SOPRALLUOGO A TOR FISCALE_09.3.2013
L’incontro è stato fissato alla fermata della Metro A Porta Furba, dalla quale si è saliti fino all’omonima porta dell’Acquedotto Felice. Da questo punto è partito il percorso attraverso il caseggiato a ridosso dell’antica infrastruttura romana fino al Mandrione. Percorrendo Vicolo dell’Acquedotto Felice si è reso evidente come il costruito attuale sia rappresentato da case basse (max 2 piani) con orti o patii, realizzate in autocostruzione dagli abitanti. I fabbricati sono spesso differenti: si passa dalla baracca in lamiera alla villetta in stile neoclassico a due piani, il tutto è accumunato da un rapporto stretto con la strada che appare come un’estensione della residenza all’interno dello spazio pubblico. In alcuni tratti sono state effettuate delle superfetazioni nell’acquedotto, con l’introduzione di cantine o estensioni dell’abitazione ricavate nei fornici degli archi antichi. Una volta entrati nel Parco degli Acquedotti lo scenario cambia sostanzialmente in quanto sembra di entrare in un contesto extraurbano in parziale stato di abbandono con percorsi che si snodano tra le rovine. Tornati a Porta Furba si è presa Via del Mandrione, la quale nel primo tratto funge da filtro vero e proprio al passaggio dal contesto urbano di Via Tuscolana alla dimensione quasi rurale della zona del Mandrione. Questo complesso è stretto tra l’acquedotto e la ferrovia e anch’esso presenta un’edificazione abusiva di vario genere ma di densità superiore a quella del Vicolo dell’Acquedotto Felice, con edifici che arrivano anche ai 4 piani. La sostanziale caratteristica di questo luogo consiste nell’autogestione urbana fatta dagli abitanti, con spazi pubblici ricavati all’interno di aree abbandonate che sono state bonificate e rese utili alla collettività.
Per quanto riguarda i propositi della strategia che si vuole attuare si è discusso riguardo la necessità di dare continuità al sistema archeologico, il quale costituisce l’identità di questo luogo. Le rovine rappresentano la preesistenza, la regola sulla quale si è impostato tutto il tessuto urbano successivo. È importante quindi tenere insieme questi episodi con un sistema di parchi che strutturino il nostro intervento. Si tratta di un progetto lavora ai bordi tra la città e l’agro romano, non all’interno della città. Questa realtà del Mandrione e delle aree direttamente tangenti al Parco degli Acquedotti ripresentano infatti tutte le caratteristiche di un contesto non tipicamente urbano trapiantato all’interno della città. Il sistema del verde deve lavorare assieme a quello ferroviario e dell’acquedotto, questi sono i principali “attori” dell’area. La ricerca di questo sistema deve risolvere il fenomeno di disorientamento che avviene in queste aree che si sono sviluppate senza valorizzare i punti di riferimento preesistenti. La permeabilità del tessuto formatosi negli anni è del tutto insufficiente a segnalare la presenza di questi importanti punti di riferimento e questo deve essere uno dei punti sul quale lavorare in questa fase preliminare. Il nostro intento è di valorizzare l’uso dei suoli usando una densità che rispetti l’altezza dell’acquedotto e che si assesti quindi su un numero massimo di 3 piani di altezza. Il sistema insediativo dovrà quindi essere di tipo low rise – high density che tenga insieme tutti questi episodi ridensificando il tessuto esistente, senza estendere il consumo di suolo. Altrettanto importante è l’obiettivo di dare identità a questo luogo valorizzando le sue caratteristiche insediative storiche, come avviene nei borghi antichi dove tutto ha una forte identità perché ha una forte ragione di essere situato in quel posto. Bisogna in ogni caso tenere conto del fatto che in queste aree il tessuto sociale è molto forte e vivo e questa è una componente molto importante da considerare nel progetto delle aree destinate ad una eventuale autogestione. Un altro tema importante di progetto consiste nello studiare la relazione fisica con l’acquedotto e quella visiva, in modo da creare delle visuali che connettano il nostro intervento con le preesistenze storiche.