Daniela Finizio

Sviluppo progettuale

commenti

Ho cercato di caricare l'immagine,ma questo è il risultato.

Mi dispiace perchè avrei altre immagini da caricare per far capire su cosa sto lavorando e come.

Ad ogni modo,cercherò di spiegarmi.

L'idea è quella di costriure il CUBO DI RUBIK

che,come tutti sappiamo, è costituito da tanti cubetti ognuno dei quali caratterizzato da un colore.

Ho pensato di lavorare su questo progetto perchè il meccanismo che caratterizza il gioco potrebbe prestarsi perfettamente alla costruzione di una o più forme da vincolare.

L'idea è quella di cominciare a costruire il primo cubetto per poi procedere alla realizzazione degli altri 7 che giacciono sullo stesso piano. (se riuscissi ad inserire le immagini,sarebbe tutto più chiaro).

Disegno 4 piani di riferimento e creo un solido a cui assegnerò profondità 100.

Procedo ad allineare l'elemento ai piani di riferimento.

Incontro la prima difficoltà nell'assegnare la seconda quota; non riesco a bloccarla sul disegno.

Mi accorgo di non aver selezionato "termina disegno".

Riprovo ad inserire la seconda quota.

Classifico le prime due come lunghezza e  larghezza nella categoria "distanze".

Decido di modificare le quote inserite, ma pur selezionandole e clickando su modifica,non riesco a cambiare il valore.

non trovo il comando "tipi di famiglia" che mi permetterebbe di gestire tutti i parametri.

Dopo averlo individuato,con un pò di difficoltà,realizzo finalmente il primo cubetto 100x100x100.

 

Risolto il problema delle immagini

Questo è il mio scopo: costruire il cubo di Rubik,scomponendolo nei suoi 27 cubetti, per poi conferire ad ognuno di essi caratteristiche di tipo ed istanza.

Arrivata a questo punto,però, ho un problema con Revit,più precisamente con la licenza:

NON MI PERMETTE DI SALVARE E,DUNQUE,DI PROSEGUIRE

???

 

 Ps:perchè nell'anteprima visualizzo l'immagine e nel commento definitivo no???   °.°

Con un pò di pazienza sto risolvendo tutti i problemi.

Nel creare i 27 cubetti non ho avuto altre difficoltà.

Ognuno di essi è opportunamente vincolato al piano di riferimento.

Il cubetto centrale,quello che potremmo definire il nucleo, è centrato rispetto ai due piani di riferimento principali: fronte-retro e sinistra-destra.

L'unica difficoltà effettiva: gestire tutti gli elementi nei casi in cui si sovrapponevano.

Sto cercando di caricare tutto nel progetto per procedere con le diversificazioni di tipo ed istanza,ma non riesco ad inserire la famiglia...

ciao Daniela

puoi spiegare meglio in cosa la famiglia
varierebbe una volta inserita nel progetto?

ergo: quali sono le variazioni che ammetti
nel tuo cubo?

Che intendi per 27? 27 famiglie?
o la stessa inserita 27 volte nel progetto?

Ti consiglio di mandare immagini di come varia al variare
dei parametri (di tipo o istanza che siano).
In modo proporzionale? Ergo, resta sempre un cubo?

Forse potresti documetnare meglio i passaggi
che hai seguito.

Poi affrontiamo la questione dell'inserimento
nel progetto.

a presto,

Stefano

Premessa:

dopo aver ragionato su ciò che mi hai detto,relativamente alla famiglia composta da 27 cubetti,ho deciso di ricominciare e partire da un altro presupposto.

Detto ciò,provo ad illustrare il modo in cui ho deciso di procere:

-Ho creato una nuova famiglia inserendo un solido rettangolare

-ho definito due nuovi parametri "larghezza cubetto" e lunghezza cubetto" imponendo l'equidistanza

-ho modificato i valori con l'obiettivo di creare un cubetto tipo da utilizzare nel progetto

 

 

-dopo aver imposto lo stesso valore di larghezza e lunghezza, ho analizzato il solido dal punto di vista della profondità che,di default,è impostata a 250

 

-ho modificato la profondità fino ad ottenere un cubo

 

