Fattibilità del Progetto Passeri

Presentazione del Corso Fattibilità, venerdì 19 prossimo

Come da calendario, venerdì 19 ottobre, alle 8,30-9,00 avrà inizio il Corso di Fattibilità del Progetto 2012-2013, aula Sirleto (Madonna dei Monti). Quest'anno le iscrizioni al Corso si effettueranno esclusivamente inviando una mail al sottoscritto (apasseri@uniroma3.it). Per chiarimenti, leggere il manifesto affisso in Facoltà.

AP

Corso di Fattibilità del Progetto 2012-2013

Cantieri e realizzazioni romane: in corso, prossime, imminenti

A tutti gli interessati

Preannuncio che il 19 ottobre 2012, ore 8,30-9,00 distribuirò il Programma del Corso di Fattibilità del Progetto per l’Anno Accademico 2012-2013 (aula Sirleto). Anticipo che quest’anno le iscrizioni si effettueranno “esclusivamente” presso il mio indirizzo di posta elettronica apasseri@uniroma3.it, al fine di eliminare liste su carta. Pertanto ogni settimana, gli interessati che desiderano visitare i cantieri previsti nel Programma, dovranno postare la loro prenotazione presso il sopra indicato indirizzo. Il sottoscritto provvederà a redigere la lista da consegnare, indispensabile per poter accedere ai cantieri medesimi. È possibile, sin da ora, iniziare a prenotarsi presso la mia mail, quale manifestazione d’interesse per i temi proposti dal Corso di Fattibilità.

Comunico che hanno dato la loro disponibilità i Professori Cellini e Longobardi (Piazza Augusto Imperatore), il Prof. Stefano Cordeschi (Porta di Roma), il Prof. Paolo Desideri ABDR (stazioni Metro Roma), il Prof. Mario Panizza (residenze universitarie in Vicolo Savelli), l’Arch. Maria Lucia Conti (intervento Provveditorato OOPP nel centro storico di Roma), l’Arch. Francesco Giovanetti (cantieri della Soprintendenza Comunale di Roma) ed altri ancora.

Le visite, come previsto dall’orario, avranno inizio da venerdì 26 ottobre, e si protrarranno fino al 25 gennaio 2013, salvo cambiamenti che saranno tempestivamente comunicati.

Prof. Alfredo Passeri

La periferia di Roma

A seguire è riportato un tratto della spiegazione dell'architetto Claudio Maroni, con successivo intervento dell'ingegnere Pierluigi De Berardinis e del professor Alfredo Passeri. Nello specifico si parla di Direzione Artistica; dei suoi rapporti nella realtà del cantiere e, in questo caso, con la figura particolare della 'commissione estetica' del Torrino-Mezzocammino.

 

 

L'architetto Alessandro Delvescovo si è occupato della Direzione Artistica nel cantiere?

 

Claudio Maroni "Si, beh… tutta l'impostazione è sua, ha partecipato proprio alla fase della pianificazione urbanistica poi c'è all'interno del consorzio, in tutto il Torrino, c'è una commissione che riesamina i progetti e lui sta anche dentro questa commissione come, diciamo, responsabile della parte artistica"

 

Quindi è un controllo estetico?

 

C.M. "Si, diciamo che lo fanno, lo si vede pure… Questo sin dall'inizio, questo penso sia stato fatto proprio per garantire una certa unicità…"

 

Un certo stile al quartiere?

 

C.M. "Però questo non c'è stato praticamente. Infatti prima di affrontare questo progetto siccome lui lo aveva fatto ho dovuto chiedere all'impresa da un punto di vista deontologico che non ci fossero problemi, perché giustamente sono andato a mettere le mani su un progetto che non era mio, era suo ed è necessario che l'architetto che l'ha fatto sia d'accordo sul fatto che qualcuno ci rimetta le mani e che dal punto di vista professionale, se lui ha avuto delle spese sia stato saldato dal committente. Non ho trovato da parte sua un antagonismo"

 

Quindi in questo caso doppio ruolo, a tutela del progettista e del volere del quartiere?

