La nostra idea di interazione tra Dialux, Revit ed Ecotect parte da questo schema
I nostri propositi sono quindi quelli di trovare la giusta relazione tra illuminamento naturale ed artificiale durante tutto l'anno se possibile. Le analisi in ecotect purtroppo non sono state di grande aiuto poiché i risultati ottenuti sono stati di gran lunga eccedenti l aspettative reali. Inoltre ciò che veniva fuori dalle analisi era di certo errato in quanto i valori di illuminamento naturale riportati erano presenti anche in orari del giorno in cui sappiamo di per certo non esserne possibile la presenza. Nei link che seguono è spiegata la procedura utilizzata per modellare in ecotect gli ambienti, per analizzarli e per ottenere i diveris risultati:
http://design.rootiers.it/2012/node/516 (vengono illustrati i passaggi per poter effettuare un'analisi comparata luce naturale ertificiale)
http://design.rootiers.it/2012/node/458 (viene spiegato il calcolo dell' FLD in ecotect e la valutazione dei risultati)
come si può vedere nella dicitura in basso a sinistra average value (valore medio), il valore di FLD (fattore di luce diurna dovuta al solo ingresso di luce naturale), che è indipendente dalla stagione o dall'orientamento dell'edificio risulta esser troppo elevato e le analisi successive in Dialux lo confermano.
atto
E' comunque evidente come la percentuale di luce sulla superficie di calcolo sia comunque indicativa del fatto che le zone contro muro dove sono allocati gli scaffali siano le più svantaggiate
Anche in questa immagine sono evidenti gli squilibri tra zone adiacenti la vetrata e quelle che ne sono più distanti, il problema sta nei valori che estrapola ecotect: la luce naturale in ingresso è troppo elevata per poter esser considerata un'analisi valida.
E' stato quindi necessario spostare l'intera analisi su Dialux. Qui di seguito è elencata la procedura per il passaggio da Revit a Dialux:
http://design.rootiers.it/2012/node/461 ( vengono mostrati gli scaffali con il relativo corpo illuminate)
Allego anche il link di utile freeware per la conversione dei file .LDT (usati da dialux) in .IES (usati da revit) http://www.helios32.com/resources.htm
Tuttavia l'utilizzo dei file .IES si è rivelato effimero in quanto il sistema di rendering on cloud non accettava scene con questi files. (da qui il nostro studio sulle tipologie di rendering utilizzate ). Fortunatamente dopo approfondite ricerche abbiamo trovato queste conversazioni dove viene spiegato il problema:
https://getsatisfaction.com/cloudservices/topics/interior_rendering_failed
Il passaggio a Dialux ci ha permesso di continuare il lavoro che ci eravamo prefissati.
Come già affermato in precedenze siamo riusciti a trovare sotto la voce "scena luce naturale" il giusto apporto di luce in ingresso (durante però tutto l'anno), questo ci ha comunque permesso di giungere a delle valide conclusioni.
Dall'immagine si nota come le aree più distanti dalle vetrate siano leggermente in ombra. Per ovviare a questo proposito abbiamo pensato di illuminare a giorno anche gli apparecchi verticali posti sulle scaffalature. La loro luce (che comunque non è eccessiva e comunque sempre dimmerabile grazie a sensori che con l'ausilio di un luxometro consentono di rilevare valori di illuminamento sufficenti e in caso negativo attivarsi), ovvia alla distribuzione della luce in ingresso.
Va comunque ricordato che l'ambiente è stato pensato per un ingresso di luce uniforme e che quindi non presenti eccessive disparità di luce naturale in ingresso per evitare situazioni di chiaro-scuri e di disagio psicologico dovuto alla presenza di "anfratti bui " illuminati solo da luci artificiali. Lo scopo dello studio e dell'imtero progetto in genere è quello di integrare tali fattori con la condizione psichica e mentale dell'utenza, che necessita della visione di una quotaparte di volta celeste, del panorama e della possibilità di interagire con l'esterno pern non alienarsi dal contesto.
