ho aggiunto i vincoli anche alla parte che rimaneva a sbalzo...
Ipotizzando quindi "che la struttura su cui la copertura è appoggiata sia abbastanza più rigida della copertura in modo tale da considerare il vincolo agente sulla copertura come rigido" questo è il risultato dei vincoli:
2) PUOI CONTROLLARE PRIMA CHE NON CI SIANO ERRORI?
NELLA STRUTTURA PRECEDENTE HO TROVATO IL SEGUENTE ERRORE.
SEGUI IL RAGIONAMENTO, PLEASE... MI AVEVI LASCIATO UNA PARTE DELLA STRUTTURA, QUELLA QUI SOTTO VISUALIZZATA.. IO L'AVEVO VINCOLATA IN CORRISPONDENZA DELLA BASE DEI PILASTRI (CHIAMIAMOLI PILASTRI..) ED EFFETTUANDO ALCUNI ZOOM MI SONO RESA CONTO DI STRANEZZE NELLA DISCRETIZZAZIONE..
HO EVIDENZIATO L'INTERA STRUTTURA ALLO SCOPO DI PROCEDERE ALL'ASSEGNAZIONE DI MATERIALI E SEZIONI.. EVIDENZIARE SIGNIFICA INCLUDERLA IN UNA FINESTRA (VEDI FIGURA CHE SEGUE) TENENDO CLICCATO IL TASTO SINISTRO DEL MOUSE
E POI LASCIARE ANDARE IL TASTO (ANALOGAMENTE AD AUTOCAD QUANDO SI INTENDE SELEZIONARE UNA SERIE DI OGGETTI)
SE GUARDI BENE LA FIGURA DI SOPRA TI RENDI CONTO CHE CI SONO IN ROSSO DELLE STRANE LINEE CHE A MIO PARERE NON DOVREBBE ESSERCI..
QUESTE LINEE SI VEDONO ANCORA MEGLIO SE EFFETTUI UNO ZOOM.. LE VEDI? QUESTI SONO ERRORI DELLA DISCRETIZZAZIONE, INVISIBILI FINO A QUANDO NON EVIDENZI IL TUTTO..
CI SONO ANCHE ALTRI ERRORI..
SE EFFETTUI UNO ZOOM ALLA BASE DEL II PILASTRO DA SINISTRA, VEDI CHE LA TASSELLAZIONE E' ERRATA, HA SBAVATURE CHE NON CONSENTONO AL PILASTRO DI CHIUDERSI IN UN CERCHIO (O PRESSAPPOCO) IN CORRISPONDENZA DEL SUO ATTACCO A TERRA.
PRIMA DI PROCEDERE OLTRE QUESTI ERRORI VANNO INDIVIDUATI E CORRETTI. ALTRIMENTI CON L'INTERA STRUTTURA FINIREMO ENTRAMBI (IO E TE) IN MANICOMIO.
Credo di aver correto gli errori che lei ha individuato.
il problema delle basi di quelli che da oggi chiamiamo pilastri era un problema geometrico che ho individuato anche in rhino che derivava da un taglio che avevo fatto dalla suerficie di partenza. (spero che sia quello il problema)
l'altro problema invece come le ho detto per mail ho cercato di risolverlo dal sap visto che lo fa quando importa la superficie..
altro problema, il file comincia a pesare i suoi onesti 12 mb.. io li posso inviare con gmail.. lei può riceverli attraverso la sua account.. e soprattutto spero che il suo pc lo apra questo file.
ho effettuato una prima analisi. Le dimensioni del file sono gestibili. Ora dobbiamo prendere un appuntamento per effettuare assieme tutte le analisi che vogliamo. Per me andrebbe bene lunedì mattina prossimo, dalle 9:00 alle 12.30.
abbiamo effettuato una prima analisi della mega struttura proposta da Daniele, sulla base di un'ipotesi di puro tentativo, di una soletta piena in cls armato di 20 cm di spessore. Giusto per vedere come questa forma si comporta.
Il risultato è visibile nella figura che segue:
ovviamente la struttura va letta adeguatamente, perchè ognuno ha il suo linguaggio. E' una vista dall'alto dello sforzo massimo di membrana, in particolare della trazione media sulla struttura. Considerate che mediamente il colore giallo che vedete dominare il guscio è un valore di trazione variabile tra i 3500 ed i 7000 KN/m.
Ergo: il calcestruzzo non è adatto, perchè non si usa in una struttura prevalentemente in trazione e di forma talmente irrituale da non consentire il precompresso, che necessita di standardizzazione e parziale prefabbricazione.
Suggerirei drasticamente un cambiamento di tecnologia, per esempio una travatura reticolare a doppio strato. Poi, la potete ricprire con qualsiasi cosa, per fare salva la matericità desiderata.
ho fatto un paio diprove per curiosità.. ho provato a diminuire lo spessore della superficie a 10cm e poi ad aumentarlo a 50cm per vedereil cambiamento nei comportamenti e ne segue che:
situazione a 20cm:
giusto per avere una visuale chepoi ripeto nelle altre due fasi l'ho rinserita. ma stiamo nello stesso discorso postato dalla professoressa. quindi prevalenza di sforzi di trazione anche se stranamente mi cambia la scala rispetto a qulla fatta insieme..