 

C.M. "Si, ma attenzione non del quartiere, come cittadini, ma della commissione, questa è venuta prima evidentemente si sono messi insieme una serie di proprietari di aree, hanno fatto un operazione enorme, qui saranno… 50.000 abitanti quinti per tutelare il fatto che un intervento avesse delle caratteristiche di uniformità che non fosse un casino generale hanno istituito questa commissione. Poi il tipo di rapporto che questa commissione ha con i singoli architetti lo sa meglio di me l'ingegniere"

 

Pierluigi De Berardinis "…il consorzio di Torrino-Mezzocammino ha preso un accordo con il comune di Roma per cui loro all'interno del consorzio fanno una pre-istruttoria e una sorta di commissione di qualità"

 

Questa commissione si lega in qualche maniera alla Direzione Artistica?

 

P.D.B. "…è la stessa cosa, in questo caso noi abbiamo mantenuto la Direzione Artistica perché, come vi diceva Claudio, non tanto qui ma di là, perché il progettista che poi è quello che ha fatto il piano volumetrico etc… anche per dargli una sorta di… in questo caso non ce lo impone la commissione, ma l'abbiamo mantenuta noi anche per un fatto di deontologia professionale per un progettista iniziale. Ci è sembrato brutto come dire…"

 

Alfredo Passeri "…il Direttore Artistico, pur non essendo nominalmente o quanto meno essendo su cartello resta come figura, immagine trasversale che continua il controllo della qualità del progetto"

 

P.D.B. "Esatto, però oltre questo il consorzio Torrino impone anche una 'commissione di qualità' per cui tutti i progetti prima di andare all'approvazione da parte delle autorità comunali, ha bisogno di un nulla osta di questa 'commissione di qualità' del consorzio proprio"

 

Direzione Artistica e Diritto d'Autore

 

Nel corso delle visite siamo venuti a conoscenza delle strette relazioni tra i principi che regolano la figura e gli obbiettivi della Direzione Artistica e le basi su cui sono state definite le disposizioni sul Diritto d'Autore. Tali disposizioni sono regolate dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633. Riportiamo di seguito, evidenziate, le note riguardanti l'Architettura:

 

 

TITOLO I
Disposizioni sul diritto di autore

CAPO I
Opere protette

Art. 1

Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.

Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell'autore.

Art. 2

In particolare sono comprese nella protezione:
1) le opere letterarie, drammatiche, scientifiche, didattiche, religiose, tanto se in forma scritta quanto se orale;
2) le opere e le composizioni musicali, con o senza parole, le opere drammatico-musicali e le variazioni musicali costituenti di per sé opera originale;
3) le opere coreografiche e pantomimiche, delle quali sia fissata la traccia per iscritto o altrimenti;
4) le opere della scultura, della pittura, dell'arte del disegno, della incisione e delle arti figurative similari, compresa la scenografia;
5) i disegni e le opere dell'architettura;
6) le opere dell'arte cinematografica, muta o sonora, sempreché non si tratti di semplice documentazione protetta ai sensi delle norme del Capo V del Titolo II;
7) le opere fotografiche e quelle espresse con procedimento analogo a quello della fotografia sempre che non si tratti di semplice fotografia protetta ai sensi delle norme del Capo V del Titolo II;
8) i programmi per elaboratore, in qualsiasi forma espressi purché originali quale risultato di creazione intellettuale dell'autore. Restano esclusi dalla tutela accordata dalla presente legge le idee e i principi che stanno alla base di qualsiasi elemento di un programma, compresi quelli alla base delle sue interfacce. Il termine programma comprende anche il materiale preparatorio per la progettazione del programma stesso.
9) le banche di dati di cui al secondo comma dell'articolo 1, intese come raccolte di opere, dati o altri elementi indipendenti sistematicamente o metodicamente disposti ed individualmente accessibili mediante mezzi elettronici o in altro modo. La tutela delle banche di dati non si estende al loro contenuto e lascia impregiudicati diritti esistenti su tale contenuto.
10) Le opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico.

...

 

SEZIONE II
Protezione dei diritti sull'opera a difesa della personalità dell'autore. Diritto morale dell'autore.

Art. 20

Indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica della opera, previsti nelle disposizioni della sezione precedente, ed anche dopo la cessione dei diritti stessi, l'autore conserva il diritto di rivendicare la paternita' dell'opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione.

Tuttavia nelle opere dell'architettura l'autore non può opporsi alle modificazioni che si rendessero necessarie nel corso della realizzazione. Del pari non potrà opporsi a quelle altre modificazioni che si rendesse necessario apportare all'opera già realizzata. Però se all'opera sia riconosciuto dalla competente autorità statale importante carattere artistico spetteranno all'autore lo studio e l'attuazione di tali modificazioni.

