Una volta determinato il periodo proprio della struttura, a seguito dell'analisi modale nel modello di telaio 3d, bisogna calcolare il fattore di struttura, dopo aver verificato anche la regolarità in pianta e in altezza. La nostra struttura è regolare in pianta, in altezza in termini di rigidezza, ma non in altezza in termini di massa. In questo caso come dobbiamo comportarci? A quale regolarità dobbiamo fare riferimento?
Nella definizione del fattore q ha peso sia la regolarità in pianta che in altezza
q=q0*Kr
Kr=1 o 0,8 per strutture regolari o non regolari in altezza
La regolarità in pianta incide sul coeff alfa u/alfa 1 con il quale si calcola il q0 (rif. tab. 7.4.1 NTC2008)
Per strutture regolari in pianta si possono usare i valori di alfa u/alfa 1 indicati nelle tabelle delle categorie strutturali
Per strutture non regolari in pianta si possono usare i valori di alfa u/alfa 1 pari alla media tra 1,0 e quello indicato nella tabella delle categorie strutturali
Va bene. Mi riferivo però alla regolarità in altezza: la mia struttura è regolare in termini di rigidezza ma non in termini di massa. Come devo procedere? Devo prendere come riferimento quella in termini di massa o quella in termini di rigidezza?
Ok grazie per il chiarimento. Ho un'altra domanda a riguardo: al paragrafo 7.3.3.2 della normativa, per quanto riguarda l'applicazione della forza statica equivalente al sisma, viene richiesto che siano soddisfatte due condizioni, che il periodo non superi 2,5 Tc o Td e che la costruzione sia regolare in altezza. La prima condizione è rispettata, la seconda no. Come dobbiamo procedere? Applico comunque la forza data dalla formula al punto 7.3.6?
A seguito dell'analisi modale del telaio risulta che nel mode7 ho una torsione pari a 0,014. Ho comunque necessità di inserire dei setti in modo da rendere la struttura più rigida?
Salve, c'è venuto un dubbio per quanto riguarda la lunghezza di ancoraggio dell'armatura longitudinale .
Ad esempio nelle travi abbiamo usato la formula Lb=(fyd·fi)/4fbd ed avendo usato fi16 e fi18 ci vengono lunghezze pari a: 61 e 69 per le zone compresse e 88 e 99 per le zone tese. Leggendo la normativa abbiamo trovato quanto segue:
"la lunghezza di ancoraggio delle armature tese va calcolata in modo da sviluppare una tensione nelle barre pari a 1,25 fyk, e misurata a partire da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del pilastro verso l’interno."
Vedendo succesivamente degli esempi sul libro "dettagli costruttivi di strutture in c.a" abbiamo notato che le lunghezze di ancoraggio nelle estremità, dove sono piegate, hanno una lunghezza pari a 15 per fi14 o 20 per fi20.
Abbiamo sempre piegato i ferri della lunghezza trovata con la formula dell'ancoraggio, per cui, visti i vari esempi, probabilmente sbagliamo a piegarli, non abbiamo ben capito come e a partire da dove vanno piegati.
Nel modello 3d del sap ci avevate detto di non inserire i cordoli e quindi di lasciare le travi che sbalzavano senza collegarle tra loro. Ora ci domandiamo come facciamo per armarli? servono le sollecitazioni, quindi li inseriamo nel modello del sap oppure c'è un altro modo?
Ok, grazie. Invece per quanto riguarda la domanda sulla lunghezza di ancoraggio?
Un ulteriore dubbio è sui reggistaffa.. l'area di questi va sommata all'area dell'armatura trovata dai minimi di normativa? oppure questi sono già compresi nei minimi?
Inoltre per le verifiche allo SLE delle travi, volevamo sapere della verifica allo stato limite di fessurazione. Lo scorso anno quella sul solaio ci avevate detto di non farla in quanto non c'era stato il tempo di spiegarla, vale anche per le travi?
SLE fessurazione lo abbiamo spiegato e quindi va fatto: sulle travi
il reggistaffa se ben posizionato è un ferro come gli altri e quindi può entrare nel calcolo
Per la lunghezza di ancoraggio va bene come la calcolate ma considerate che spesso agli estremi nn c'è spazio e siamo costretti a piegare quanto possibile
Allora per quanto riguarda lo SLE, dato che noi non abbiamo appunti a riguardo facciamo riferimento alla normativa al cap 4.1.2.2.4.1
Definizione degli stati limite di fessurazione
In ordine di severità decrescente si distinguono i seguenti stati limite:
a) stato limite di decompressione nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, la tensione
normale è ovunque di compressione ed al più uguale a 0;
b) stato limite di formazione delle fessure, nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, la
tensione normale di trazione nella fibra più sollecitata è:
st = 1,2fctm
dove fctm è definito nel § 11.2.10.2;
c) stato limite di apertura delle fessure, nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, il valore
limite di apertura della fessura calcolato al livello considerato è pari ad uno dei seguenti valori
nominali:
w1 = 0,2 mm
w2 = 0,3 mm
w3 = 0,4 mm
Lo stato limite di fessurazione deve essere fissato in funzione delle condizioni ambientali e della
sensibilità delle armature alla corrosione, come descritto nel seguito.