10cm:
nn mi aspettavo che la situazione cambiasse ma ora che ho i mezzi voglio avere un riscontro grafico.. chiaramente gli sforzi sul piano diminuiscono, credo che la cosa sia dovua al fatto che essendo minore il peso lan forza agente è rispettivamente minore e le reazioni diminuiscono..
cosa dimostrata anche dall'aumentare della sezione a 50 cm:
succesivamente sono passato ad analizzare una porzione di struttura facendo una divisione in "funghi" più o meno così:
le parti che si infittiscono di mesh sono i funghi e le linee rosse a terra sono quelle usate per fare i tagli quindi le proiezini sul piano xy.
mi apspetto un comportamento meno complicato per così dire da interpretare, dato che gli elementi funzionano con un unico punto vincolato a terra e il resto a sbalzo, procedo con l'analisi dei soliti sforzi di membrana:
l'elemento risulta molto più in compressione di prima.. sempre che ho ben capito la scala dei segni...
chiaramente va ben dimensionato ma la prova mi fa capire che la cosa potrebbe essere fattibile .. o sbaglio?
oltretutto mi piace anche la "texture" che viene fuori per l'architettonico.
allora, la prima parte della tua analisi è un po' ingenua e mi fa sorridere. In pratica tu hai diminuito o aumentato lo spessore della soletta, diminuendo o aumentato il peso a metro quadro della tua struttura, e rifatto varie volte l'analisi. E ti aspettavi che le trazioni divenissero compressioni? la tua aspettativa rivela che non hai ben chiaro il concetto di analisi linearizzata (o "per dirla in un altro modo" analisi per "piccoli spostamenti") di una struttura.
Se effettui un'analisi linearizzata quale la nostra, se dimezzi lo spessore, dimezzi il carico, e dimezzi le trazioni. Ma non cambi segno. Se invece lo spessore lo aumenti di una volta e mezzo, aumenti le trazioni di una volta e mezzo. Non cambi il loro segno. Questo è la conseguenza della linearità delle equazioni in gioco, noto malamente ed erroneamente come "principio di sovrapposizione degli effetti". Che non è affatto un principio, ma una conseguenza matematica del fatto che le equazioni che stiamo risolvendo (in forma algebrica tramite SAP che implementa il metodo di discretizzazione agli elementi finiti) sono lineari e quindi "additive ed omogenee".
Per cui, se raddoppi il carico (causa) raddoppi la tensione (effetto) ma non ne cambi il segno.
Premessa la ramanzina, andiamo alla parte interessante (che avevamo un po' negoziato). Dividere la struttura in "ombrelli" non regolari, ma derivanti dalla divisione in sottostrutture della copertura. Dobbiamo analizzare il risultato in dettaglio, se vogliamo decidere. E dobbiamo analizzare tutti gli ombrelli. Ovviamente, se le scelte architettoniche lo consentono, perchè il risultato finale è ben diverso.
Sembra, visto dall'alto, un cretto di Burri. Dal basso, una foresta d'alberi. Ma quella è una scelta che non mi compete.
Potremmo prendere un appuntamento per venerdì mattina prossima, o giovedì pomeriggio.
la parte "naiff" era più che altro curiosità come ho scritto nel post.. nn tanto dei risultati quanto del vedere che il tutto funziona con logica..
parlando di cose serie invece, per la parte nuova degli ombrelli, mi sto organizzando per avere tutte le porzioni di superficie che ho suddiviso importate al SAP con logica, e assegnato a tutti il materiale e i vincoli.. così quando ci vedremo avremo tutto pronto per un confronto.. porterò anche tavole delle piante e delle sezioni che nn guastano mai.
mi piacerebbe fare una prova assegnandogli come materiale l'acciaio, per far questo devo solo cambiare il peso e il coefficiente di elasticità e far girare l'analisi o devo considerare altre cose???
per l'appuntamento decidete voi prof. per me è indifferente.
per effettuare un'analisi di prova con una travatura reticolare doppio strato, va generata la geometria daccapo, perchè una travatura reticolare non è continua ma è discontinua.
Si potrebbe tuttavia tentare un'analisi " al continuo equivalente" ossia un'analisi che si effettua con il mezzo continuo (per intenderci, con la stessa geometria di piano medio che abbiamo già importato) modellando il discontinuo. Esattamente con la stessa logica in cui, mutatis mutandis, nel calcestruzzo armato vengono effettuati i calcoli di verifica e progetto come se il materiale fosse omogeneo, ma con l'ambizione di modellare il materiale disomogeneo.
In realtà, nel caso del calcestruzzo armato, il materiale disomogeneo si trasforma in "materiale omogeneo equivalente" e si effettua l'analisi di tale materiale omogeneo.
Nel caso della travatura discontinua, ci vuole un ragionamento teorico (un po' complesso, a dire il vero) per trasformarla in una "struttura continua equivalente". Da questo ragionamento teorico si ricava un "materiale continuo equivalente" con moduli elastici e sezioni che possono essere utilizzate esattamente come hai già fatto con la struttura continua in calcestruzzo armato.
nel realizzare un'ipotesi di nervatura e di divisione di superficie in più elementi, ho realizzato uno screen shoot per mettere in luce alcuni punti che sono critici (a mio avviso) e vorrei farveli vedere..
Nell'ipotizzare un reticolo ho pensato di seguire le isocurve della superficie considerando il fatto che sono le guide per il software per disegnarla e di conseguenza sono l'ossatura (almeno graficamente).
