blog di Lodovica Ana Silva

Quinta Esercitazione _ Ripartizione di una Forza Orizzontale (METODO DELLE RIGIDEZZE)

INTRODUZIONE:

In questa quinta esercitazione ci occuperemo di come si distribuisce una forza orizzontale, sia essa di natura sismica e atmosferica (venti), sui diversi telai che compongono la struttura intelaiata piana che, in questo caso, sarà ad un solo piano.

La collaborazione tra travi e pilastri permette, non solo di portare i carichi verticali alle fondazioni, ma anche di sopportare le azioni orizzontali rendendo pilastri-travi dei controventi.

Adotteremo in questo caso una struttura in cemento armato, con una particolare classe tipologica di controventi, ovvero il telaio Shear-type. Questo telaio presenta tutti nodi ad incastro e la trave che viene ipotizzata infinitamente rigida a flessione, rispetto ai pilastri, cui viene attribuita rigidezza k.

NOTA: Ricordo che, affinché un sistema di controventamento sia efficace, gli impalcati vanno considerati corpi rigidi sul proprio piano (al di fuori del quale, invece, si inflettono), per cui i controventi reagiscono alla forza orizzontale, di qualsivoglia natura, che tende a spostarli, attraverso la loro elasticità; il che implica che un controvento, nel piano dell’impalcato, sia un appoggio cedevole elasticamente: hanno comportamento elastico.

Nella figura precedente è rappresentato un telaio shear-type a due ritti, dove la forza F sposta il traverso, trascinando con sé i due pilastri, che si comportano come una trave doppiamente incastrata. Il legame tra forza F e spostamento δ è esplicitato nella seguente formula F= [(12EI1/h3) + (12EI2/h3)] δ (che vale per un telaio shear-type a due piedritti), dalla quale si ricava che la rigidezza traslante k di ogni pilastro vale 12EI/h3, sapendo che F=kδ.

Ne consegue che, in un caso generico, la rigidezza traslante di un telaio Shear-Type composto da n pilastri è pari a:

Con questa esercitazione, quindi, saremo in grado di determinare la reazione elastica di ogni controvento che, secondo il principio di azione-reazione sarà uguale ed opposta alla forza orizzontale che ogni singolo controvento è chiamato a ricevere attraverso il solaio.

DISEGNO:

Disegno la pianta strutturale dell’edificio e numero i telai presenti:

Telai // all’asse y                                                                          

Telaio 1v  pilastri 1-5;  Telaio 2v pilastri 2-6-9; Telaio 3v pilastri 3-7-10;  Telaio 4v pilastri 4-8 

Telai // all’asse x

Telaio 1o pilastri 1-2-3-4 ; Telaio 2o pilastri 5-6-7-8;  Telaio 3o pilastri 9-10      

Trattandosi di vincoli cedevoli elasticamente, i controventi vengono assimilati a molle, dotate di una certa rigidezza.

DIMENSIONAMENTO:

Dopo aver aperto il foglio di calcolo excel, inserisco i dati a mia disposizione:

  • E = modulo elastico di Young (espressi in Mpa o N/mm2); per cls con classe di resistenza C20/25
  • H = altezza dei pilastri (nel mio caso valgono m 3.50)
  • I = il momento di inerzia di ciascuno pilastro*1 che collabora alla formazione di ogni telaio

*1 Il momento di Inerzia viene calcolato lungo le due direzioni principali.

  • Momento di inerzia dei pilastri:

            Pilastro m 0.5*0.3

Dove: 

           b= 30 cm;  h= 50 cm

Da cui:

1.     Ix = bh3/12 = 321.500 cm4

2.     Iy = hb3/12 = 112.500 cm4

 

 

Una volta inseriti i risultati dei calcoli, ottengo la rigidezza traslante dei miei 7 telai.

Ora posso passare alla seconda tabella dove, oltre a riassumere la rigidezza di tutti i controventi, inserisco la distanza dei rispettivi controventi dal punto di origine del sistema di riferimento adottato.

Dopodiché, con la terza tabella, passo al calcolo del centro di massa dell’ impalcato, partendo dalla sua suddivisione in forme geometriche semplici e ricavandone i rispettivi centri e aree.

Nel mio caso l’impalcato si compone di due rettangoli perciò, una volta inserite le coordinate dei punti che individuano i due centri, rispetto al punto di origine O, Il file calcola l’area totale ed elabora le coordinate del centro di massa dell’impalcato secondo le formule:

NOTA: Ipotizzo che la densità di massa dell’impalcato sia uniforme su tutto l’impalcato: in questo modo le coordinate ottenute, che individuano il centro d’area dell’impalcato, individueranno anche il centro di massa poiché coincidenti. Qualora la densità dell’impalcato non fosse uniforme, il centro di massa dell’impalcato non coinciderebbe con il centro d’area.

