Progetto di CINOTTI

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prime analisi

Uno dei primi schizzi di ragionamento sull'impianto planovolumetrico e lo schema urbano.

Dopo la prima revisione ho ragionato su un assetto volumetrico 'plastico' in cui fossero distinguibili 2 volumi principali:

1. un classico volume ad "L" casa dello studente 

2. il volume "spigoloso" della Biblioteca delle Arti connesso a funzioni pubbliche al pianterreno del volume ad L.

allego uno schizzo fatto dal professore ed in seguito altri miei disegni di studio.

LA BIBLIOTECA, alcune riflessioni.

1. l'effettiva coerenza di riferimento all'edificio di Luigi Moretti su Corso Italia, Milano. Navigando su google earth mi sono accorto che l'architettura si attesta quasi ortogonalmente alla via principale, generando la possibilità di lettura prospettica dell'intero corpo di fabbrica (o quasi) che sembra svettare, proprio grazie al forte assottigliamento che l'edificio subisce.

Nel mio caso di studio la 'punta' non si attesta nella direzione principale, ma al contrario, lungo la strada a senso unico definita dal masterplan.

magenta: casa dello studente

azzurro: biblioteca/ristoro/atelier

Conclusione: la vista principale è diretta al latolungo del corpo, quindi l'idea iniziale di valorizzare lo spazio di 'diaframma' tra mercato e piazza non coinciderebbe in pieno con lo sforzo compositivo e strutturale per la progettazione della 'punta svettante'.

2. Dai disegni emerge la volontà di distinguere nettamente i due volumi. Quello della casa dello studente è una semplice "L" sempre riconoscibile, diversamente dal secondo. Ho riflettuto quindi a lungo sul significato delle parole del professore riguardo al dover lavorare in maniera 'plastica'. Ho intenso un'invito a svincolarmi dalla visione 'per piani' tipicamente neoplastica, a favore dell'insieme organico. Il mio dilemma è quindi come riuscire a distinguere in maniera compatta i due volumi. Sto cercando le risposte nelle architetture di Moretti, Libera, Le Corbusier, Alto, Kahn ed in particolare nei portoghesi e nei brasiliani come Rino Levi, Joao Batista Vilanova, Da Rocha, Reidy, Niemeyer.

Il primo volume: La casa dello studente sarà il volume 'materico', 'pieno', 'compatto'.

Il secondo volume: Le funzioni pubbliche e la biblioteca sono l'oggetto 'trasparente' in cui  la materia emerge sotto forma di l'ossatura,struttura.

progetto

FUNZIONI: Si vuole ricreare uno spazio 'giovane' e per i giovani. Vista la grande affluenza studentesca al quartiere ostiense - la presenza della facoltà di Architettura, l'accademia di belle arti, lo Ied - e vista la mancanza di un luogo d'aggregazione, di socializzazione, ben conformato e con le attrezzature adatte, l'obiettivo è chiaro:

1.Ristoro + Caffetteria +Atelier

2.Casa dello studente

3.Biblioteca delle Arti

4. Parcheggio Interrato

IMPIANTO: Sulla base delle considerazioni sopra descritte, ho definito due schemi. In entrambi l'elemento fisso è la casa dello studente (volume ad "L") con le sottostanti funzioni pubbliche. Cambia l'articolazione della biblioteca.

L'elemento campito in grigio è il collegamento che ho immaginato essere una grande piastra sulla quale si svolgeranno attività all'aperto come nella Residência de estudantes no Ourcq-Jaurès dello Studio brasiliano SPBR. Verticalmente, infatti, è da considerare come uno spazio esterno di pertinenza pubblica direttamente connesso alle funzioni sottostanti da due corpi scala. Orizzontalmente è l'elemento che genera continuità trai due volumi e che connette all'ingresso della biblioteca: in entrambi i casi previsto nello spigolo di via Panfilo Castaldi. Il progetto sopra citato è il riferimento planivolumetrico e strutturale della casa dello studente, della piastra e delle funzioni sottostanti.

L'impianto prevede, similmente al Pavillon de Suisse di Le Corbusier, dei grandi setti di irrigidimento che corrono dal livello interrato (parcheggi) fino al piano della piastra. Su di essi poggia il solaio della piastra e il solaio di base dello studentato, che, ho immaginato essere una grande soletta nervata sulla quale si andranno a poggiare i pilastri in falso dello studentato. Ho cercato di estrapolare questo dispositivo tecnologico guardando appunto i due progetti che ho citato ma anche altre esperienze, come il Copan di Niemeyer.

