Il Valore del Dettaglio

L’architettura è sensazioni, emozioni, impressioni tattilo-visive.
L’architettura è lo studio dei particolari, dei giunti, dei materiali impiegati, della composizione visiva dello spazio.
Ma l’architettura, quella di qualità, quella che ci piace studiare, quella che impressiona sia l’addetto ai lavori che il profano è l’unione di tutti questi aspetti, è la fusione visiva e funzionale di tutte le componenti e sensazioni.
Ma come è possibile realizzare un opera tanto valida?
Non credo di poter rispondere ad una domanda tanto difficile, ma uno degli aspetti che senza dubbio rendono di qualità un opera è l’attenzione ai particolari ed alle finiture, ed il modo migliore per conoscere le tecniche costruttive è osservare chi lavora quei materiali.

Abbiamo, in queste visite, parlato poco con gli operai, con gli imbianchini, con i vetrai, con i falegnami, con i veri e propri artefici degli edifici; difficilmente abbiamo trovato persone all’opera e, spesso, trovavamo i cantieri liberati da ogni ostacolo per facilitarci la visita ed evitare incidenti lungo il percorso.

Queste considerazioni hanno trovato per noi una conferma durante la visita a Palazzo Marcello.
Tre sono i passi fondamentali che Quaroni si trovò a fare per disegnare la vetrata o per il rivestimento lapideo:
- osservare e soprattutto ascoltare l’artigiano prima di tutto, ovvero vedere quali sono gli attrezzi del mestiere, come vengono usati, qual è il livello di dettaglio che si può raggiungere, i colori, la finitura.
- rielaborare la tecnica appresa è un lavoro che svolge quindi individualmente il progettista e comporta la rielaborazione delle informazioni apprese, delle potenzialità, e della rivisitazione in chiave tradizionale o innovativa;

- disegnare è solo l’ultimo passaggio che non può prescindere in nessun modo dai primi due, se si aspira ad un lavoro ben fatto.

 
È senza dubbio importante notare che operazioni di tale rilevanza artistica non siano possibili ogni qual volta venga realizzato un edificio, ma senza dubbio ogni volta che viene affrontato un problema compositivo è indispensabile da parte del progettista la conoscenza approfondita delle tecniche che si sta usando, sia anche la costruzione di un solaio in latero-cemento.
Tale conoscenza deve sempre e comunque corrispondere ad una conoscenza altrettanto dettagliata da parte delle maestranze che si occupano della realizzazione. È stato quest’ultimo fattore, secondo noi, una discriminante comune a molti dei cantieri che abbiamo finora visitato.
La maggior parte dei cantieri sono ancora legati alle tecniche della ormai consolidata tradizione romana (strutture in c.a., solai i latero cemento) e solo in rari casi si è pensato ad un rivestimento diverso dall’intonaco.
Non deve sembrare comunque riduttivo l’utilizzare proprio tecniche consolidate, in primo luogo perché sono comunque alla base della costruzione ed in quanto tali portano con se notevoli vantaggi economici, sia per la facile scelta dei materiali sia per il costo della manodopera, in secondo luogo perché anche nel riutilizzare tecniche note si posso apportare miglioramenti ed innovazioni.
Ed è comunque basilare per uno studente che si affaccia al mondo dell’architettura costruita avere confidenza con le tecniche più diffuse.