-Dopo aver FINALMENTE capito come importare la famiglia nel progetto, ho cominciato a riflettere su come comporre il cubo di rubik, decidendo di procedere gradualmente, per piani/stratificazioni, fino ad assemblare i 27 cubetti e le relative tesserine colorate

 

-Inizialmente ho fatto una prova con soli due cubetti, di cui uno sarebbe diventato tesserina colorata dopo la modifica dei parametri (precedentemente impostati di ISTANZA)

 

 

-Realizzo la prima tesserina (modificando i valori di larghezza lunghezza e profondità)

 

-Centro la tesserina rispetto ad una qualunque delle facce del cubo

 

-Con la vista 3D mi rendo subito conto di aver commesso un errore; la tesserina,infatti è interna al cubo.

 

-Trattandosi della faccia che sta alla base del cubo,attraverso la vista di uno dei prospetti traccio un piano di riferimento per allineare la tesserina immediatamente al di fuori del cubetto.

Tutto rispetto al piano 0.00 di riferimento iniziale

 

-A questo punto compare un riferimento non richiesto

 

-Procedo con l'allineamento ed ottengo il primo cubetto completo di tesserina

 

-"Collaudata" la tecnica,decido di adottarla per proseguire a partire dal cubetto singolo

 

 -Inserisco i componenti necessari a realizzare il primo strato (3x3)

 

-Allineo i componenti

 

 

-A questo punto posso modificare altrettanti elementi e trasformarli in tesserine

 

-Modificati i parametri non resta altro che associare ad ogni faccia una tesserina,ma è in questo momento che realizzo di aver "creato il panico"...per un attimo non so più come gestire la situazione

 

-Un respiro profondo e con calma posiziono tutte le tessere. Prima faccia completa.

 

-Avendo metabolizzato ogni singolo passaggio continuo ad applicare le tesserine sulle altre facce del cubo

 

-Fase successiva: aggiungo i 9 cubetti che costituiscono il livello centrale del cubo di Rubik 

 

-Anche in questo caso applico le tesserine, rispettando tutti gli allineamenti

 

 

-Non resta che completare il cubo

 

-Ho tentato di colorare la faccia di ogni singola tesserina per avvicinarmi maggiormente a quella che è l'effettiva natura del CUBO DI RUBIK,ma ancora non ho scoperto come fare.

RIEPILOGANDO:

la famiglia di partenza era costituita da un cubo di dimensioni prestabilite, i cui parametri (larghezza,lunghezza e profondità) sono stati da subito definiti di ISTANZA. Ciò mi ha permesso, una volta importata la famiglia nel progetto, di realizzare, con un unico componente, gli 81 elementi da assemblare, 27 dei quali riconducibili al cubo di partenza; gli altri 54,tutti uguali, derivanti dalla modifica dei parametri iniziali.

cara Daniela,

devo dire che il tuo è un ragionamento originale, volto più all'uso del componente che alla sua definizione, hai distinto tra parametri di tipo e istanza, il che è importante e in effetti è una distinzione che ha senso, se si pensa che i componenti del cubo hanno in effetti, geometria e colorazione che varia in diversi momenti  del processo produttivo.

Alla prossima occasione farai poi un passaggio a modellazioni più complesse e componenti architettonici.

Ti faccio lo stesso una domanda:

hai provato a variare la geometria del componente di fondo?

che succede al cubo assemblato?

a presto

Stefano

 

ps

manda il file RFA e quello RVT

 

Risolto il problema password.

vorrei chiedere innanzitutto se si può ruotare un elemento rispetto ad un asse che non sia quello prestabilito, come si fa in autocad cambiando UCS.

Poi ho provato a creare una nuova famiglia per realizzare l'elemento tipo della facciata continua,ma, oltre ad avere difficoltà con le forme, ho problemi a "svuotarla".

 

Una volta importato il componente nel progetto,non riesco a costruire la facciata continua applicando la relativa famiglia.

Martedì a lezione sembrava tutto chiaro, ma oggi sto avendo difficoltà...HELP!!!

Caricherò,di seguito, le immagini relative alla facciata continua.

Lo scopo è stato raggiunto,ma sono evidenti degli errori che non riesco a spiegarmi,spero che dalle foto si capiscano,ad ogni modo,li segnalerò di volta in volta.

