MODULO DI ESTIMO Lab. Restauro

Progressione del lavoro del Modulo di Estimo (LabRes)

Cari Studenti,

come preannunciato ieri a lezione, sono a comunicarvi i nostri prossimi impegni. Venerdì prossimo, 29 marzo ci prenderemo una giornata libera per permettervi di trascorrere le vacanze pasquali, ove più vi è gradito. Mentre venerdì 5 aprile, terrò la seconda parte della lezione che ho iniziato ieri, dedicata alle “polemiche romane” che, nel tempo, hanno costellato il panorama architettonico degli interventi storici nella città.

Preannuncio poi, che venerdì 12 aprile ci recheremo a visitare il cantiere archeologico della Villa dei Quintili, a cura degli architetti Carlo Celia e Stefano Cacciapaglia. Tale sopralluogo fa parte degli incontri che il sottoscritto ha organizzato per mettervi al corrente del restauro esecutivo, attualmente in atto a Roma. Questa prima visita sarà seguita da altre che vi comunicherò tempestivamente.

Allego alla presente comunicazione, un mio scritto breve circa i temi affrontati ieri e che si sommano alle note che vi ho consegnato in occasione della presentazione del Modulo.

Vi auguro buone vacanze di Pasqua.

A presto

Prof. Alfredo Passeri

Consegna tesina finale Estimo, lunedì 16 luglio, ex mattatoio (9,30-15,30)_Lab. RESTAURO

Dalle 9,30 di lunedì prossimo 16 luglio ex mattatoio – prima aula disponibile – saranno ritirate le “tesine finali” del Modulo di Estimo nel Laboratorio di Restauro. Chiedo di preparare una copia cartacea (da presentare anche in sede d'esame), per permetterci di leggere il vostro contributo e, soprattutto, le vostre conclusioni. Noi ritireremo “solo” il PDF di tali vostre tesine (in CD, oppure copiando il lavoro da una chiavetta USB).

Professori Alfredo Passeri e Fabrizio Finucci

ORARI REVISIONI STUDENTI MAGISTRALE RESTAURO luglio 2012

Comunico date e orari dei prossimi incontri:

VENERDI’ 6 luglio ore 9,30 Madonna dei Monti per tutta la mattina (prima aula disponibile o stanza 28, 2° piano).

 

Qualora abbiate impedimenti vari, potrete trovarmi anche:

Lunedì 2 luglio, dalle 14,00 alle 17,00;

Mercoledì 4 luglio dalle 9,30 alle 12,30 - dalle 13,30 alle 17,00.

(Sede dell’ex mattatoio, prima aula disponibile).

 

Non ci sono prenotazioni, perché le liste verranno redatte al momento.

 

Prof. Alfredo Passeri

 

Agli Studenti del Laboratorio di Restauro (Modulo di Estimo)-Cambio date revisioni

Accogliendo le richiesta di tutti voi (nessuno escluso), sposto le date delle revisioni. Sarà possibile incontrarmi:
- lunedì 25 giugno pomeriggio (ex mattatoio, prima aula disponibile, chiedere in portineria), dalle 13,00 alle 17,30;
- martedì 26 giugno dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 17,30 (sempre ex mattatoio, prima aula disponibile, chiedere in portineria).
VI PREGO DI PORTARE CIO' CHE HO RICHIESTO NELLA MIA PRECEDENTE MAIL, AL FINE DI CONCLUDERE AL MEGLIO L'ESPERIENZA ESTIMATIVA DEL RESTAURO.
Saluti
Prof. Alfredo Passeri

PER GLI STUDENTI DEL LABORATORIO DI RESTAURO

Comunico che venerdì 22 giugno prossimo NON SARA' POSSIBILE LA VISITA alla
Villa dei Quintili, causa lo sciopero dei mezzi.
Mi dispiace davvero molto, e spero si possa ri-programmare prima della
fine del semestre.
Pertanto, per quel giorno (venerdì 22, appunto) ci dedicheremo alle
revisioni delle vostre valutazioni economiche legate al progetto di
restauro. Sarà l'occasione per riassumere i temi trattati, fare il punto
della situazione e tratteggiare le conclusioni.
Siete pregati di portare i vostri scritti (soprattuto quelli postati sul
Sito ed anche gli appunti) onde poter riflettere, tra l'altro, delle
esperienze sul campo.
Vi aspetto tutti, saluti
Prof. Alfredo Passeri
 

