PRIME IMPRESSIONI SULLA FATTIBILITA': I casi del Palazzo Massimo alle Terme e della palazzina di Libera ad Ostia

Nell'ambito del Restauro Architettonico,  il tema della fattibilità è uno degli aspetti più delicati e vincolanti, che si tratti di un progetto di restauro di un'opera pubblica o di una privata. In una città complessa come Roma, ricca di molteplici memorie storico-artistiche, è facile imbattersi in situazioni particolari e difficili che, anche nel loro piccolo, possono rappresentare un unicum o comunque un ottimo principio di novità. Qualsiasi sia la realtà con cui ci si confronta, bisogna sempre essere consapevoli che essa non è solo un espediente progettuale ma un delicato sistema di pesi e misure differenti in equilibrio tra loro.

L'intervento all'interno di Palazzo Massimo alle Terme si imposta proprio con quel principio di novità. Qui è possibile vedere l'intero iter di un progetto al limite tra il restauro e la progettazione, la riqualificazione e l'allestimento.  Contrariamente ai cantieri di costruzione che siamo abituati a vedere, il cantiere d'allestimento presenta due saldi vincoli: la data d'inaugurazione e i costi. Su questo due si deve basare tutto:  dalla più semplice disposizione di un pannello alla più complicata struttura, e perfino l'imprevisto. E' in quest'ottica che gli architetti Stefano Cacciapaglia e Antonio Celia si sono mossi. Bisognava dare nuova vita ad alcune sale del Museo rispettando i caratteri propri dell'edificio, senza alterare la memoria dei restauri condotti da Costantino Dardi. Per questo si è scelto di operare un allestimento il più discreto possibile: le opere d'arte sono le vere protagoniste e nient'altro. E' così che un intonaco grigio viene scelto per far risaltare il bianco delle statue, eliminando la monotonia data dal vecchio colore bianco; per ovviare ai problemi d'illuminazione sono stati realizzati corpi illuminanti leggerissimi, in pannelli componibili in PVC, che illuminano, come macchine teatrali, le opere d'arte valorizzandole al massimo. Tutto in funzione dell'opera e tutto in funzione dei costi. L’intervento complessivo ha avuto un costo intorno ai 500.000 €, di cui 300.000 ca. destinati all'allestimento vero e proprio (materiali e ristrutturazioni), 100.000 per l'illuminazione e il resto per la movimentazione delle statue. Non poco per un intervento simile, ma si è pur sempre di fronte ad un caso di allestimento permanente, che interessa 600 mq di museo e circa 70 opere.

Anche l'architettura privata deve entrare in questi meccanismi di necessità e restrizioni. E' il caso, ad esempio, dellapalazzina di Libera degli anni '30 sul lungomare di Ostia. Il progetto di restauro è stato condotto dall'architetto Roberta Rinaldi, la quale si è trovata di fronte ad una situazione pressoché drammatica. A causa della totale noncuranza da parte degli inquilini, dell'aggressività del clima marino e di errori commessi in un precedente restauro, la casa si presentava in uno stato di completa fatiscenza. Problemi di vincoli paesaggistici e mancanza di fondi hanno spinto, sin da subito, l'architetto ad operare delle scelte, dettate anche da numerosi problemi presentatisi in corso d'opera. Le ringhiere fronte mare, per esempio, sono state rifatte per ben due volte: realizzate inizialmente in ferro pre-zincato lavorato a caldo, già dopo due mesi presentavano segni di ruggine, con il secondo appalto saranno sostituite interamente con delle altre ben fatte (a scapito dei già esigui fondi);  la facciata presentava una colorazione inadeguata ed era stata inoltre deturpata dalla messa in opera, in un precedente restauro, di uno strato di quarzo plastico: picconata fino ad eliminare la parte compromessa, è stato steso un intonaco bianco (colore scelto grazie ad indagini di colore in facciata) in bio calce che, a lavori conclusi, presentava delle cavillature, risarcite dalla ditta fornitrice Keraton. Questi inconvenienti, insieme ad altri minori, hanno inciso notevolmente sulla sfera dei costi. Essendo un'opera finanziata da privati, con un somma a disposizione modesta, ogni errore commesso doveva essere risolto togliendo spazio e cura ad altri aspetti del progetto:  impensabile superare la somma a disposizione. Ma il risultato finale è valso questi ostacoli? Inizialmente il valore della palazzina era intorno ai 1500 €/mq, dopo gli interventi di manutenzione si è arrivati a 5000 €/mq, un notevole miglioramento che ha permesso di rivalutare un'architettura che altrimenti sarebbe andata persa.