Nel dimensionamento ho considerato invece come se queste travi fossero 90*50 (forse è esagerato) considerando anche il fatto che la scorsa volta siamo partiti ad analizzare la superficie considerandola spessa 20cm.. forse si può infittire il passo e diminuire la sezione.. comunque volevo soffermarmi prima su un'altro punto, come è evidenziato nelle figure si creano dei punti critici che derivano da un discorso geometrico.
Si può pensare di realizzare una superficie con quella geometria pensando che i due funghi siano a contrasto fra di loro?? o forse il fatto di farli interagire in qualche modo ci riporta alla situazione di stress di trazione dal quale volevamo allontanarci?
s può pensare di farli lavorare insieme solo in parte (nn per forza quella strutturale) e di realizzare comunque due elementi separati che nn soffrano tutto quello sforzo di trazione al quale eravamo arrivati la scorsa volta??
Un'altra considerazione che vorrei portare alla vostra attenzione è la seguente, porto lo stesso screen shoot evidenziando un'altra cosa.
Penso che questa conformazione della superficie porti ad una trazione forte per le grandi luci in relazione all'ardita forma soprattutto dove si formano delle "selle". io credo che si dovrebbe (io dovrei) fare più attenzione a questo punto nella realizzazione della forma e forse ci avicineremo di più ad una soluzione percorribile in CLS anche nell'intera forma..
Le due macchie verdi (che hanno trazione massima) sono proprio alla destra e alla sinistra del punto critico di conseguenza io direi:
1. lo sforzo di trazione più grande è dalla parte dove la sella è più lunga.
2. se dovessi ridividere le due strutture dei funghi lo farei sicuramente facendo in modo che i lembi oltre i pilastri (che vanno in aggetto) siano quanto meno di egual misura.. e lascerei la parte della superficie che torna in basso nel centro in modo da nn provocare stress a nessuna delle due strutture e la realizzerei con un materiale leggero.
l'obiettivo primario di questi aggiornamenti è stata la regolarizzazione gemetrica allo scopo di regolarizzare anche le reazioni vincolari e il comportamento di membrana che ormai è la cosa che più ci (MI) preoccupa.
procedo per passi e spiego la realizzazione anche geometrica della forma per entrare nella logica: per far questo ho costruito tutta la superficie dividendola in 2 pezzi, anche se alla fine sarà un unico elemento continuo, gli elementi sono i pilastri e la copertura.
ho realizzato delle sezioni, in altezza ad ogni metro, degli appoggi, dopo essermi creato un singolo elemento come loft. questo per avere un modello di pilastro che mi aiuti anche in una seconda fase ovvero quella di realizzazione stessa dell'opera.
per la superficie di copertura invece il discorso è un po' più complesso ma rhino mi è venuto incontro con un comando "patch" che realizza una superficie passando per delle curve (non per forza chiuse) che io gli ho disegnato:
Le curve rosse sono le curve attraverso le quali deve passare la mia superficie di copertura, le ho disegnate cercando di individuare linsieme dei punti di imposta di volta per i quali passano gli archi che uniscono tutti i pilastri.
Risultato:
i fori li ho realizzati dopo e chiaramente corrispondono all'attacco con i pilastri.
andando ad evidenziare i bordi interni dei fori si ha questo:
unendo tutte queste curve conn le sezioni dei pilstri si ottengono gli appoggi. E la continuità viene ripristinata (chiaramente con qualche difficoltà di assemblaggio che nn manca mai!) creando un elemento che sembra essere tutto uno:
la seguente unione boleana del tutto per la creazione di un'unica superficie composta da mesh triangolari nn è così immediata ma alla fine il risultato è arrivato e sono riuscito ad importarla al SAP, il file è chiaramente diventato molto più pesante. ma sul mio pc l'analisi ha girato con nn troppe difficoltà, dubito che la cosa si potrà ripetere in sede di revisione data la scarsa potenzialità del pc della prof!
Non so in che direzione stiamo andando, è chiaro che il comportamento generale della superficie continua ad essere di prevalente trazione con picchi locali di 2000 KN/m (da individuare e capire) ma generalmente con valori medi, almeno a mio avviso, modesti. Voglio provare a realizzare un modello più leggero e provare ad infittire in alcuni punti gli appoggi e a inarcare ancora di più alcune zone della superficie di copertura, sono convinto che porti buoni risultati la modifica ma nn sono altrettanto convinto che portino alla risoluzione definitiva. continuo a provare..
vedo che ti sei impossessato dello strumento e procedi benissimo. Peccato non avere iniziato direttamente dalla struttura di Toyo Ito e lavorato per "variazioni su tema"..
Ad ogni modo, bene così; ho capito che hai infittito i pilastri, così diminuendo le luci medie, ma non ho capito quale sia lo spessore della copertura. Quando poi scrivi "pilastri in compressione" ti riferisci al colore medio che visualizzi in sap oppure hai controllato alla base di ogni pilastro, in ogni nodo vincolato, che la reazione vincolare sia verso l'alto e non verso il basso?
Altra informazione: non si vede bene, almeno io non vedo, la schermata di SAP2000. Dove sono queste punte di 2000 KN/m?