 

Arte e cultura come beni pubblici

 

I monumenti sono beni culturali, appartengono a ciascuno di noi e identificano un valore che con il passare del tempo rimane comunque inalterato. Il concetto di bene culturale si spinge però ben oltre a quello di monumento e comprende anche opere intellettuali e materiali archivistici. Quando poi l’oggetto architettonico e il suo contenuto coesistono e convivono, integrandosi, si creano dei luoghi unici come quello di <<Capo di Bove>>, la piccola tenuta sull'Appia Antica, a poche centinaia di metri da Cecilia Metella, che è stata acquistata definitivamente nel 2002 dallo Stato, dopo essere appartenuta alla famiglia Streccioni.

All’interno del suo alto recinto nascondeva fino a poco tempo fa un importante impianto termale e un sistema di cisterne per alimentarlo. Sono state elaborate una serie di ipotesi riguardanti la proprietà di tale impianto: da un lato potrebbe essere il bagno di un collegium o di una corporazione associativa con finalità cultuali o funerarie che aveva interessi nella zona, dall’altro, vista la tecnica costruttiva e alcuni materiali rinvenuti, potrebbe risultare una struttura di pertinenza dei vasti possedimenti che Erode Attico e Annia Regilla avevano nella zona durante II secolo d.C.Infatti, è stata riportata alla luce una lastra marmorea con un’iscrizione in greco che cita Annia Regilla ("to fòs tès oikìas" - la luce della casa).

Accanto al rinvenimento archeologico,è stato creato un nuovo parco fruibile ogni giorno, trasformando così uno spazio privato in un piccolo paradiso pubblico. Fulcro della tenuta èl'edificio principale che è stato restaurato nel 2006 e da allora ospita, in memoria dello studioso Antonio Cederna, il "Centro di Documentazione dell'Appia" e l'Archivio che porta il suo nome, che la famiglia ha di recente donato allo Stato. Tale archivio contiene un tesoro di carte, articoli e libri appartenuti al grande giornalista e strenuo difensore a tutela della "regina viarum", nome attribuito dai romani all’Appia Antica.La villa è distribuita su tre livelli e durante i lavori di restauro, è emerso che il fabbricato fu costruito sui resti di un'antica cisterna romana, utilizzata per alimentare l’elegante e lussuosa struttura termale che sorgeva all'esterno, proprio davanti all'ingresso situato su via Appia.

Le terme occupano una vasta area, parzialmente visibile, che comprende diversi ambienti, tra cui gli spogliatoi, il tepidarium, il frigidarium e il calidarium. Nelle terme sono stati ritrovati in ottimo stato di conservazione diversi stupendi reperti tra cui mosaici, monete, marmi policromi ed intonaci dipinti, attraverso i quali si è potuto stimare che l'impianto fosse rimasto in funzione fino al IV secolo.


A volte, quindi, un bene privato e ad uso esclusivo si può trasformare in un bene pubblico, fruibile da tutti. 

Però non sempre ci accorgiamo delle opere “pubbliche” e che fanno parte della nostra vita. Ad esempio molto spesso si arriva al Teatro Argentina appena in tempo per ritirare i biglietti nel foyer e non si ha modo di rendersi conto della neoclassica facciata di Pietro Holl, risistemata da Ersoch alla fine dell’ottocento.
 Ed è proprio questo “volto” che sta subendo un importante restauro, dopo altri due, eseguiti nel secolo scorso. Il primo di questi, eseguito nel 1970, ha previsto l’eliminazione delle capriate del tetto e l’inserimento del cordolo in cemento armato. Inoltre, l’uso del cemento per restaurare i gruppi scultorei, presenti in facciata, ha comportato l’annullamento del modellato, ottenuto con lo stucco, e la presenza di sali lungo la superficie, rilasciati dal cemento stesso.

Il secondo intervento è stato attuato nel 1993 e ha previsto l’uso di un intonaco a resina vinilica. Tale materiale, incongruente, è stato eliminato nell’attuale restauro, finanziato da una ditta di restauro, Mecenarte, che recupera i soldi grazie alla pubblicità. Infatti, la situazione economica è tale che non ci sono alternative al momento e, in questo caso, è stato impiegato il sistema di réclame sui ponteggi per trovare i finanziamenti.