Nella quarta tabella determino:

  • KO =  la rigidezza totale orizzontale (somma delle rigidezze dei singoli controventi orizzontali)
  • KV =  la rigidezza totale verticale (somma delle rigidezze dei singoli controventi verticali)
  • X_c & Y_c= le coordinate del centro delle rigidezze dell’impalcato
  • K_Φ la rigidezza torsionale totale

Il calcolo del centro delle rigidezze avviene attraverso la somma delle combinazioni tra le 

rigidezze e le rispettive distanze dal punto di origine dei controventi; il tutto diviso per la rigidezza totale.

 

NOTA: Ricordo che l’esercitazione richiede che la forza sismica sia applicata nel centro di massa G.

 

Ora, posizionando il centro di massa (G) ed il centro delle rigidezze (C) all’interno dello schema che rappresenta l’impalcato, posso accorgermi qualitativamente se l’impalcato è soggetto a sola traslazione o a traslazione e rotazione. Ciò dipende dal fatto che il centro di massa coincida o meno con quello delle rigidezze.

Nel mio caso C e G non corrispondono, perciò l’impalcato, in presenza di una forza esterna orizzontale applicata su G, sarà soggetto oltre che alla traslazione anche alla rotazione dovuta al braccio tra forza e centro delle rigidezze (C), che crea un momento.

Dopodiché calcolo la rigidezza torsionale totale K_Φ, il cui valore è ottenuto in funzione delle distanze dei diversi controventi dal centro delle rigidezze.

Con la quinta tabella effettuo l’analisi dei carichi sismici per ricavare la forza sismica che agisce nel centro di massa.

Riprendo i valori dei carichi ricavati nella prima esercitazione http://design.rootiers.it/strutture/node/1713.

A partire da questi valori, il file calcola:

  • G= il carico totale permanente, dato dal prodotto fra l’area totale e la somma dei carichi strutturali e permanenti
  • Q= il carico totale accidentale, dato dal prodotta fra l’area totale e il carico accidentale
  • W= Peso sismico o forza peso, calcolato attraverso la combinazione sismica, che richiede l’uso di ψ*2
  • F= Forza sismica, data dal prodotta fra il peso sismico e c (coefficiente di intensità sismica in base alla localizzazione dell’edificio)

*2 trattasi di un coefficiente di contemporaneità che tiene conto della funzione/categoria dell’impalcato; nel mio caso ho preso il valore riferito agli ambienti ad uso residenziale. 

Le ultime due tabelle indicano come si ripartisce la forza sismica ai vari controventi, a seconda che essa agisca lungo l’asse x o l’asse y, e gli effetti cinematici (traslazione e rotazione rigida) sull’impalcato.

La sesta tabella ricava la forza sismica agente lungo X, la quale causa una traslazione orizzontale u ed una rotazione ϕ.

Il file di calcolo elabora i seguenti dati:

  • M= momento torcente dato dalla formula F . (Yc - Yg)*3
  • U_o= traslazione orizzontale dove u=F/ ko_tot
  • ϕ= rotazione cui è sottoposto l’impalcato; vale f= M/kϕ *4

*3 Nel mio caso è un valore positivo, quindi implica un momento antiorario.

*kϕ  è la rigidezza torsionale totale ricavata nella tabella 4.

La settima tabella ricava, invece, la forza sismica agente lungo Y, la quale, a sua volta, causa una traslazione verticale u ed una rotazione ϕ.

Nella tabella successiva, viene ripetuto lo stesso ragionamento, considerando la traslazione verticale:

  • U_v= traslazione verticale dove u=F/ kv_tot

Una volta determinati i valori dei gradi di libertà, posso ricavare la forza agente sui singoli controventi nei due casi di carico (verticale e orizzontale).

Noti u_o, v_o, ϕ, posso determinare le reazioni elastiche di ogni controvento attraverso le seguenti formule:

CASO 1 – Forza // all’asse X

  • Fo_n=ko_n(u+ϕ∙ddo_n)       per i controventi orizzontali
  • Fv_n=kv_n∙ϕ∙ddv_n            per i controventi verticali

CASO 2 – Forza // all’asse Y

  • Fv_n=kv_n(v+ϕ∙ddv_n)       per i controventi verticali
  • Fo_n=ko_n∙ϕ∙ddo_n            per i controventi orizzontali

Come già detto, si considera la forza nel piano dell’impalcato prima agente in direzione orizzontale e poi agente in direzione verticale; perciò analizziamo i due casi.

CASO 1 – Forza // all’asse X

CASO 2 – Forza // all’asse Y

Quarta Esercitazione _ Dimensionamento di un pilastro

INTRODUZIONE:

L’obiettivo di questa quarta esercitazione è il dimensionamento della sezione del pilastro maggiormente sollecitato, sempre secondo le tre diverse principali tecnologie, ovvero legno, acciaio e calcestruzzo armato.

