La seconda esercitazione prevede l’analisi di una struttura a telaio in calcestruzzo, acciaio e legno.
In questa prima parte dell’esercitazione ho definito l’edificio e ho estrapolato il relativo telaio (in allegato pianta e prospetto). La struttura da studiare è una vera e propria “gabbia”: TUTTI I PILASTRI E TUTTE LE TRAVI SONO LEGATI TRA LORO DA NODI RIGIDI E SONO TUTTI ALLINEATI SU PIANI PARALLELI.
Ho scelto una tecnologia di solaio per i tre materiali presi in considerazione e sono passata all’analisi dei carichi considerando lo stato limite ultimo (SLU).
La normativa divide il solaio in tre differenti carichi:
- carico strutturale qs, dovuto al peso proprio della parte strutturale del solaio;
- carico permanente qp, dovuto agli elementi che gravano sul solaio in maniera costante nel tempo;
- carico accidentale qa, dato dalla normativa in base ala destinazione d’uso.
Lo SLU considera la possibilità che i carichi siano superiori a quelli effettivamente agenti e che le resistenze dei materiali siano inferiori a quelle considerate. Vengono introdotti dei coefficienti di sicurezza che amplificano il carico e dei coefficienti che riduco le resistenze.
Il carico ultimo risulta Qtot = (γs Qs) + (γp Qp) + (γa Qa)
Sono passata al dimensionamento di massima dei vari elementi che compongono il telaio utilizzando un preciso criterio di progetto:
- ho considerato le travi come DOPPIAMENTE APPOGGIATE;
- ho considerato le travi in aggetto come MENSOLE;
- ho studiato i pilastri seguendo il modello della PILASTRATA;
Ho preso, quindi, in considerazione tre modelli semplici di strutture isostatiche.
Uso lo SLU per verificare l’altezza della trave.
Uso lo SLE (stato limite d’esercizio) per la verifica ad abbassamento della mensola. Si tratta di una diversa combinazione di carichi: qe= ((qs+qp+psi11x qa) x i)
Infine ho preso in considerazione il fatto che i pilastri, nel telaio, sono PRESSO-INFLESSI. Il momento agente sulla trave viene trasmesso ai pilastri: dove c’è momento flettente c’è curvatura.
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