Zumpthor

Considerazioni sulla lezione odierna

Riflettendo sul concetto di permanenza all'interno della città di Roma mi sono resa conto di quanti siano i segni lasciati dal passato sul contesto urbano romano, ma di come nei secoli si siano perse le ragioni, le cause che li hanno determinati; per citarne uno per tutti, del quale io stessa ero all'oscuro pur avendo studiato più e più volte palazzo Massimo alle Colonne, la curvatura del prospetto di questo edificio dovuta all'Odeon romano. Numerosi sono questi casi a Roma, città nata dalla e sulle rovine. E' forse per questa forte presenza e questo inevitabile attaccamento all'antico che nella città eterna è ancora difficile pensare, o meglio accettare, la commistione tra antico e moderno.

 

Guardando alcune opere di Linazasoro e Zumpthor ho potuto vedere come la presenza dell'antichità, della storia, di un monumento non precluda affatto la presenza della modernità. Anzi, a mio avviso, con i dovuti limiti, come si dice che il vuoto fa leggere meglio il pieno, così la “nuda” modernità fa risaltare l'antico.

Esempio che più di tutti ha provocato in me una forte reazione è l'intervento di Zumthor al Museo Diocesano di Kolumba. Zumthor sembra incastonare le poche rovine dell'antica cattedrale all'interno della sua opera così da evitarne il decadimento e garantirne quindi la sopravvivenza. Inevitabile, e sicuramente voluto, è il forte contrasto tra le membrature e i grandi conci dell'apparato murario dell'architettura gotica e la geometria pura di colore chiaro della nuova architettura. Questo contrasto viene poi esaltato all'interno del museo dove sono contenuti dei reperti archeologici romani.

Ma questa operazione di protezione e conservazione di reperti archeologici non può essere direttamente essere relazionata con l'intervento di Meyer a Roma per l'Ara Pacis? Anche questo intervento, che tanto ha fatto parlare, ha come fine quello di garantire la sopravvivenza dell'opera e la sua fruizione da parte dei visitatori, contrapponendo volumi puri e monocromatici a superfici più elaborate come sono quelle marmoree dell'altare augusteo.

 

Altro progetto che ritengo interessante è il Centro Culturale degli Scolopi realizzato da Linazosoro a Madrid. Come accaduto a Zumpthor, anche Linazosoro si è dovuto confrontare con una permanenza storica, ossia le rovine della vecchia scuola dell'ordine degli Scolopi distrutta durante la guerra civile. Per fare un confronto tra i due interventi ritengo che nel secondo caso ci sia stato maggiore rispetto per l'edificio antico che si è visto “solo” affiancare o reintegrare da nuovi corpi, e non sovrastare da essi. (bisogna dire per onestà che comunque la consistenza delle rovine “a disposizione” di Linazosoro era maggiore rispetto al caso di Zumthor, più adatta quindi ad una integrazione piuttosto che ad una ricostruzione). Negli spazi che ora accolgono la nuova biblioteca infatti gli interventi si sono limitati agli arredamenti e alla nuova copertura; interessante è la soluzione adottata: non sono state ricostruite le vere coperture o i veri ambienti, ma attraverso un materiale diverso, quale il legno, sono state riproposte le forme spaziali così da poter suggerire al fruitore l'architettura antica.

 

Di forte impatto visivo ma sopratutto concettuale è il suo intervento alla Chiesa di San Lorenzo a Madrid. Unica testimonianza della chiesa rinascimentale distrutta nel 1940 è il portale d'ingresso rimasto illeso dopo il crollo. Nel progetto di ricostruzione redatto da Linazasoro il portale assolve ancora alla sua funzione d'ingresso principale alla chiesa di S. Lorenzo, ma rimane come unica presenza dell'antichità. La nuova costruzione infatti si distacca sia fisicamente (il portale è solo anteposto al nuovo corpo) sia concettualmente dall'antica chiesa: il nuovo edificio è un volume chiaramente moderno, che modifica profondamente i concetti di fruizione spaziale tipici del rinascimento; l'ingresso all'edificio sacro avviene fuori asse e lo spazio interno è suddiviso in volumi di dimensioni diverse, che susseguendosi, portano all'altare. Nel complesso appare come un'architettura austera che a mio avviso poco ha in comune con l'architettura rinascimentale.

 

Questi interventi mi fanno riflettere su quanto si possa fare nel nostro paese, primo per patrimonio artistico, storico e culturale, ma ultimo o quasi rispetto gli interventi effettuati in favore della conservazione, della valorizzazione e del restauro.