...

 

Qualche pensiero sulla Direzione Artistica

Essere o non essere questo è il problema della Direzione Artistica. Dopo questi mesi di visite in cantiere è banalmente chiaro come il ruolo della DA sia fondamentale nel rispetto di un progetto che, soprattutto il primo progettista vuole vedere variare il meno possibile, se non nella logica del buon senso qualora le varianti necessarie in realtà non rispecchino che un miglioramento, un arricchimento del progetto in via di realizzazione (da scansare quindi l'ottusità possibile del progettista a voler mantenere il proprio disegno privo di modifiche). Da quanto è emerso, soprattuto in un paese come l'Italia dove la burocrazia che regola il passaggio del progetto "da fantasia a realtà" risulta lenta quanto complessa e quasi volutamente piena di ostacoli, si nota come sia paradossale (in virtù della situazione così particolare) che la DA non sia ancora una figura definita con precisione dalla stessa burocrazia; soprattutto sorprende come non rappresenti una necessità se non in particolari casi quali opere maggiori o di Archistar in cui comunque, probabilmente, DA o non DA, il controllo da parte del progettista sarebbe presente allo stesso modo. Quest'ultima possibilità dovuta anche alla dimensione degli studi, che potendo gestire diversi livelli di progettazione, sono anche in grado di potersi proporre per seguire in maniera diretta ogni fase dell'evoluzione del progetto, fino al "taglio del nastro". Ne consegue che chi ci rimette maggiormente e rischia di rimanere "fregato!" (a citare ancora il professor Desideri) è lo studio di medie dimensioni e piccoli studi di architetti associati? Se ci riferiamo poi a progetti di dimensioni importanti allora probabilmente è così.

 

Una strada di commento e critica troppo severa quella che si sta intraprendendo?

"nuvola" all'EUR

 

"...in corso d'opera ci saranno delle varianti, sempre. Come diceva Aldo Rossi 'da come in cantiere metti la prima pietra già comincia...'  in questo caso, pietre non ce ne sono ma metaforicamente..."

 

 

 

 

Alessandro Miele "...un richiamo sul lavoro che facciamo noi, da Studio. Come Studio noi facciamo Direzione Artistica… Direzione Artistica vuol dire praticamente tutto e niente, perché non è una figura definita come la Direzione Lavori, la sicurezza etc etc.. In realtà noi siamo ufficialmente dei consulenti. Intanto la Direzione Lavori dipende tutta dall'ente EUR, raccontiamo un episodio: questo cantiere va avanti da molto tempo e ovviante anche l'ente ha avuto diverse obiezioni, l'ente è un ente all'80% Ministero del Tesoro e all'20% comune di Roma ed è importante per un'opera pubblica, ha una sua autonomia perché questa struttura aveva una struttura di supporto alla Direzione Lavori quindi il Direttore Lavori e RUP sono nominati dall'ente; poi c'era una struttura di supporto la … che ha vinto sempre una gara pubblica per seguire questo lavoro, noi Direzione Artistica che siamo consulenti della Direzione dei Lavori, cioè tutto quello che idealizza passa da noi come benestare, sia per quanto riguarda le colorazioni, le strutture, tutto… poi dipende da noi come controllare. C'è stato un periodo per cui, per dei problemi legali (in cui non entro), la struttura … è stata mandata via dal cantiere per cui l'ente anche su una logica di risparmio economico ha inserito un proprio staff, attualmente noi abbiamo la Direzione Artistica, la Direzione dei Lavori che è dell'ente EUR e uno staff di supporto che sono dei professionisti esterni o dell'ente EUR ma tutti incaricati dall'ente e non più una società di gestione come in genere si fa in un opera pubblica; ha dei pro e dei contro. In realtà la Direzione Artistica supporta sempre come consulente, ma non è che in generale si fa, è una figura su queste grandi opere pubbliche in cui si fa ed è doveroso e poi dipende come si fa la Direzione Artistica. Quello che noi facciamo… Innanzi tutto noi abbiamo per questo progetto almeno 20 modelli di studio e quando… perché poi la Direzione Artistica controlla tutti i disegni di cantiere che vengono emessi. Quando ci arrivano i disegni di cantiere l'80% delle volte li mandiamo in realizzazione nel nostro ufficio modelli che realizza proprio dei modelli al 50 di porzioni … e su quelli e su quell'analisi dei disegni noi diamo la nostra consulenza, ci sono delle scelte e entriamo nel discorso che si crea tra Direzione Lavori, RUP, impresa… questo è molto importante anche perché, può sembrare una cosa abbastanza semplice, ma una struttura del genere come la teca (abbastanza "semplice")… ma per esempio, l'impresa ha fatto molte proposte sul cambio strutturale legato alla normativa sismica che da noi sono stati controllati tutti sui modelli …perché sembrano cose semplici ma che poi incidono sull'aspetto globale dell'opera … un opera del genere non poteva non avere Direzione Artistica soprattuto con Fuksas stando a Roma, avendo lo studio a Roma. Avendo un controllo costante e quotidiano non si poteva non fare, fosse stata un opera in Cina o in Asia li sarebbe stato diverso, anche se devo dire, che alla fine Fuksas fa sempre la Direzione Artistica… e poi cautela te anche perché grazie alla Direzione Artistica poi molte cose sono state anche man man migliorate anche perché l'impresa è fatta sempre da grandi operai e alla fine le soluzioni non nascono dall'impresa, possono nascere delle proposte interessanti…"