Trattandosi di un elemento strutturale sottoposto a sforzo normale centrato di compressione, bisogna tener conto, oltre alla rottura per schiacciamento del materiale, di eventuali fenomeni di instabilità euleriana (fenomeno tipico/proprio delle strutture snelle).

Le instabilità sono causate dalla natura fisica delle forze: le forze devono compiere lavoro e quindi spostare il più possibile il loro punto di applicazione nella direzione della forza. Da qui si verifica l’abbassamento del punto di applicazione, con relativo accorciamento delle fibre compresse, e la deformazione assiale dell’elemento strutturale (che noi definiamo contrazione).

L’incognita principale di progetto è l’Area minima (tale da evitare lo schiacciamento) della sezione del pilastro esaminato, che ricaveremo eguagliando la tensione massima sulla sezione alla resistenza di progetto del materiale di cui è composto il nostro pilastro:

σmax= fcd     e sapendo che N/Amin = fcd    ricavo    Amin =N/ fcd 

L’incognita secondaria è il Momento di Inerzia minimo della sezione che ottengo mettendo in relazione la tensione normale massima all’interno dell’elemento strutturale e la tensione critica (con un’uguaglianza), in corrispondenza del carico critico euleriano, del pilastro.

Il carico critico euleriano vale Ncritico = π2 E Imin /(β l)2.

In questa formula viene introdotto un nuovo coefficiente β, che rappresenta l’influenza dei vincoli secondo il seguente schema.

NOTA:

  • Ricordando le seguenti relazioni Imin =A ρmin2 e  λ = l0min e sostituendole all’interno della formula del carico critico euleriano ottengo quanto segue: Ncritico = πEA/λ2
  • σcritico = Ncritico /A = πE/λ2
  • Dovremo imporre fcdcritico ; in questo modo progettiamo in maniera che si inneschi prima il fenomeno di rottura e non dello schiacciamento, poiché quest’ultimo risulta essere un fenomeno di difficile controllo.

 

­DISEGNO:

Disegno la carpenteria del piano tipo e la sezione del mio edificio:

Sto, dunque, considerando un edificio a più piani, con struttura intelaiata piana, ordita da travi che collaborano con i pilastri, secondo il vincolo di appoggio semplice.

Il pilastro più sollecitato è certamente uno di quelli al piano terra, ai quali vengono trasmessi tutti i carichi dei piani superiori. Perciò  individuo il pilastro più sollecitato guardando la pianta di carpenteria del piano terra.

Dopodiché, attraverso il file excel, inserisco i dati per ogni diversa tecnologia.


1_LEGNO

ANALISI:

Riprendo i valori ricavati nella prima esercitazione http://design.rootiers.it/strutture/node/1713 e inserisco i dati a mia disposizione

  • Le L2 = i due lati dell'area di influenza (circondata in pianta con un rettangolo rosso) del pilastro in esame

Ottengo, così, il valore dell’area di influenza (il cui peso è portato dal pilastro). 

Per il calcolo dello sforzo normale di compressione, devo trovare i valori dei carichi dovuto al peso proprio delle travi che poggiano un’estremità sul pilastro, il carico dovuto al peso del solaio ed il numero dei piani dell’edificio.

  • travep = (0,30*0,55)m2 x 6KN/m3 = 0,99 KN/m      [trave principale]
  • traves = (0,25*0,15)m2 x 6KN/m3 =  0,225 KN/m    [trave secondaria]

Ottengo qtrave =travep*L1*1,3 + traves*L2*1,3 e lo sforzo normale di compressione agente sul pilastro con la formula N=qtrave+qsolaio*npiani

Ottengo il valore del carico del solaio dalla combinazione dei tre carichi allo stato limite, il tutto moltiplicato per l’area di influenza.

NOTA: Come già detto, i valori qs, qp e qa  sono stati ripresi dalla prima esercitazione.

PROGETTO:

Procedo ora con il pre-dimensionamento della sezione del pilastro a partire dalla resistenza del materiale e ottenendo quanto vale Amin.

  • fc0,k = resistenza caratteristica a flessione nella direzione delle fibre (dipende dal materiale)
  • kmod = coefficiente di durata del carico (fornito dalla normativa)
  •  γm = coefficiente di sicurezza

Ottengo così la tensione ammissibile fc0d = fc0,k kmod γm e quindi l'area minima necessaria alla sezione affinché il materiale non giunga a rottura.

  • E,005 = modulo elastico in percentile
  • β = 1 [caso cerniera-carrello]       (vedere lo schema iniziale)
  • l = altezza del pilastro

Ricavo;  

λmax =  π √(E/fcd)  [valore massimo di snellezza]

 ρmin = β l/ λmax 

 Sapendo che nel legno ρmin= √(1/12) *b ,ricavo attraverso questo formula una delle due dimensioni della sezione, bmin, che ingegnerizzo 

hmin= Amin/b

Devo ingegnerizzare anche l'altezza. Ora ho le due dimensioni che descrivono la sezione del pilastro.