Dalle isolux del grafico è evidente l'ingresso maggiore di luce ai bordi esterni maggiore e più accentuato (come detto prima riferito all'intero arco dell'anno). Va inoltre detto che i valori di Emin/Em in tabella sono fuorvianti in quanto per poter effettuare l'analisi abbiamo comunque dovuto creare un ambiente racchiuso che necessitava per poter esser delimitato di partizioni che inficiano inevitabilmente sui vaori minimi riscontati. Per fare un esempio in prossimità dell'ingresso si ha un brusco calo dei lux dovuto alla partizione chiudiambiente o in prossimità del corridoio retrostante laddove non è stato modellato il garnde lucernario superiore che avrebbe altresì consentito l'ingresso di una larga parte di luce ed il conseguente innalzamento di Emin (valori consigliati si aggirano attorno agli 0.8).
A seguito della revisione con il prof. Longobardi abbiamo cambiato il locale di studio dalla salla lettura all'emeroteca, più interessante dal punto di vista architettonico. In questo caso la dinamica della luce cambia, l'emeroteca non è più un luogo dove bisogna isolarsi e concentrarsi nello studio, ma un luogo dove ricercare mantenendo un rapporto più aperto con il prossimo, coadiuvat dall'uso di un illuminazione molto più diffusa e unforme.
Per prima cosa è stato necessario modellare l'ambiente con i relativi arredi e le lampade, associandovi il relativo solido fotometrico nonché i relativi parametri di famiglia nidificata.
Ecco i post in cui viene spiegato come creare e modellare apparecchi illuminati in Revit:
http://design.rootiers.it/2012/node/469 (nel seguente post vengono elencate le procedure per crerare la lampada Le Perroquet)
http://design.rootiers.it/2012/node/438 (qui invece viene descritta la creazione dell'illuminazione degli scaffali con il relativo link da cui abbiamo imparato a modellare)
Di seguito vengono fatte le analisi sui livelli di illuminazione prodotti dagli apparecchi illuminanti precedentemente elaborati e parametrizzati in Revit. Il passaggio in Dialux ha semplicemente permesso di svolgere le analisi. Nei passaggi successivi una volta verificati i livelli di illuminamento necessari e le zone svantaggiate da lasciar illuminate si torna in Revit,
In quest'ultimo passaggio nel modello stesso vengono accese o spente le lampade in diurna e notturna in base alle esigenze evidenziateoe necessarie e vengono fatti i rendering con il metodo in cloud (successivamente vengono analizzati i vantaggi temporali di un metodo piuttosto che un altro) che abbiamo verificato essere il più veloce e semplice da utilizzare.
Sia il Pov-ray che il rendering in cloud che Revit utilizzano l'algoritmo di calcolo Mental ray, tuttavia, mentre Pov-ray si basa principalmente sul numero di rimbalzi di luce che arrivano direttamente alla telecamera, il motore di render interno di Revit e di Cloud sfruttando vari algoritmi montecarlo, riescono ad ottenere risultati migliori sulle caustiche ed i riflessi indiretti.
Il cloud, tuttacia, compensa la sua grande velocità con una qualità della luce artificiale ed un controllo dell'esposizione decisamente minore rispetto al motore di Revit intern (vedi tabella exel che segue)
A conclusione di tale processo ritornando in Revit vengono fatti quindi i rendering più fedeli alla realtà ed alle condizioni di utilizzo reali che si verificheranno all'interno della biblioteca
Ed ecco il risultato finale ottenuto tramite Pov-ray. Vediamo come il render sia molto poco fotorealistico tuttavia mostra una perfetta diffusione della luce, quello che proveremo a fare sarà ottenere un render più fotorealistico cercando di capire tuttavia se la luce sarà altrettanto esatta.
In seguito abbiamo compreso come fosse fondamentale per il nostro studio la comprensione del funzionamento che è alla base dei motori di render che abbiamo utilizzato: a tal proposito ci siamo proposti di soffermarci sulle differenze tra le tre tipologie di renderizzazione da noi utilizzate (che sono poi state alla base delle nostre successive analisi per la scelta dell'illuminazione dell'ambiente in diurna in Revit).
Ma come funziona l'algoritmo di calcolo Mental ray?
La caratteristica principale di mental ray è il raggiungimento di alte prestazioni attraverso il parallelismo su macchine a multiprocessore e attraverso le render farm (come appunto la rendering in cloud della Autodesk). Il software usa tecniche di accelerazione come lo scanline per la determinazione primaria della superficie visibile e un partizionamento binario dello spazio per i raggi secondari. Supporta inoltre le caustiche e una simulazione fisicamente corretta dell'illuminazione globale usando mappe di fotoni. Possono essere simulate anche combinazioni di riflessioni e trasmissioni diffuse, lucide, e speculari.