Ho quindi posizionato i miei setti cercando di mantenere uno spazio il più libero possibile al piano terra, risolvere l'allineamento dei cavedi delle acque nere degli alloggi superiori e gli spazi minimi di legge dei parcheggi. Sono giunto a questa soluzione:

La L è data da due rettangoli larghi 13,2 incastrati da una maglia geometrica di modulo 1,2. Alla fascia centrale bordata in rosso corrispondono i servizi (speculari a gruppi di 2) dei singoli alloggi. L'alloggio è una stanza singola di 25 mq (in verde) che segue il modello tedesco degli studentati costruiti negli anni 60, esposto in un caso a sud, nell'altro ad ovest. Lo spazio campito in giallo è un'unica sala studio e relax, che affaccia alla piazza interna e alla quale si accede tramite due corpi scala esterni posizionati agli antipodi. Come nel modello brasiliano preso in esame.

Il piano terra, che ospiterà varie funzioni, è scandito da grandi setti. Ho considerato una luce max di 8m tra un setto e l'altro così da poter, nel piano interrato, disegnare parcheggi modulati a gruppi di 3 (7,50m). Le linee rosse, sono la proiezione dei cavedi dei piani superiori che riesco ad inglobare nel setto solo nei primi due casi, in tutti gli altri, leggendo alcune norme sulla disposizione dei cavedi, ho trovato la possibilità di creare delle pendenze nel solaio. Ho quindi previsto queste pendenze che andranno a far confluire lo scarico nello spessore dei setti. Soltanto alle estremità, il cavedio arriva dritto e si allinea con i servizi previsti per lo spazio pubblico.

Fin dall'inizio ho dato importanza al progetto del sottosuolo e del parcheggio, cercando di definire un'ambiente il più funzionale possibile rispettando gli spazi di manovra (5,50), le altre dimensioni standard, prevedere un grigliato di areazione perimetrale. La rampa, larga 4,50, per salita e discesa, è inquadrata da un grande taglio (campitura grigia) che ha l'obiettivo di far percerire al livello del suolo, la presenza di un parcheggio interraneo, a cui è possibile accedere da una grande scala, come quella progettato dallo studio SBG per una piazza con autorimessa interrata:

Non so bene che opzione scegliere per la progettazione della biblioteca (che in questo plastico sintetico non ho inserito nemmeno volumetricamente). Mi piacerebbe approfondire entrambe le situazioni descritte all'inizio. Negli ultimi giorni ho però ragionato molto sulle possibilità che potrei avere scegliendo la seconda opzione. Potrei infatti lavorare pensando ad un ossatura "complessa" che avvolge l'edificio e lo rialza da terra, in accordo con l'intenzione urbana di creare un 'diaframma' tra flussi e piazza e allo stesso tempo lavorare sulla faccia principale, ortogonale al mercato.

Il riferimento preso in esame, il Museo d'arte Moderna di Reidy, non vuole essere un riferimento 'formale' ma un riferimento alla strategia strutturale.

Svincolare la pianta da pilastri, rendere lo spazio fluido, seguendo un percorso longitudinale.

Rilazare l'eficio da terra permettendo di oltrepassare con lo sguardo quello che avviene all'interno dell'oggetto architettonico

Infine, enfatizzare l'angolo, in cui prevedo l'ingresso alla Biblioteca, attraverso una grande scala elicoedale, che arriva al livello della piastra, come nelle opere di Rino Levi e Affonso Eduardo Reidy. (fermo restando il corpo ascensore esterno segnato in blu)

Vorrei tenere sempre presente il mio obiettivo di creare una continuità tra lo spazio pubblico sottostante lo studentato e la biblioteca, distinguendo la matericità della casa dello studene dalla trasparenza del primo, utilizzando una coerenza e chiarezza del linguaggio.