Verifico poi, per sicurezza, che l'Area di design sia maggiore dell'Area minima.


2_ACCIAIO

ANALISI:

Ripeto quanto già fatto nel caso del legno, riprendendo i valori ricavati nella prima esercitazione http://design.rootiers.it/strutture/node/1713 e inserendoli.

  • Le L2 = i due lati dell'area di influenza (descritta in pianta con un rettangolo rosso) del pilastro in esame
  • trave= IPE 360 = 57,1 kg/m =0,571 KN/m    [peso trave principale]
  • trave= IPE 160 = 15,8 kg/m =0,158 KN/m    [peso trave secondaria]

PROGETTO:

  • fyk  = tensione di snervamento caratteristica 
  • γm = coefficiente di sicurezza
  • fyd = fyk/ γm [resistenza di progetto]

Ottengo l'area minima Amin=N/fcd

  • λ= √(E/fyd)
  •  ρmin = β l/ λ*
  • Imin = Aρmin(ricavo dunque il momento di inerzia minimo in funzione del raggio di inerzia minimo)

Attraverso la tabella dei profili HEA ricavo i valori di Adesign , Idesign e ρmin maggiori di quelli minimi ottenuti, il cui profilo risulta essere un HEA140.


3_CALCESTRUZZO ARMATO

ANALISI:

Ripeto quanto già fatto nei casi precedenti, riprendendo i valori ricavati nella prima esercitazione http://design.rootiers.it/strutture/node/1713 e inserendoli.

  • trave= (0,30*0,50)m2*25KN/m2 =3,75 KN     [peso trave principale]
  • trave= (0,30*0,50)m2*25KN/m2 =3,75 KN     [peso trave secondaria]

PROGETTO:

  • fck =35 (calcestruzzo di classe C35/45)
  • fcd = 0,85*fck/1,5

  • β =1 [doppio incastro]   (fare riferimento allo schema iniziale)
  • l=2,70 m [la luce del pilastro]

Ingegnerizzo i valori minimi ricavati per ottenere le due dimensioni del pilastro = cm 25x45.

Non mi resta che calcolare:

  • Adesign =b*h
  • Idesign =(h*b3)/12
  • Imax =(b*h3)/12

NOTA: Ricordiamo che, a differenza dei due casi precedenti, il pilastro in cls armato è sottoposto, oltre che a compressione, a presso-flessione, poiché il nodo trave-pilastro è realizzato da un incastro (il che trasmette momento); per evitare fenomeni di instabilità devo verificare che σmax ​ sia minore o uguale a fcd.

Per il calcolo della tensione massima devo ricavare i seguenti valori:

  • Wmax  = bh2/6  [modulo di resistenza a flessione per sezioni rettangolari]
  • q   [carico sulla trave; combinazione allo SLU dei tre carichi moltiplicati per l’interasse delle travi principali]
  • Mt =(qt* lp2)/12   [momento nell'estremo della trave, trasmesso da quest’ultima al pilastro]

A questo punto σmax = N/A + M/Wmax ≤ fcd ? Sì, 16,81 ≤ 19,8

Il pilastro di dimensioni cm 25x45 risulta VERIFICATO!

Terza Esercitazione _ Dimensionamento ed Abbassamento di una Trave a Sbalzo

INTRODUZIONE:

In questa esercitazione, ci occuperemo del dimensionamento di una trave a sbalzo nelle tre diverse tecnologie, ovvero il legno, l'acciaio e il calcestruzzo armato.

  • Dopo aver definito la carpenteria di riferimento, individuo la trave maggiormente sollecitata e, nel rettangolo rosso, l'area di influenza di luce l=2,5m e interasse i=4m.

A questo punto posso passare all'analisi di ogni tecnologia.

Prendendo in considerazione la stratigrafia dei solai analizzati nel prima esercitazione, prendo in riferimento i carichi ivi ottenuti. [http://design.rootiers.it/strutture/node/1713]

1_STRUTTURA IN LEGNO

Il procedimento iniziale è lo stesso applicato nella prima esercitazione, quindi i valori delle prime colonne permettono di ricavare hmin, nel caso del legno e del c.a., o Wmin, nel caso dell’acciaio.

 NOTA: A differenza della prima esercitazione, dove consideravamo una trave doppiamente appoggiata, in questo caso stiamo prendendo lo schema statico di una mensola, perciò il valore del momento massimo viene ricavato dalla formula: Mmax= ql2/2.

