Mi sono da qualche tempo affacciata sul mondo Arduino, una scheda elettronica che, attraverso una programmazione software, permette la progettazione e la gestione di spazi interattivi e dinamici.
Uno strumento meccatronico, quindi, in grado di regalare all'architettura quella quarta dimensione che è di enorme interesse per la definizione del comfort, perché permette di unire aspetti estetici, emozionali, performativi ed energetici in una stessa dinamica concezione architettonica.
Le due principali novità di Arduino, rispetto ad altre schede già ampiamente diffuse specialmente in campo illuminotecnico, consistono nel fatto che si tratta di un prodotto completamente open-source e che lo script di programmazione è aperto e quindo modificabile dall'utente. Quindi è l'architetto, e non più solo il produttore, a poter decidere e progettare il comportamento di un componente elettronico all'interno dello spazio, a sperimentare quindi con il Physical Computing.
Ma come funziona, più in dettaglio? L'hardware è una piccola scheda elettronica composta essenzialmente da degli ingressi (input o output) analogici e digitali e da un ingresso per l'alimentazione dal computer.
Il software IDE (Integrated Development Enviroment) è un foglio di programmazione che usa un linguaggio piuttosto semplice basato sul Processing. Hardware e software definiscono il COMPORTAMENTO dei componenti elettronici che entrano o escono dalla scheda. Questi componenti possono essere divisi in due categorie: Sensori (PERCEZIONE) - Attuatori (REAZIONE).
Ho provato, attraverso dei brevi filmati, ad esplicitare qui di seguito le relazioni tra i componenti.
1. Arduino+Attuatori (LED)
Nel primo esempio ho collegato alla scheda solamente degli attuatori. All'interno del software esistono già dei file che inducono dei comportamenti semplici; in questo caso, perché i processi risultino il più possibile chiari, sono partita per tutti gli esempi dal comportamento blink (accendi-spegni).
Ho collegato ad Arduino, come output digitali, due led, uno rosso e uno verde, su una board, e ho modificato lo script perché li riconoscesse entrambi. Ho poi caricato il programma e ho visto come, sfalsando e modificando i tempi di accensione-spegnimento, i led seguissero le mie indicazioni sullo script. Risultato? Ho definito, in potenza, un filo di lucette natalizie ad accensione intermittente... non un granché, direte, ma mi sembra comunque
importante mettere in evidenza che i tempi, riferiti al singolo led, di accensione e spegnimento, sono programmabili, e quindi modificabili in prima persona;
2. Arduino+Attuatori (LED)+Sensore (FOTORESISTENZA)
Ho collegato alla scheda, oltre ai precedenti due led, una fotoresistenza (segnale analogico) come input alimentato. Si può vedere come il comportamento "blink", imposto dallo script, venga ad interagire in questo caso con l'informazione, processata dalla scheda, proviente dal sensore. Il comportamento cambia a seconda della quantità di luce che il sensore percepisce.
Dalle lucette di Natale siamo passati così ad un meccanismo che può sensibilmente modificare l'approccio rispetto alla building automation e alla biodinamica in generale.
3. Arduino+Attuatori (LED)+Sensore (PIEZO)
Per divertirmi un po' ho poi collegato al posto della fotoresistenza un piezo, sempre come input analogico, ed ecco qui che si apre un nuovo piccolo mondo tecnologico-emozionale. Alzate il volume!