L'espressione "il medium è il messaggio", ("the medium is the massage" il gioco di parole in inglese è intraducibile: mass + age) ci dice che ogni medium va studiato in base ai criteri strutturali in base ai quali organizza la comunicazione; è proprio la particolare struttura comunicativa di ogni medium che lo rende non neutrale, perché essa suscita negli utenti-spettatori determinati comportamenti e modi di pensare e porta alla formazione di una certa forma mentis. Ora Marshall McLuhan si riferisce in particolare come esempio alla televisione, ma nell'architattura questo concetto può esplicarsi in numerosissime considerazioni. Durante la lezione del Prof. Gargano, mi è tornato in mente il Workshop Mass RE-clad, dove la forma architettonica o del componente (ma se l'architettura è fatta di componenti, allora possiamo considerare lo stesso componente architettura?) è nata, sin dal principio, sempre tramite dalle caratteristiche dello strumento. Come all'inizio il taglierino e il polistirolo (cosa che il ad esempio il das non avrebbe potuto fare) hanno determinato la realizzazione del prototipo, il software di modellazione e la fresatrice hanno determinato la formazione dello stampo (e del pezzo finale quindi). Ma a cosa ci porta questo? Ingrid Paoletti ricercatore di Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologie per l’ambiente costruito (BEST) del Politecnico di Milano, ha scrittoun libro su questo: dove spiega come le modalità del progettare si stanno radicalmente trasformando in questi ultimi anni a causa del mutato contesto culturale, delle nuove frontiere tecnologiche, delle rinnovate possibilità informatiche: fattori che determinano una nuova libertà per il progettista, consentendogli di esplorare il campo della complessità formale (il polistirolo, il software, la fresa). A fronte di gesti creativi meno vincolati alla tecnologia, diventa importante confrontarsi con l’effettiva “costruibilità” dei progetti, che richiedono un approccio ben diverso dalle tradizionali logiche costruttive. Ragionare sulla costruzione delle forme complesse significa dunque indagare le potenzialità dell’innovazione tecnologica, i nuovi assetti dell’industria delle costruzioni orientata verso sistemi di produzione flessibile, le opportunità di materiali e componenti trasferiti da altri settori, nell’ottica di ricomporre quella unità di pensiero e azione che da sempre contraddistingue il progetto di architettura. Un esempio perfetto di questa evoluzione la possiamo riscontrare anche nel nostro stesso corso di studi: passando dal costosissimo, per quanto preciso, righello digitale Autocad a software come Rhino e infine Revit il quale ci fornisce, si una grandissima libertà, ma tuttavia consapevole. Non a caso possiamo vedere come l'intero padiglione statunitense alla biennale di Veezia sia stato occupato da Greg Lynn, il quale citandolo dice "l’architettura digitale si serve della cibernetica per generare forme che non sono altro che calcolo” (G. Lynn, How calculus is changing architecture, 2009). Questo quindi svilisce l'architettura? riportandola ai cataloghi di Morrison per la "perfetta villetta palladiana" O forse disloca solamente la creatività del progettista? "La creatività non deriva infatti dalla mera capacità del computer di eseguire un enorme numero calcoli in tempi piccolissimi, ma si trova all'origine, nell'elaborazione dell'algoritmo di partenza, del modello pensato dall'uomo in base agli obiettivi che si è prefissato di raggiungere. Così come le macchine grazie alla loro potenza fisica aiutano l'uomo sgravandolo dal lavoro manuale, il computer grazie alla sua potenza computazionale libera l'uomo dall'onere di svolgere procedimenti di tipo quantitativo, donandogli più tempo per dedicarsi alla dimensione qualitativa della progettazione." (cit. Elisabetta Bonafede - http://www.estropico.org/). Ritornando quindi al ragionamento degli antichi e in particolare di Vitruvio: "Il sapere dell'architetto è ricco degli apporti di numerosi ambiti disciplinari e di conoscenze relative a vari campi, e al suo giudizio vengono sottoposti i risultati prodotti dalle altre tecniche. L'attività legata a tale sapere risulta da una componente teorica e da una pratica. L'aspetto pratico onsiste nell'esercizio continuato e consumato dell'esperienza, mediante il quale qualsiasi realizzazione si debba eseguire viene eseguita manalmente, pasmando la materia secondo un disegno prefissato, mentre la riflessione teorica è in grado di render conto e dare dimostrazioe dei manufatti realizzati dall'abilità tecnica mediante il calcolo delle proporzioni. Per questo gli architetti che hanno cercato di raggiungere l'abilità manale senza una cultura di base non sono riusciti a ottenere una posizione di prestigio corrisppondente ai loro sforzi; quelli che al contrario, hanno contato soltalto sulla preparazione teorica e sulle conoscenze libresche appaiono essere andati dietro a un'ombra anzichè alla realtà" (De architectura I.1.2)
Antonio Gaudì - Calcolo dei pesi cattedrale, Frei Otto - Wool textile experiment, class of Computational Aided Architectural Design (CAAD) Master programme (MAS) at ETH Zürich.