ANALISI:

  • ​​​qs = 0.44 KN/m2
  • qp = 2.64 KN/m2
  • qa  = 2 KN/m2

Il foglio di calcolo mi fornisce il carico totale a metro lineare (qu), e, dopo aver inserito il valore della luce, il momento massimo Mmax= ql2/2, trattandosi di una mensola.

  • Assumo:
  1.  fm,k= 24 (legno lamellare GL 24c)                              [resistenza a flessione caratteristica]
  2. Kmod = 0.80                                                             [coefficiente di durata del carico]
  3. γ = 1.50                                                                [coefficiente parziale di sicurezza del materiale]

Con questi valori il file excel è in grado di calcolare la tensione ammissibile fc tramite la formula fm,k x kmod / γm.

PROGETTO

  • Ipotizzo la base della trave pari a 25 cm. Il mio file excel sviluppa un'altezza minima Hmin che richiede di essere ingegnerizzata, data la presenza dei decimali. 
  • Dopodichè, assegnando al materiale un modulo elastico E pari a 8000 Mpa, ottengo i seguenti valori:
  1.  Ix  (momento di inerzia)  ricavato dalla formula b*h³/12
  2. qe  il carico incidente, dove, a differenza dell'acciaio e del cls armato, non inserisco il peso proprio della trave perché si tratta di un materiale leggero (quindi è trascurabile)

Risulta necessario effettuare la verifica a deformabilità controllando che l’abbassamento massimo del profilo, analizzato in rapporto alla sua luce, non sia tale da deformare la struttura, limitandone l’uso. Per questo la verifica viene fatta facendo riferimento alla stato limite d’esercizio SLE.

vmax l'abbassamento massimo ed il suo rapporto con la luce l/vmax che da normativa deve essere l/ vmax ≥ 250 (valore valido per i solai in generale).

NOTA: Il valore dell’abbassamento massimo si ricava dalla formula vmax =qe l4/ 8EIx.


2_STRUTTURA IN CALCESTRUZZO ARMATO

 ANALISI:

  • ​​​qs = 2.46 KN/m2
  • qp = 2.97 KN/m2
  • qa  = 2 KN/m2

Il foglio di calcolo mi fornisce il carico totale a metro lineare (qu), e, dopo aver inserito il valore della luce, il momento massimo Mmax= ql2/2, trattandosi di una mensola.

  • Assumo:
  1. fyk= 450 MPa                                   [tensione di snervamento]
  2. fck = 35 MPa                                    [valore caratteristico di resistenza cilindrica]

Con questi valori il file excel è in grado di calcolare la tensione di progetto del cls fyd e dell'acciaio fcd .

PROGETTO

  • Ipotizzo la base della trave pari a 25 cm e un copriferro δ di 5 cm. Il mio file excel sviluppa un'altezza minima Hmin che, come sopra, ingegnerizzo.
  • Dopodichè, assegnando al materiale un modulo elastico E (informazione relativa al materiale)  pari a 8000 Mpa, ottengo i seguenti valori:
  1.  Ix (informazione relativa alla geometria) ricavato dalla formula b*h³/12
  2. qe  il carico incidente, dove inserisco il peso proprio della trave
  3. vmax l'abbassamento massimo ed il suo rapporto con la luce l/vmax che da normativa deve essere l/ vmax ≥ 250

 

3_STRUTTURA IN ACCIAIO

 ANALISI:

  • ​​​qs = 2.46 KN/m2
  • qp = 2.97 KN/m2
  • qa  = 2 KN/m2

Il foglio di calcolo mi fornisce il carico totale a metro lineare (qu), e, dopo aver inserito il valore della luce, il momento massimo Mmax= ql2/2, trattandosi di una mensola.

  • Assumo:
  1. fyk= 235 MPa                                   [tensione di snervamento]

Con questo valore il file excel mi calcola la tensione di progetto fdell'acciaio.

PROGETTO

  • Attrraverso la formula Mmax/fottengo il valore Wmin ovvero il modulo della resistenza
  • Dopodichè, ingegnerizzando il valore del modulo della resistenza, ottengo i seguenti valori dalla tabella dei profili IPE standard:
  1.  Ix  corrisponde a Jx nella tabella e si esprime in cm4
  2. peso, che nella tabella è espresso in Kg/m, devo trasformarla in Kn/m moltiplicando il valore per 10-2
  3. qe  il carico incidente, dove inserisco il peso proprio della trave
  4. vmax l'abbassamento massimo ed il suo rapporto con la luce l/vmax che da normativa deve essere l/ vmax ≥ 250

Il profilo IPE scelto è un IPE300.

Seconda Esercitazione _ Dimensionamento di una Travatura Reticolare 3D

 

INTRODUZIONE:

In questa seconda esercitazione abbiamo a che fare con la progettazione e il dimensionamento di una travatura reticolare spaziale, un tipo di struttura che permette di lavorare su grandi luci utilizzando pochi punti di appoggio.

