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Foto - sintesi > un post di sintesi sulla luce

 

Il tema della luce è stato da sempre fondamentale per l’architettura, perché è la luce a definire gli spazi, i volumi, le forme degli oggetti. E’ la luce ad esaltarne o ammorbidirne i colori, a denunciarne le sagome, a mediarne il rapporto con lo spettatore/utente/fruitore attraverso precisi effetti emozionali. E dal momento che la vista è generalmente il senso a cui prestiamo maggiore attenzione e a cui concediamo maggiore fiducia, tanto da aver sempre inquadrato nei secoli l’architettura come arte figurativa (sembra scontato, vero?), possiamo certamente dire che la luce è un materiale da costruzione intangibile ma di peso, che dobbiamo imparare a capire e definire, o forse a cucire con ago e filo, per non lasciare i nostri progetti in balia di ombre che scappano capricciose e irriverenti lontano dal povero Peter Pan.  
Così Le Corbusier ci guida verso un’architettura che è “gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce” e Louis Kahn in cima all’acropoli disegna il Partenone attraverso le sue ombre rosso-rosate del tramonto. 
Lavorare con la luce è studio + sensibilità, geometria + creatività.
 
Le esercitazioni svolte finora dovrebbero far riflettere su almeno un paio di cosette:
1. Che figo, abbiamo a disposizione tanti strumenti per SIMULARE la luce negli ambienti!
2. Che figo^2, avendo gli strumenti per simulare, possiamo MODIFICARE, PROVARE, SBAGLIARE, CERCARE, TENTARE, ESAGERARE!!
 
Oltre al tema figurativo c’è poi ovviamente il tema energetico, perché la luce è energia e l’energia è preziosa (non sprechiamo la luce naturale) / cara (non abusiamo della luce artificiale).
 
Ci siamo fin qui occupati della luce artificiale (e statica…) ovviamente per un interesse tecnico di studio delle sorgenti, delle ottiche, dei corpi illuminanti, dei consumi, delle tecnologie, del design, ma quando amplieremo lo sguardo (in questo corso e in ogni progetto) ad un progetto di un edificio sarà ugualmente importante avvicinarsi alla luce naturale (con ali che non siano di cera) e studiare l’interazione naturale – artificiale.
 
Qui di seguito raccolgo tutti – spero - i post sugli apparecchi illuminanti fin qui presenti sul sito, con un breve commento:
 
Lampada vittoriana Claudia Natili
Bello il tema revival, certamente la scelta della plastica è dettata dal desiderio di distaccarsi dal modello vittoriano, un po’ sul sentiero kartell, ma è vero che con un materiale leggero si può modellare meglio la luce, magari creando un effetto caldo e, perché no, old fashion, attraverso una geometria  astratta contemporanea. Renderizzare per credere, e per scegliere!
 
Luce Camille Dupin 
Mmmmm, mi dispiace ma non riesco a visualizzare la quasi totalità delle immagini, riesco a stento a capire il testo, credo che qui qualcuno dovrà illuminarmi.
 
Lampada fisarmonica Mattia Merusi
Ti piace l’aspetto industrial? Quanto peso regge la struttura e quanto pesano i faretti? L’idea e la modellazione sono molto interessanti e coerenti, ma sarebbe interessante capire in quale contesto ti piacerebbe inserire questo apparecchio, cosa andrebbe ad illuminare sopra e sotto, sarebbe lui stesso illuminato o resterebbe così al buio in agguato? 
 
Lampadario Valentina Purificati
Il lampadario classico è evidentemente una versione elettrica di quegli affascinanti lampadari dei saloni di un tempo, quelli con tanto di corda da scorrere per accendere le candele o da tagliare con la spada per uccidere il nemico e volare vittoriosi a salvare la dama in pericolo. Non voglio qui esaltare il fascino del lume di candela e dei suoi risvolti spesso irrimediabilmente kitsch, ma certamente la morbidezza e la dinamica irregolarità della luce della fiamma,  oltre alla consueta altezza delle stanze di un tempo, facevano del lampadario un “apparecchio illuminante” dalla luce interessante e morbida. Non è così per il lampadario con le lampadine, perché di fatto si tratta di un apparecchio senza ottica, che quindi non scherma dall’abbagliamento e non  modella la luce. Come fare, da architetti? Forse bisogna agire sul tipo di lampadina, sulla potenza (anche variabile, a seconda delle necessità, es. cerco un vestito nell’armadio o prendo un tè?) e sull’ottica della lampadina stessa (vetro opalino?).
 