Scelta degli stati limite di fessurazione
Nella Tab. 4.1.IV sono indicati i criteri di scelta dello stato limite di fessurazione con riferimento
alle esigenze sopra riportate.
Noi facciamo riferimento a: condizioni ambientali ordinarie, armature poco sensibili
Stato limite di apertura delle fessure
Il valore di calcolo di apertura delle fessure (wd) non deve superare i valori nominali w1, w2, w3
secondo quanto riportato nella Tab. 4.1.IV.
Il valore di calcolo è dato da:
wd = 1,7 wm
dove wm, rappresenta l’ampiezza media delle fessure.
L’ampiezza media delle fessure wm è calcolata come prodotto della deformazione media delle barre
d’armatura εsm per la distanza media tra le fessure Δsm:
wm = εsm Δsm
Per il calcolo di εsm, e Δsm vanno utilizzati criteri consolidati riportati nella letteratura tecnica.
Il nostro problema è il calcolo di wm , non abbiamo molto chiaro dove vanno presi i valori di εsm, e Δsm
Per quanto riguarda i reggi staffa, le alleghiamo qui sotto un’immagine di una nostra travata tipo, in cui compaiono appunto i reggi staffa e l’armatura.
Le alleghiamo inoltre un’altra immagine evidenziando nel riquadro il vano ascensore.
L’armatura in quel punto va piegata all’interno dei setti? E’ corretto quello mostrato nel disegno?
Sempre in riferimento all'immagine della sezione della trave tipo: per quanto riguarda le verifiche abbiamo aggiunto alle aree effettive dei ferri (calcolate a partire dai minimi di normativa) l'area dei reggi staffa. In questo modo le verifiche allo SLU e allo SLE sono verificate.
Per quanto riguarda i reggi staffa, le alleghiamo qui sotto un’immagine di una nostra travata tipo, in cui compaiono appunto i reggi staffa e l’armatura.
Abbiamo fatto tutte le verifiche aggiungendo alle aree effettive dei ferri (calcolate a partire dei minimi di normativa) l’area dei reggi staffa. Le verifiche allo SLU e allo SLE di esercizio in questo modo sono tutte verificate.
Le alleghiamo inoltre un’altra immagine evidenziando nel riquadro il vano ascensore.
L’armatura in quel punto va piegata all’interno dei setti? E’ corretto quello mostrato nel disegno?
Nella verifica a pressoflessione deviata dei pilastri con il VCA, tra le mie combinazioni devo prendere la N più piccola e la M più grande?oppure la N più piccola e la rispettiva M della combinazione?
abbiamo dei problemi con le verifiche di resistenza del nodo.
per quanto riguarda la 7.4.8 non risulta sempre verificata; mentre le 7.4.11 e 12 non tornano mai.
come dobbiamo comportarci? da cosa può dipendere esattamente?
abbiamo travi 30 x 35 (escluse le fasce piene) con ferri fi 14 e reggistaffe fi 12, e pilastri 30 x 40 (gia aumentati nelle GR perchè prima erano 30 x 30 e non erano soddisfatte le verifiche) con ferri fi 24; entrambi hanno staffe fi 8.
sia per le travi che per i pilastri le verifiche risultano tutte soddisfatte.
Martina Mostardi 281151
Simona Rocchetti 266461
Una volta determinato il periodo proprio della struttura, a seguito dell'analisi modale nel modello di telaio 3d, bisogna calcolare il fattore di struttura, dopo aver verificato anche la regolarità in pianta e in altezza. La nostra struttura è regolare in pianta, in altezza in termini di rigidezza, ma non in altezza in termini di massa. In questo caso come dobbiamo comportarci? A quale regolarità dobbiamo fare riferimento?
