e nell'attesa... un nodo 3D! (famiglie nidificate, visibilità, materiali, sweep...) PARTE 2

Una volta importata la famiglia staffa all’interno della famiglia trave, e dopo aver collegato fra loro i parametri, è stato possibile posizionare la staffa nel modo corretto, lucchettare fra loro i pianti di riferimento di staffa e trave che rappresentano le dimensioni della sezione della trave, e poi creare degli array per dare il giusto intervallo alle staffe, e soprattutto per poterlo controllare. Anche se poi ho deciso di non parametrizzare gli array, perché non avevo bisogno di quel tipo di potenzialità.
Però volendo, mettendo in relazione l’intervallo di trave in cui ci sono le staffe, e il numero di staffe stesse, si può stabilire il passo che esse hanno, e dunque controllarlo.
 
 
I ferri longitudinali sono delle semplici estrusioni, anche lì ci sarebbe la possibilità di crearne 1 e poi fare un array, in modo da poterne variare il numero come si vuole, senza far variare la distanza fra il primo e l’ultimo ferro, rimanendo così all’interno della sezione di trave. Ho associato un altro materiale ai ferri longitudinali, così da poter avere due materiali diversi per staffe e travi nella visualizzazione finale.
 
 
Successivamente ho creato altre due famiglie, una per il pilastro e una per la seconda trave, che parte dal pilastro anziché attraversarlo, ed è a T. Il procedimento è assolutamente lo stesso usato per la prima trave, ma variano, oltre che le forme, i parametri, o meglio, il valore dei parametri. Infatti i ferri longitudinali andavano messi in modo tale che non si incrociassero fra loro quelli dei diversi elementi strutturali!
Se metto un copriferro di 3cm per ognuna delle travi e per il pilastro, quando incastro tra loro i tre elementi le loro armature sono messe sullo stesso asse, e questo non è possibile. Ma variando semplicemente il parametro del copriferro per uno degli elementi, i parametri ad esso connessi variavano automaticamente, rendendo tutto più semplice. Come ad esempio la dimensione delle staffe, o la posizione dei ferri longitudinali.
 
Travi e pilastro sono tutti e tre modelli generici, ho fatto in modo che l’intersezione fra i piani standard che ci sono nelle famiglie generiche rappresentasse sempre il baricentro del mio nodo, per ogni elemento, così che una volta assemblati insieme, fossero già tutti nella posizione corretta.
 
Successivamente ho prodotto una sorta di blocco di cls, che servisse a coprire la parte centrale del nodo per chiarire la visualizzazione e per far vedere la forma degli elementi finiti, una volta gettato il cls. Perciò altra famiglia, altri piani di riferimento, altro materiale… e soprattutto, anche qui, ho associato all’elemento un parametro di visibilità, perché volevo poter fare più visuali dello stesso oggetto con e senza cls, con e senza staffe.
 
 
 
I passaggi finali sono stati quelli di creare una famiglia madre finale, che contenesse tutti gli elementi descritti fin’ora, e quello poi di importare questa famiglia in un progetto, così da poter fare le viste necessarie.
 
Questo è il nodo finale, con i suoi parametri.
 
 
E questo è il nodo inserito nel progetto. Da notare che il blocco in cls non è visibile, perché nella finestra dei parametri è deselezionata la casella della visibilità.
 
 
Questi sono i parametri materiali che mi sono portata dietro da quando ho definito i singoli elementi, cui adesso posso dare un materiale definito.
 
 
È stato molto utile lavorare con revit, perché in una situazione del genere, in cui di tanti errori ti accorgi solo alla fine, mettendo insieme i pezzi, la possibilità di correggere la singola dimensione, o di spostare il singolo oggetto nella singola famiglia, senza dover poi cambiare tutto il resto è decisamente comoda.