 

-Ho provato a ricreare una famiglia simile a quella che abbiamo visto insieme a lezione.

 

 

-Già ad una prima verifica dei parametri, ho notato che c'era qualcosa che non andava,infatti,dopo aver triangolato l'immagine,ho modificato l'altezza della parte inferiore dell'elemento,ma una lastra non ha assecondato il cambiamento.

 

-Ho iniziato a disegnare i montanti per ogni singola lastra di vetro,isolando l'oggetto.

 

-Ad ogni spigolo ho assegnato un profilo quadrato delle dimensioni desiderate

 

 

 -Ho caricato la famiglia nel progetto in cui avevo già duplicato una facciata contina generica

 

-Nella finestra "Proprietà del tipo",alla voce "pannello di facciata continua", ho inserito il nome del pannello da me creato

 

-Impostati tutti i parametri,ho visualizzato la facciata completa di pannelli

 

-Preferendo i pannelli vicini,ho riaperto la finestra delle proprietà,per variare nuovamente i parametri

 

-Risultato apparentemente soddisfacente

 

-Dico apparentemente perchè questo è ciò che appare nel dettaglio

 

 

Attualmente sto lavorando sugli incastri suggeriti da Nastasi.

 Di seguito le immagini del progetto.

 

Carico subito un'immagine indicativa della libreria ed una tavola riepilogativa degli elementi che la compongono.

 Dalla tavola si può intuire che per costruire due librerie sono sufficienti tre pannelli.

 

                       EVITARE SPRECHI 

 Come ben sappiamo il materiale a disposizione è legno di faggio,in pannelli di dimensioni 400 x 120 x 4 cm.

Da subito mi sono lasciata condizionare dal costo del materiale (100 euro/mq) ed ho deciso di valutare la possibilità di creare qualcosa che permettesse di sfruttare al massimo ogni singolo cm.

Tra le varie possibilità, ho preferito ricorrere all'esagono poichè era la forma geometrica più adatta a riempire il piano evitando sprechi.

Ho disposto gli esagoni di base distanziandoli tra loro di 1cm (indispensabile durante il taglio effettuato dalle macchine).

Con un solo pannello potevo così ottenere ben 28 pezzi esagonali.

 GLI INCASTRI

In un secondo momento è subentrata la necessità di lavorare con gli incastri.

Realizzare, dunque, degli elementi predisposti.

L'esagono di base,quindi, ha cominciato ad assumere conformazioni leggermente differenti poichè privo di 4 spigoli utili a realizzare i punti di incastro.

 

 MODULARITA'

La libreria è composta da soli pezzi esagonali ed il terzo obiettivo perseguito è la modularità.

In questa rappresentazione è possibile osservare una libreria composta da sedici moduli (4x4).

In un primo momento avevo pensato di realizzare i ripiani orizzontali con un unico pezzo forato nel punto di unione degli esagoni, ma poi ho constatato che questo tipo di procedura, oltre a vanificare il mio intento di sfruttare tutta la superficie del pannello, limitava molto il principio della modularità per cui la libreria era stata concepita.

 

 

L'immagine dimostra che i pezzi necessari alla realizzazione di una libreria 4 x 4 moduli, se ottenuti da un elemento unico, richiederebbero l'utilizzo di tre pannelli con evidente spreco di materiale.

Al contrario, preferendo,comunque, pezzi singoli, la superficie sfruttabile è di lunga maggiore.

Come precedentemente annunciato con gli stessi tre pannelli, preferendo pezzi singoli, si otterrebbero 2 librerie.

Elenco di seguito alcune immagini relative alla procedura di montaggio.

 

 

 

"I TAPPI"

L'incastro ha come conseguenza la nascita di buchi che, nel caso in cui non servano da alloggio/attesa per nuovi pezzi, possono essere tappati con elementi appositi ricavati da uno dei pannelli.

 

 

 

 

 

 

 

Buongiorno Stefano!

Mi scuso per non essere venuta a lezione stamattina, ma è sopraggiunto un imprevisto.

Allego di seguito il file RFA e, se riesco, anche quello RVT.