 

     

 

 

Alleggo le tavole che ho presentato oggi a revisione. Sto procedendo al ridisegno della struttura seguendo le indicazioni che mi ha dato oggi, anche in vista del dimensionamento di massima previsto nel corso di progettazione strutturale, così da poter calibrare anche l'effettiva altezza delle travi principali e definire il disegno architettonico del soffitto: nervature estradossate a vista oppure controsoffitto (di base perseguo la prima opzione). In parallelo allegherò presto il progetto del percorso all'interno della sala espositiva e la soluzione prevista per lo spazio adibito a concerti e performance. Proprio a tal proposito sarei felice di vedere il progetto di Niemeyer di cui mi parlava oggi ma che non abbiamo rintracciato nel libro!

La questione strutturale:

*ricordo la tipologia scelta tramite un disegno schematico. Dal suolo, si articolano 3 sistemi: Telaio in cls, Graticcio in cls, telaio in acciaio.

Come detto, le 3 strutture sono state disegnate su una maglia geometrica di modulo 1,2. La questione sollevata durante la scorsa revisione vertiva sulla risoluzione strutturale del telaio in acciaio nel punto di giunzione tra la tessitura della maglia geometrica orizzonatale, con quella verticale.

Il problema:

Ho cercato di mettere in pratica la soluzione che lei mi ha proposto, di suddividere i due rettangoli della L e quindi di slegare la continuità della maglia geometrica da un giuto di 60/80 cm (che ho evidenziato di seguito in rosso)

Ho ragionato sulle consguenze di questa scelta. Distaccare le due maglie (pur di 60 o 80 cm), rompe la corrispondenza che avevo perseguito nel disegno compositivo e strutturale delle tre tipologie nei vari piani. In particolare, sulla maglia ad L avevo concepito la continuità del graticcio, che avrebbe avuto, proprio in corripondenza di questa maglia, l'interasse di tutte le travi collaboranti. Ne avevo anche calcolato l'altezza, di 80 cm, disegnando un modello teorico su SAP.

E avevo iniziato a disegnare il modello tridimensionale

Come si vede da quest'ultimo disegno sulla griglia colorata in blu, avrei dovuto disegnare il graticcio.

Staccando quindi i due rettangoli della L, non so come gestire il graticcio in corrispondenza di quei 60/80 cm in eccesso e di conseguenza non esiste più la corrispondenza tra le piante. 

Mi domando: dato che l'elemento importante del mio progetto è il graticcio (sia da un punto di vista compositivo, che strutturale) che vedeva la sua continuità in quella maglia, vale la pena romperla a favore della perdita di ritmo del telaio in acciaio in un solo punto? Non ci potrebbero essere altre soluzioni?

Nella scorsa revisione le proponevo di eliminare un pilastro ed aumentare la sezione della trave in corrispondenza di quella campata.

Nell'architettonico la percezione della variazione è lieve e non fa i conti con i pilastri posti sul lato opposto, poichè quest'ultimi affondano nei muri delle stanze;  nello spigolo non c'è la presenza di un pilastro che intralcia il passaggio.

Ho pensato fosse importante valutare tutte le possibilità di questa scelta, perchè comporta variazioni importanti e che da solo, a livello strutturale, non so gestire (mi riferisco in particolare al cambio di ritmo di interasse del graticcio).

Come posso procedere?

 

 

 

 

 

 

 

Altre scelte architettoniche

Parcheggio Interrato:

Attacco al suolo: Zona Ristoro/Common Space -- Sala Espositiva

Piano superiore Ristoro/Common Space/spazi esterni

Riferimenti delle scelte spaziali e dei materiali, in linea con il linguaggio adottato fin dall'inizio, architetture brasiliane contemporanee. Studio Spbr

L'accesso al ai piani superiori della common space e ristoro:

La sala espositiva

Le camere dello studentato

 

 

 

Mi sto convincendo che in realtà la questione del famoso giunto di 60/80 cm sulla struttura in acciaio sia necessario:

ho disegnato  le nervature seguendo le indicazioni della revisione

Allego un'ipografia con sovrapposizione della maglia geometrica (in rosso). Come si vede, ritorna il problema nel punto di contatto delle due tessiture della maglia. Sarebbe stato comodo avere il setto proprio in quel punto, così da farlo funzionare come elemento di distacco e quindi, cambio della tessitura delle travi. Purtroppo il setto è posizionato un modulo dopo il 'giunto problematico'. Pensavo alla possibilità di spostarlo a mio vantaggio, ma andrei a togliere 1 metro e 20 di spazio alla scala (che poggia proprio su quel setto, come si vede nelle piante del post precedente).

Che soluzione potrei utilizzare?