Lampan Ikea Francesco Scilla
Abbiamo capito che le ottiche colorate ci piacciono, sono divertenti, accoglienti. E il rosso è un colore bellissimo. Ma se torno a casa e vedo che ho preso la scatola dallo scaffale sbagliato e la lampada è blu? Oppure verde? Un tipo diverso, che effetto fa nella mia camera? Quanto filtra la luce, e se cambio la lampadina? E se mi assumono all’ikea e posso anche provare a cambiare le trasparenze, o i materiali? A Natale biscotti allo zenzero per tutti! 
 
Lampada tavolo Fabio Mantuano
La lampada-tavolo può essere una idea certamente simpatica per l’arredo di un ambiente come un albergo o una biblioteca, qualcosa che vada a definire lo stile e il mood di un posto, certamente meno utilizzabile in un contesto di tipo residenziale, nel quale vogliamo sentirci più liberi, spostare, cambiare, rinnovare. Ma lo stile deve essere dato dai dettagli, che devono essere suggestivi e stimolanti. Che siano pop, glamour, industrial, chic, classic, decò, british, brutal, gli oggetti di design sanno farsi riconoscere. 
 
Lampada esterno Matteo Persanti
E il portico prende vita. Sicuro che con questo tipo di apparecchio la luci non abbagli il passante? Forse con degli elementi strutturali così presenti sarebbe interessante illuminarli direttamente così da sottolinearne il passo, la massa, la grana della materia. 
 
Lampada libreria Giulia Savarese
La lampada libro per libreria, aspettiamo di vedere quando illuminerà i libri! Per fare questo serve inserire dei libri, e inclinare verso il basso la lampada, sarebbe interessante verificare i lux sul piano della libreria, per vedere se quel titoletto scolorito su rilegatura in tessuto sia comprensibile o no!
 
Lampada Andrea Rastrello
Interessante il render “marmoreo”, inizia a prendere un po’ di vita, perché non mettere un oggetto sul tavolo (forse rettangolare per questo tipo di apparecchio)? Pensa sempre a cosa devi illuminare, perché è nell’oggetto illuminato e nella scelta di come illuminarlo che si definisce l’effetto architettonico della luce. 
 
Lampada Marie-Amélie Huguet
Un progetto surreale o un inserimento poco architettonico. Osa, e divertiti!
 
Lampada Izabela Sz
Un oggetto luminoso interessante, che genera una ragnatela di ombre. Si può giocare con i colori e le trasparenze delle ottiche in vetro per creare effetti decorativi, d’atmosfera o brillanti.
 
Lampada Kaiser Idell Chiara Di Battista
La lampada di Dell ci piace per quella sua lucidissima scocca nera contrapposta al braccio cromato, vogliamo negarglieli? E’ una bellissima serie di quelle di cui almeno io vorrei avere tre o quattro pezzi, perché non modellarne più d’uno, e vedere come un intero ambiente arredato potrebbe essere risolto con fantasia e varietà?
 
Lampada Lama U Podsiadly
Questa addormentata vedova nera un po’ burtoniana è già “parametrica” nella prima fotografia, ritratto di famiglia con madre e figlioletto. Vediamo come? E poi se il profilo delle gambe cambiasse? E il cappello? You decide, e you design!
 
Lampada Behive Jessica Trani
Bellissimi questi vasi behive dalla forma morbida, quasi archetipica, e i materiali moderni. Ma forse l’effetto di rendering è un po’ troppo d-d-d-disco house, la lampada della foscarini produce una luce più diffusa grazie al diffusore in policarbonato anziché di vetro. Bello e giusto estremizzare, ma se hai modo di confrontare un prodotto reale con un modello prima di tutto cerca una somiglianza, per poi tradirla, negarla, stravolgerla. 
 
That’s all folks, for now.