Durante le vacanze vorrei approfondire l'aspetto della variabilità  dei moduli per ottenere larghezze del modulo differenti, mantenendo lo stesso principio degli incastri,

ma prima vorrei sapere se ritieni che ciò che ho consegnato possa andar bene come punto di partenza e se è possibile continuare a lavorare prevedendo incastri ed utilizzo di collanti.

O meglio,

è preferibile limitare la modularità creando ripiani orizzontali costituiti da pezzi unici contenenti già la forma di 4 esagoni?

oppure

creare pezzi singoli che permettano di accrescere la libreria all' "infinito"????

grazie

Daniela

 

In questi giorni ho ragionato sulla possibilità di rendere i moduli variabili in larghezza.

La volontà di mantenere gli incastri uguali per tutti gli elementi mi ha portata a ritenere opportuna una variabilità limitata esclusivamente alla larghezza, mantenendo costante la profondità dei moduli.

Detto così non sembra molto chiaro, ma è facilmente intiubile paragonando l'immagine1 (ipotesi precedente) con l'immagine2 (ipotesi di progetto).

 

IMMAGINE 1

 

 

IMMAGINE 2 

 

 

 Dalla seconda immagine si evince una variabilità "unidirezionale".

Nel valutare gli incastri ho riscontrato alcune difficoltà dovute alle diversità tra i moduli.

carico, di seguito, le immagini; comprese quelle riguardanti errori di calcolo:

 

 

 

 

 

 

cara Daniela,

mi complimento per la tua evoluzione e la qualità delle tue descrizioni.

Aggiungerei qualche dettaglio in più su dove e come hai posizionato i tuoi parametri, che immagino condivisi.

Come ti dicevo il progetto mi sembra ora molto migliore, la variazione dei moduli più "delicata", monodirezionale. Forse, per aggiungere morbidezza, potresti tentare una variazione continua del modulo, ogni colonna leggermente diversa dalla successiva e dalla precedente.

Inoltre, tieni conto che anche i bordi potrebbero avere una lavorazione non banale, oppure l'inclinazione dei lati potrebbe variare (un tentativo si potrebbe fare anche facendola variare fino ad averla piana), il tutto sempre controllato da parametri del modulo base che possono variare.

Mantieni comunque questa "delicatezza" di variazione, che il progetto sta assumendo. Una qualità estetica di variazione "sottile" e leggera, è senz'altro una delle più affascinanti della produzione "numerica", come detto più volte da Greg Lynn in molti testi.

a presto,

Stefano

 

Alla luce di ciò che è accaduto a lezione, riflettendo anche su ciò che hai scritto nel commento, ho rielaborato l'esagono di base per rendere la variazione più graduale.

Tutto avviene in funzione di un solo parametro.

Le immagini di seguito permettono di intuire la natura della variazione che, esasperata, permetterebbe di trasformare l'esagono in un rettangolo.

 

Al più presto caricherò anche una vista 3D

La famiglia di base è unica.

Nel montaggio appaiono  due tipi di esagoni:

uno orizzontale,variabile,

l'altro verticale,fisso.

Il PARAMETRO "larghezza" è un parametro CONDIVISO.

 

 

 

Al momento ho indicato una variazione eccessiva per rendere l'idea,ma sarà più graduale.

La vista in pianta suggerisce un'ulteriore variazione:

...e se la ritenessi una vista del prospetto???

In tal caso la libreria potrebbe seguire lo stesso andamento anche in altezza e gli esagoni verticali non essere più fissi,ma variabili...però voglio prima valutare bene questa eventualità.

Per il momento è solo un'idea.

TUTTO E' GESTITO ATTRAVERSO UN UNICO PARAMETRO

Il punto di partenza è sempre l' ESAGONO.

L'unico parametro a cui si fa riferimento è la larghezza dell'esagono.

 

Le possibilità sono molteplici

si può scegliere la dimensione dell'elemento, ma soprattutto se utilizzarlo in orizzontale o in verticale.

Le immagini di seguito dimostrano che la crescita, apparentemente ben definita, è ,in realtà, potenzialmente "infinita".

 

In seguito alla revisione con il Sig. Devoto,

ho apportato alcune modifiche.

