5.1 - Caratteri "parametrici" del lavoro di Ridolfi e Frankl

 

A corredo di quanto fatto nel corso sulla costruzione di famiglie e sulla logica che ne guida la concezione e modellazione, in opposizione al loro semplice "disegno", pubblichiamo uno stralcio del testo nel quale Francesco Cellini descrive i caratteri del disegno a mano libera su cui si basa la produzione architettonica di Mario Ridolfi e Wolfang Frankl, arrivando ad inquadrarli in una rigorosa e attenta strutturazione del processo progettuale:

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Proviamo a pensare agli strumenti del progetto: soprattutto, al disegno a mano libera. Quasi tutta la produzione professionale dei due, dagli inizi degli anni '50 ad oggi, è fatta così. Ma lo scopo di questo disegno qual è? Quello di ottenere effetti di vibrazione tonale, di articolare le linee, di renderle sensibili, di mostrare una altissima bravura manuale, oppure è invece quello di cercare la massima trasparenza, fedeltà ed efficienza nella trascrizione delle proprie idee?

Io sostengo che il disegno a mano libera sia (paradossalmente) il disegno più astratto che si possa concepire, poiché evita canoni, procedure, strategie e regole codificate: qui, se devo controllare una forma, la controllo con le quote, con le misure e i numeri, con la sua natura analitica, con la sua natura geometrica e quindi posso pure permettermi (ho addirittura bisogno) di disegnarla approssimativamente: tanto quello che conta sono i dati, i parametri numerici per definirla e quelli concettuali per concepirla.
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"E allora basta accorgersi di quanti numeri, geometria e scritte ci siano in ogni disegno di Ridolfi e Frankl per intuire il loro grado di assoluta concettualità: è chiaro che la loro fattura a mano libera serve a non mascherare la loro natura astratta, razionale, controllata e meticolosa.

Questo è esattamente l'opposto, paradossalmente di quello che fanno tutti, me compreso, redigendo i soliti bei disegni con riga e squadra, oppure al computer, la cui apparenza impeccabile ed esatta nasconde spesso ogni sorta di inesattezza geometrica o metrica e, spesso, pure una sostanziale indefinitezza (vedi, per esempio al computer, la notevole maneggevolezza unita alla totale incontrollabilità della natura analitica delle polilinee, delle curve, delle superfici ecc.)

Analizziamo ora un'altra questione: il metodo della progettazione. Sappiamo che ci sono tantissime versioni di ogni progetto di RIdolfi e Frankl: la Casa Lina ha infinite varianti, (scherzando, gli autori stessi chiamavano la raccolta di tutti questi studi "via crucis"). Già il fatto che siano state prese in esame tante alternative è indice di un metodo almeno scrupoloso; ma la cosa più notevole è come gli autori le hanno raccolte e catalogate: ogni appunto, ogni foglietto, è datato e spesso annotato con concetti e commenti precisi, inoltre ogni insieme di disegni è raccolto per tipo (studi, definitivi, esecutivi, particolari e, ancora, porte, finestre, ferri ecc.).

E' evidente che Ridolfi e Frankl avevano istituito un metodo di lavoro assolutamente "teutonico" (e qui è centrale il ruolo di Frankl) per ordine, organizzazione e strutturazione del processo progettuale: un lavoro che è rispecchiato in tutta la sua complessità dalla stessa organizzazione dell'archivio, pensato come una costruzione in fieri, disponibile ad accogliere ciò che è stato pensato, ma soprattutto a fornire una base per i progetti futuri.

Così è chiaro che i particolari, per esempio, possono essere elaborati separatamente e poi trasmigrano, venendo ripresi e risviluppati in altri progetti, per poi ancora rientrare nel patrimonio attivo di un compiuto e dinamico sistema produttivo. Così, se si prende il materiale grafico prodotto da Ridolfi e Frankl, ci si accorge che ogni schizzo ha un senso e una precisa collocazione in quella memoria coordinata che è l'intero sapere progettuale degli autori.

E quindi anche questa dimensione così apparantemente pratica, quasi professionalistica, rivela (come abbiamo visto per l'uso della mano libera) un'interpretazione del lavoro tenacemente razionale ed acutamente conoscitiva (ordinata, strutturata, paziente, metodica, critica).
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F.Cellini "La lezione di Terni: lucidità intellettuale e pragmatismo poetico", estratto da: Luigi Cavallari (a cura), Ridolfi e Frankl. Progettare e costruire. Il nuovo palazzo degli uffici comunali a Terni. Quaderni DiTAC n.4, pp. 20-27. 

Atti della tavola rotonda tenuta il 7/6/1995 presso la Facoltà di Architettura di Pescara in occasione della mostra di disegni esecutivi del nuovo palazzo per uffici del Comune di Terni. 

Immagini da:
F.Cellini, C.D'Amato, Mario Ridolfi. Manuale delle tecniche tradizionali del costruire. Il ciclo delle Marmore, Electa, Milano 1997
(volume realizzato con la collaborazione di Valerio Palmieri)