Una recente sentenza del Tribunale di Napoli ha creato un precedente pericoloso per le finanze dei condomini: ecco quanto si deve pagare nel caso in cui si rompa un tubo.
Una recente sentenza del Tribunale di Napoli ha stabilito che, in caso di rottura del raccordo interno dell’impianto di scarico di un appartamento, tutti i costi derivanti – che includono riparazioni, danni al vicino e indennizzi per mancato godimento – sono a carico del proprietario dell’unità immobiliare. Questa decisione sottolinea una distinzione netta tra beni comuni e porzioni di proprietà esclusiva, una linea che divide anche le responsabilità finanziarie in modo significativo.

La questione centrale di questa vicenda giuridica riguarda la braga, un raccordo cruciale per l’impianto di scarico che, per la sua funzione esclusiva a servizio di un singolo appartamento, non rientra nell’elenco delle parti comuni di un edificio. Questo elemento, spesso nascosto e inaccessibile, determina chi deve sostenere i costi di riparazione in caso di guasti. La sua esclusività di funzione, come stabilito dall’articolo 1117 del Codice civile, lo esclude dalle responsabilità collettive del condominio.
La responsabilità da custodia, secondo l’articolo 2051 del Codice civile, gioca un ruolo chiave in queste situazioni. Il proprietario è responsabile per i danni causati dalle parti dell’impianto di cui ha la custodia, indipendentemente dalla sua negligenza o imperizia. Questo significa che, anche senza segnali premonitori di un guasto, il proprietario deve farsi carico dei costi derivanti da eventuali danni, a meno che non si tratti di un caso fortuito.
Il caso di Napoli: macchia sul soffitto, perizia e condanna
Il caso specifico trattato dal Tribunale di Napoli ha preso avvio da una macchia di umidità sul soffitto di un appartamento, causata da infiltrazioni di acque fognarie. L’indagine tecnica ha attribuito la responsabilità al proprietario dell’appartamento sovrastante, a causa di un guasto alla braga di innesto. Questa decisione si basa su un orientamento consolidato della Corte di Cassazione, che distingue chiaramente tra responsabilità private e comuni all’interno di un condominio.

Oltre ai costi diretti per la riparazione del guasto, la sentenza ha riconosciuto un indennizzo per il mancato godimento dell’immobile alla parte danneggiata. Questo amplia notevolmente l’entità dell’esborso finanziario per il proprietario responsabile, includendo non solo le spese per l’idraulico e le opere murarie ma anche compensazioni per il disagio e la perdita di qualità della vita abitativa.
Per chi abita ai piani superiori, questa pronuncia ha implicazioni significative, aumentando la necessità di precauzioni come assicurazioni specifiche che coprano danni da acqua e responsabilità civile. La prevenzione diventa cruciale, con un focus su manutenzioni accurate e l’utilizzo di materiali di qualità per evitare futuri contenziosi.
La sentenza napoletana conferma la necessità per i proprietari di agire con cautela, documentando gli interventi e valutando coperture assicurative adeguate. Per gli amministratori di condominio, è essenziale gestire prontamente le segnalazioni e distinguere accuratamente tra responsabilità private e comuni, per evitare di coinvolgere l’intero edificio in spese non dovute.





