INTERVISTE TOR FISCALE_15.3.2013

Riporto una breve sintesi schematica delle due interviste.

INTERVISTA 1

Oggi come oggi abbiamo raggiunto delle buone cose: il parco non c’era, i ragazzetti stavano sbandati a destra e sinistra, oggi c’è un punto d’incontro.

I primi alberi del parco sono stati piantati dalla gente del quartiere insieme alle panchine. I primi tempi hanno rubato tutto, poi con il comitato di quartiere e con la gestione giardini si è riuscito a mantenere il parco funzionale.

Il comitato si è anche battuto per far passare uno scuolabus poiché le scuole stanno lontane e ci si può arrivare solo in auto.

Adesso si sta bene, però mancano i servizi: ci sono solo un bar e un negozio alimentare.

Io mi sono trasferita in questa via da dieci anni in una casa che abbiamo dovuto rimettere a posto. Prima fin dall’età di cinque anni ho abitato in un’altra via, sempre in questo quartiere, in una casa costruita da mio nonno e ora ci abita mio zio, il fratello di mio padre.

Prima un’altra centralità era la parrocchia ora gli unici punti d’incontro sono il parco e il bar.

Qui ci abitano tutti i miei familiari e la sentiamo proprio nostra questa zona, non me ne andrei mai.

Purtroppo offre poco questo quartiere, mancano dei centri di aggregazione, sportivi, per anziani, delle palestre però capisco che il quartiere è chiuso e ci andrebbero solo gli abitanti quindi a nessuno interessa un investimento.

Ultimamente sono arrivate molte coppie giovani grazie alle nuove costruzioni che hanno fatto e il quartiere si sta rivalutando. Diverse di queste coppie sono già entrate nella vita attiva del quartiere.

Prima il quartiere aveva una brutta fama ma non è più così, nonostante si continui a percepirlo tale dall’esterno.

É un posto tranquillo senza traffico, con i mezzi siamo messi bene con la metro o l’autobus si arriva in centro velocemente.

Prima c’erano molti atti vandalici e criminalità poi lentamente con il controllo sociale la situazione è tornata alla normalità.

Siamo molto fieri del parco e dell’acquedotto, sono stati anche restaurati due casali all’interno per fare feste di quartiere, compleanni ecc.

Sulle case a ridosso dell’acquedotto c’è un dibattito da 40 anni. Io mi ricordo quando ero piccola abitavano proprio dentro le arcate, certo a me piacerebbe vedere l’acquedotto liberato ma chi ci abita dove li mandi?

C’è in progetto di aprire questa strada e di connetterla con la Tuscolana, sono venti anni che il progetto è stato fatto e finalmente abbiamo visto persone fare dei rilievi.

Gli stranieri in questo parecchi si sono integrati e si sentono parte del quartiere e molti li conoscono ma a queste famiglie “normali” si accostano altri che vivono in condizioni di povertà e ammassati ma la colpa secondo me è di chi ce li mette.

Il lavoro dentro al quartiere non c’è per chi ci abita che deve spostarsi fuori. Avevano aperto una frutteria, un laboratorio di pelletteria e un negozio di abbigliamento che però hanno chiuso. Circa quarant’anni fa quando il quartiere era più abitato c’erano anche una farmacia, tre alimentari ed altre attività.

Prima quando c’erano più attività e possibilità aggregative era un quartiere con più problemi sotto il punto di vista economico e della sicurezza, mentre ora che molte delle attività e dei centri di aggregazione hanno chiuso il quartiere è più tranquillo.

Nel quartiere ci spostiamo a piedi, è bello per questo.

INTERVISTA 2

Io vivo qui da 6 anni ma lo conoscevo già da prima questo quartiere, ero venuta perché avevano mandato via gli zingari e avevano cominciato a costruire, speravo che nell’arco di una decina d’anni la situazione sarebbe migliorata. Non è stato così, forse colpa della crisi, comunque il nono municipio si occupa della parte dei negozi sull’Appia principalmente e noi veniamo lasciati indietro. Siamo la “periferia” della nona circoscrizione, abbiamo bisogno di servizi ma qui abitano poche persone e di conseguenza non si fa nulla.

Noi siamo amanti dei cani e l’area a nostra disposizione nel parco è troppo piccola. Avevamo chiesto di poterla spostare e di farla magari più grande, siamo anche disposti a un’autogestione ma le nostre richieste non sono accolte dal comitato di quartiere perché non interessiamo, si preoccupano di più di sistemare le strade e di sistemare il quartiere in generale. Noi veniamo al parco tutti i giorni e non ci costerebbe nulla occuparci di una piccola parte per i nostri animali.

Ovviamente ci sono anche altri problemi come i marciapiedi o i mezzi pubblici, chi abita in fondo al quartiere deve arrivare sull’Appia per prendere l’autobus. I Servizi sono carenti ci sono solo un bar, un negozio alimentare, la chiesa e il complesso delle suore che ora è diventato un centro Caritas. Non ci sono scuole, quelle più vicine sono a Quarto Miglio oppure sull’Appia. Per fare qualunque cosa bisogna uscire dal quartiere e la mancanza di mezzi pubblici ci costringere a usare l’auto.

Il parco è una delle potenzialità del quartiere, funziona come luogo di aggregazione, specialmente durante il periodo caldo quando si riempie di persone che vengono a fare i pic-nic, è comunque vissuto durante tutto l’anno specialmente da noi che portiamo a passeggio i cani e svolgiamo anche una sorta di controllo sociale sul parco.

Il nostro quartiere potrebbe diventare un bellissimo quartiere basterebbero solo dei piccoli interventi, come ad esempio: parcheggi pubblici, segnaletica stradale, passaggi pedonali e i servizi anche solo i più essenziali come la farmacia. Questa forte mancanza di servizi spinge le persone a rimanere a casa e ad uscire solo con la macchina. Se il quartiere fosse ben servito probabilmente ci sarebbero molte più persone a passeggio per le vie e il quartiere riacquisterebbe parte della vitalità che ha perso.

Qui ci si conosce tutti specialmente con chi viene al parco con i bambini o i cani, gli altri, ad esempio chi lavora tutto il giorno, lo vivono più come quartiere dormitorio e rimangono estranei alla vita della comunità.

Per andare a lavoro, come per tutta Roma, si utilizza la macchina fino alla metro e poi ci si sposta con i mezzi pubblici ma è faticoso, c’è sempre traffico e i mezzi pubblici non funzionano bene, se c’è lo sciopero addirittura posso metterci tre ore per tornare a casa.

Io abito in una delle nuove abitazioni, lì chi ha realizzato la costruzione ha lasciato un’area al comune che doveva realizzarci una piazza con dei parcheggi, ma non è stato fatto nulla.

L’acquedotto ha il suo fascino, però dovrebbe essere sistemato e rivalutato, ci sono delle abitazioni che non possono essere spostate, però la parte restante potrebbe essere utilizzato in qualche modo.

Nelle nuove costruzioni che stanno realizzando dicono che al piano terra ci saranno dei negozi, la domanda è chi avrà il coraggio di aprire un negozio. Il fatto è che la gente non gira perché mancano i servizi e di conseguenza non c’è clientela per chi volesse aprire una nuova attività, è un circolo vizioso che è difficile da cambiare, anche perché le persone preferiscono andare al centro commerciale.

Quando ho detto a mio padre che venivo a vivere qui mi ha risposto che sarei venuta in campagna e in mezzo agli zingari.

 

Non definito
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