Trattandosi di una struttura complessa, la analizzeremo secondo il modello Eulero-Bernoulli (modello di trave semplificato ad una sola variabile).

DISEGNO:

 Disegno la travatura, nel mio caso cubica, attraverso il programma Sap2000 seguendo questi passaggi:

  • File>New Model>Grid Only  facendo attenzione ad inserire le unità di misura con le quali voglio lavorare [KN,m,°C]

  • Quick Grid Lines: a questo punto si aprirà questa scheda dove devo inserire il numero delle griglie su cui imposto il mio disegno nelle tre direzioni (Number of Grid Lines), e la spaziatura che voglio fra le linee della griglia (Grid Spacing): in questo modo ottengo le campate strutturali della travatura

Mi appaiono due viste; lavoreremo su quella 3D (a destra).

  • Selezionando il comando Draw Frame, costruisco la prima campata reticolare cubica; dopodiché, avendo cura di selezionare tutte le facce della campata esclusa quella iniziale, con CTRL+C e CTRL+V la copio e incollo utilizzando l'asse x come riferimento. 

 

Il 3 indica la distanza del punto di ancoraggio della nuova campata rispetto all'origine degli assi, che corrisponde alla profondità della prima campata.

  • Ripeto l'operazione più volte lungo l'asse x, e poi lungo l'asse y.

  • Una volta riempita tutta la griglia tridimensionale, e prima di procedere, controllo: 
  1. di non aver fatto fatto aste duplicate in qualche punto con il comando Edit>Merge Duplicates 
  2. che tutti i nodi siano uniti con il comando Edit>Edit Points>Merge Joints> 0,1 (raggio di vicinanza dei nodi che convergono nello stesso punto al punto stesso)

​​Ora posso vincolare la struttura esternamente ed internamente:

  • VINCOLI ESTERNI: seleziono gli spigoli esterni inferiori della mia struttura e gli assegno un cerniera cliccando su Assign>Joint>Restraints>Icona della cerniera 

  • VINCOLI INTERNI: devo rendere tutti i nodi, delle cerniere interne, perciò selezionare la struttura clicco su Assign>Frame>Releases>Partial Fixity e spunto Moment 2-2 e 3-3 all'inizio (release start) e alla fine (release end) di ogni asta. 

  • Definisco il MATERIALE ed il PROFILO delle mie aste in questo modo: Seleziono la struttura>Assign>Frame> Frame Sections>Add New Property>Pipe; in alto su section name lo rinomino come "tubolare" 

In questo modo ho assegnato a tutte le aste il profilo in acciaio tubolare cavo.

  • Non mi resta che creare ed assegnare i CARICHI CONCENTRATI:
  1. Creo il carico puntiforme F con il comando Define>Load Patterns>Load Pattern "F">Self Weight Multiplier "0" (lo privo del peso proprio)>Add New Load Pattern>Seleziono il carico “F”
  2. Assegno il carico, selezionando la parte terminale superiore della struttura e cliccando su Assign>Joint Loads>Forces>F>Force Global Z (l'asse lungo la quale si trova F)>inserisco il valore del carico -75kN (negativo perchè è diretto nel verso opposto all'asse z)

​​​​​

ANALISI:

  • ANALIZZO la struttura con Run Analysis, facendo attenzione "a far correre" solo il mio carico concentrato e selezionando Run Now.

Da questa analisi posso visualizzare:

  • la deformata della mia struttura

  • il diagramma degli sforzi normali

  • ed il diagramma del momento, che necessariamente deve equivalere a zero in tutti i punti

DIMENSIONAMENTO:

Per il dimensionamento, abbiamo bisogno di conoscere il valore dello sforzo normale in ogni singola asta.

  • Perciò da Sap posso creare una tabella che mi mostri tutti questi valori attraverso i seguenti comandi:  Display>Show Tables>Analysis Results>Select Load Patters "F"> Select Load Cases "F"

  • A questo punto mi si apre una tabella, e dal menù a tendina laterale, seleziono Element Forces–Frames

 

  • Non mi resta che esportare il file in Excel in modo da poterci lavorare: File>Export Current Table>To Excel

La tabella è costituita da una serie di valori, di cui alcuni trascurabili al fine del dimensionamento: quindi ripulisco il file lasciando solo i valori relativi alla numerazione e alla luce delle aste, allo sforzo normale e ai carichi concentrati applicati.

Posso poi procedere ad una ulteriore pulizia, ordinando in modo crescente la luce delle aste per poter conservare solo la lunghezza delle aste diagonali (so già che quelle normali sono pari a 3m) che vale l*radice di 2 ovvero 4,24264 m.