Nella definizione del fattore q ha peso sia la regolarità in pianta che in altezza
q=q0*Kr
Kr=1 o 0,8 per strutture regolari o non regolari in altezza
La regolarità in pianta incide sul coeff alfa u/alfa 1 con il quale si calcola il q0 (rif. tab. 7.4.1 NTC2008)
Va bene. Mi riferivo però alla regolarità in altezza: la mia struttura è regolare in termini di rigidezza ma non in termini di massa. Come devo procedere? Devo prendere come riferimento quella in termini di massa o quella in termini di rigidezza?
la regolarità implica regolarità sia di massa che di rigidezza. Pertanto se uno dei due requisiti non è soddisfatto, la struttura è non regolare
Ok grazie per il chiarimento. Ho un'altra domanda a riguardo: al paragrafo 7.3.3.2 della normativa, per quanto riguarda l'applicazione della forza statica equivalente al sisma, viene richiesto che siano soddisfatte due condizioni, che il periodo non superi 2,5 Tc o Td e che la costruzione sia regolare in altezza. La prima condizione è rispettata, la seconda no. Come dobbiamo procedere? Applico comunque la forza data dalla formula al punto 7.3.6?
A seguito dell'analisi modale del telaio risulta che nel mode7 ho una torsione pari a 0,014. Ho comunque necessità di inserire dei setti in modo da rendere la struttura più rigida?
quanto hai scritto non significa nulla, va valutata la forma modale (tutti i coeff. modali) e i coefficienti di partecipazione.
Li trovate nelle tabelle di output del sap. Osservare le deformate è già di aiuto
ok. grazie
Come si fa nel SAP a bloccare i movimenti di piano rigido in un piano?
A ciascun livello:
seleziono tutti i nodi interessati
assign
joint - constraint - diaphgram
NB:avremo dighpram 1....2......n..tanti quanti sono gli impalcati rigidi; il diaphgram include gli special joints.
Salve, c'è venuto un dubbio per quanto riguarda la lunghezza di ancoraggio dell'armatura longitudinale .
Ad esempio nelle travi abbiamo usato la formula Lb=(fyd·fi)/4fbd ed avendo usato fi16 e fi18 ci vengono lunghezze pari a: 61 e 69 per le zone compresse e 88 e 99 per le zone tese. Leggendo la normativa abbiamo trovato quanto segue:
"la lunghezza di ancoraggio delle armature tese va calcolata in modo da sviluppare una tensione nelle barre pari a 1,25 fyk, e misurata a partire da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del pilastro verso l’interno."
Vedendo succesivamente degli esempi sul libro "dettagli costruttivi di strutture in c.a" abbiamo notato che le lunghezze di ancoraggio nelle estremità, dove sono piegate, hanno una lunghezza pari a 15 per fi14 o 20 per fi20.
Abbiamo sempre piegato i ferri della lunghezza trovata con la formula dell'ancoraggio, per cui, visti i vari esempi, probabilmente sbagliamo a piegarli, non abbiamo ben capito come e a partire da dove vanno piegati.
Un'altra domanda riguardante invece i cordoli.
Nel modello 3d del sap ci avevate detto di non inserire i cordoli e quindi di lasciare le travi che sbalzavano senza collegarle tra loro. Ora ci domandiamo come facciamo per armarli? servono le sollecitazioni, quindi li inseriamo nel modello del sap oppure c'è un altro modo?
se il cordolo è solo una cucitura di estremità nn serve calcolo ma solo un'armatura forfettaria...vedi domande frequenti
Ok, grazie. Invece per quanto riguarda la domanda sulla lunghezza di ancoraggio?
Un ulteriore dubbio è sui reggistaffa.. l'area di questi va sommata all'area dell'armatura trovata dai minimi di normativa? oppure questi sono già compresi nei minimi?
Inoltre per le verifiche allo SLE delle travi, volevamo sapere della verifica allo stato limite di fessurazione. Lo scorso anno quella sul solaio ci avevate detto di non farla in quanto non c'era stato il tempo di spiegarla, vale anche per le travi?
SLE fessurazione lo abbiamo spiegato e quindi va fatto: sulle travi
il reggistaffa se ben posizionato è un ferro come gli altri e quindi può entrare nel calcolo
Per la lunghezza di ancoraggio va bene come la calcolate ma considerate che spesso agli estremi nn c'è spazio e siamo costretti a piegare quanto possibile
Allora per quanto riguarda lo SLE, dato che noi non abbiamo appunti a riguardo facciamo riferimento alla normativa al cap 4.1.2.2.4.1
Definizione degli stati limite di fessurazione
In ordine di severità decrescente si distinguono i seguenti stati limite:
a) stato limite di decompressione nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, la tensione
normale è ovunque di compressione ed al più uguale a 0;
b) stato limite di formazione delle fessure, nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, la
tensione normale di trazione nella fibra più sollecitata è:
st = 1,2fctm
dove fctm è definito nel § 11.2.10.2;
c) stato limite di apertura delle fessure, nel quale, per la combinazione di azioni prescelta, il valore
limite di apertura della fessura calcolato al livello considerato è pari ad uno dei seguenti valori
nominali:
w1 = 0,2 mm
w2 = 0,3 mm
w3 = 0,4 mm
Lo stato limite di fessurazione deve essere fissato in funzione delle condizioni ambientali e della
sensibilità delle armature alla corrosione, come descritto nel seguito.