Stazione Tiburtina

 

"Noi sognano una comunità libera, ove la dimora dell'uomo non sia conflitto ne con la natura ne con la bellezza" A.Olivetti

 

 

Il ruolo della Direzione Artistica descritto e spiegato in maniera esaustiva dal professor Desideri alla fine della visita di oggi alla stazione Tiburtina. Abbiamo evidenziado dei passaggi chiave che possono riassumere il valore della Direzione Artistica al di là del chiarissimo discorso.

 

Come si è sviluppato nei mesi di cantiere, il ruolo della Direzione Artistica?

 

Paolo Desideri "La questione della Direzione Artistica è una questione assolutamente decisiva. In Italiano si chiama Direzione Artistica e sembra in realtà una cosa legata a… ti aspetti un architetto … col fazzoletto pendente che dice qui tutto verde, qui tutto giallo. No! in realtà non è questo: la Direzione Artistica è una quota dentro la Direzione dei Lavori. La Direzione dei Lavori fa sostanzialmente due cose: una, fa tutta la contabilità, che è una questione assolutamente decisiva e molto impegnativa; la seconda questione è viceversa il controllo dell'esecutivo e la gestione delle varianti e questa parte (la chiamiamo parte B della Direzione dei Lavori?) è la Direzione Artistica ed è davvero l'aspetto decisivo nel senso che, io ve lo dico proprio per esperienza sul campo, sia questa (Tiburtina), sia Firenze che inaugurerà il 21 dicembre, sia il palazzo dell'esposizioni ormai inaugurato quattro anni fa, sia l'archeologico di Reggio Calabria… insomma tutte le grandi opere pubbliche alle quali stiamo lavorando, hanno il loro esito come questa in ragione del fatto che il progettista è stato presente sul campo fino al giorno dell'inaugurazione. Ma non come controllore, questo è il punto, lo dobbiamo assolutamente capire. Io qua ho fatto il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, l'esecutivo lo abbiamo finito nel 2004 e il progetto è andato in gara d'appalto. A quel punto noi eravamo convinti di aver consegnato alla storia il nostro progetto: l'impresa che vince con un fortissimo forfait chiuso massimo ribasso (vuol dire una gara dove non contano i computi ma i disegni) è obbligata, cioè tu mi fai un ribasso rispetto alla cifra base di gara e ti impegni a realizzare i disegni, punto. Siccome i disegni li avevamo fatti in stracoscienza, pensavamo - è fatta! -. Non è assolutamente così, nel senso che a differenza dell'architettura del passato, la cui realizzazione era molto standardizzata a partire dal fatto che la tecnologia era stabile, cioè per costruire una casa in mattoni tu fai l'esecutivo dopo di che sei garantito che, lo realizzi l'impresa X o l'impresa Y, sempre in mattoni verrà realizzata. Ma dal momento che tu fai lamiera microforata ossidata o fai cor-ten (queste belle lastre di cortine… non è cor-ten, è vernice a proposito sempre di "cinecittà")… l'impresa, non sò come dire… tu stai portando a realizzazione delle cose che non stanno nel manuale: sei condannato, te e l'impresa, ogni volta a ridisegnare a reinventare l'engineering di come questa roba sta su, si tiene, è posizionata; i montanti per quanto tu li abbia disegnati… non è che il nostro esecutivo non disegnasse tutti i montanti ma quando arriva l'impresa e ti dice - guarda architetto, io ho bisogno di un costruttivo in cui il montante lo passo da 90 cm come tu lo hai disegnato a 120cm - perché? - e perché io ci risparmio sopra 6 milioni di euro, perché ho una tecnologia che si sposa con i 120cm e non con i 90 - e questo è legittimo da parte dell'impresa chiederlo. Il problema è che questo produce un feedback sul progetto, micidiale! A quel punto o a governare il progetto ci sei te progettista attraverso un incarico di Direzione Artistica che comprende la gestione delle varianti oppure qualcun'altro progetta al posto tuo. Per quanto questo qualcun'altra possa essere bravo e in buona coscienza, fa un'altro progetto, fa il suo progetto. Cioè qua in altre parole il progetto… Romolo è stato con me, protagonista, osservatore, progettista… ha lavorato con il nostro staff dalla fase del concorso sino alla fase della progettazione esecutiva, e diceva Romolo  - sono sorpreso di vedere quei render non