Sicuramente il restauro è importante non solo per la tutela dell’edificio, ma per questo esperimento che potremmo ritenere “strategico”. Un’ulteriore dimostrazione di come arte e cultura non possano più essere considerati come un costo, ma una straordinaria opportunità di sviluppo e occupazione.

Considerazioni sulla visita a Villa Capo di Bove

 

Villa Capo di Bove ha seguito un iter comune a molte ville che affacciano sull’Appia Antica, ma presenta una peculiarità importante:  si tratta infatti di un bene privato, divenuto bene pubblico da tutti fruibile, grazie  al diritto di prelazione esercitato dallo Stato. Studiando la sua evoluzione, ho potuto constatare come nel corso del tempo, a partire dal II secolo d.C., questo edificio sia passato per le mani di molteplici proprietari ( nobili dell’antica Roma, cardinali medievali, monaci ), rimanendo però, fino al 1945, un’area ad uso agricolo. Nel dopo guerra avvenne invece una trasformazione importante, e il complesso venne trasformato per uso residenziale  ad opera di una famiglia di mercanti ortofrutticoli, i Romagnoli. Successivamente il Casale fu investito dalla moda del tempo, che vedeva una committenza ricca e famosa protagonista di molte acquisizioni lungo l’Appia Antica. Avere una villa immersa nel verde di quella zona rappresentava uno Status symbol a cui non si poteva rinunciare, specie per i produttori cinematografici che negli anni Cinquanta lavoravano nell’Hollywood sul Tevere. Fu così che Sauro Streccioni acquistò la villa e commissionò il progetto di recupero ad un architetto ( probabilmente seguace della scuola di Busiri Vici ) che riprodusse il Casale con un aspetto antico. A quell’epoca era infatti in voga rivisitare la tecnica “spolia” medievale, caratterizzata dal riutilizzo di reperti antichi, recuperati dalla distruzione di diversi monumenti. Il progettista quindi enfatizzò la struttura della cisterna esistente, ma di sicuro la rispettò. Negli anni 70/80 poi nuovi ricchi si interessarono all’area e ci furono ulteriori trasformazioni, che riguardarono anche i limiti del parco archeologico, il tutto ovviamente al di fuori della legge e nel segno dell’abusivismo. Quando però si cercò di vendere la villa Capo di Bove dichiarando un prezzo evidentemente troppo basso, un funzionario statale, rendendosi conto dell’accaduto, esercitò il diritto di prelazione sul bene vincolato, bloccò la frode in corso, e grazie a lui oggi è possibile visitare il casale gratuitamente, sette giorni su sette. Ci troviamo quindi di fronte ad un clamoroso esempio di riscatto totale della struttura ( di cui vorremmo esser spettatori più spesso!! ). Nel 2002 sono iniziati i lavori della Soprintendeza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, che ha operato su due livelli: uno riguarda  il recupero dello scavo archeologico, l’altro investe più prettamente la villa. Per la nuova destinazione pubblica del complesso, infatti,  si è reso necessario eliminare alcuni tratti legati alle esigenze di una proprietà privata di uso residenziale, ed è così stata eliminata, ad esempio, la piscina esterna. Lo scavo archeologico ha invece portato alla scoperta di un impianto termale, risalente al secondo secolo e di proprietà privata. Il suo ingresso monumentale si apriva sicuramente sulla via Appia. All’approvvigionamento idrico contribuivano due grandi cisterne, su una delle quali è sorta la Villa, come testimoniano rimanenze di muratura in cocciopesto o in opera cementizia di scaglie di selce. La parte esterna, riprogettata da Massimo De Vico, ha visto l’eliminazione della simmetria originaria, a favore di un tracciato curvilineo che meglio si adattava al dialogo con in luogo. Ad intervenire sulla villa stessa sono stati invece Carlo Celia e Stefano Cacciapaglia, che si sono preoccupati, tra le altre cose, di rendere a norma la struttura. Oramai conosciamo abbastanza questi due architetti e devo dire che mi affascina la passione che dimostrano per il proprio lavoro. La cosa che più ho apprezzato infatti nel corso dei mesi, relativamente ai loro interventi, è stato l’entusiasmo che hanno cercato di trasmettere, raccontando la propria esperienza. Cacciapaglia, mentre ci parlava del restauro, ad un certo punto ha esclamato, guardando Celia: “Quanto ci siamo divertiti!”. Ci ha trasmesso così un’ondata di ottimismo ( di cui sicuramente i giovani d’oggi hanno bisogno ), raccomandandoci di credere in ciò che facciamo, mettendoci l’amore. Ci hanno poi raccontato alcuni aneddoti riguardanti il recupero, come la questione degli infissi, che, ai fini del risparmio, sono stati fatti standardizzati, quando invece ogni bucatura era diversa dalle altre. Questo ha portato alla creazione di buchi tra parete e finestra, colmati con una larga placca nera, che di sicuro non passa inosservata. E’ nato infine un dibattito nell’ambito della trattazione delle murature antiche: parti del muro interno inglobato le mura della cisterna antica e ci si domandava se non sarebbe stato il caso di rimetterle, nel corso dei lavori, a vista, in modo tale da rappresentare una testimonianza dell’antica Roma. In realtà i progettisti ci hanno spiegato che dall’esterno è visibile la muratura originaria, mentre all’interno si è deciso di salvaguardare l’edificio moderno, essendo anche esso parte dell’evoluzione del complesso. D’altra parte, l’architettura è fatta di sovrapposizioni, è quindi giusto togliere del nuovo per guadagnare nei confronti dell’antico? Questo e molti altri sono stati i quesiti e i dubbi che hanno mosso il nostro animo di architetti del domani, contribuendo a farci creare una personale opinione sul modo in cui intendiamo relazionarci nei confronti di testimonianze antiche importanti, come quella di Capo di Bove, e di tutto il complesso che si estende intorno all’Appia Antica.