Quindi la lunghezza dei due tipi di aste presenti sono:

  • L= 3m
  • L= 4,24264 m

Ordino ulteriormente il file:

  •  ordinando lo sforzo normale riesco a distinguere le aste tese da quelle compresse.

TRAZIONE:

Inserisco i valori di N superiori allo zero (trazione) nel file excel creato per il dimensionamento.

  • Assumo fyk (coefficiente caratteristico di snervamento) pari a 275 (valore medio) e ym (coefficiente di sicurezza) pari a 1,05.

 

Il file individua la tensione di progetto fd e l'area minima A_min .

Quest'ultimo valore va ingegnerizzato ricorrendo alla tabella che riporta i valori standard dei profili metallici. Qui individuo il valore dell'area immediatamente maggiore rispetto a A_min e ottengo la dimensione del profilato necessario.

Questa operazione andrebbe ripetuta per ogni singola asta.

COMPRESSIONE:

Inserisco i valori di N inferiori allo zero nel file excel creato per il dimensionamento.

  • Assumo fyk (coefficiente caratteristico di snervamento) pari a 275 (valore medio) e ym (coefficiente di sicurezza) pari a 1,05.

​Il file individua, in questo caso, oltre alla tensione di progetto fd e l'area minima A_min , anche I_min  e rhomin . Dovrò dunque ingegnerizzare tutti e tre i valori, indiduandolo nella tabella dei profili standard.

Prima Esercitazione _ Dimensionamento di una trave

INTRODUZIONE:

Lo scopo di questa esercitazione è il dimensionamento di una trave nelle tre diverse tecnologie più comuni, ovvero il legno, l'acciaio e il calcestruzzo armato. 

Il metodo qui utilizzato, mi permette di dimensione l'altezza della sezione della trave maggiormente sollecitata, imponendo che la tensione massima nella trave sia uguale alla tensione di progetto del materiale, definita dalla normativa.

Prenderò in considerazione per tale procedimento, un struttura intelaiata piana, ordito da travi che collaborano con i pilastri, secondo il vincolo di appoggio semplice.

 

DISEGNO:

Inizio definendo la carpenteria di riferimento per ciascuno solaio. Nella seguente immagine sono rappresentati, da sinistra a destra, l'orditura di un solaio in acciaio (pilastri in profili HE, con travi IPE) e quella di un solaio in cemento armato (pilastri con sezione quadrata).

Procedo con l'individuazione della trave maggiormente sollecitata, dunque esplicito, col rettangolo rosso, la sua area di influenza (il cui peso è portato dalla trave) e misuro la lunghezza dell'interasse; a questo punto posso passare all'analisi di ogni tecnologia.

1_STRUTTURA IN LEGNO

ANALISI:

Con l'aiuto del file excel, posso dimensionare la mia struttura, sulla base di alcuni dati che mi vengono richiesti (quelli nelle caselle azzurre):

  • interasse, che nel mio caso è pari a 4m.
  • qcarico strutturale*1: il carico dovuto al peso proprio degli elementi con funzione portante.
  • qp carico permanente*1: il carico dovuto al peso proprio degli elementi non portanti durante il suo ciclo di vita utile.
  • qa carico accidentale*1: il carico che dipende da diversi fattori scatenanti, che possono verificarsi o meno.
  • luce, che nel mio caso vale 7m.
  • fm,k resistenza caratteristica a flessione del materiale.
  • kmod coefficiente diminutivo dei valori di resistenza del materiale; dipende dalla durata del carico*2  e la classe di servizio (dipendente dalle condizioni climatiche) del materiale scelto ed è fornito dalla normativa.
  • è fornito dalla normativa.
  • γm coefficiente parziale di sicurezza dipendente dal materiale.
  • la base.

*1Rappresentano i carichi agenti sul solaio e vengono espressi come densità di carico superficiale kN/m2.

*2 La classe di durata del carico fa riferimento ad un carico costante agente per un certo periodo di tempo nella vita utile della struttura.

Conosco la stratigrafia del solaio, per cui posso calcolarne i diversi carichi, moltiplicando il peso specifico per la quantità di volume di ogni materiale contenuto in un metro quadro (m2) di solaio: 

qs travetti = 6KN/m(0.25x1x1)m3/m2 = 0.225 KN/m2

qs tavolato = 6KN/m(0.035x1x1)m3/m2 = 0.21 KN/m2

  • qs tot = 0.44 KN/m2

qp caldana = 21KN/m(0.04x1x1)m3/m2 = 0.84 KN/m2

qp isolante = 0.2KN/m(0.06x1x1)m3/m2 = 0.012 KN/m2

qp sottofondo = 0.18KN/m(0.03x1x1)m3/m2 = 0.0054 KN/m2

qp pavimento = 28Kg/mx 10-2 = 0.28 KN/m2

  • qp tot = 1.14 KN/m2 + 1.5 KN/m2(carico forfettario*3 dei tramezzi e degli impianti) = 2.64 KN/m2
  • qa  = 2 KN/m2

*3 viene preso in considerazione un valore forfettario poiché è difficile effettuare precisamente il calcolo, oltre alla variabilità, nella vita di una costruzione, della distribuzione interna e della quantità dei tramezzi.

