Stazione Tiburtina

 

"Noi sognano una comunità libera, ove la dimora dell'uomo non sia conflitto ne con la natura ne con la bellezza" A.Olivetti

 

 

Il ruolo della Direzione Artistica descritto e spiegato in maniera esaustiva dal professor Desideri alla fine della visita di oggi alla stazione Tiburtina. Abbiamo evidenziado dei passaggi chiave che possono riassumere il valore della Direzione Artistica al di là del chiarissimo discorso.

 

Come si è sviluppato nei mesi di cantiere, il ruolo della Direzione Artistica?

 

Paolo Desideri "La questione della Direzione Artistica è una questione assolutamente decisiva. In Italiano si chiama Direzione Artistica e sembra in realtà una cosa legata a… ti aspetti un architetto … col fazzoletto pendente che dice qui tutto verde, qui tutto giallo. No! in realtà non è questo: la Direzione Artistica è una quota dentro la Direzione dei Lavori. La Direzione dei Lavori fa sostanzialmente due cose: una, fa tutta la contabilità, che è una questione assolutamente decisiva e molto impegnativa; la seconda questione è viceversa il controllo dell'esecutivo e la gestione delle varianti e questa parte (la chiamiamo parte B della Direzione dei Lavori?) è la Direzione Artistica ed è davvero l'aspetto decisivo nel senso che, io ve lo dico proprio per esperienza sul campo, sia questa (Tiburtina), sia Firenze che inaugurerà il 21 dicembre, sia il palazzo dell'esposizioni ormai inaugurato quattro anni fa, sia l'archeologico di Reggio Calabria… insomma tutte le grandi opere pubbliche alle quali stiamo lavorando, hanno il loro esito come questa in ragione del fatto che il progettista è stato presente sul campo fino al giorno dell'inaugurazione. Ma non come controllore, questo è il punto, lo dobbiamo assolutamente capire. Io qua ho fatto il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, l'esecutivo lo abbiamo finito nel 2004 e il progetto è andato in gara d'appalto. A quel punto noi eravamo convinti di aver consegnato alla storia il nostro progetto: l'impresa che vince con un fortissimo forfait chiuso massimo ribasso (vuol dire una gara dove non contano i computi ma i disegni) è obbligata, cioè tu mi fai un ribasso rispetto alla cifra base di gara e ti impegni a realizzare i disegni, punto. Siccome i disegni li avevamo fatti in stracoscienza, pensavamo - è fatta! -. Non è assolutamente così, nel senso che a differenza dell'architettura del passato, la cui realizzazione era molto standardizzata a partire dal fatto che la tecnologia era stabile, cioè per costruire una casa in mattoni tu fai l'esecutivo dopo di che sei garantito che, lo realizzi l'impresa X o l'impresa Y, sempre in mattoni verrà realizzata. Ma dal momento che tu fai lamiera microforata ossidata o fai cor-ten (queste belle lastre di cortine… non è cor-ten, è vernice a proposito sempre di "cinecittà")… l'impresa, non sò come dire… tu stai portando a realizzazione delle cose che non stanno nel manuale: sei condannato, te e l'impresa, ogni volta a ridisegnare a reinventare l'engineering di come questa roba sta su, si tiene, è posizionata; i montanti per quanto tu li abbia disegnati… non è che il nostro esecutivo non disegnasse tutti i montanti ma quando arriva l'impresa e ti dice - guarda architetto, io ho bisogno di un costruttivo in cui il montante lo passo da 90 cm come tu lo hai disegnato a 120cm - perché? - e perché io ci risparmio sopra 6 milioni di euro, perché ho una tecnologia che si sposa con i 120cm e non con i 90 - e questo è legittimo da parte dell'impresa chiederlo. Il problema è che questo produce un feedback sul progetto, micidiale! A quel punto o a governare il progetto ci sei te progettista attraverso un incarico di Direzione Artistica che comprende la gestione delle varianti oppure qualcun'altro progetta al posto tuo. Per quanto questo qualcun'altra possa essere bravo e in buona coscienza, fa un'altro progetto, fa il suo progetto. Cioè qua in altre parole il progetto… Romolo è stato con me, protagonista, osservatore, progettista… ha lavorato con il nostro staff dalla fase del concorso sino alla fase della progettazione esecutiva, e diceva Romolo  - sono sorpreso di vedere quei render non traditi - e oggi li vediamo realizzati, ma vi assicuro che il progetto è stato totalmente rifatto, totalmente, forse due volte. E questo rifarlo non ha tradito i render perché l'ho rifatto "io" e se lo avesse rifatto "lui" che è persona di cui ho somma stima ma avrebbe fatto il progetto suo, e lo capirei. E il progetto suo non è che dici "era diverso il materiale" no nella tecnologia contemporanea queste variazioni danno dei feedback enormi. Questa facciata, vedete, ce la siamo progettata in fase esecutiva, in maniera totalmente diversa da quella che avevamo, era prevista in vetro strutturale ma per motivi vari non si poteva fare o meglio l'impresa avrebbe realizzato un pasticcio. Se ti rendi conto di questo hai due vie: una è puntare i piedi e viene il tutto viene male, oppure accettare di investire in creatività e di rifarla, ridisegnarla, reinventarla. Qui abbiamo accettato di avere montanti orizzontali, ma non volendo la "crostata"  e ci siamo inventati dei montanti radon che sono fatti su tre spessori differenti. Ora non è che questo non è bello, ma è sciocco, difronte un'impresa che alla fine ti dice - si, d'accordo io accetto ma ho un cappio, te lo devo realizzare come? io i costruttivi che riesco a fare sono questi… - tu li guardi … e dopo che ti sei rimesso in sesto dici - no guarda, adesso ci penso io - Ora se non hai la Direzione Artistica sei fregato… "perdi" il progetto, lo fa qualcun'altro…"

