazioni e per ogni livello. Potete individuare dove ha senso farla e dove no. In genere alla base e ai cambi di armatura
Salve,
abbiamo deciso di mantenere la tipologia già dimensionata (proposta 1) sulla quale però abbiamo ancora dei dubbi.
Le illustriamo il procedimento che abbiamo utilizzato per progettare gli elementi verticali della parete con le bucature del vano ascensore:
1- verifica limitazioni geometriche: confronto rapporto a/b in base al quale la norma identifica il nostro elemento come un pilastro (a/b < 4);
2- verifica sforzo assiale normalizzato (vd < 55% considerando come limite quello dei pilastri);
3- progetto armature longitudinali in base alle limitazioni che la norma impone per i pilastri;
4- verifica a pressoflessione deviata;
5- individuazione delle zone critiche: in base a quello che lei ci ha scritto nel precedente post hcr si estende fino al primo ordine. Ci chiediamo se tale valore lo ricaviamo da calcoli o lo prendiamo per assunto in favore di sicurezza visto che ci troviamo in una situazione intermedia pilastro/parete;
6- staffatura: per il progetto delle staffe seguiamo il procedimento dei pilastri o quello delle pareti?
parte superiore parete:
per il dimensionamento delle armature usiamo lo stesso procedimento utilizzato per le altre tre pareti piene? Per ora nelle parti laterali abbiamo fatto proseguire le armature longitudinali e trasaversali degli elementi verticali dimensionati precedentemente mentre per la parte centrale abbiamo messo gli stessi ferri della parete parallela.
Elementi orizzontali:
Procedimento utilizzato per il dimensionamento dell'armatura:
1- abbiamo verificato le due espressioni date dall'EC2 (5.5.3.5 ) per vedere se abbiamo bisogno di armature diagonali o possiamo dimensionare i ferri come per le travi "normali".
2- una volta visto che non abbiamo bisogno di ferri diagonali, abbiamo usato il procedimento già utilizzato per le travi.
Il nostro dubbio sta nel fatto che, trovandoci in una situazione ambigua, dato che non si tratta nè di travi di accoppiamento nè di travi snelle (l/h < 3), non sappiamo se l'aver utilizzato le due verifiche indicate nel punto 1 (che riguardano le travi di accoppiamento) è corretto. D'altra parte perrò ci sembra sia necessario svolgere delle verifiche preliminari per poter affermare che il dimensionamento possa essere fatto come per le travi snelle.
Salve,
abbiamo un dubbio per quanto rigurda il valore di NEdmin nelle verifiche delle pareti:
VERIFICA A TAGLIO TRAZIONE
_Sulla dispensa c'è scritto di considerare il valore minimo di N che deriva dall'inviluppo sismico (dato dalle combinazioni in cui è presente la forza del sisma E). Noi invece, in base a ciò che ci siamo detti a revisione, abbiamo ricavato NEd min da un' unica combinazione ottenuta considerando i soli carichi gravitazionali senza considerare la forza sismica.
VERIFICA A SCORRIMENTO
_Bisogna prendere lo stesso valore di NEdmin?
Salve,
Per quanto riguarda la parete del vano ascensore con le aperture le sollecitazioni che ci da il SAP non corrispondono a quelle a cui "dovrebbe" essere soggetta una parete. Non sappiamo se questo è dovuto ad un errore nel modello da parte nostra o se è dovuto al fatto che questi elementi verticali non sono pareti. Le alleghiamo l'immagine della parete nel modello sap:
livello 0 inf: VEd = 16 kN; MEd= 8 kNm
livello 1 inf: VEd = 17 kN; MEd= 10 kNm
livello 2 inf: VEd = 19 kN; MEd= 8 kNm
Quindi come ci comportiamo?
difficile da capire senza vedere il modello......per questo ci vediamo a revisione
Ma invece per la domanda che abbiamo posto precedentemente sul calcolo di NEd min da utilizzare nelle verifiche a taglio trazione delle pareti?
avevamo semplificato dicendo che potete adottare il valore di N minimo ottenuto dalle combo sismiche ovverro circa il valore ottenuto dai soli carichi grav. in combo sismica a meno di qualche effetto di tira e spingi la cui rilevanza può essere valutata slla basse delle soll. alla base (N= somma delle reaz. vincolari lungo Z...lo faccio per ogni combo sismica e vedo se N varia e se si prendo il minimo)
Salve,
forse facciamo confusione noi, ma per combo sismica intende G1+G2+psiQ o G1+G2+psiQ+E?
la combo sismica è la seconda dove E è il sisma. Quindi i carichi che agiscono contemporaneamente al sisma E sono quelli della prima.
Salve,
abbiamo qualche domanda in riferimento all dimensionamento dei solai:
1- il grafico dell'inviluppo dei Momenti va traslato di d=h-c-phi/2 o di 0,9d= 0,9*h-c?
2- le lunghezze di ancoraggio sono sempre tese perchè stiamo in zona sismica?
3- abbiamo calcolato le lunghezze di sovrapposizione secondo il procedimento proposto dall'EC2, tale valore è uguale per barre tese e compresse perchè consideriamo i coefficienti per barre tese?
4- da quanto detto a lezione le fasce piene di costruzione si mettono per pulizia di getto. Ma per pulizia di getto cosa s'intende precisamente?
1) x la traslazione del momento in via rapida potete fare 0.9d
2) ok sempre tese
3) ok usare EC con barre tese
4) per facilitare le lavorazioni: la fascia piena non è obbligatoria
Salve,
rivedendo la verifica SLU dei solai ci sono sorti dei dubbi:
1- nell'equazione d'equilibrio T = C dalla quale ricaviamo l'altezza della zona compressa yc, abbiamo assunto C = 0.8*fcd*b*yc non considerando il contributo delle armature compresse. Dato che nella teoria però questo contributo viene considerato ci chiediamo perchè è possibile non considerarlo.
2- Inoltre non capiamo perchè MEd da confrontare con MRu è quello ottenuto dalla formula semplificata M = 0,9*d*As*fyd e non quello ottenuto dal SAP.
Per maggiore chiarezza le alleghiamo la tabella con la verifica di un solaio
1) non considerare il contributo dell'armatura compressa è una semplificazione. Ciò non togli che l'approccio teorico è quello corretto e numericamente esatto
2) M=0.9 d As fyd è la resistenza calolata con una formula approssimata valida x normalmente armate in armatura semplice. Invertendo la formula, mettendo M=sollecitazione, possiamo ricavare l'As minima tesa necessaria
OK grazie ma forse nella domanda 2 non ci siamo spiegate bene: la verifica è soddisfatta se MRu>Md ma ci chiediamo Md da confrontare è quello ottenuto dal SAP o quello che otteniamo con la formula 0,9*As*d*fyd? Inoltre nella formula As è quella effettiva o quella minima?
siete confusi:
la sollecitazione è dal sap
la formula serve per trovare la resistenza....rivedete tecnica
Grazie abbiamo risolto.
Vorremmo una conferma sulla verifica delle tensioni ammissibili SLE in campata:
- calcolo asse neutro ipotizzandolo passante per la soletta;
- nel caso in cui asse neutro > altezza soletta calcolo momento d'inerzia considerando la sezione a T omegeneizzata anche se abbiamo ipotizzato che l'asse neutro passa per la soletta?
se l'asse neutro non è contenuto nella soletta allora devo considerare la sezione a T
Salve,
nel calcolo dei pesi sismici relativi ad un impalcato consideriamo l'incidenza della scala che parte da quel medesimo impalcato o quella sottostante?
metà di quella sotto e metà di quella sopra...vedi FAQ
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