traditi - e oggi li vediamo realizzati, ma vi assicuro che il progetto è stato totalmente rifatto, totalmente, forse due volte. E questo rifarlo non ha tradito i render perché l'ho rifatto "io" e se lo avesse rifatto "lui" che è persona di cui ho somma stima ma avrebbe fatto il progetto suo, e lo capirei. E il progetto suo non è che dici "era diverso il materiale" no nella tecnologia contemporanea queste variazioni danno dei feedback enormi. Questa facciata, vedete, ce la siamo progettata in fase esecutiva, in maniera totalmente diversa da quella che avevamo, era prevista in vetro strutturale ma per motivi vari non si poteva fare o meglio l'impresa avrebbe realizzato un pasticcio. Se ti rendi conto di questo hai due vie: una è puntare i piedi e viene il tutto viene male, oppure accettare di investire in creatività e di rifarla, ridisegnarla, reinventarla. Qui abbiamo accettato di avere montanti orizzontali, ma non volendo la "crostata"  e ci siamo inventati dei montanti radon che sono fatti su tre spessori differenti. Ora non è che questo non è bello, ma è sciocco, difronte un'impresa che alla fine ti dice - si, d'accordo io accetto ma ho un cappio, te lo devo realizzare come? io i costruttivi che riesco a fare sono questi… - tu li guardi … e dopo che ti sei rimesso in sesto dici - no guarda, adesso ci penso io - Ora se non hai la Direzione Artistica sei fregato… "perdi" il progetto, lo fa qualcun'altro…"

 

A lei è capitato con esperienze precedenti?

 

P.D."Guarda io ho questo grande privilegio perché è proprio una mia fortuna, di slalom… no ma è una botta di fortuna … solitamente il direttore dei lavori subappalta la Direzione Artistica, qui per intenderci la direzione lavori l'ha fatta Italferr, bravissimi per altro, che hanno governato tutta la cauterizzazione e hanno governato tutta la contabilità… e hanno girato a noi tutta la Direzione Artistica. e la gestione delle varianti, che è molto. Ma se non hai queste due cose sei fregato. Questo entra in argomento con la trasformazione di diritti artistici, diritti d'autore! Ed è qualcosa di molto vicino alle questioni della Direzione Artistica che stai dicendo, questa è le versione che dò io: a tecnologia stabile il diritto d'autore andava a pagare tutto quello che c'è prima, cioè tu in qualche modo puoi esigere il rispetto di quello che hai disegnato a partire dal fatto che la tecnologia è marginale, nel senso che è assolutamente stabile. Quello che tu hai disegnato è comunque compatibile con quella tecnologia codificata nella manualistica, ma oggi esiste un manuale? No. Tu devi ogni volta reinventare il tuo engineering, e reinventare non puoi farlo nel chiuso del tuo studio ma nella felicità di sporcarti le scarpe del cemento del cantiere, cioè dirigendo, facendo la Direzione Artistica! Ed è questa la Direzione Artistica, che ha qualcosa di molto connesso con la trasformazione del senso del diritto d'auore. Il diritto d'autore oggi se lo vogliamo continuare a dichiarare come architetti, e io credo sia indispensabile, si sovrappone esattamente al ruolo della Direzione Artistica, è li che tu controlli l'esercizio del tuo diritto d'autore, cambiando il progetto perché nulla cambi, nulla tradisca l'idea iniziale. Ma lo devi cambiare, non c'è storia. Chi non lo cambia è perduto, chi non lo cambia e si ostina e punta i piedi è fregato. Quando eravamo ragazzini Quaroni faceva vedere questo filmato tutto accelerato di Pujon che disegna ad Algeri (Pujon è l'architetto francese che ha progettato le grandi case bianche di Algeri, splendide degli anni 30, anni 20) c'è questo filmato che fa vedere Pujon con il camice e tutti i collaboratori, questo stenditoio con i parallelinei, in cantiere, all'aperto, loro disegnano e ci sono gli algerini (l'impresa) che gli tolgono i disegni e corrono a costruire capito? E noi pensavamo - roba veramente arcaica!! bah… - e invece noi abbiamo fatto Pujon! Qui, a Firenze, a Reggio Calabria… è un impresa travolgente, questo oggetto (Tiburtina) è stato realizzato in 3 anni e mezzo, Firenze che è un opera dello stesso importo è stata realizzata in 22 mesi, tre turnazioni da 8 ore. Ma chi alimenta le tre turnazioni?..."