La parete è ora costituita da:

-  una famiglia "fisarmonica", cioè creata accostando esagoni di larghezze differenti.

- una famiglia "esagono verticale" che andrà a costituire i montanti

 

All'interno della prima famiglia, che costituisce il ripiano orizzontale sono stati predisposti dei buchi per l'incastro a spina

 

 la dimensione dei montanti potrebbe variare.

Al momento sono tutti uguali.

L'immagine di seguito mostra l'inserimento degli elementi di irrigidimento che potrebbero essere realizzati con un materiale differente.

sto cercando di mettermi in contatto con il Sig. Devoto.

Volendo realizzare gli elementi di irrigidimento in vetro, vorrei avere qualche opinione in merito ( soprattutto per quanto riguarda l'incastro degli stessi).

L'elemento di irrigidimento necessario era, inizialmente, un piano di vetro che avrei fissato al fianco del montante con angolari d'acciao.

tipo:

Il vetro in questione avrebbe, dunque, avuto 4 fori nei 4 angoli.

Avevo pensato ad un vetro temprato "frantumato, che desse l'idea della pesantezza della parete.

 

Seguendo il tuo consiglio, ho ipotizzato anche un elemento di irrigidimento realizzato con profili in acciao, che consentano di lasciar vedere al di là della parete ( nell'immagine di seguito il profilo è stato renderizzato come legno, ma non lo è).

Come scrivevo nel post del secondo appello, sono in attesa, vorrei sapere come procedere nel caso in cui il budget di 1000euro non dovesse bastare...

Le immagini che caricherò di seguito si riferiscono ad una libreria identica a quelle viste sino ad ora, ma, con dimensioni ridotte.

Le ultime versioni facevano riferimento ad una vera e propria parete, le cui dimensioni non mi permettevano di realizzare l'oggetto rientrando nei costi stabiliti.

Premesso che sto comunque continuando a lavorare in quella direzione, ho realizzato una variante più piccola che richiede l'utilizzo di soli 2 pannelli.

DEVO AMMETTERE CHE, IN QUESTO CASO, L'UTILIZZO DI COMPONENTI PARAMETRICI SI E' RIVELATO UTILE PIU' CHE MAI.

Gestire una forma o un elemento in maniera parametrica presenta evidenti vantaggi in fase progettuale, lavorativa e produttiva.

La parete-libreria ridotta,come dicevo si realizza utilizzando 2 pannelli

Come si evince dalle immagini, gli elementi che la compongono sono:

- 5 ripiani orizzontali

- 24 montanti esagonali

 

Esattamente come accade per le "pareti", il sistema di incastro tra elementi verticali ed orizzontali avviene mediante l'utilizzo di "spine" da 4 cm.

Ogni ripiano orizzontale (forato per tutto lo spessore nel punto dell'inserimento della spina) riceverà due spine:

- una di attesa per il montante superiore

- una di alloggio per il montante inferiore

 

Tornando alla parete/libreria vorrei specificare alcune cose:

nelle versioni precedenti ho volontariamente esasperato le variazioni, per rendere più evidenti  le possibili composizioni.

 

ATTUALMENTE, invece, la variazione avviene in un'unica direzione.

Ad ogni modo, i file RFA e RVT che caricherò presenteranno :

-una famiglia "ripiano orizzontale" che, tramite parametri condivisi, consente l'allungamento dell'elemento

 

- una famiglia "montante esagonale", anch'esso parametrico, sebbene si sia deciso di lasciare costante l'altezza dei montanti 

Come ho già detto in precedenti post,

la versione definitiva della parete prevede una variazione unidirezionale.

Ad ogni modo, sebbene l'altezza del montante sia costante, questa può variare da una parete all'altra.

La famiglia montante è stata costruita utilizzando due parametri

1- Larghezza

2- profondità buchi

 

 

Il primo è un parametro condiviso e si riferisce a mezza altezza del montante

 

Il secondo è stato vincolato al primo attraverso una FORMULA che impone ai buchi di attesa delle spine di seguire la variazione dell'altezza del montante, mantenendo una profondità costante di 2 cm.

 

Carico alcune immagini

L'IMMAGINE SI RIFERISCE AD UN MONTANTE ALTO 40CM

Il ripiano orizzontale è gestito parametricamente, così come il montante.