Per gli studenti del Lab. Restauro - Modulo di Estimo

Carissimi,

mi aspetto che redigiate 2 report in merito agli ultimi sopralluoghi, al complesso dell'Appia Antica (Capo di Bove) e al Teatro Argentina. Ci rivediamo fra 15 giorni: salteremo infatti il prossimo venerdì, per permettervi di partecipare al Workshop programmato all'ex mattatoio.

Che fine ha fatto il nostro studente olandese assente ad ambedue i sopralluoghi ultimi?

Saluti

Prof. Alfredo Passeri

Avviso per gli studenti del Laboratorio di Restauro, Modulo Estimo

Si comunica che venerdì 8 giugno prossimo effetturemo un ulteriore sopralluogo al TEATRO ARGENTINA, Largo Argentina, ore 9,30.

Questa volta è obbligatorio il caschetto di sicurezza (3 € circa presso ferramenta forniti), e calzature opportune.

Prof. Alfredo Passeri

 

Visita Via Appia 222 - Villa Capo di Bove - Venerdì 1 giugno, ore 9,30 (precise)

VISITA VILLA CAPO DI BOVE, VIA APPIA 222, VENERDI' 1 GIUGNO 2012 ORE 9,30

COMUNICO CHE VENERDI' PROSSIMO EFFETTUREMO UNA VISITA-SOPRALLUOGO DIDATTICA ALL'INDIRIZZO SOPRA INDICATO. ALLEGO LA LETTERA - CON INDICAZIONI DETTAGLIATE - DEGLI ARCHITETTI CACCIAPAGLIA E CELIA CHE CI ACCOMPAGNERANNO

Prof. Alfredo Passeri

Caro Alfredo
ti confermo la nostra disponibilità ed il nostro piacere di affiancarti per la visita didattica al Centro Studi Antonio Cederna, presso la Villa Capo di Bove, Via Appia 222 (angolo via capo di Bove).
Allego l'url del sito su cui puoi trovare qualche notizia:
http://archeoroma.beniculturali.it/siti-archeologici/capo-bove
L'appuntamento potrà essere davanti all'ingresso della Villa alle ore 09:30 di venerdì 1 giugno 2012.
Il posto è raggiungibile dalla fermata Metro A 'Colli Albani' prendendo l'autobus 660 direzione Appia Antica e scendere all'ultima fermata 'Appia Antica' (la linea è circolare e quindi non fa capolinea); procedere a piedi per circa 100 metri in direzione Sud - fuori Roma, fino al civico 222.
A presto
Stefano Cacciapglia
Carlo Celia

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