Abbiamo parlato con il professore a revisione di aggiornamenti sul fronte architettonico.
la forma che ne è venuta fuori è la seguente (primi sviluppi):
L'analisi, nella quale nn ho considerato alcune porzioni perchè a mio avviso convine farle a parte che sono le due superfici che hai lati vanno a terra.
l'analisi ha dato i seguenti risultati:
come si vede dalla figura c'è una prevalente tensione di trazione, che è compresa secondo i miei calcoli di trasformaione (spero di nn essermi sbagliato) a valori compresi tra 0-3 kgf/cm2 che è decisamente sotto la soglia di fessurazione (grazie per l'utilissima tabellina excel!!) anche del meno resistente cls.
ci sono poi delle aree che io ho cerchiato in celestino che sono invece comprese tra 9-12 kgf/cm2 che sta ancora al di sotto del limite di fessurazione e diciamo entro una soglia di sicurezza della maggior parte dei cls..
nei risultati però il Sap continua a rilevarmi delle zone in cui la tensione a trazione raggiunge un picco di 2590 kgf/m2 che sarebbero 26 kg/f cm2 e a questo punto la soglia di sicurezza viene superata.. nn sono in grado comunque di individuarle graficamente..
non so perchè, ma questa forma mi piace molto di più di quella iniziale. E funziona, se i tuoi calcolo sono giusti, anche molto meglio. Dal momento che i file sap a questa distanza non si vedono bene, vorrei sapere alcune cose:
1) siamo ancora sui 20 cm di spessore?
2) c'è ancora solo il peso proprio oppure è stato previsto almeno un incremento percentuale per tener conto del carico di servizio?
3) quali sono i parametri geometrici (luci, altezze, curvature, distanze dai bordi dei pilastri) che sono sensibilmente cambiati nel tuo processo di modifica della forma?
Un commento ulteriore. Tu parli di picchi di trazione, ed io ipotizzo che siano ai bordi... potremmo prevedere lì un anello di bordo (magari mimetizzato, vediamo come) per un irrigidimento localizzato...
allora per rispondere ai suoi quesiti, procedendo per punti:
1) Si, siamo ancora sui 20 cm di spessore
2) c'è solo il peso proprio
3) le luci sono intorno i 30 m alcune raggiungono i 38m altre i 15m
volendo procedere aggiungendo tutti i carichi e considerando che la superficie di copertura sia anche calpestabile come si fa, ad intuito penso che si debba definire un carico nel load patterns, posso farlo approssimativamente inserendo un carico che sia un multiplo del peso a quanto ho capito..
quanto dovrà essere lo spessore definitivo di questa copertura?
Ho aggiunto pilastri e travi di bordo, aumentato lo spessore della superficie a 30 cm considerando che ci sia un massetto e una pavimentazione, e aggiunto un carico totale di 250 kg/mq tenendo conto di carico prtato dalle persone e dalla pavimentazione di copertura.
il risultato è questo:
Gli sforzio di trazione sono mediamente inferiori ai 350 kN/mq tranne che nella parte evidenziata che data la sua forma appiattita non contrastando la forza peso per forma porta una forte trazione,
per quanto riguarda invece il pilastro ad angolo in alto a sinistra (dove avevamo l'altro giorno in dipartimento strani picchi di trazione) la cosa si risolve considerando che quello spigolo è appoggiato su un muro che c'è sempre stato e che non avevamo mai considerato in fase di analisi dello stato tensionale.
tornando al caso della rampa che porta la trazione elevata e che supera quindi il limite di fessurazione avrei pensato di risolvere creando un sistema di pilastri di acciaio anche a trama incrociata che partono dal bordo dello specchio d'acqua sottostante e raggiungono la superficie creando un'appoggio solido alla superficie:
il tratteggio rosso indica dove può essere individuato questo sistema di pilastri a sostegno della copertura.
l'analisi risulta la seguente:
dove gli sforzi di trazione sono mediamente compresi tra 0 e 300 kN\mq che secondo la seguente tabella sono sufficientemente bassi.
non so se hai controllato se la reazione vincolare sotto i pilastri sia verso l'alto. In caso contrario si configurerebbe un distacco anche solo per carichi verticali.
sono ok le soluzioni dei pilastrini e dell'appoggio della parte "ribelle", a patto che siano messi in conto (hai rieffettuato l'analisi).
last but not least: le zone piatte implicano flessione non sforzi di membrana di trazione.
Commenti
DanieleNardone
Lun, 07/03/2011 - 17:02
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vincolata!
ho aggiunto i vincoli anche alla parte che rimaneva a sbalzo...
Ipotizzando quindi "che la struttura su cui la copertura è appoggiata sia abbastanza più rigida della copertura in modo tale da considerare il vincolo agente sulla copertura come rigido" questo è il risultato dei vincoli:
Attendo istruzioni.
GinevraSalerno
Lun, 07/03/2011 - 19:04
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per procedere:
1) PUOI INVIARMI I FILE DELLA STRUTTURA?
2) PUOI CONTROLLARE PRIMA CHE NON CI SIANO ERRORI?
NELLA STRUTTURA PRECEDENTE HO TROVATO IL SEGUENTE ERRORE.
SEGUI IL RAGIONAMENTO, PLEASE... MI AVEVI LASCIATO UNA PARTE DELLA STRUTTURA, QUELLA QUI SOTTO VISUALIZZATA.. IO L'AVEVO VINCOLATA IN CORRISPONDENZA DELLA BASE DEI PILASTRI (CHIAMIAMOLI PILASTRI..) ED EFFETTUANDO ALCUNI ZOOM MI SONO RESA CONTO DI STRANEZZE NELLA DISCRETIZZAZIONE..