I parametri condivisi permettono di gestire la larghezza di ogni singolo modulo, così da ottenere dei ripiani sempre diversi.

 

 

" PROGETTO DI UNA PARETE DIVISORIA AD ELEMENTI ESAGONALI PARAMETRICI"

L' immagine fa riferimento ad una parete divisoria costituita da due componenti fondamentali:

- RIPIANO ORIZZONTALE (parametrico)

- MONTANTE ESAGONALE VERTICALE (parametrico)

In questi mesi,lo sviluppo del progetto è stato condizionato da una serie di "incontri" avvenuti a lezione.

Ne cito qualcuno sperando di non commettere errori.

Mi riferisco al Prof. John Nastasi, Ingrid Paoletti (se non ricordo male),Paolo Galli,( Permasteelisa) Paolo Quadrini (Pagano System)...

tanti interventi che hanno contribuito alla crescita del progetto, ma anche personale.

Sembrerà strano, ma spesso, anche una parola o un'immagine possono  suggerire una serie infinita di suggestioni e curiosità.

Detto ciò, prima di procedere alla sintesi delle fasi evolutive del progetto, vorrei ringraziare il Sig.Devoto per averci ospitati presso la DEVOTO ARREDAMENTI (permettendoci di "entrare" nella logica del sistema produttivo), ma, soprattutto, vorrei ringraziare te, Stefano, per esserti dimostrato sempre molto paziente e disponibile, introducendoci nel "meraviglioso mondo di...Revit".

Grazie

                                                                              

La visita presso la DEVOTO ARREDAMENTI ha sottolineato, sin da subito, le potenzialità di un tipo di produzione " on demand", il cui presupposto fondamentale è costituito dalle tecnologie di produzione a controllo numerico.

Questo genere di tecnologie consente di progettare componenti "flessibili", adattabili a diverse situazioni.

TEMA :

Elaborazione di progetti parametrici di componenti d'arredo

MATERIALE

Pannelli in legno di Faggio (4 x 1.2 x 0.04) 

IDEA PROGETTUALE INIZIALE:

Libreria a moduli esagonali

Sin dall'inizio, l'idea è stata quella di progettare un oggetto che avesse caratterisctiche tali da rispondere al tema assegnato, che ben si prestasse ad essere variabile ( attraverso i suoi componenti parametrici) e che, soprattutto, potesse essere realizzato evitando eccessivi scarti di materiale.

 

L'ESAGONO

A tale scopo, un elemento esagonale, avrebbe permesso un utilizzo oculato del materiale, minimizzando gli scarti.

  

 Come precisato, il materiale a disposizione è legno di faggio,in pannelli di dimensioni 400 x 120 x 4 cm.

I COSTI

Da subito mi sono lasciata condizionare dal costo del materiale  ed ho deciso di valutare la possibilità di creare qualcosa che permettesse di sfruttare al massimo ogni singolo cm.

Ho disposto gli esagoni di base distanziandoli tra loro di 1cm (indispensabile durante il taglio effettuato dalle macchine).

Con un solo pannello potevo così ottenere ben 28 pezzi esagonali.

                               FASE 1

 PRIMA IPOTESI DI NESTING

L'immagine di seguito indica una prima ipotesi di nesting e relativo assemblaggio.

 

 

 PRIMA IPOTESI DI ASSEMBLAGGIO

 

Questa prima ipotesi è stata, successivamente, approfondita pensando a quale potesse essere il sistema di montaggio, il tipo di incastro,a quali elementi realmente la componessero.

Come evidenziano le immagini, in questa fase, la libreria si compone di pezzi esagonali, incastrati tra loro.

Di fondamentale importanza è stato il rapporto con la realtà, con il sistema produttivo,cioè, tener conto di tutte le fasi della progettazione.

 

                                 FASE 2

"DIALOGARE"CON MACCHINE A CONTROLLO NUMERICO 

        -SECONDA IPOTESI DI NESTING-

tavola riepilogativa degli elementi

 

 Dalla tavola si può intuire che per costruire due librerie sono sufficienti tre pannelli.

ma,a differenza della prima ipotesi, in questa tavola comincia ad intuirsi il sistema di montaggio ipotizzato:

l' INCASTRO

 

                      

 GLI INCASTRI

In un secondo momento è subentrata la necessità di lavorare con gli incastri.