Mental ray è stato sviluppato per essere integrato all'interno di applicazioni di terze parti usando delle API, ma anche per essere usato come programma indipendente usando file di scena .mi per i batch rendering. Fino ad ora ci sono molti programmi che integrano questo renderizzatore come Autodesk Maya, Autodesk Revit, Autodesk 3ds Max, Softimage XSI, Side Effects Software's Houdini, SolidWorks e CATIA della Dassault Système
Di seguito le nostre analisi in merito ai tempi di renderizzazione da cui si è scelto di utilizzare il render on cloud
Vista dell'emeroteca il 21 giugno alle ore 09:00, illuminazione artificiale completamente disattivata.
Nel rendering sopra ( vista del 21 giugno ore 17:00), e stata evidenziata l'accenzione degli scaffali (accesi da Revit). Il loro dimmeraggio consente con il passar delle ore e quindi del minor ingresso di luce di colmare il gap con l'illuminamento con la parte di ambiente affacciata all'esterno.
Vista dell'emeroteca il 21 dicembre alle ore 12:00, illuminazione artificiale completamente disattivata.
Vista dell'emeroteca dall'interno, ultimo passaggio in Revit (con accensione degli apparecchi) e renderizzazione in cloud
Ecco le differenze tra il pov-ray ed il rendering in cloud relativamente alle stesse condizioni di illuminazione
risolto il problema del cloud. non accetta solamente le luci artificiali contenenti file IES
Se all'inizio l'improvviso cambio di ambiente mi ha spaventato, mi sono accorto che è stato abbastanza facile cambiare ambiente:
Tuttavia si sono manifestati anche i vari punti deboli del sistema:
Conclusione: Se all'inizio la metodologia sembra abbastanza valadi e conveniente, non è risultata essere all'altezza delle aspettative: i render dei due motori (revit e pov ray) hanno gravi lacune, uno nella precisione della luce l'altro nella resa grafica. Nel momento in cui decidessi di effettuare un cambio nelle luci dovrei applicare il cambiamento separatamente ai due software. Inoltre la difficoltà di un software molto poco user friendly come ecotect non ci hanno ancora permesso di lavorare sull'interazione tra luce artificiale e luce naturale. Ovviamente questo non è stasto lavoro perso, poichè nonostante lo scarso dialogo dei software, seguendo questo percorso, si ottiene una progettazione sia a livello di luce naturale che artificiale, completamente consapevole.
Commenti
Un ragionamento sulla seconda applicazione
caro Vincenzo,
il fatto che abbiate dovuto applicare il metodo a un ambiente diverso
è molto interessante ai fini del corso! Sarebbe utile da parte tua un ragionamento
su ripetizioni, riusi, facilitazioni e colli di bottiglia del processo.
Cioè il rapporto tra la messa in campo del sistema, e la sua applicazione.
a piu tardi,
S.C.
Va bene! (il post è ancora
Va bene! (il post è ancora incompleto, ma per evitare di perderer tutto lo pubblichiamo e poi modifichiamo)
un pò di rilassamento?
caro Vincenzo,
in questo tuo ultimo post noto una diminuzione del vostro
abituale rigore. Mi aspettavo una prosecuzione della riflessione
sui livelli di rendering in revit e l'uso o meno della simulazione radiosity,
ad esempio. C'è in autodesk cloud?
E' un problema di tempo di renderizzazione?
Anche li sarebbe interessante documentare i tempi e gli effetti relativi.
considerazioni che vogliono essere spunti in vista di domani,
un saluto,
S.C.
Si è vero, il post è sempre
Si è vero, il post è sempre incompleto, e siamo limitati nel pubblicare in tempo reale a causa dell'eccessivo carico di lavoro delle nostre macchine. Tuttavia stiamo ducumentando in forma cartacea tutto quanto in modo da dover poi solo riordinare il tutto.
ok
ricordate che il sito è la parte centrale del lavoro, non lo trascurate in favore del cartaceo, che è di fatto ad esso accessorio.
S.C.