 

Allego anche alcune immagini del modello tridimensionale, in particolare di un ipografia prospettica, in cui si nota la diversa grandezza dei cassettoni (che aumenta allontanandoci dal setto)

 

Ho risolto la questione del giunto in questo modo:

Allego le 3 piante strutturali al 100

 

1. Telaio Cls : sono riuscito a spostare l'interasse del primo setto orizzontale in corrispondenza dell'incrocio delle due maglie. Di conseguenza ho specchiato la scala per avere un ambiente più arioso: il blocco ascensore, che ingombra meno, si trova nello spazio della caffetteria, mentre la scala, inquadra prospetticamente il setto su cui poggia, nella zona studio.

2. Telaio in acciaio : la soluzione che mi aveva consigliato a revisione con il giunto di 60 cm (esattamente metà modulo della maglia, come si vede)

3.Ipografia Graticcio: ho immaginato un setto sagomato in modo da raccordarsi con le estremità e consentire alle tessiture delle travi del graticcio di poter cambiare orditura

 

 

 

 

 

Sulla sistemazione degli spazi esterni:

Uno degli elementi caratterizzanti l'area di progetto, se non il più importante, è l'andamento orografico.

Fin dalla genesi del progetto ho tentato di capire comeil contesto urbano fosse influenzato da questa caratteristica, facendo delle sezioni del suolo allo stato di fatto:

Come si vede, dai 17 m slm in corrispondenza del Lungotevere degli Artigiani si arriva a metà di via degli stradivari con una quota di circa 13,50 m. Quello scarto di 3,50 m è risolto in maniera graduale; passeggiando si percepisce una discesa, ma personalmente non avevo avvertito di scendere di quasi 4 metri ( l'altezza delle botteghe ai piani terra!). Questi 13, 50 tornano poi in linea con Via Ettore Rolli a quota 14,5.

Questa peculiarità gioca delle importanti possibilità prospettiche per gli edifici che stiamo progettando, per questo motivo, spesso si è parlato nel corso del laboratorio,di 'edificio fondale'. Questo discorso, secondo il mio punto di vista, resta in piedi se effettivamente l'edificio che inquadra la vista prospettica è un 'architettura importante', e per importante mi riferisco ad una destinazione funzionale pubblica e forse di carattere culturale.

Non ho adottato questa strada perchè ho preferito pensare allo spazio urbano di via degli stradivari come un luogo unico e non monotono:dopo una passeggiata nella zona del 'Nuovo Mercato', preferisco sentirmi avvolto in un ambiente caldo, dove potermi sedere e leggere il mio libro o prendere un caffè con gli amici.

Ricordo infatti uno dei primi schizzi:

Per questo motivo, in linea con la destinazione funzionale proposta, un Polo per giovani studenti e lavoratori, ho cercato di articolare il progetto dello spazio mirando a varie occasioni, visive e di intrattenimento.

Attacco al suolo:

Il dislivello è risolto in maniera dolce attraverso delle semplici rampe di scale, inquadrate da alberi bassi da un lato  e da una rampa sul lato dei negozi (come avviene anche allo stato di fatto). Si passa quindi da 17 m alla quota finale di 13, 60 che si racconrda poi ai 14,50 di via ettore Rolli. L'ingresso all'area è dato da una fontana a pavimento segnalata da un elemento scultoreo che si ripete poi nel baricendo del lotto e all'interno della rampa che conduce ai parcheggi. Mi sono servito di questo elemento sinuoso come metafora del flusso, del percorso e quindi della forma plastica, in linea con i riferimenti brasiliani dell'architettonico.

Il riferimento è lo spagnolo Miralles.

Le linee curve non sono casuali ma invitano al percorso, come la linea che avvolge lo spazio antistante la sala espositiva, enfatizzata da un'ultimo elemento scultoreo, tipo Eduardo Chillida.

I profili sono più esplicativi:

In seguenza: fontana a pavimento - Mercato - percorso scultoreo/sedute - ingresso alla corte.

Nota importante: Gli edifici 'non poggiano' direttamente a terra. La quota del suolo come detto è di 13, 60, quella degli edifici, di 14,50, in linea con via Ettore Rolli. Le rampe di accesso ad essi articolano lo spazio (che in pianta risulta molto rigoroso e lineare) e lo scarto di 1m genera un senso di sospensione tipico nell'architettura plastica.

A breve viste prospettiche.