 

A lei è capitato con esperienze precedenti?

 

P.D."Guarda io ho questo grande privilegio perché è proprio una mia fortuna, di slalom… no ma è una botta di fortuna … solitamente il direttore dei lavori subappalta la Direzione Artistica, qui per intenderci la direzione lavori l'ha fatta Italferr, bravissimi per altro, che hanno governato tutta la cauterizzazione e hanno governato tutta la contabilità… e hanno girato a noi tutta la Direzione Artistica. e la gestione delle varianti, che è molto. Ma se non hai queste due cose sei fregato. Questo entra in argomento con la trasformazione di diritti artistici, diritti d'autore! Ed è qualcosa di molto vicino alle questioni della Direzione Artistica che stai dicendo, questa è le versione che dò io: a tecnologia stabile il diritto d'autore andava a pagare tutto quello che c'è prima, cioè tu in qualche modo puoi esigere il rispetto di quello che hai disegnato a partire dal fatto che la tecnologia è marginale, nel senso che è assolutamente stabile. Quello che tu hai disegnato è comunque compatibile con quella tecnologia codificata nella manualistica, ma oggi esiste un manuale? No. Tu devi ogni volta reinventare il tuo engineering, e reinventare non puoi farlo nel chiuso del tuo studio ma nella felicità di sporcarti le scarpe del cemento del cantiere, cioè dirigendo, facendo la Direzione Artistica! Ed è questa la Direzione Artistica, che ha qualcosa di molto connesso con la trasformazione del senso del diritto d'auore. Il diritto d'autore oggi se lo vogliamo continuare a dichiarare come architetti, e io credo sia indispensabile, si sovrappone esattamente al ruolo della Direzione Artistica, è li che tu controlli l'esercizio del tuo diritto d'autore, cambiando il progetto perché nulla cambi, nulla tradisca l'idea iniziale. Ma lo devi cambiare, non c'è storia. Chi non lo cambia è perduto, chi non lo cambia e si ostina e punta i piedi è fregato. Quando eravamo ragazzini Quaroni faceva vedere questo filmato tutto accelerato di Pujon che disegna ad Algeri (Pujon è l'architetto francese che ha progettato le grandi case bianche di Algeri, splendide degli anni 30, anni 20) c'è questo filmato che fa vedere Pujon con il camice e tutti i collaboratori, questo stenditoio con i parallelinei, in cantiere, all'aperto, loro disegnano e ci sono gli algerini (l'impresa) che gli tolgono i disegni e corrono a costruire capito? E noi pensavamo - roba veramente arcaica!! bah… - e invece noi abbiamo fatto Pujon! Qui, a Firenze, a Reggio Calabria… è un impresa travolgente, questo oggetto (Tiburtina) è stato realizzato in 3 anni e mezzo, Firenze che è un opera dello stesso importo è stata realizzata in 22 mesi, tre turnazioni da 8 ore. Ma chi alimenta le tre turnazioni?..."