Scelta degli stati limite di fessurazione
Nella Tab. 4.1.IV sono indicati i criteri di scelta dello stato limite di fessurazione con riferimento
alle esigenze sopra riportate.
Noi facciamo riferimento a: condizioni ambientali ordinarie, armature poco sensibili
Stato limite di apertura delle fessure
Il valore di calcolo di apertura delle fessure (wd) non deve superare i valori nominali w1, w2, w3
secondo quanto riportato nella Tab. 4.1.IV.
Il valore di calcolo è dato da:
wd = 1,7 wm
dove wm, rappresenta l’ampiezza media delle fessure.
L’ampiezza media delle fessure wm è calcolata come prodotto della deformazione media delle barre
d’armatura εsm per la distanza media tra le fessure Δsm:
wm = εsm Δsm
Per il calcolo di εsm, e Δsm vanno utilizzati criteri consolidati riportati nella letteratura tecnica.
Il nostro problema è il calcolo di wm , non abbiamo molto chiaro dove vanno presi i valori di εsm, e Δsm
Per quanto riguarda i reggi staffa, le alleghiamo qui sotto un’immagine di una nostra travata tipo, in cui compaiono appunto i reggi staffa e l’armatura.
Le alleghiamo inoltre un’altra immagine evidenziando nel riquadro il vano ascensore.
L’armatura in quel punto va piegata all’interno dei setti? E’ corretto quello mostrato nel disegno?
Sempre in riferimento all'immagine della sezione della trave tipo: per quanto riguarda le verifiche abbiamo aggiunto alle aree effettive dei ferri (calcolate a partire dai minimi di normativa) l'area dei reggi staffa. In questo modo le verifiche allo SLU e allo SLE sono verificate.
Per quanto riguarda i reggi staffa, le alleghiamo qui sotto un’immagine di una nostra travata tipo, in cui compaiono appunto i reggi staffa e l’armatura.
Abbiamo fatto tutte le verifiche aggiungendo alle aree effettive dei ferri (calcolate a partire dei minimi di normativa) l’area dei reggi staffa. Le verifiche allo SLU e allo SLE di esercizio in questo modo sono tutte verificate.
Le alleghiamo inoltre un’altra immagine evidenziando nel riquadro il vano ascensore.
L’armatura in quel punto va piegata all’interno dei setti? E’ corretto quello mostrato nel disegno?
Nella verifica allo stato limite di fessurazione delle travi, è corretto considerare
epsilon,sm= 0,6 * sigma,s/Es
quello è il limite inf. fate riferimento alla formula C4.1.16
Ok grazie per il chiarimento e invece per quanto riguarda le altre domande?
quali? a quale post vi riferite?
Riguardo al post precedente: quello sui reggi staffa e sul nodo trave setto, abbiamo anche allegato due immagini
nel setto l'armatura può ancorarsi in rettilineo
è corretto usare nei calcoli tutti i ferri presenti, inclusi i "reggistaffe"
Va bene grazie.
Nella verifica a pressoflessione deviata dei pilastri con il VCA, tra le mie combinazioni devo prendere la N più piccola e la M più grande?oppure la N più piccola e la rispettiva M della combinazione?
Vedi FAQ
salve,
abbiamo dei problemi con le verifiche di resistenza del nodo.
per quanto riguarda la 7.4.8 non risulta sempre verificata; mentre le 7.4.11 e 12 non tornano mai.
come dobbiamo comportarci? da cosa può dipendere esattamente?
abbiamo travi 30 x 35 (escluse le fasce piene) con ferri fi 14 e reggistaffe fi 12, e pilastri 30 x 40 (gia aumentati nelle GR perchè prima erano 30 x 30 e non erano soddisfatte le verifiche) con ferri fi 24; entrambi hanno staffe fi 8.
sia per le travi che per i pilastri le verifiche risultano tutte soddisfatte.
IL PROBLEMA PUO' ESSER RISOLTO AUMENTANDO LE STAFFE OPPURE, SE IL PROBL è IL CALCESTRUZZO, AUMENTANDO LA CLASSE DEL CALCESTRUZZO
SE NON SI VUOL FARE QUABTO SOPRA BISOGNA INTERVENIRE SULLE GEOMETRIE INGRANDENDO IL NODO