Realizzare, dunque, degli elementi predisposti.

L'esagono di base,quindi, ha cominciato ad assumere conformazioni leggermente differenti poichè privo di 4 spigoli utili a realizzare i punti di incastro.

 

 

 MODULARITA'

il terzo obiettivo perseguito è la modularità.

In questa rappresentazione è possibile osservare una libreria composta da sedici moduli (4x4).

In un primo momento avevo pensato di realizzare i ripiani orizzontali con un unico pezzo forato nel punto di unione degli esagoni, ma poi ho constatato che questo tipo di procedura, oltre a vanificare il mio intento di sfruttare tutta la superficie del pannello, limitava molto il principio della modularità per cui la libreria era stata concepita.

 

 l'IMMAGINE SEGUENTE MOSTRA I LIMITI DI QUESTO TIPO DI SOLUZIONE

L'immagine dimostra,inoltre, che i pezzi necessari alla realizzazione di una libreria 4 x 4 moduli, se ottenuti da un elemento unico, richiederebbero l'utilizzo di tre pannelli con evidente spreco di materiale.

Al contrario, preferendo,comunque, pezzi singoli, la superficie sfruttabile è di lunga maggiore.

Come precedentemente annunciato con gli stessi tre pannelli, preferendo pezzi singoli, si otterrebbero 2 librerie.

Elenco di seguito alcune immagini relative alla seconda procedura di montaggio ipotizzata.

 

 

 

 

 

 

"I TAPPI"

Questo tipo di incastro ha come conseguenza la nascita di buchi che, nel caso in cui non servano da alloggio/attesa per nuovi pezzi, possono essere tappati con elementi appositi ricavati da uno dei pannelli.

 

 

 

 

 

 

 A questo punto è sopraggiunto un dubbio...

produrre solo ed esclusivamente moduli esagonali da comporre all'infinito, seguendo il principio della produzione on demand, dell'adattabilità, oppure pensare ad una distinzione tra componenti orizzontali e componenti verticali??

Ma, prima ancora di affrontare questo "dilemma", ho ragionato sul suggerimento fattomi dal Prof. Nastasi, riguardante la possibilità di gestire la mia libreria intervenendo sulla variabilità della larghezza dei moduli.

Ciò avrebbe sicuamente rotto la monotonia di una "serie".

Una primissima proposta, fu quella della variabilità seriale, cioè, creazione di elementi simili, che si componevano a scalare.

ma il risultato non fu soddisfacente.

INOLTRE,in questa fase,nel valutare gli incastri, riscontrai alcune difficoltà dovute alle diversità tra i moduli.

Molto più interessante, invece, fu l'idea di una variazione monodirezionale dei moduli.

La volontà di mantenere gli incastri uguali per tutti gli elementi mi ha portata a ritenere opportuna una variabilità limitata esclusivamente alla larghezza, mantenendo costante la profondità dei moduli.

                                  FASE 3

Alla luce di una serie di attente valutazioni, quali la volontà di attenersi alla logica produttiva, ho RIVALUTATO tutto in funzione di un solo parametro:

la LARGHEZZA DEGLI ESAGONI.

- VARIAZIONE GRADUALE-

Le immagini di seguito permettono di intuire la natura della variazione che, esasperata, permetterebbe di trasformare l'esagono in un rettangolo.

 

 ELEMENTO BASE

A questo punto, la libreria prevede ancora una famiglia base unica: L'ESAGONO.

che può essere utilizzato,indifferentemente, come componente orizzontale o vericale;

(anche se sono già in atto alcuni cambiamenti...)

Nel montaggio appaiono  due tipi di esagoni:

uno orizzontale,variabile,

l'altro verticale,fisso.

Il PARAMETRO "larghezza" è un parametro CONDIVISO.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho indicato una  variazione eccessiva per rendere l'idea,ma sarà più graduale.

La libreria avrebbe potuto seguire lo stesso andamento anche in altezza e gli esagoni verticali non essere più fissi,ma variabili...