Complesso di San Marcello al Corso

Nuovo "cantiere", nuova realtà con tutte le sue peculiarità a caratterizzarla. Chiara, risulta la notevole importanza del diritto d'autore di cui gode l'opera architettonica, l'intervento degli anni 80 curato da Quaroni e Micalizzi.

Questa proprietà acquisita permette al progettista di rivendicare la possibilità di tutelare l'opera originale da qualunque secondario e postumo intervento che, seppur con nobile presupposto, si pone come un'aggressione allo spirito originario dell'architettura. Risulta chiaro come questo aspetto sia fondamentale e di rilievo, oltre che d'influenza sull'attule proposta di progetto che vede all'interno del complesso di San Marcello la prima sede romana del gruppo Hayatt Park Hotel; continuerà ad essere tale anche successivamente, durante la cantierizzazione, intrecciandosi con il ruolo e la responsabilità che assume la Direzione Artistica, in questo particolare cantiere, strettamente necessaria.

Quando il cantiere prenderà il via, la Direzione Artistica sarà assicurata?

Paolo Micalizzi "La imporremo imporremo noi."

Con il vantaggio del diritto d'autore in questo caso...

P.M. "Certo, perchè se in corso d'opera poi si prendono delle iniziative... Dobbiamo essere pronti ad evitare..."

Anche quindi seguendo in dettaglio.

P.M. "Certo certo, altrimenti una cosa ben progettata può diventare una cosa pessima no?"

Ovvio.

 

Nuove residenze a Velletri

 

Prosegue la ricerca/analisi della Direzione Artistica. Differentemente dalla scorsa settimana a Testaccio dove questa figura non era presente, in questo caso abbiamo trovato una situazione particolare: una presenza-non presenza dovuta alle peculiarità proprie del canitere visitato. Il professor Valerio Palmieri (progettista) ci ha spiegato brevemente ciò che ha caratterizzato questa situazione.

In questo caso il committente era lo stesso costruttore?

Valerio Palmieri "Si, ed è lui che ha comprato l'area..."
 
Da privato...
 
V.P. "Si, da imprenditore ha preso l'area e ha richiesto il progetto. Ha fatto tutto lui insomma."
 
In questo caso, per quanto riguarda la Direzione Artistica, qui non c'è stata?
 
V.P. "No... Si... Cioè c'è stata... E' stato un rapporto "casareccio" nel senso che avevamo Franco Ciafrei (Direttore dei Lavori) che è stato con noi, lui aveva la direzione lavori per cui non c'era stabilita effettivamente, nero su bianco, la Direzione Artistica da associati, ma in realtà l'abbiamo fatta, si... Come dire, avendo un appoggio interno... Più informale..."
 
Ciò vi ha permesso di seguire bene il progetto...
 
V.P. "Si certo perchè tanto Fraco era con noi nella direzione."
 
Anche se poi ci sono state delle "iniziative" esterne...
 