HO EVIDENZIATO L'INTERA STRUTTURA ALLO SCOPO DI PROCEDERE ALL'ASSEGNAZIONE DI MATERIALI E SEZIONI.. EVIDENZIARE SIGNIFICA INCLUDERLA IN UNA FINESTRA (VEDI FIGURA CHE SEGUE) TENENDO CLICCATO IL TASTO SINISTRO DEL MOUSE
E POI LASCIARE ANDARE IL TASTO (ANALOGAMENTE AD AUTOCAD QUANDO SI INTENDE SELEZIONARE UNA SERIE DI OGGETTI)
SE GUARDI BENE LA FIGURA DI SOPRA TI RENDI CONTO CHE CI SONO IN ROSSO DELLE STRANE LINEE CHE A MIO PARERE NON DOVREBBE ESSERCI..
QUESTE LINEE SI VEDONO ANCORA MEGLIO SE EFFETTUI UNO ZOOM.. LE VEDI? QUESTI SONO ERRORI DELLA DISCRETIZZAZIONE, INVISIBILI FINO A QUANDO NON EVIDENZI IL TUTTO..
CI SONO ANCHE ALTRI ERRORI..
SE EFFETTUI UNO ZOOM ALLA BASE DEL II PILASTRO DA SINISTRA, VEDI CHE LA TASSELLAZIONE E' ERRATA, HA SBAVATURE CHE NON CONSENTONO AL PILASTRO DI CHIUDERSI IN UN CERCHIO (O PRESSAPPOCO) IN CORRISPONDENZA DEL SUO ATTACCO A TERRA.
PRIMA DI PROCEDERE OLTRE QUESTI ERRORI VANNO INDIVIDUATI E CORRETTI. ALTRIMENTI CON L'INTERA STRUTTURA FINIREMO ENTRAMBI (IO E TE) IN MANICOMIO.
CIAO
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Mar, 08/03/2011 - 12:12
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le sto inviando il file
Credo di aver correto gli errori che lei ha individuato.
il problema delle basi di quelli che da oggi chiamiamo pilastri era un problema geometrico che ho individuato anche in rhino che derivava da un taglio che avevo fatto dalla suerficie di partenza. (spero che sia quello il problema)
l'altro problema invece come le ho detto per mail ho cercato di risolverlo dal sap visto che lo fa quando importa la superficie..
altro problema, il file comincia a pesare i suoi onesti 12 mb.. io li posso inviare con gmail.. lei può riceverli attraverso la sua account.. e soprattutto spero che il suo pc lo apra questo file.
GinevraSalerno
Gio, 10/03/2011 - 15:16
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prima analisi effettuata
caro Daniele
ho effettuato una prima analisi. Le dimensioni del file sono gestibili. Ora dobbiamo prendere un appuntamento per effettuare assieme tutte le analisi che vogliamo. Per me andrebbe bene lunedì mattina prossimo, dalle 9:00 alle 12.30.
Per te?
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Gio, 10/03/2011 - 15:31
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ok
appuntamento confermato!
GinevraSalerno
Mar, 29/03/2011 - 16:26
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problemi stimolanti
allora .... caro Daniele e cari tutti
abbiamo effettuato una prima analisi della mega struttura proposta da Daniele, sulla base di un'ipotesi di puro tentativo, di una soletta piena in cls armato di 20 cm di spessore. Giusto per vedere come questa forma si comporta.
Il risultato è visibile nella figura che segue:
ovviamente la struttura va letta adeguatamente, perchè ognuno ha il suo linguaggio. E' una vista dall'alto dello sforzo massimo di membrana, in particolare della trazione media sulla struttura. Considerate che mediamente il colore giallo che vedete dominare il guscio è un valore di trazione variabile tra i 3500 ed i 7000 KN/m.
Ergo: il calcestruzzo non è adatto, perchè non si usa in una struttura prevalentemente in trazione e di forma talmente irrituale da non consentire il precompresso, che necessita di standardizzazione e parziale prefabbricazione.
Suggerirei drasticamente un cambiamento di tecnologia, per esempio una travatura reticolare a doppio strato. Poi, la potete ricprire con qualsiasi cosa, per fare salva la matericità desiderata.
attendo risposte.
Ginevra
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Gio, 31/03/2011 - 15:06
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Analizzando i calcoli..
ho fatto un paio diprove per curiosità.. ho provato a diminuire lo spessore della superficie a 10cm e poi ad aumentarlo a 50cm per vedereil cambiamento nei comportamenti e ne segue che:
situazione a 20cm:
giusto per avere una visuale chepoi ripeto nelle altre due fasi l'ho rinserita. ma stiamo nello stesso discorso postato dalla professoressa. quindi prevalenza di sforzi di trazione anche se stranamente mi cambia la scala rispetto a qulla fatta insieme..
