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Progetto di un WINEBAR. Fase 1: modellazione dello "stato attuale", obiettivi della committenza e prime proposte progettuali

introduzione al tema d'esame

Quando si entra in un locale notturno (pub, discoteca, winebar, ecc), spesso si è alla ricerca di un luogo di svago, diverso rispetto alla realtà quotidiana, nel quale si instaurano relazioni, si consuma una bevanda o un aperitivo intorno ad un tavolo con la giusta compagnia, il tutto favorito dalla piacevolezza dell’ambiente che ci circonda.

La percezione dello spazio da parte del cliente come accogliente e stimolante è un buon biglietto da visita per un locale, ed è per questo che anche i piccoli esercizi commerciali cominciano ad adottare diverse strategie di comunicazione, che si traducono nelle modalità di definizione dello spazio interno, nel design degli arredi e nelle innovazioni tecnologiche soprattutto nel campo dell’illuminazione.

L’importanza di quest’ultima come strumento essenziale per la valorizzazione di un locale (soprattutto notturno) porta sempre più spesso i gestori di attività commerciali e di ristorazione a chiedere l’ausilio del light designer.

Si tratta di una figura professionale in grado di leggere le tipologie commerciali e sociali e di creare degli ambienti altamente suggestivi, non ricorrendo necessariamente a tecnologie altamente sofisticate.

“Il pubblico non comprendeva il ruolo di un progettista dell'illuminazione. Le persone non erano in grado di cogliere il valore aggiunto che questa nuova figura professionale poteva offrire o di comprendere la nostra prospettiva culturale. Oggi il pubblico è consapevole che il giusto progetto illuminotecnico può migliorare significativamente la qualità della vita nelle citta, negli ambienti di lavoro e negli spazi culturali, oltre a valorizzare il tempo libero. […] Oggi e opinione condivisa che il progettista dell'illuminazione non sia semplicemente un tecnico, ma anche un artista”.  (Francesco Iannone, presidente della PLDA, Professional Lighting Designers’ Association).

 

Progetto di riconversione di una pasticceria  in un winebar

Il mio tema d’esame è il progetto della riconversione di un locale che accoglieva una pasticceria in un winebar, commissionatomi da un mio amico. Le richieste del committente sono:

  • Dare una caratterizzazione alla zona del bancone che risulta essere anonimo e disomogeneo, in quanto raccoglie al suo interno una serie di funzioni diverse (servizio caffetteria, zona frigo per esposizione dolci, cassa, ecc);
  • Creare una zona espositiva che dovrà accogliere dei prodotti artigianali preparati nel laboratorio del locale stesso;
  • Sostituire gli attuali ripiani portabottiglie con un nuovo sistema di mensole.

Sono partita con la modellazione in revit degli spazi distributivi, degli arredi e dei punti luce.

Di seguito riporto la pianta del locale alla quale sono state apportate delle modifiche anche dal punto di vista distributivo. È stato infatti aggiunto un tramezzo per trasformare una parte dell’attuale zona tavoli in una cucina.

 

 

La prima parte di cui mi sono occupata è la zona che accoglie le bevande, situata dietro al bancone, che a mio avviso è la parte più rappresentativa dell’identità del locale insieme al bancone stesso.

Non a caso ho deciso di trasformare i tre ripiani attualmente presenti, in un sistema di mensole integrate ad un’illuminazione a led, in grado innanzitutto di “mettere in luce” l’assortimento di bevande di cui il locale dispone, ma anche di conferire un aspetto nuovo e accattivante a questa zona promozionale/funzionale.

Ho creato con revit le famiglie dei componenti costruttivi del sistema di mensole portabottiglie.

La maggior parte dei pezzi non necessitano di particolari lavorazioni dal momento che sono delle semplici lastre di compensato:

  • 18 mensole (100x50x0,04cm)
  • 10 pannelli (50x45x0,01cm)

Gli altri 5 pezzi invece sono uno diverso dall’altro e necessitano un intaglio con delle macchine a controllo numerico.

La presenza di bottiglie in vetro di diversi colori suggerisce la scelta di posizionare alle loro spalle dei led in modo da creare dei piacevoli giochi di luce colorata.

Per sperimentare la riuscita di questo effetto ho deciso di modellare in revit delle bottiglie e ho applicato a queste dei parametri di materiale come istanze per poter cambiare il colore del vetro.

Per la simulazione delle luci a led, ho creato una famiglia come “dispositivo di illuminazione” metrico e ho scelto una sorgente luminosa lineare con una distribuzione di luce semisferica. Ho regolato i parametri affinché il risultato finale fosse una luce fredda tendente al blu.

A questo punto il mio obiettivo è fare un calcolo sommario della spesa ed entrare quindi nell’ottica della produzione del manufatto.

Le strade sono essenzialmente due:

  • Affidarsi ad un falegname, il quale ci darà un costo al mq del lavoro compreso di manodopera;
  • Acquistare delle lastre di compensato di dimensioni standard e prevedere degli intagli tali da avere meno sprechi possibile con il fine di risparmiare in termini di costo.

Ho optato per la prima soluzione dunque ho aggiunto ad ogni pezzo un parametro di superficie e uno di costo al mq per rendermi conto di quanto sarà la spesa totale.

Quello della spesa è stato impostato come parametro condiviso così da poter ricavare nel file di progetto una schedule con l’elenco di tutte le componenti e i relativi prezzi di fabbricazione. Dopo aver assemblato l’intero mobile a muro in una famiglia madre nidificata ho importato quest’ultima nel progetto per verificare se avevo ottenuto o meno un abaco utile da poter estrarre e consegnare al falegname.

Purtroppo però mi sono accorta che le “famiglie figlie” non vengono elencate nella schedule degli arredi se decido di assemblarle prima nella famiglia madre. Al contrario, se le avessi collocate singolarmente nel progetto avrei ottenuto un conteggio dei pezzi e costi dei singoli componenti.

Entrando nell’ottica di Revit, è chiaro che dal momento in cui si importa una famiglia in un progetto essa, pur essendo composta da varie componenti, viene considerata come un unico un elemento. Dato che il mio progetto necessita di un elevato grado di dettaglio sarebbe più opportuno assemblare i componenti degli oggetti direttamente nel file di progetto, per ottenere un resoconto dei costi dalle schedule molto più dettagliato. Tuttavia credo che il modo più corretto di progettare sia per gradi e che il “passaggio” per le famiglie nidificate sia necessario perché facilita di molto il lavoro in termini di gestione del modello.

Per ovviare alla questione della corretta stima della spesa ho dovuto intraprendere un’altra strada: ho assegnato il parametro condiviso “costo totale” alla famiglia madre, facendo all’interno di quest’ultima il calcolo dei costi dei componenti.

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