V.P. "Già, ma lui a mediato molto nel cercare di ridurre... Insomma è chiaro che alcune cose devi cederle, altre no! Il grosso del lavoro è stato suo in questa fase costruttiva in cui dovevi mediare tra il committente/il cliente che voleva mettere anche bocca su alcune questioni, ma si è sempre concordado tutto molto bene."
 
  
 
Ne consegue come in questo caso sia stato decisivo il ruolo del privato, cliente e costruttore (CIRCE COSTRUZIONI Srl.), particolarmente collaborativo e abbastanza in linea con i percorsi dei progettisti. Da riconosere inoltre l'importanza del Direttore dei Lavori, come sottolineato da Palmieri stesso: figura diplomatica potremmo dire e, mediatrice delle diverse volontà che possono entrare in conflitto (quanto in complicità) tra le figure di chi commissiona e di chi progetta.

Ex mattatoio di Testaccio

 

Poco prima che finisse la visita al cantiere abbiamo posto alcune domande all'architetto Euguenio Cipollone riguardo alla Direzione Artistica (il nostro ruolo) e, dopo un breve inciso sul lavoro che caratterizza l'ultimo padiglione visitato, abbiamo chiesto ulteriori delucidazioni sulla spiegazione data all'inizio della mattinata.

Riportiamo di seguito domande e risposte sui vari argomenti.

 

 

1_La Direzione Artistica:

 

Nel cantiere chi è il responsabile della Direzione Artistica?

 

Eugenio Cipollone "Nessuno, non c'è."

 

Non si è obbligati ad averla... a consulenza dello sviluppo di un progetto in cantiere?

 

E.C. "La Direzione Artistica qua non c'è… neanche hanno voluto darci 1000€ per la Direzione Artistica, l'avremmo fatta volentieri … Qui posso interloquire con il direttore dei lavori ma non gli posso imporre nulla, posso interloquire con il progettista ma non gli posso imporre nulla…"

 

Ma nel cantiere di Zaha Hadid la Direzione Artistica c'era...

 

Capo Cantiere "C'era più che altro quella che il resto! C'era solo quella…"

 

E.C. "Beh, se lo devi normare contrattualmente, e per la stazione appaltante è un onere non piccolo, nel senso che… Beh devi pagare Zaha Hadid! E lei avrà voluto 200.000€… Solo che Zaha Hadid gira con un team di avvocati tale per cui riesce… Anche Odile Decq, nel Macro, è riuscita a tenere in mano il progetto fino all'ultimo dettaglio ma… perché c'erano delle condizioni al contorno che glielo hanno permesso… Qua ********** che è la stazione appaltante, è la prima a cui non frega niente."

 

Quindi in teoria chi richiede… Da chi è nominata la Direzione Artistica?

 

E.C. "Dalla stazione appaltante."

 

2_Il restauro:

 

E.C. "Quello è un restauro filologico, un vero eproprio restauro filologico, ci vengono gli uffici della presidenza, le segreterie … la dentro ci si rimettono i pavimenti di graniglia di cemento, le finestre che sta facendo Pugilano insomma… Ritorna come era più perfettino, pulitino…"

 

3_Burocrazia e legislazione:

 

L'iter burocratico, legislativo che ci ha spiegato all'inizio del giro… è l'Italia? O caratterizza l'Europa?

 

E.C. "Guarda io… No… Allora teoricamente è a livello europeo perché le normative stanno, faticosamente, mettendosi sullo stesso piano tra i vari paesi della comunità… E noi siamo degli specialisti nel complicarle. In Germania non esiste la conferenza dei servizi.. tu gli dici "devo costruire", presenti il progetto e, come dire, è l'amministrazione stessa che si occupa di ottenere i permessi anzi, sono loro… Cioè ti aiutano a costruire, ti mettono nelle condizioni di fare Tu il tuo lavoro… Che poi fondamentalmente è l'architetto."

 

Ti aiutano a seguire il progetto...

 

E.C. "… Ad arrivare fino in fondo, danno un sostengo."

 

Quindi le situazioni descritte sono le nostre...

 

E.C. "Qui l'obbiettivo principale è porre degli ostacoli… Cioè… E' l'Italia… hai presente: entri in un palazzo e c'è il portiere? Il portiere che fa? Non è che ti aiuta per trovare… Dice "do' vai? 'ndo devi anna? che voi?" Cioè per prima cosa, no?! Supera questo ostacolo… E' così."

 

 

Pubblicheremo a breve foto, considerazioni e ulteriori approfondimenti.