10cm:
nn mi aspettavo che la situazione cambiasse ma ora che ho i mezzi voglio avere un riscontro grafico.. chiaramente gli sforzi sul piano diminuiscono, credo che la cosa sia dovua al fatto che essendo minore il peso lan forza agente è rispettivamente minore e le reazioni diminuiscono..
cosa dimostrata anche dall'aumentare della sezione a 50 cm:
succesivamente sono passato ad analizzare una porzione di struttura facendo una divisione in "funghi" più o meno così:
le parti che si infittiscono di mesh sono i funghi e le linee rosse a terra sono quelle usate per fare i tagli quindi le proiezini sul piano xy.
mi apspetto un comportamento meno complicato per così dire da interpretare, dato che gli elementi funzionano con un unico punto vincolato a terra e il resto a sbalzo, procedo con l'analisi dei soliti sforzi di membrana:
l'elemento risulta molto più in compressione di prima.. sempre che ho ben capito la scala dei segni...
chiaramente va ben dimensionato ma la prova mi fa capire che la cosa potrebbe essere fattibile .. o sbaglio?
oltretutto mi piace anche la "texture" che viene fuori per l'architettonico.
lascio a voi i commenti..
GinevraSalerno
Gio, 31/03/2011 - 19:02
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parte naif e parte interessante
allora, la prima parte della tua analisi è un po' ingenua e mi fa sorridere. In pratica tu hai diminuito o aumentato lo spessore della soletta, diminuendo o aumentato il peso a metro quadro della tua struttura, e rifatto varie volte l'analisi. E ti aspettavi che le trazioni divenissero compressioni? la tua aspettativa rivela che non hai ben chiaro il concetto di analisi linearizzata (o "per dirla in un altro modo" analisi per "piccoli spostamenti") di una struttura.
Se effettui un'analisi linearizzata quale la nostra, se dimezzi lo spessore, dimezzi il carico, e dimezzi le trazioni. Ma non cambi segno. Se invece lo spessore lo aumenti di una volta e mezzo, aumenti le trazioni di una volta e mezzo. Non cambi il loro segno. Questo è la conseguenza della linearità delle equazioni in gioco, noto malamente ed erroneamente come "principio di sovrapposizione degli effetti". Che non è affatto un principio, ma una conseguenza matematica del fatto che le equazioni che stiamo risolvendo (in forma algebrica tramite SAP che implementa il metodo di discretizzazione agli elementi finiti) sono lineari e quindi "additive ed omogenee".
Per cui, se raddoppi il carico (causa) raddoppi la tensione (effetto) ma non ne cambi il segno.
Premessa la ramanzina, andiamo alla parte interessante (che avevamo un po' negoziato). Dividere la struttura in "ombrelli" non regolari, ma derivanti dalla divisione in sottostrutture della copertura. Dobbiamo analizzare il risultato in dettaglio, se vogliamo decidere. E dobbiamo analizzare tutti gli ombrelli. Ovviamente, se le scelte architettoniche lo consentono, perchè il risultato finale è ben diverso.
Sembra, visto dall'alto, un cretto di Burri. Dal basso, una foresta d'alberi. Ma quella è una scelta che non mi compete.
Potremmo prendere un appuntamento per venerdì mattina prossima, o giovedì pomeriggio.
salud
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Gio, 31/03/2011 - 19:42
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preparando una revisione completa..
la parte "naiff" era più che altro curiosità come ho scritto nel post.. nn tanto dei risultati quanto del vedere che il tutto funziona con logica..
parlando di cose serie invece, per la parte nuova degli ombrelli, mi sto organizzando per avere tutte le porzioni di superficie che ho suddiviso importate al SAP con logica, e assegnato a tutti il materiale e i vincoli.. così quando ci vedremo avremo tutto pronto per un confronto.. porterò anche tavole delle piante e delle sezioni che nn guastano mai.
mi piacerebbe fare una prova assegnandogli come materiale l'acciaio, per far questo devo solo cambiare il peso e il coefficiente di elasticità e far girare l'analisi o devo considerare altre cose???
per l'appuntamento decidete voi prof. per me è indifferente.
se abbiamo bisogno d'altro chiedete pure.
GinevraSalerno
Gio, 31/03/2011 - 20:14
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prova di acciaio
per effettuare un'analisi di prova con una travatura reticolare doppio strato, va generata la geometria daccapo, perchè una travatura reticolare non è continua ma è discontinua.
Si potrebbe tuttavia tentare un'analisi " al continuo equivalente" ossia un'analisi che si effettua con il mezzo continuo (per intenderci, con la stessa geometria di piano medio che abbiamo già importato) modellando il discontinuo. Esattamente con la stessa logica in cui, mutatis mutandis, nel calcestruzzo armato vengono effettuati i calcoli di verifica e progetto come se il materiale fosse omogeneo, ma con l'ambizione di modellare il materiale disomogeneo.
In realtà, nel caso del calcestruzzo armato, il materiale disomogeneo si trasforma in "materiale omogeneo equivalente" e si effettua l'analisi di tale materiale omogeneo.
Nel caso della travatura discontinua, ci vuole un ragionamento teorico (un po' complesso, a dire il vero) per trasformarla in una "struttura continua equivalente". Da questo ragionamento teorico si ricava un "materiale continuo equivalente" con moduli elastici e sezioni che possono essere utilizzate esattamente come hai già fatto con la struttura continua in calcestruzzo armato.
Per me va bene giovedì pomeriggio.
Hola, chico :-)
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Mar, 05/04/2011 - 12:05
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Punti critici
nel realizzare un'ipotesi di nervatura e di divisione di superficie in più elementi, ho realizzato uno screen shoot per mettere in luce alcuni punti che sono critici (a mio avviso) e vorrei farveli vedere..