Il foglio di calcolo mi fornisce il carico totale a metro lineare (qu) ottenuto dalla somma (combinazione di carico) dei carichi considerati con i corrispettivi coefficienti moltiplicativi, forniti dalla normativa in funzione dello stato limite ultimo (SLU), il tutto moltiplicato per l’interasse; e il momento massimo Mmax= ql2/8, trattandosi di una trave appoggiata-appoggiata.

PROGETTO:

Ora scelgo la fm,k= 24 (secondi i dati forniti dalla normativa nel caso di una tecnologia in un legno lamellare con classe di resistenza GL 24c).

Assumo: 

  •  Kmod pari a 0.80

  •  γm pari a 1.45

    Da questi tre valori ricavo la tensione di progetto fd= (fm,k . kmod) / γm

    Infine ipotizzo la base della trave pari a 30 cm. Il mio file excel sviluppa un'altezza minima che richiede di essere ingegnerizzata, data la presenza dei decimali, ad un valore che sia compatibile con i profili esistenti sul mercato.

 


2_CEMENTO ARMATO

 

ANALISI:

Ripeto lo stesso procedimento adoperato il solaio in legno per trovare il carico ultimo (qu).
 
  • qs tot = 2.46 KN/m*4
  • qp tot = 1.47  KN/m1.5 KN/m2(carico dei tramezzi e degli impianti) = 2.97 KN/m2
  • qa  = 2 KN/m2

*4 Teoricamente i mattoni forati non hanno una funzione strutturale ma fungono da elemento di alleggerimento, da cassaforma a perdere per il getto di cls, ma per tradizione il peso è stato incluso nel carico strutturale.

PROGETTO:

Una volta stimato il carico ultimo e, inserita la luce, il momento massimo, introduco le tensioni caratteristiche del calcestruzzo e dell’acciaio fck  e fyk in base alla tipologia scelta: io ho scelto un acciaio da armatura B450A con  fyk=450 e il calcestruzzo di classe C35/45 (C di Concrete) con valore caratteristico di resistenza cilindrica fck =35 e quella cubica Rck = 45. 

Da ciò ottengo i valori di resistenza di progetto del calcestruzzo fcd.

Anche in questo caso devo ipotizzare una base, che io assumo pari a 30 cm, da cui ricavo l'altezza utile Hu; ma per ottenere l'altezza minima della trave, devo aggiungere un altro parametro, ovvero il copriferro δ (distanza tra il baricentro dell’armatura e il filo del calcestruzzo teso)..

Una volta ingegnerizzata l'altezza della trave, inserendo la decina immediatamente superiore al valore di Hmin non mi resta che controllare che la mia ipotesi di sezione risulti "Verificata".

NOTA: Il foglio di calcolo relativo al cemento armato ha richiesto più informazioni per il dimensionamento preliminare, poiché si tratta di un materiale disomogeneo, composto da cls e da acciaio.

 


 

3_ACCIAIO

ANALISI:

Anche qui ripeto l'operazione di calcolo del carico ultimo:

  • qs tot = 1.78 KN/m2
  • qp tot = 0.63 KN/m1.5 KN/m2(carico dei tramezzi e degli impianti) = 2.13 KN/m2
  • qa  = 2 KN/m2

PROGETTO:

Una volta inserita la luce, ed ottenuto il momento massimo (ql2/8), posso scegliere la classe di resistenza del mio materiale: io ho scelto la classe media, S275 con una resistenza caratteristica fy,k = 275.

Inserendo questo valore nella tabella Excel, si può calcolare la tensione di progetto fd *ed il modulo di resistenza a flessione minimo Wxmin, che, come nel caso dell'altezza minima Hmin, deve essere ingegnerizzata.

*5 La tensione di progetto si calcola a partire dalla tensione di snervamento dell’acciaio prescelto, tenendo conto di un coefficiente parziale di sicurezza γ, che in questo caso è pari a 1,05

NOTA: Per il dimensionamento della sezione di trave in acciaio, ho determinato il modulo di resistenza a flessione minimo da utilizzare affinché la tensione massima di ogni fibra del materiale non superi la tensione di progetto.

 

Dalla tabella, riportata qui sotto, individuo la trave che più si avvicina alla resistenza a flessione richiesta nella mia tecnologia, selezionando il profilo Ipe, presente su mercato, con resistenza a flessione di valore immediatamente maggiore a Wxmin ottenuto dal foglio di calcolo Excel.

 

 

Prova

Ciaoo a tutti!! Lodovica

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