                               fase 4

SPERIMENTAZIONE

Alla luce di ciò ho aperto una piccola parentesi, in cui ho voluto sperimentare la bidirezionalità delle variabili.

Tutto questo solo per capire e mettere in luce le potenzilità di adattamento dell'oggetto, sempre in relazione alla produzione in real time.

 

TUTTO E' GESTITO ancora ATTRAVERSO UN UNICO PARAMETRO: la larghezza dell'esagono

Il punto di partenza,dunque, è sempre l' ESAGONO.

 

Le possibilità sono molteplici

si può scegliere la dimensione dell'elemento, ma soprattutto se utilizzarlo in orizzontale o in verticale.

Le immagini di seguito dimostrano che la crescita, apparentemente ben definita, è ,in realtà, potenzialmente "infinita".

 

 

                             FASE 5

 

CHIUSA LA PARENTESI della bidirezionalità, ho continuato a lavorare su un oggetto che potesse rispondere ai requisiti necessari alla produzione a controllo numerico e che fosse, allo stesso tempo, gradevole e funzionale.

DA LIBRERIA A PARETE DIVISORIA

Una delle maggiori rivoluzioni, o cambiamenti apportati, è stata la scala di riferimento.

Immaginare, cioè, che la libreria potesse, invece, diventare molto più imponente...addirittura una parete divisoria

DA SINGOLI MODULI ESAGONALI A COMPONENTI ORIZZONTALI DEFINITI

 

 

-una famiglia "ripiano orizzontale" che, tramite parametri condivisi, consente l'allungamento dell'elemento

Il ripiano orizzontale è gestito parametricamente, così come il montante.

I parametri condivisi permettono di gestire la larghezza di ogni singolo modulo, così da ottenere dei ripiani sempre diversi.

 

 

 

MONTANTE: I PARAMETRI

la versione definitiva della parete prevede una variazione unidirezionale.

Ad ogni modo, sebbene l'altezza del montante sia costante, questa può variare da una parete all'altra.

La famiglia montante è stata costruita utilizzando due parametri

1- Larghezza

2- profondità buchi

 

 

Il primo è un parametro condiviso e si riferisce a mezza altezza del montante

 

Il secondo è stato vincolato al primo attraverso una FORMULA che impone ai buchi di attesa delle spine di seguire la variazione dell'altezza del montante, mantenendo una profondità costante di 2 cm.

 

Carico alcune immagini

L'IMMAGINE SI RIFERISCE AD UN MONTANTE ALTO 40CM

una famiglia "montante esagonale", anch'esso parametrico, sebbene si sia deciso di lasciare costante l'altezza dei montanti 

 

 (la dimensione dei montanti è progettata in maniera tale da essere, all'occorrenza, variabile).

nuovo sistema di incastro 

All'interno della prima famiglia, che costituisce il ripiano orizzontale sono stati predisposti dei buchi per l'incastro a spina (colloquio con il sig. Devoto).

il sistema di incastro tra elementi verticali ed orizzontali avviene mediante l'utilizzo di "spine" da 4 cm.

Ogni ripiano orizzontale (forato per tutto lo spessore nel punto dell'inserimento della spina) riceverà due spine:

- una di attesa per il montante superiore

- una di alloggio per il montante inferiore

 

PARAMETRICITà DLL'ELEMENTO ORIZZONTALE (VARIABILE)

 

 

 

                                FASE 6 

COMPROMESSO

In seguito al colloquio con il sig. Devoto, si è presentata l'esigenza di irrigidire la parete per evitare oscillazioni.

L'immagine di seguito mostra una prima idea di irrigidimento, l'inserimento degli elementi che, sebbene nell'immagine appaiano in legno, potrebbero essere realizzati con un materiale differente, come, ad esempio,il vetro.

 

 

 

Nel caso in cui si utilizzasse il vetro, questo verrebbe bloccato con angolari fissati nel fianco del montante

Il vetro in questione avrebbe, dunque,4 fori nei 4 angoli.

Avevo pensato ad un vetro temprato "frantumato", che desse l'idea della pesantezza della parete.

 La versione definitiva prevede l'utilizzo di profili in acciaio che consentano di lasciar vedere al di là della parete.