Nell'ipotizzare un reticolo ho pensato di seguire le isocurve della superficie considerando il fatto che sono le guide per il software per disegnarla e di conseguenza sono l'ossatura (almeno graficamente).
Nel dimensionamento ho considerato invece come se queste travi fossero 90*50 (forse è esagerato) considerando anche il fatto che la scorsa volta siamo partiti ad analizzare la superficie considerandola spessa 20cm.. forse si può infittire il passo e diminuire la sezione.. comunque volevo soffermarmi prima su un'altro punto, come è evidenziato nelle figure si creano dei punti critici che derivano da un discorso geometrico.
Si può pensare di realizzare una superficie con quella geometria pensando che i due funghi siano a contrasto fra di loro?? o forse il fatto di farli interagire in qualche modo ci riporta alla situazione di stress di trazione dal quale volevamo allontanarci?
s può pensare di farli lavorare insieme solo in parte (nn per forza quella strutturale) e di realizzare comunque due elementi separati che nn soffrano tutto quello sforzo di trazione al quale eravamo arrivati la scorsa volta??
DanieleNardone
Mar, 05/04/2011 - 12:37
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Osservando la forma...
Un'altra considerazione che vorrei portare alla vostra attenzione è la seguente, porto lo stesso screen shoot evidenziando un'altra cosa.
Penso che questa conformazione della superficie porti ad una trazione forte per le grandi luci in relazione all'ardita forma soprattutto dove si formano delle "selle". io credo che si dovrebbe (io dovrei) fare più attenzione a questo punto nella realizzazione della forma e forse ci avicineremo di più ad una soluzione percorribile in CLS anche nell'intera forma..
Le due macchie verdi (che hanno trazione massima) sono proprio alla destra e alla sinistra del punto critico di conseguenza io direi:
1. lo sforzo di trazione più grande è dalla parte dove la sella è più lunga.
2. se dovessi ridividere le due strutture dei funghi lo farei sicuramente facendo in modo che i lembi oltre i pilastri (che vanno in aggetto) siano quanto meno di egual misura.. e lascerei la parte della superficie che torna in basso nel centro in modo da nn provocare stress a nessuna delle due strutture e la realizzerei con un materiale leggero.
DanieleNardone
Gio, 14/04/2011 - 13:10
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Aggiornamenti
l'obiettivo primario di questi aggiornamenti è stata la regolarizzazione gemetrica allo scopo di regolarizzare anche le reazioni vincolari e il comportamento di membrana che ormai è la cosa che più ci (MI) preoccupa.
procedo per passi e spiego la realizzazione anche geometrica della forma per entrare nella logica: per far questo ho costruito tutta la superficie dividendola in 2 pezzi, anche se alla fine sarà un unico elemento continuo, gli elementi sono i pilastri e la copertura.
ho realizzato delle sezioni, in altezza ad ogni metro, degli appoggi, dopo essermi creato un singolo elemento come loft. questo per avere un modello di pilastro che mi aiuti anche in una seconda fase ovvero quella di realizzazione stessa dell'opera.
per la superficie di copertura invece il discorso è un po' più complesso ma rhino mi è venuto incontro con un comando "patch" che realizza una superficie passando per delle curve (non per forza chiuse) che io gli ho disegnato:
Le curve rosse sono le curve attraverso le quali deve passare la mia superficie di copertura, le ho disegnate cercando di individuare linsieme dei punti di imposta di volta per i quali passano gli archi che uniscono tutti i pilastri.
Risultato:
i fori li ho realizzati dopo e chiaramente corrispondono all'attacco con i pilastri.
andando ad evidenziare i bordi interni dei fori si ha questo:
unendo tutte queste curve conn le sezioni dei pilstri si ottengono gli appoggi. E la continuità viene ripristinata (chiaramente con qualche difficoltà di assemblaggio che nn manca mai!) creando un elemento che sembra essere tutto uno:
la seguente unione boleana del tutto per la creazione di un'unica superficie composta da mesh triangolari nn è così immediata ma alla fine il risultato è arrivato e sono riuscito ad importarla al SAP, il file è chiaramente diventato molto più pesante. ma sul mio pc l'analisi ha girato con nn troppe difficoltà, dubito che la cosa si potrà ripetere in sede di revisione data la scarsa potenzialità del pc della prof!
Non so in che direzione stiamo andando, è chiaro che il comportamento generale della superficie continua ad essere di prevalente trazione con picchi locali di 2000 KN/m (da individuare e capire) ma generalmente con valori medi, almeno a mio avviso, modesti. Voglio provare a realizzare un modello più leggero e provare ad infittire in alcuni punti gli appoggi e a inarcare ancora di più alcune zone della superficie di copertura, sono convinto che porti buoni risultati la modifica ma nn sono altrettanto convinto che portino alla risoluzione definitiva. continuo a provare..
GinevraSalerno
Gio, 14/04/2011 - 17:37
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Aggiornamento interessante..
caro Daniele
vedo che ti sei impossessato dello strumento e procedi benissimo. Peccato non avere iniziato direttamente dalla struttura di Toyo Ito e lavorato per "variazioni su tema"..
Ad ogni modo, bene così; ho capito che hai infittito i pilastri, così diminuendo le luci medie, ma non ho capito quale sia lo spessore della copertura. Quando poi scrivi "pilastri in compressione" ti riferisci al colore medio che visualizzi in sap oppure hai controllato alla base di ogni pilastro, in ogni nodo vincolato, che la reazione vincolare sia verso l'alto e non verso il basso?
Altra informazione: non si vede bene, almeno io non vedo, la schermata di SAP2000. Dove sono queste punte di 2000 KN/m?
a lunedì
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Sab, 23/04/2011 - 16:43
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Variazioni sulla forma e analisi delle reazioni vincolari
Abbiamo parlato con il professore a revisione di aggiornamenti sul fronte architettonico.
la forma che ne è venuta fuori è la seguente (primi sviluppi):
L'analisi, nella quale nn ho considerato alcune porzioni perchè a mio avviso convine farle a parte che sono le due superfici che hai lati vanno a terra.
l'analisi ha dato i seguenti risultati:
come si vede dalla figura c'è una prevalente tensione di trazione, che è compresa secondo i miei calcoli di trasformaione (spero di nn essermi sbagliato) a valori compresi tra 0-3 kgf/cm2 che è decisamente sotto la soglia di fessurazione (grazie per l'utilissima tabellina excel!!) anche del meno resistente cls.
ci sono poi delle aree che io ho cerchiato in celestino che sono invece comprese tra 9-12 kgf/cm2 che sta ancora al di sotto del limite di fessurazione e diciamo entro una soglia di sicurezza della maggior parte dei cls..
nei risultati però il Sap continua a rilevarmi delle zone in cui la tensione a trazione raggiunge un picco di 2590 kgf/m2 che sarebbero 26 kg/f cm2 e a questo punto la soglia di sicurezza viene superata.. nn sono in grado comunque di individuarle graficamente..
GinevraSalerno
Dom, 24/04/2011 - 09:12
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buon lavoro
caro Daniele
non so perchè, ma questa forma mi piace molto di più di quella iniziale. E funziona, se i tuoi calcolo sono giusti, anche molto meglio. Dal momento che i file sap a questa distanza non si vedono bene, vorrei sapere alcune cose:
1) siamo ancora sui 20 cm di spessore?
2) c'è ancora solo il peso proprio oppure è stato previsto almeno un incremento percentuale per tener conto del carico di servizio?
3) quali sono i parametri geometrici (luci, altezze, curvature, distanze dai bordi dei pilastri) che sono sensibilmente cambiati nel tuo processo di modifica della forma?
Un commento ulteriore. Tu parli di picchi di trazione, ed io ipotizzo che siano ai bordi... potremmo prevedere lì un anello di bordo (magari mimetizzato, vediamo come) per un irrigidimento localizzato...
Ginevra
Ginevra Salerno
DanieleNardone
Mar, 26/04/2011 - 16:54
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Nuova analisi
allora per rispondere ai suoi quesiti, procedendo per punti:
1) Si, siamo ancora sui 20 cm di spessore
2) c'è solo il peso proprio
3) le luci sono intorno i 30 m alcune raggiungono i 38m altre i 15m
volendo procedere aggiungendo tutti i carichi e considerando che la superficie di copertura sia anche calpestabile come si fa, ad intuito penso che si debba definire un carico nel load patterns, posso farlo approssimativamente inserendo un carico che sia un multiplo del peso a quanto ho capito..
quanto dovrà essere lo spessore definitivo di questa copertura?
DanieleNardone
Lun, 16/05/2011 - 08:32
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Ancora analisi
Ho aggiunto pilastri e travi di bordo, aumentato lo spessore della superficie a 30 cm considerando che ci sia un massetto e una pavimentazione, e aggiunto un carico totale di 250 kg/mq tenendo conto di carico prtato dalle persone e dalla pavimentazione di copertura.
il risultato è questo:
Gli sforzio di trazione sono mediamente inferiori ai 350 kN/mq tranne che nella parte evidenziata che data la sua forma appiattita non contrastando la forza peso per forma porta una forte trazione,
per quanto riguarda invece il pilastro ad angolo in alto a sinistra (dove avevamo l'altro giorno in dipartimento strani picchi di trazione) la cosa si risolve considerando che quello spigolo è appoggiato su un muro che c'è sempre stato e che non avevamo mai considerato in fase di analisi dello stato tensionale.
tornando al caso della rampa che porta la trazione elevata e che supera quindi il limite di fessurazione avrei pensato di risolvere creando un sistema di pilastri di acciaio anche a trama incrociata che partono dal bordo dello specchio d'acqua sottostante e raggiungono la superficie creando un'appoggio solido alla superficie:
il tratteggio rosso indica dove può essere individuato questo sistema di pilastri a sostegno della copertura.
l'analisi risulta la seguente:
dove gli sforzi di trazione sono mediamente compresi tra 0 e 300 kN\mq che secondo la seguente tabella sono sufficientemente bassi.
GinevraSalerno
Ven, 20/05/2011 - 12:53
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ultimo commento?
non so se hai controllato se la reazione vincolare sotto i pilastri sia verso l'alto. In caso contrario si configurerebbe un distacco anche solo per carichi verticali.
sono ok le soluzioni dei pilastrini e dell'appoggio della parte "ribelle", a patto che siano messi in conto (hai rieffettuato l'analisi).
last but not least: le zone piatte implicano flessione non sforzi di membrana di trazione.
Au revoir
sono sfinita. Mi hai letteralmente sderenata.
G.
Ginevra Salerno
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